CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE DEL CONGRESSO MONDIALE
DEL LAICATO CATTOLICO
DEL LAICATO CATTOLICO
OMELIA DEL SANTO PADRE
SUA SANTITA' GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 26 novembre 2000
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo
1. "Tu lo dici: io sono re" (Gv 18,37).
Così rispose Gesù a Pilato in un drammatico dialogo, che il Vangelo ci fa riascoltare nell'odierna solennità di Cristo Re dell'Universo. In questa ricorrenza, posta alla conclusione dell'anno liturgico, Gesù, Verbo eterno del Padre, è presentato come principio e fine di tutto il creato, come Redentore dell'uomo e Signore della storia. Nella prima Lettura il profeta Daniele afferma: "Il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto" (7,14).
Sì, o Cristo, tu sei Re! La tua regalità si manifesta paradossalmente sulla croce, nell'obbedienza al disegno del Padre, "che - come scrive l'apostolo Paolo - ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati" (Col 1,13-14). Primogenito di coloro che risuscitano dai morti, Tu, Gesù, sei il Re dell'umanità nuova, restituita alla sua dignità originaria.
Tu sei Re! Il tuo regno però non è di questo mondo (cfr Gv 18,36); non è il frutto di conquiste belliche, di dominazioni politiche, di imperi economici, di egemonie culturali. Il tuo è un "regno di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace" (cfr Prefazio di Cristo Re), che si manifesterà nella sua pienezza alla fine dei tempi, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28). La Chiesa, che già sulla terra può gustare le primizie del futuro compimento, non cessa di ripetere: "Venga il tuo regno" (Mt 6,10).
2. Venga il tuo regno! Pregano così, in ogni parte del mondo, i fedeli che si raccolgono quest'oggi attorno ai loro Pastori per il Giubileo dell'Apostolato dei Laici. Ed io mi unisco con gioia a questo universale coro di lode e di preghiera, celebrando insieme con voi, cari fedeli, la Santa Messa presso la Tomba dell'apostolo Pietro.
Ringrazio il Cardinale James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, e i due vostri rappresentanti, che all'inizio della Santa Messa si è fatto interprete dei comuni sentimenti. Saluto i venerati Fratelli nell'Episcopato, come pure i sacerdoti, i religiosi e le religiose presenti. Estendo il mio saluto in particolare a voi, laici, attivamente dediti alla causa del Vangelo: guardando a voi, penso anche a tutti i membri di comunità, associazioni e movimenti di azione apostolica; penso ai padri ed alle madri che con generosità e spirito di sacrificio attendono all'educazione dei loro figli nella pratica delle virtù umane e cristiane; penso a quanti offrono all'evangelizzazione il contributo delle loro sofferenze, accolte e vissute in unione con Cristo.
3. Saluto in modo speciale voi, cari partecipanti al Congresso del Laicato cattolico, che ben si inserisce nel contesto del Giubileo dell'Apostolato dei Laici. Il vostro incontro ha come tema "Testimoni di Cristo nel nuovo millennio". Esso riprende la tradizione dei convegni mondiali dell'Apostolato dei laici, iniziata cinquant'anni fa sotto l'impulso fecondo della più viva consapevolezza che la Chiesa aveva acquisito sia della propria natura di mistero di comunione che della propria intrinseca responsabilità missionaria nel mondo.
Nella maturazione di questa consapevolezza, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha segnato una svolta decisiva. Con il Concilio, nella Chiesa è veramente scoccata l'ora del laicato e tanti fedeli laici, uomini e donne, hanno compreso con maggior chiarezza la propria vocazione cristiana, che, per sua stessa natura, è vocazione all'apostolato (cfr Apostolicam actuositatem, 2). A 35 anni dalla sua conclusione, io dico: bisogna ritornare al Concilio. Bisogna riprendere in mano i documenti del Vaticano II per riscoprirne la grande ricchezza di stimoli dottrinali e pastorali.
