lunedì 21 febbraio 2022

Beato Antonio Chevrier - 1

 


Chi è Antonio Chevrier

«Per fare il lavoro materiale, trovo abbastanza persone, ma per fare bene  il catechismo, mettere la fede, l'amore di Nostro Signore nelle anime,  ve ne sono molto poche, quasi nessuna.» Queste parole esprimono l'ardente desiderio del beato Antonio Chevrier di «dare alla Chiesa e al mondo dei sacerdoti poveri e dei buoni catechisti che vadano dappertutto per mostrare Gesù Cristo » (Giovanni Paolo II, omelia della beatificazione, 4 ottobre 1986).

Nato a Lione la domenica di Pasqua, 16 aprile 1826, Antonio Chevrier viene battezzato due giorni dopo. Figlio unico di una famiglia laboriosa di canuti (tessitori della seta), cresce in un mondo in tumulto: rivolta dei canuti e rivoluzione del 1848. Da suo padre, eredita le virtù di umiltà e di mitezza, da sua madre, una donna forte, dal carattere ardente ed energico, una fede da spostare le montagne. Il timore della signora Chevrier è che suo marito e suo figlio non camminino sulla buona strada e perdano le loro anime. Se il bambino commette per sbadataggine un peccatuccio, sua madre lo manda a letto prima dell'ora consueta: «Andate a letto, Signore! – Oh mamma, no, non voglio essere un Signore, sono il tuo piccolo Antonio.» Una volta la madre lo lascia piangere fino alle undici di sera, prima di dargli il bacio che gli ha rifiutato per penitenza. 

Antonio Chevrier scriverà in seguito: «Sapete ciò che forma gli uomini? Le sofferenze, le privazioni, le umiliazioni. Chi non ha sofferto nulla non sa nulla: è un pappamolle.» Appassionato nel gioco quanto nello studio, viene spesso scelto dai suoi compagni come caposquadra nel cortile di ricreazione, e anche in strada. Un giorno, gli allievi della scuola laica li aspettano all'uscita delle lezioni per aggredirli. Antonio, con la sua alta statura e con parole concilianti, li impressiona a tal punto che i monelli rinunciano alla battaglia.

Un globo luminoso

La sua anima riceve molto presto una grazia miraco-losa. È un'epoca in cui, alla consacrazione, durante la Messa, viene raccomandato ai fedeli di abbassare gli occhi per rispetto per le specie consacrate. Una mattina, Antonio, per una santa e ingenua curiosità, alza la testa e scorge senza sorpresa, ma con ammirazione, un globo luminoso al di sopra del calice, al momento dell'elevazione. Solo molto più tardi comprenderà che questa manifestazione sensibile era straordinaria e ringrazierà Dio di aver voluto consolidare così la sua fede nascente. Padre Chevrier racconterà un giorno questo miracolo a una persona in punto di morte, che, in realtà, sopravvivrà e lo divulgherà. 
Dopo la sua prima comunione, nel 1837, Antonio chiede il privilegio di servire quotidianamente la prima Messa della parrocchia, alle cinque. Estate come inverno, egli è fedele e lo si trova spesso che aspetta al freddo l'apertura delle porte. Nel 1840, Antonio ha quattordici anni; un prete della parrocchia gli chiede se non vorrebbe diventare prete. Non ci ha mai pensato, ma risponde: «Sì» e prova allora una viva gioia. Entra nella scuola clericale Saint François, poi nel Seminario minore dell'Argentière, vicino a Lione. 
Nell'ottobre 1846, avviene la vestizione dell'abito talare nel Seminario maggiore di Sant'Ireneo, poi, l'anno successivo, la tonsura; in questa occasione, ha l'idea di offrirsi per le Missioni estere. Sua madre vi si oppone con estrema energia: «Siete un ingrato, Signore, un cattivo figlio. Pensate che io vi abbia allevato per farvi mangiare dai selvaggi?... Dei selvaggi, ne troverete a Lione! Se voi partite contro la mia volontà, non vi riconoscerò come mio figlio.» Queste parole, di una saggezza troppo umana, non sarebbero bastate a trattenerlo, se non avesse ricevuto consigli simili dal suo confessore.

Ordinato prete il 25 maggio 1850 dal cardinale de Bonald, Antonio viene nominato vicario a Saint-André de la Guillotière, in un importante sobborgo operaio di Lione. Gli abitanti sono per la maggior parte dei contadini sradicati dalla campagna. Uomini, donne e bambini, fin dall'età di otto o nove anni, lavorano in fabbrica o in officina più di otto ore al giorno, compresa la domenica. Le loro case di pisé (argilla) sono strette le une contro le altre in vicoli tortuosi che sboccano in tetri paesaggi. Come uniche distrazioni, i cabaret, le sale da ballo malfamate. 

Nel 1850, Saint-André conta seimila anime la cui evangelizzazione è così difficile che, per quattro anni, il parroco precedente ha lavorato senza successo. Il giovane apostolo è nella gioia perché ha «molto bene da fare attorno a sé». È in piedi molto presto: preghiera, breviario, Messa, studi sacri, visite ai malati. Se teme che la porta di questi ultimi si chiuda di fronte alla sua tonaca, il reverendo Chevrier si scosta per non essere visto. Non appena qualcuno apre, mette il piede nell'angolo della porta e supplica così ardentemente che finisce quasi sempre per poter entrare al capezzale dei morenti. Fa anche pesche miracolose. In strada, il giovane vicario converte donne di malaffare, il che gli vale di essere ingiuriato, minacciato, picchiato, o inseguito a colpi di pietre. 

Il segreto di un apostolato così combattuto e così fecondo è nella povertà. Antonio Chevrier si spoglia di tutto e affida a Dio la cura di provvedere alle sue necessità. Sua madre gli ha fatto un corredo: lui lo ha presto distribuito ai poveri. Lei gli ridà della biancheria: lui la distribuisce di nuovo. «Ma insomma, esclama sua madre, non è per degli sconosciuti che faccio queste spese e che mi do tanto da fare! – Ma questi sconosciuti sono i miei figli. – Allora, eccomi la nonna di tutti questi malandrini! Tante grazie!» Lui ride di cuore e continua. Ma, poiché la madre lo colma di rimproveri: «Ma che cosa è questo? Lui finisce con il rispondere. Nostro Signore Gesù Cristo ha pur donato il suo sangue!» Il 31 maggio 1856, in piena notte, le piene del Rodano provocano inondazioni che diventano, per certi quartieri come la Guillotière, una vera e propria catastrofe. Per diversi giorni, Antonio Chevrier si mostra coraggioso e instancabile per soccorrere le vittime rischiando la sua vita, in mezzo a una corrente impetuosa e a pericolosi vortici. Salva molte persone e rifornisce le case isolate. Forse vi è un legame tra questa prova e l'evento spirituale che cambierà completamente la sua vita, in pochi mesi, perché Dio ha dei disegni su di lui. (continua)

AVE MARIA PURISSIMA!

Nessun commento:

Posta un commento