VIII.
Comedite, amici, et bibite et inebriamini, carissimi (Cant.
V, 1). Gli amici, cioè gl'incipienti che appena godono la divina amicizia,16 ricevendo la santa
comunione si cibano già delle carni di Gesù Cristo, ma si cibano con fatica. I
proficienti poi bevono Gesù con minor fatica. Ma per li carissimi poi son
dinotati i perfetti, che inebriati di santo amore ed usciti quasi fuori del
mondo vivono scordati quasi di tutte le cose, anche di se stessi, attenti solo
ad amare ed a contentare il loro Dio.
Amato mio Gesù, non sono già io perfetto, ma voi mi potete far perfetto.
Non sono io a voi carissimo per mia mancanza, perché sono stato un ingrato ed infedele; ma voi potete farmi diventar tale
con inebriarmi questa mattina del vostro amore.
Adveniat regnum
tuum. Venite, diletto mio Signore, a prender possesso di tutta l'anima
mia. Fermate in me il vostro regno, sicché voi solo in me regniate, solo il
vostro amore comandi ed io al solo vostro amore ubbidisca. Inebriatemi,
inebriatemi tutto; fatemi scordare delle creature, di me, degli interessi miei
e di tutto, acciocché io non ami che voi solo, mio Dio, mio tesoro, ogni mio
bene, mio tutto;17 voi solo sospiri,
voi solo cerchi, a voi solo pensi, a voi solo io piaccia. Fatelo per li meriti
della vostra Passione. Questo solo io vi dimando, e questo spero.
"Aspirazioni a Gesù Sacramentato", di sant'Alfonso Maria de' Liguori
AMDG et DVM
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