In particolare, dovete riprendere in mano quei documenti voi laici, ai quali il Concilio ha aperto straordinarie prospettive di coinvolgimento e di impegno nella missione della Chiesa.
Non vi ha forse ricordato il Concilio la vostra partecipazione alla funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo? A voi i Padri conciliari hanno affidato, in special modo, la missione di "cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e orientandole secondo Dio" (Lumen gentium, 31).
Da allora è fiorita una vivace stagione aggregativa, nella quale accanto all'associazionismo tradizionale sono sorti nuovi movimenti, sodalizi e comunità (cfr Christifideles laici, 29). Oggi più che mai, carissimi Fratelli e Sorelle, il vostro apostolato è indispensabile perché il Vangelo sia luce, sale e lievito di una nuova umanità.
4. Ma cosa comporta questa missione? Che significa essere cristiani oggi, qui, ora?
Essere cristiani non è mai stato facile e non lo è neppure oggi. Seguire Cristo esige il coraggio di scelte radicali, spesso controcorrente. "Noi siamo Cristo!", esclamava sant'Agostino. I martiri e i testimoni della fede di ieri e di oggi, tra i quali tanti fedeli laici, dimostrano che, se è necessario, non si deve esitare per Gesù Cristo neppure a dare la vita.
A questo proposito, il Giubileo invita tutti a un serio esame di coscienza e ad un perdurante rinnovamento spirituale per una sempre più incisiva azione missionaria. Vorrei qui riprendere quanto, 25 anni or sono, quasi a conclusione dell'Anno Santo del 1975, il mio venerato predecessore, il Papa Paolo VI, scriveva nell'Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi: "L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri... o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni" (n. 41).
Sono parole ancor valide quest'oggi dinanzi ad una umanità ricca di potenzialità e di attese, minacciata però da molteplici insidie e pericoli. Basti pensare, tra l'altro, alle conquiste sociali e alla rivoluzione in campo genetico; al progresso economico e al sottosviluppo esistente in vaste aree del pianeta; al dramma della fame nel mondo ed alle difficoltà esistenti per tutelare la pace; alla rete capillare delle comunicazioni ed ai drammi della solitudine e della violenza che registra la cronaca quotidiana. Carissimi fedeli laici, quali testimoni di Cristo, siete chiamati specialmente voi a recare la luce del Vangelo nei gangli vitali della società. Siete chiamati ad essere profeti della speranza cristiana e apostoli di "Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!" (Ap 1,4).
5. "La santità si addice alla tua casa!" (Sal 92,5). Con queste parole ci siamo rivolti a Dio nel Salmo responsoriale. La santità continua a essere per i credenti la sfida più grande. Dobbiamo essere grati al Concilio Vaticano II, che ci ha ricordato come tutti i cristiani siano chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità.
Cari Fratelli e Sorelle, non abbiate paura di accettare questa sfida: essere uomini e donne santi! Non dimenticate che i frutti dell'apostolato dipendono dalla profondità della vita spirituale, dall'intensità della preghiera, da una formazione costante e da un'adesione sincera alle direttive della Chiesa. A voi ripeto quest'oggi, come ai giovani durante la recente Giornata Mondiale della Gioventù, che se sarete quello che dovete essere - se vivrete cioè il cristianesimo senza compromessi - potrete incendiare il mondo.
Vi attendono compiti e traguardi che possono apparire sproporzionati alle forze umane. Non scoraggiatevi! "Colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento" (Fil 1,6). Conservate sempre fisso lo sguardo su Gesù. Fate di Lui il cuore del mondo.
E Tu, Maria, Madre del Redentore, sua prima e perfetta discepola, aiutaci a essere i suoi testimoni nel nuovo millennio. Fa' che il tuo Figlio, Re dell'universo e della storia, regni nella nostra vita, nelle nostre comunità e nel mondo intero!
