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domenica 8 luglio 2018

Mangiate amici, e bevete e inebriatevi carissimi



VIII. 

Comedite, amici, et bibite et inebriamini, carissimi (Cant. V, 1). Gli amici, cioè gl'incipienti che appena godono la divina amicizia,16 ricevendo la santa comunione si cibano già delle carni di Gesù Cristo, ma si cibano con fatica. I proficienti poi bevono Gesù con minor fatica. Ma per li carissimi poi son dinotati i perfetti, che inebriati di santo amore ed usciti quasi fuori del mondo vivono scordati quasi di tutte le cose, anche di se stessi, attenti solo ad amare ed a contentare il loro Dio.

Amato mio Gesù, non sono già io perfetto, ma voi mi potete far perfetto. Non sono io a voi carissimo per mia mancanza, perché sono stato un ingrato ed infedele; ma voi potete farmi diventar tale con inebriarmi questa mattina del vostro amore. 

Adveniat regnum tuum. Venite, diletto mio Signore, a prender possesso di tutta l'anima mia. Fermate in me il vostro regno, sicché voi solo in me regniate, solo il vostro amore comandi ed io al solo vostro amore ubbidisca. Inebriatemi, inebriatemi tutto; fatemi scordare delle creature, di me, degli interessi miei e di tutto, acciocché io non ami che voi solo, mio Dio, mio tesoro, ogni mio bene, mio tutto;17 voi solo sospiri, voi solo cerchi, a voi solo pensi, a voi solo io piaccia. Fatelo per li meriti della vostra Passione. Questo solo io vi dimando, e questo spero.

"Aspirazioni a Gesù Sacramentato", di sant'Alfonso Maria de' Liguori

AMDG et DVM

giovedì 28 giugno 2018

Aspirazioni a Gesù Sacramentato



IX. 
Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo (Cant. II, 5). Il languire dell'anima è quando ella, scordata di sé e delle sue cose, non pensa che a cercar ristoro a' suoi amorosi languori coi santi desideri che sono i fiori, e colle opere sante che sono i frutti del divino amore.

Ah mio Dio sacramentato, giacché mi volete tutto per voi, fatemi quello che voi mi volete. Fatemi scordare d'ogni cosa che non s'appartiene al vostro amore. Accrescete sempre più in me i desideri di darvi gusto. E fate poi che questi fiori non sieno sempre fiori; fate che diventino ancora frutti con far io e patire qualche cosa per voi che avete fatto e patito troppo gran cose per me. O Dio, o Dio dell'anima mia, fatevi da me amare, ma amare da vero,18 non solo con parole, ma con fatti, prima che mi arrivi la morte.
AMDG et DVM

sabato 16 giugno 2018

S. Alfonso Maria de Liguori: Aspiraz. amorose a Gesù Sacramentato




VIII. Comedite, amici, et bibite et inebriamini, carissimi (Cant. V, 1). Gli amici, cioè gl'incipienti che appena godono la divina amicizia,16 ricevendo la santa comunione si cibano già delle carni di Gesù Cristo, ma si cibano con fatica. I proficienti poi bevono Gesù con minor fatica. Ma per li carissimi poi son dinotati i perfetti, che inebriati di santo amore ed usciti quasi fuori del mondo vivono scordati quasi di tutte le cose, anche di se stessi, attenti solo ad amare ed a contentare il loro Dio.

Amato mio Gesù, non sono già io perfetto, ma voi mi potete far perfetto. Non sono io a voi carissimo per mia mancanza, perché sono stato un ingrato ed infedele; ma voi potete farmi diventar tale con inebriarmi questa mattina del vostro amore. Adveniat regnum tuum. Venite, diletto mio Signore, a prender possesso di tutta l'anima mia. Fermate in me il vostro regno, sicché voi solo in me regniate, solo il vostro amore comandi ed io al solo vostro amore ubbidisca. Inebriatemi, inebriatemi tutto; fatemi scordare delle creature, di me, degli interessi miei e di tutto, acciocché io non ami che voi solo, mio Dio, mio tesoro, ogni mio bene, mio tutto;17 voi solo sospiri, voi solo cerchi, a voi solo pensi, a voi solo io piaccia. Fatelo per li meriti della vostra Passione. Questo solo io vi dimando, e questo spero.


IX. Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo (Cant. II, 5). Il languire dell'anima è quando ella, scordata di sé e delle sue cose, non pensa che a cercar ristoro a' suoi amorosi languori coi santi desideri che sono i fiori, e colle opere sante che sono i frutti del divino amore.

Ah mio Dio sacramentato, giacché mi volete tutto per voi, fatemi quello che voi mi volete. Fatemi scordare d'ogni cosa che non s'appartiene al vostro amore. Accrescete sempre più in me i desideri di darvi gusto. E fate poi che questi fiori non sieno sempre fiori; fate che diventino ancora frutti con far io e patire qualche cosa per voi che avete fatto e patito troppo gran cose per me. O Dio, o Dio dell'anima mia, fatevi da me amare, ma amare da vero,18 non solo con parole, ma con fatti, prima che mi arrivi la morte.

AMDG et DVM

venerdì 1 giugno 2018

Aspirazioni amorose a Gesù Sacramentato


II. Fasciculus myrrhae dilectus meus mihi, inter ubera mea commorabitur (Cant. I, 12). L'arboscello di mirra, dopo ch'è ferito, versa per le ferite lagrime e liquore di salute. Il nostro Gesù prima della sua Passione volle per le sue piaghe versare con tanto dolore il suo sangue divino, per donarlo poi tutto a noi per nostra salute in questo pane di vita. 

Vieni dunque, o mio caro fascetto di mirra, o mio innamorato Gesù, che sei a me soggetto di dolore e di compassione quando ti considero impiagato per me sulla croce; ma ricevendoti poi in questo dolcissimo Sacramento ti rendi a me assai più soave che non è gradito ad un sitibondo un grappolo d'uva eletta: Botrus Cypri dilectus meus mihi in vineis Engaddi (Cant. I, 14).2 

Vieni dunque all'anima mia e ristorami e saziami del tuo santo amore. Ah che dolcezza io sento nello spirito mio in pensare d'avere a ricevere dentro di me quello stesso mio Salvatore che per salvarmi volle essere dissanguato e sacrificato sulla croce per me! Inter ubera mea commorabitur. No, mio Gesù, ch'io non mai più avrò a cacciarvi, né mai più voi avrete a partirvi da me. Io voglio sempre amarvi e sempre stare unito e stretto con voi. Io sarò sempre di Gesù, Gesù sarà sempre mio; sempre, sempre, sempre inter ubera mea commorabitur.


III. Dum esset rex in accubitu suo nardus mea dedit odorem suum (Cant. I, 11). Quando Gesù viene ad alloggiare in un'anima colla santa comunione, oh come l'anima alla luce che porta seco questo Re del cielo vede e conosce la sua bassezza. E conforme la pianta di nardo si conosce la più bassa fra l'altre piante, l'anima si confessa la più vile fra tutte le creature: ed allora poi così umiliata, oh che odore soave rende all'amato suo Re; che per ciò l'invita a sempre più seco unirsi.

Anima mia dunque, se vuoi che Gesù in te riposi riguarda la tua bassezza: chi sei?3 che meriti? ed umiliati quanto devi4 cacciando da te ogni stima propria che allontana da te Gesù e l'impedisce di venire in te a riposare. Vieni a me, caro mio Redentore, vieni; e colla tua divina luce fammi vedere la mia bassezza, la mia miseria, il mio niente, acciò tu possa in me riposare con tuo piacere per non separarti più da me.

AMDG et DVM