Sant' Ignazio di Antiochia Vescovo e martire tradizionalmente il 1° febbraio | ||||||
† 107 circa Fu il terzo vescovo di Antiochia, in Siria, città che fu la terza metropoli del mondo antico - dopo Roma e Alessandria d'Egitto - e di cui san Pietro stesso era stato il primo vescovo. Non era cittadino romano, e pare che non fosse nato cristiano, convertendosi in età non più giovanissima. Mentre era vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto, in catene, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore e i cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati dalle belve. Durante il viaggio da Antiochia a Roma, Ignazio scrisse sette lettere, in cui raccomandava di fuggire il peccato, di guardarsi dagli errori degli Gnostici, di mantenere l'unità della Chiesa. Di un'altra cosa poi si raccomandava, soprattutto ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non salvarlo dal martirio. Nell'anno 107 fu dunque sbranato dalle belve verso le quali dimostrò grande tenerezza. «Accarezzatele " scriveva " affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno». Etimologia: Ignazio = di fuoco, igneo, dal latino Emblema: Bastone pastorale, Palma Martirologio Romano: Memoria di sant’Ignazio, vescovo e martire, che, discepolo di san Giovanni Apostolo, resse per secondo dopo san Pietro la Chiesa di Antiochia. Condannato alle fiere sotto l’imperatore Traiano, fu portato a Roma e qui coronato da un glorioso martirio: durante il viaggio, mentre sperimentava la ferocia delle guardie, simile a quella dei leopardi, scrisse sette lettere a Chiese diverse, nelle quali esortava i fratelli a servire Dio in comunione con i vescovi e a non impedire che egli fosse immolato come vittima per Cristo. | ||||||
Da: https://divinumofficium.com/cgi-bin/horas/officium.pl : Sant’Ignazio fu vescovo di Antiochia. Apparteneva alla seconda generazione di vescovi, a partire da san Pietro. Durante l'impero di Traiano, sotto l'accusa di essere cristiano, fu condannato ad essere sbranato dalle belve: la condanna doveva essere eseguita a Roma. Partì, ammanettato, dalla Siria. Durante il viaggio predicò il Vangelo nelle città che toccava, e scrisse delle lettere a quelle più lontane. Da Smirne, dove fu ospite di san Policarpo, scrisse una lettera ai Romani, nella quale si legge tra l'altro: «O quelle belve che guaiscono! Quelle sono già preparate per me? Ma quando arriveranno? Quando saranno scatenate? Quando potranno cibarsi della mia carne? Desidero tanto che con me siano particolarmente feroci, affinché non si ammansiscano con me, come già accadde con altri, e abbiano timore di toccarmi. Ora solo comincio ad approfittare degli insegnamenti di Cristo. Pur che io possa guadagnare .Gesù Cristo, si abbattano assieme su di me il fuoco, la croce, le belve, gli sbranamenti, e ogni pena fisica». Arrivò a Roma. Quando udì il ruggito dei leoni, esclamò tutto bramoso del martirio: «Io sono il frumento di Cristo; devo essere sfarinato dalle macine delle belve, per essere trasformato in pane bianco». Morì nell'undicesimo anno dell'impero di Traiano. V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi. R. Grazie a Dio.
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
martedì 1 febbraio 2022
Sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
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