"Lode e onore a Te, o Cristo!". Con la tua Croce hai redento il mondo. A Te affidiamo, all'inizio di un nuovo millennio, il nostro impegno a servizio di questo mondo che Tu ami e che noi pure amiamo. Sostienici con la forza della tua grazia! Amen.
© Copyright 2000 - Libreria Editrice Vaticana
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GIOVANNI PAOLO II
CONGRESSO MONDIALE DELL'APOSTOLATO DEI LAICI
ANGELUS
Domenica, 26 novembre 2000
Solennità di Cristo Re dell'Universo
Solennità di Cristo Re dell'Universo
Cari fedeli laici!
1. Prima di concludere questa celebrazione giubilare, ho voluto consegnarvi nuovamente, nella persona di alcuni vostri rappresentanti, i Documenti del Concilio Vaticano II. Il mio pensiero torna in questo momento a quello storico e provvidenziale evento ecclesiale. Trentacinque anni or sono, proprio di questi giorni, vennero approvati alcuni documenti, tra i quali il Decreto sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem. Il 7 dicembre, insieme ad altri testi, veniva approvata la Costituzione pastoraleGaudium et spes, sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Il giorno dopo l'Assemblea conciliare promulgava definitivamente l'insieme dei suoi documenti.
Come allora, anche oggi ho voluto simbolicamente riaffidare il vasto patrimonio conciliare specialmente a voi, cari fedeli laici, apostoli del terzo millennio, ricordando che proprio ai laici - governanti, uomini di pensiero e di scienza, artisti, donne, lavoratori, giovani, poveri, malati - il Concilio consegnò il suo messaggio conclusivo destinato all'intera umanità.
In questo passaggio epocale, la lezione del Vaticano Secondo appare più che mai attuale: le condizioni odierne, infatti, richiedono che il vostro impegno apostolico di laici sia ancora più intenso e più esteso. Studiate il Concilio, approfonditelo, assimilatene lo spirito e gli orientamenti: troverete in esso luce e forza per testimoniare il Vangelo in ogni campo dell'umana esistenza.
2. Je vous salue cordialement, vous tous pèlerins francophones venus pour le Congrès de l’Apostolat des laïcs. À quelques jours de l’anniversaire de la fin du Concile, vous êtes tous invités à en relire les documents pour affermir votre vocation, pour vous engager dans l’apostolat, comme cela a été proposé par les Pères conciliaires, pour être dans le monde des témoins de la Bonne Nouvelle et pour prendre une part toujours plus active à la mission de l’Église. Le monde a besoin de votre témoignage individuel, conjugal, familial, professionnel et ecclésial. À tous, j’accorde la Bénédiction apostolique!
During this Jubilee of the Laity I have wished to place once again in the hands and hearts of the lay people of the world the documents of the Second Vatican Council. The Council, centred on Christ and his Church and open to the challenges of a changing world, was a providential event in the People of God’s preparation for the Third Christian Millennium. I encourage the lay faithful to study the Council’s teaching, to love and live its message. In this way the laity will be light and hope for the Church and for society. May Christ, the Eternal King, guide and strengthen you always!
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Frauen und Männer deutscher Sprache. Liebe Schwestern und Brüder! Das Zweite Vatikanische Konzil ermutigt euch Laien, Salz der Erde und Licht der Welt zu sein. Ich vertraue euch einen Wunsch an: Laßt nicht nach, die Lehre des Konzils zu studieren und im Leben umzusetzen. Für eure Sendung als Zeugen des Evangeliums erteile ich euch gern den Apostolischen Segen.
Doy mi bienvenida a los peregrinos de lengua española que participáis en el Jubileo del apostolado de los laicos. Que esta peregrinación jubilar sea un estímulo para proseguir en el camino de la esperanza, construyendo el futuro desde vuestra específica vocación cristiana. Firmemente enraizados en Cristo y sostenidos por las enseñanzas siempre actuales del Concilio Vaticano II, testimoniad el Evangelio a los hombres de nuestro tiempo.
