mercoledì 25 luglio 2018

FIDES ET RATIO

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CAPITOLO IV
IL RAPPORTO
TRA LA FEDE E LA RAGIONE
Tappe significative dell’incontro tra fede e ragione

....
36. Secondo la testimonianza degli Atti degli
Apostoli, l’annuncio cristiano venne a confronto
sin dagli inizi con le correnti filosofiche del tempo.
Lo stesso libro riferisce della discussione che
san Paolo ebbe ad Atene con « certi filosofi epicurei
e stoici » (17, 18). L’analisi esegetica di
quel discorso all’Areopago ha posto in evidenza le
ripetute allusioni a convincimenti popolari di provenienza
per lo più stoica. Certamente ciò non
era casuale. Per farsi comprendere dai pagani, i
primi cristiani non potevano nei loro discorsi rinviare
soltanto « a Mosè e ai profeti »; dovevano
anche far leva sulla conoscenza naturale di Dio e
sulla voce della coscienza morale di ogni uomo
(cfr Rm 1, 19-21; 2, 14-15; At 14, 16-17). Poiché
però tale conoscenza naturale, nella religione pagana,
era scaduta in idolatria (cfr Rm 1, 21-32),
l’Apostolo ritenne più saggio collegare il suo discorso
al pensiero dei filosofi, i quali fin dagli
inizi avevano opposto ai miti e ai culti misterici
concetti più rispettosi della trascendenza divina.

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Uno degli sforzi maggiori che i filosofi del
pensiero classico operarono, infatti, fu quello di
purificare la concezione che gli uomini avevano
di Dio da forme mitologiche. Come sappiamo,
anche la religione greca, non diversamente da
gran parte delle religioni cosmiche, era politeista,
giungendo fino a divinizzare cose e fenomeni della
natura. I tentativi dell’uomo di comprendere
l’origine degli dei e, in loro, dell’universo trovarono
la loro prima espressione nella poesia. Le teogonie
rimangono, fino ad oggi, la prima testimonianza
di questa ricerca dell’uomo. Fu compito
dei padri della filosofia far emergere il legame tra
la ragione e la religione. Allargando lo sguardo
verso i principi universali, essi non si accontentarono
più dei miti antichi, ma vollero giungere a
dare fondamento razionale alla loro credenza nella
divinità. Si intraprese, così, una strada che,
uscendo dalle tradizioni antiche particolari, si immetteva
in uno sviluppo che corrispondeva alle
esigenze della ragione universale. Il fine verso cui
tale sviluppo tendeva era la consapevolezza critica
di ciò in cui si credeva. La prima a trarre vantaggio
da simile cammino fu la concezione della
divinità. Le superstizioni vennero riconosciute come
tali e la religione fu, almeno in parte, purificata
mediante l’analisi razionale. Fu su questa base
che i Padri della Chiesa avviarono un dialogo
fecondo con i filosofi antichi, aprendo la strada
all’annuncio e alla comprensione del Dio di Gesù
Cristo.

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37. Nell’accennare a questo movimento di avvicinamento
dei cristiani alla filosofia, è doveroso
ricordare anche l’atteggiamento di cautela che in
essi suscitavano altri elementi del mondo culturale
pagano, quali ad esempio la gnosi. La filosofia,
come saggezza pratica e scuola di vita, poteva facilmente
essere confusa con una conoscenza di tipo
superiore, esoterico, riservato a pochi perfetti.
E senza dubbio a questo genere di speculazioni
esoteriche che san Paolo pensa, quando mette in
guardia i Colossesi: « Badate che nessuno vi inganni
con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati
alla tradizione umana, secondo gli elementi
del mondo e non secondo Cristo » (2, 8). Quanto
mai attuali si presentano le parole dell’Apostolo,
se le riferiamo alle diverse forme di esoterismo
che dilagano oggi anche presso alcuni credenti,
privi del dovuto senso critico. Sulle orme di san
Paolo, altri scrittori dei primi secoli, in particolare
sant’Ireneo e Tertulliano, sollevano a loro volta riserve
nei confronti di un’impostazione culturale
che pretendeva di subordinare la verità della Rivelazione
all’interpretazione dei filosofi.

38. L’incontro del cristianesimo con la filosofia,
dunque, non fu immediato né facile. La pratica
di essa e la frequentazione delle scuole apparve
ai primi cristiani più come un disturbo che
come un’opportunità. Per loro, primo e urgente
dovere era l’annuncio di Cristo risorto da proporre
in un incontro personale capace di condurre
l’interlocutore alla conversione del cuore e alla ri

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http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/bnw/fides_et.pdf

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