IX.
Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo (Cant.
II, 5). Il languire dell'anima è quando ella, scordata di sé e delle sue cose,
non pensa che a cercar ristoro a' suoi amorosi languori coi santi desideri che
sono i fiori, e colle opere sante che sono i frutti del divino amore.
Ah mio Dio sacramentato, giacché mi volete tutto per voi, fatemi quello che
voi mi volete. Fatemi scordare d'ogni cosa che non s'appartiene al vostro
amore. Accrescete sempre più in me i desideri di darvi gusto. E fate poi che
questi fiori non sieno sempre fiori; fate che diventino ancora frutti con far io
e patire qualche cosa per voi che avete fatto e patito troppo gran cose per me.
O Dio, o Dio dell'anima mia, fatevi da me amare, ma amare da vero,18 non solo con
parole, ma con fatti, prima che mi arrivi la morte.
AMDG et DVM
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