A feliz coincidência da Festa de Cristo-Rei com o vosso Jubileu lembre a todos vós, queridos peregrinos de língua portuguesa, que a vossa vocação de filhos de Deus, no meio do mundo, exige que não procureis apenas a santidade pessoal, mas que possais ir pelos caminhos da terra, para convertê-los em atalhos que, através dos obstáculos, levem as almas ao Senhor. Foi para isso que nós, os cristãos, fomos chamados, essa é a nossa tarefa apostólica e a preocupação que deve consumir a nossa alma, conseguir que o reino de Cristo se torne realidade, que não haja mais ódios nem crueldades, que estendamos pela terra o bálsamo forte e pacífico do amor.
Serdecznie pozdrawiam obecnych tu przedstawicieli laikatu z Polski i z innych krajów świata. Reprezentujecie niezliczoną rzeszę wierzących, którzy, wypełniając codzienne obowiązki rodzinne, zawodowe czy społeczne, równocześnie aktywnie włączają się w apostolską działalność Kościoła. Świętując dziś Jubileusz Apostolstwa Świeckich, dziękujemy Bogu za ich zaangażowanie w różnorakich dziedzinach życia - przeważnie im tylko dostępnych - dzięki któremu Kościół żyje jako wspólnota świadków wiary, nadziei i miłości. Modlę się, aby Duch Święty wciąż na nowo rozpalał w waszych sercach pragnienie służby Ewangelii, tak byście zgodnie ze swym powołaniem i posłaniem owocnie uczestniczyli w wypełnianiu prorockiej, kapłańskiej i pasterskiej misji Kościoła. Niech wam Bóg błogosławi!
[Saluto cordialmente i rappresentanti dei laici dalla Polonia e dagli altri paesi del mondo. Rappresentate l'innumerevole schiera dei fedeli che, compiendo i quotidiani doveri familiari, professionali o sociali, nello stesso tempo aderiscono attivamente all’azione apostolica della Chiesa. Celebrando oggi il Giubileo dell’Apostolato dei Laici, ringraziamo Dio per il loro impegno in diversi campi della vita - in gran parte accessibili solo ad essi - grazie al quale la Chiesa vive come comunità dei testimoni della fede, della speranza e dell’amore. Prego, affinché lo Spirito Santo sempre di nuovo accenda nei vostri cuori il desiderio di servire il Vangelo, sì che secondo la vostra vocazione e il mandato partecipiate fruttuosamente al compimento della profetica, sacerdotale e pastorale missione della Chiesa. Dio vi benedica!]
3. A Maria rivolgiamo ora la nostra preghiera. Ci aiuti Lei a realizzare quel rinnovamento di mentalità e di azione, di gioia e di speranza, che è stato lo scopo stesso del Concilio.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO
DEL LAICATO CATTOLICO
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO
DEL LAICATO CATTOLICO
Al Venerato Fratello
Cardinale JAMES FRANCIS STAFFORDPresidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Cardinale JAMES FRANCIS STAFFORDPresidente del Pontificio Consiglio per i Laici
1. Nei prossimi giorni si svolgerà a Roma, sul tema "Testimoni di Cristo nel nuovo Millennio", il Congresso del laicato cattolico promosso da codesto Pontificio Consiglio per i Laici. Si tratta di una felice iniziativa che, nel corso del Grande Giubileo, costituirà per i partecipanti un'ulteriore occasione di crescita nella fede e nella comunione ecclesiale. L'assemblea vedrà, infatti, la presenza di molti laici insieme a Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, rappresentanti idealmente l'intero popolo dei battezzati nel Signore, i christifideles che, tra le tribolazioni del mondo e le consolazioni di Dio (cfr 2 Cor 1,4), camminano verso la casa del Padre. Il Congresso potrà così essere un momento di riflessione e di dialogo, di condivisione della fede e di preghiera, ben inserito nel quadro delle celebrazioni del Giubileo dell'apostolato dei Laici, il cui culmine sarà la Santa Messa in Piazza San Pietro, il giorno della solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'universo.
