Tre gradi di pazienza. 42. III.
Tre sono i gradi di pazienza. Il primo è soffrire pazientemente; il secondo, volentieri; il terzo, con gioia, gloriandosi delle sofferenze, desiderando passioni e persecuzioni.
In tutti e tre questi gradi, Paolo fu eccellente: si gloriava difatti delle tribolazioni (Cfr. Romani 5, 3); ringraziava, in esse, Iddio.
San Francesco Saverio, anche tra le più acerrime persecuzioni e tribolazioni, ridondava di tante consolazioni divine, e, non potendosi più contenere, esclamava: «Basta, o Signore; basta». Quando si trattava di fatiche e di persecuzioni, le richiedeva dicendo: «Di più, o Signore; di più. Non liberarmi da questa croce, se non per darmene una più pesante». Così si legge nella sua Vita e negli Atti della sua canonizzazione. Questa condotta l’aveva imparata ed attinta da san Paolo e da Giacomo, che scrive: «Abbiate, o fratelli, come argomento di vera gioia le varie tentazioni nelle quali urterete, sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. La pazienza poi ha l’opera perfetta» (Giacomo l, 2 s.).
Paolo esulta tra le catene: «Io, dice, prigioniero di Cristo... » (Efesini 3, l); si gloria di più di questo titolo che se fosse coronato di diadema, dice il Crisostomo. Vedasi ciò che ho detto nel commento di questo passo.
Anche san Pietro: «Godete, dice, di partecipare ai patimenti di Cristo, perché cosi potete rallegrarvi ed esultare, quando si manifesterà la gloria di lui» (l Pietro 4, 13)
AMDG et DVM
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