1. O figlio, io sono
"il Signore, che consola nel giorno della tribolazione" (Na 1,7).
Vieni a me, quando sei in pena. Quello che pone maggiore ostacolo alla celeste
consolazione è proprio questo, che troppo tardi tu ti volgi alla preghiera.
Infatti, prima di rivolgere a me intense orazioni, tu vai cercando vari sollievi
e ti conforti in cose esteriori. Avviene così che nulla ti è di qualche
giovamento, fino a che tu non comprenda che sono io la salvezza di chi spera in
me, e che, fuori di me, non c'è aiuto efficace, utile consiglio, rimedio
durevole.
Ora, dunque, ripreso animo dopo
la burrasca, devi trovare nuovo vigore nella luce della mia misericordia.
Giacché ti sono accanto, dice il Signore, per restaurare ogni cosa, con misura,
non solo piena, ma colma.
C'è forse qualcosa che per me sia
difficile; oppure somiglierò io ad uno che dice e non fa? Dov'è la tua fede?
Sta saldo nella perseveranza; abbi animo grande e virilmente forte. Verrà a te
la consolazione, al tempo suo. Aspetta me; aspetta: verrò e ti risanerò.
E' una tentazione quella che ti
tormenta; è una vana paura quella che ti atterrisce. A che serve la
preoccupazione di quel che può avvenire in futuro, se non a far sì che tu
aggiunga tristezza a tristezza? "Ad ogni giorno basta la sua pena"
(Mt 6,34). Vano e inutile è turbarsi o rallegrarsi per cose future, che forse
non accadranno mai.
2. Tuttavia, è umano
lasciarsi ingannare da queste fantasie; ed è segno della nostra pochezza
d'animo lasciarsi attrarre tanto facilmente verso le suggestioni del nemico. Il
quale non bada se ti illuda o ti adeschi con cose vere o false; non badare se
ti abbatta con l'attaccamento alle cose presenti o con il timore delle cose
future.
"Non si turbi dunque il tuo
cuore, e non abbia timore" (Gv 14,27). Credi in me e abbi fiducia nella
mia misericordia. Spesso, quando credi di esserti allontanato da me, io ti sono
accanto; spesso, quando credi che tutto, o quasi, sia perduto, allora è vicina
la possibilità di un merito più grande. Non tutto è perduto quando accade una
cosa contraria. Non giudicare secondo il sentire umano. Non restare così
schiacciato da alcuna difficoltà, da qualunque parte essa venga; non subirla
come se ti fosse tolta ogni speranza di riemergere.
Non crederti abbandonato del
tutto, anche se io ti ho mandato, a suo tempo, qualche tribolazione o se ti ho
privato della sospirata consolazione. Così, infatti, si passa nel regno dei
cieli. Senza dubbio, per te e per gli altri miei servi, essere provati dalle
avversità è più utile che avere tutto a comando. Io conosco i pensieri
nascosti; so che, per la tua salvezza, è molto bene che tu sia lasciato
talvolta privo di soddisfazione, perché tu non abbia a gonfiarti del successo e
a compiacerti di ciò che non sei. Quel che ho dato posso riprenderlo e poi
restituirlo, quando mi piacerà. Quando avrò dato, avrò dato cosa mia; quando
avrò tolto, non avrò tolto cosa tua; poiché mio è "tutto il bene che viene
dato"; mio è "ogni dono perfetto" (Gc 1,17).
3. Non indignarti se
ti avrò mandato una gravezza o qualche contrarietà; né si prostri l'animo tuo:
io ti posso subitamente risollevare, mutando tutta la tristezza in gaudio. Io
sono giusto veramente, e degno di molta lode, anche quando opero in tal modo
con te.
Se senti rettamente, se guardi
alla luce della verità, non devi mai abbatterti così, e rattristarti, a causa
delle avversità, ma devi piuttosto rallegrarti e rendere grazie; devi anzi
considerare gaudio supremo questo, che io non ti risparmi e che ti affligga
delle sofferenze.
"Come il padre ha amato me,
così anch'io amo voi" (Gv 15,9), dissi ai miei discepoli diletti. E, per
vero, non li ho mandati alle gioie di questo mondo, ma a grandi lotte; non li
ho mandati agli onori, ma al disprezzo; non all'ozio, ma alla fatica, non a
godere tranquillità, ma a dare molto frutto nella sofferenza.
Ricordati, figlio mio, di queste
parole.
LAUDETUR
JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR
CUM MARIA!
SEMPER
LAUDENTUR!
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