Attraverso di Lei ringrazio il Pontificio Consiglio per i Laici, che ha voluto promuovere questa stimolante iniziativa, che ci pone all'ascolto di quanto lo Spirito dice alla Chiesa (cfr Ap 2,7) mediante l'esperienza di fede di tanti laici cristiani, uomini e donne del nostro tempo.
2. Il Congresso si riallaccia idealmente ad altri grandi raduni di fedeli laici che, negli ultimi cinquant'anni, hanno segnato tappe importanti del cammino di promozione e di sviluppo del laicato cattolico. Penso in particolare ai Congressi mondiali dell'apostolato dei laici svoltisi a Roma rispettivamente nel 1951, nel 1957 e poi nel 1967, nell'immediato post-Concilio. E penso anche alle due Consultazioni mondiali del laicato cattolico organizzate dal Pontificio Consiglio per i Laici in occasione dell'Anno Santo del 1975 e in preparazione alla VII Assemblea generale del Sinodo dei Vescovi del 1987, i cui risultati ho raccolto nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici.
A tale proposito, l'attuale assemblea, come ho già avuto modo di sottolineare, "potrà fungere da ricapitolazione del cammino del laicato dal Concilio Vaticano II al Grande Giubileo dell'Incarnazione" (Discorso Ai membri del Consiglio Pontificio per i Laici in occasione della XVII Assemblea plenaria, 1° marzo 1999). Partendo da un bilancio dell'attuazione degli insegnamenti del Concilio nella vita e nell'apostolato dei laici, il vostro incontro contribuirà sicuramente ad imprimere uno slancio rinnovato al loro impegno missionario. Dimensione essenziale della vocazione e della missione del cristiano è quella di rendere testimonianza della presenza salvifica di Dio nella storia degli uomini, come dice felicemente il tema del Congresso: «Testimoni di Cristo nel nuovo millennio».
3. Gli ultimi decenni del XX secolo hanno visto fiorire nella Chiesa i semi di un'incoraggiante primavera spirituale. Come, ad esempio, non essere grati a Dio per la più chiara consapevolezza che i fedeli laici - uomini e donne - hanno acquisito della propria dignità di battezzati divenuti «creature nuove»; della propria vocazione cristiana; dell'esigenza di crescere, nell'intelligenza e nell'esperienza della fede, come christifideles, ossia come veri discepoli del Signore; della propria adesione alla Chiesa?
Al tempo stesso, però, in un clima di diffusa secolarizzazione, non pochi credenti sono tentati di allontanarsi dalla Chiesa e purtroppo si lasciano contagiare dall'indifferenza o cedono a compromessi con la cultura dominante. Tra i fedeli non mancano, poi, atteggiamenti selettivi e critici nei confronti del magistero ecclesiale. Per risvegliare nelle coscienze dei cristiani un più vivo senso della loro identità, c'è dunque bisogno, nel quadro del Grande Giubileo, di quel serio esame di coscienza di cui parlavo nella Tertio millennio adveniente (cfr n. 34). Ci sono domande essenziali, che nessuno può eludere: Che cosa ho fatto del mio battesimo e della mia cresima? Cristo è veramente il centro della mia vita? La preghiera trova spazio nelle mie giornate? Vivo la mia vita come una vocazione e una missione? Cristo continua a ricordarci: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mando... Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5, 13.14.16).
