martedì 27 gennaio 2015

S. MARIA MADDALENA DE’ PAZZI: "Quando fui comunicata sentivo Jesu che mi chiamava, dicendo: Vieni, colomba mia vieni. Vieni mia tutta bella (Ct 2, 10.13)".

S. MARIA MADDALENA DE’ PAZZI, 

Quaranta giorni 225ss 38.a Martedì, addì 3 di Luglio 

Quando mi fui comunicata sentivo Gesù che mi chiamava, dicendo: Vieni, colomba mia vieni. Vieni mia tutta bella (Ct 2, 10.13). 

E poi sentii l’Amore Unitivo [lo Spirito Santo] che mi diceva: "Tutte le anime che sono partecipe del sangue di Gesù, tutte sono graziose e belle". 

E capivo che se una anima potesse conoscere la grandezza e la preziosità che acquista essendo partecipe del merito di questo Sangue e dell’Amore di Dio, ella per la dolcezza si liquefarebbe. E, al contrario, se ella conoscesse quello che essa è senza l'Amor di Dio e i meriti di questo Sangue, ella, per il gran dolore, si convertirebbe in polvere, e manco in polvere [in nulla]. 

Poi intendevo che l'Amore amava tanto la creatura quanto l'anima ama il corpo; e ancora che Questi dava tanta forza alla creatura, similmente come l'anima la dà al corpo. 

E vedevo che l'Amore stava continuamente alla porta del cuor nostro per entrare dentro. E questo mi fece tornare alla mente quelle parole di Gesù: Io sto alla porta e busso (Ap 3, 20). 

Ma Egli non vi può entrare mentre che l'anima è piena d'amor proprio; ma levato via quello, allora Egli entra dentro. 

E capivo che quell'anima che ha in sé l'Amore e partecipa dei meriti del Sangue di Gesù, non può vedere in sé partecipazione alcuna di cosa creata, ma solo vuole partecipare dell’Amor puro e del Sangue. E così che essa non può vedere Dio in nessuno modo, cioè dico, che non comporta né di vederlo potente, né sapiente, ricco, né bello, né in altro modo, ma solo lo conosce Puro Dio in se stesso, Amar Se Stesso puramente e infinitamente et amare la creatura d'Amor puro e infinito. 

E mi pareva vedere che il nostro uomo interiore senza questo Amore e senza questo Sangue era come un corpo morto, il quale ha morti tutti i suoi sentimenti. 

Ma l’uomo interiore che ha questo Sangue e questo Amore è come un uomo vivo, che ha tutti i suoi sentimenti vivi e desti. E prima mi pareva che i suoi occhi fossero tanto puri e penetranti che non potevano vedere altro che Dio Puro, e Sangue, e Amore puro, e vedere se in Dio e Dio in se stesso. 

E ancora, gli occhi di questo uomo interiore erano tanto acuti, che penetravano sino a Dio e non potevano vedere altro che Dio. 

E così le sue orecchie non potevano udire né sentire cosa alcuna fuor di Dio. E mi pareva che fossero ancor esse così acute che sentissero il parlar di Dio, dico il parlare che Dio fa in Se Stesso, e il parlare ancora che Egli fa con la anima. E ancora che udissero per la loro acutezza i pensieri stessi di Dio. E qui mi sovvenne quel detto della Scrittura, che il Signore pensa pensieri di pace (cf Ger 29,11). 

L'odorato ancora di questo uomo interiore mi pareva che fosse tanto delicato, che non poteva sentire cosa alcuna che sapessi di terra o di cosa creata, ma solo sentire l'odore di Dio, d'Amore, e di Sangue sparso per Amore. 

Così similmente mi pareva che il gusto suo fosse tanto delicato e soave, che non poteva gustare né assaporare cosa alcuna fuor di Dio, ma solo voler gustare Dio Puro, Amor Puro, e Sangue sparso per amor puro; e fuor di questo ogni cosa al suo soave gusto pareva fango e melma. 

Il sentimento del tatto, intendevo che fosse ancor esso tanto gentile e puro che non potesse sentire da nessuna parte esser toccato da cosa immonda e impura e che sia di terra; ma solo con casti abbracci vuole toccare e abbracciare l'Amor Gesù, che è Dio e tutto puro in Sé, e fa puro anche chi Lo tocca.

AMDG et BVM

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