4. La vocazione e la missione dei fedeli laici si possono comprendere soltanto alle luce di una rinnovata consapevolezza della Chiesa "come sacramento o segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano"(Lumen gentium, 1), e del personale dovere di aderire più saldamente ad essa. La Chiesa è un mistero di comunione che ha origine nella vita della Santissima Trinità. E' il Corpo mistico di Cristo. E' il Popolo di Dio, che unito dalla stessa fede, speranza e carità cammina nella storia verso la definitiva patria celeste. E noi, come battezzati, siamo membra vive di questo meraviglioso e affascinante organismo, alimentato dai doni sacramentali, gerarchici e carismatici che gli sono coessenziali. Per questo, oggi più che mai è necessario che i cristiani, illuminati e guidati dalla fede, conoscano la Chiesa quale essa è, in tutta la sua bellezza e santità, per sentirla ed amarla come propria madre. Ed a tal fine è importante risvegliare nell'intero Popolo di Dio il vero sensus Ecclesiae, unito all'intima consapevolezza di essere Chiesa, mistero cioè di comunione.
5. Alle soglie del terzo millennio Dio chiama i credenti, in modo speciale i laici, ad un rinnovato slancio missionario. La missione non è un'aggiunta alla vocazione cristiana. Anzi, ricorda il Concilio Vaticano II, la vocazione cristiana è per sua natura vocazione all'apostolato (cfr Apostolicam actuositatem, 2). Cristo va annunciato con la testimonianza di vita e con la parola, e, prima di essere impegno strategico ed organizzato, l'apostolato comporta la grata e lieta comunicazione a tutti del dono dell'incontro con Cristo. Una persona, o una comunità, matura dal punto di vista evangelico è animata da un'intensa passione missionaria che la spinge a rendere testimonianza a Cristo in ogni circostanza e situazione, in ogni contesto sociale, culturale e politico. A questo proposito, come insegna il Concilio Vaticano II, "per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno, a modo di fermento, alla santificazione del mondo" (Lumen gentium, 31).
Carissimi Fratelli e Sorelle, la Chiesa ha bisogno di voi e conta su di voi! La promozione e la difesa della dignità e dei diritti della persona umana, oggi più urgente che mai, richiede il coraggio di individui animati dalla fede, capaci di un amore gratuito e ricco di compassione, rispettosi della verità sull'uomo, fatto a immagine di Dio e destinato a crescere sino alla piena statura di Cristo Gesù (cfr Ef 4, 13). Non scoraggiatevi di fronte alla complessità delle situazioni! Ricercate nella preghiera la sorgente di ogni forza apostolica; attingete dal Vangelo la luce che dirige i vostri passi.
La complessità delle situazioni non deve scoraggiarvi, ma deve invece spingervi a ricercare con saggezza e coraggio risposte adeguate alla domanda di pane e di lavoro e alle esigenze di libertà, di pace e di giustizia, di condivisione e di solidarietà.
6. Cari fedeli laici, uomini e donne, voi siete chiamati ad assumervi, con generosa disponibilità, la vostra parte di responsabilità anche per la vita delle comunità ecclesiali a cui appartenete. Il volto delle parrocchie, chiamate ad essere accoglienti e missionarie, dipende da voi. Nessun battezzato può rimanere ozioso. Partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo e arricchiti da molteplici carismi, i laici cristiani possono dare il proprio contributo nell'ambito della liturgia, della catechesi, di iniziative missionarie e caritative di vario genere. Alcuni, poi, possono essere chiamati ad assumere uffici, funzioni o ministeri non ordinati sia a livello parrocchiale che a livello diocesano (cfr Christifideles laici, 14). Si tratta di un servizio prezioso e, in varie regioni del mondo, sempre più indispensabile. Tuttavia, è da evitare il rischio di snaturare la figura del laico con un suo eccessivo ripiegamento sulle esigenze intra-ecclesiali. Occorre dunque rispettare, da un lato, l'identità propria del fedele laico e, dall'altro, quella del ministro ordinato, mentre la collaborazione tra fedeli laici e sacerdoti e, nei casi e secondo le modalità stabiliti dalla disciplina ecclesiale, la supplenza dei sacerdoti da parte di laici devono espletarsi nello spirito della comunione ecclesiale, in cui compiti e stati di vita sono avvertiti come complementari e si arricchiscono a vicenda (cfr Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministero dei sacerdoti).
7. La partecipazione dei fedeli laici alla vita e alla missione della Chiesa viene espressa e sostenuta anche da diverse aggregazioni, molte delle quali rappresentate in questo Congresso. Soprattutto ai nostri tempi, esse costituiscono un significativo mezzo per una formazione cristiana più approfondita e per un'attività apostolica più incisiva. Il Concilio Vaticano II afferma: "Le associazioni non sono fini a se stesse, ma devono servire a compiere la missione della Chiesa nei riguardi del mondo; la loro incidenza apostolica dipende dalla conformità con le finalità della Chiesa e dalla testimonianza cristiana e dallo spirito evangelico dei singoli membri e di tutte le associazioni" (Apostolicam actuositatem, 19). Pertanto, al fine di rimanere fedeli alla propria identità, le aggregazioni laicali devono sempre tornare a confrontarsi con i criteri di ecclesialità dei quali ho scritto nell'Esortazione Apostolica Christifideles laici (cfr n. 30).
Possiamo oggi parlare di una "nuova stagione aggregativa dei fedeli laici" (ivi, 29). E' uno dei frutti del Concilio Vaticano II. Accanto alle associazioni di lunga e benemerita tradizione, osserviamo una vigorosa e diversificata fioritura di movimenti ecclesiali e nuove comunità. Questo dono dello Spirito Santo è un altro segno di come Dio trovi sempre risposte adeguate e tempestive alle sfide lanciate alla fede e alla Chiesa in ogni epoca storica. Anche qui, bisogna ringraziare le associazioni,i movimenti e le aggregazioni ecclesiali per l'impegno da essi profuso nella formazione cristiana e per l'entusiasmo missionario che continuano a portare nella Chiesa.
8. Carissimi Fratelli e Sorelle! In questi giorni voi condividete riflessioni ed esperienze, facendo un bilancio del cammino percorso e volgendo lo sguardo al futuro. Guardando al passato, potete constatare chiaramente quanto sia essenziale per la vita della Chiesa il ruolo dei laici. Come non ricordare qui le dure persecuzioni che la Chiesa del ventesimo secolo ha subito in vaste aree del mondo? E' stato soprattutto grazie alla coraggiosa testimonianza di fedeli laici, non di rado fino al martirio, se la fede non è stata cancellata dalla vita di popoli interi. L'esperienza dimostra che il sangue dei martiri diventa seme di confessori e noi cristiani dobbiamo molto a questi "militi ignoti della grande causa di Dio" (Tertio millennio adveniente, 37).
Quanto al futuro, ci sono tanti motivi per avviarci nel nuovo millennio con fondata speranza. La primavera cristiana, di cui non pochi segni possiamo già intravvedere (cfr Redemptoris missio, 86), è percepibile nella scelta radicale della fede, nell'autentica santità di vita, nello straordinario zelo apostolico di molti fedeli laici, uomini e donne, giovani, adulti e anziani. E' pertanto compito della presente generazione recare il Vangelo all'umanità di domani. Siete voi i "testimoni di Cristo nel nuovo millennio", come dice il tema del vostro Congresso. Siatene ben consapevoli e rispondete con pronta fedeltà a quest'urgente chiamata missionaria. La Chiesa conta su di voi!
Auguro ogni buon esito ai lavori della vostra assemblea e, mentre invoco su ciascuno la protezione di Maria Regina degli Apostoli e Stella della nuova evangelizzazione, di cuore invio a Lei, Signor Cardinale, ed a tutti i partecipanti la mia speciale Benedizione, che volentieri estendo alle persone care ed a quanti incontrate nel vostro apostolato.
Dal Vaticano, 21 Novembre 2000
IOANNES PAULUS II
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