lunedì 19 gennaio 2015

San Pietro Nolasco: La compassione cristiana portata all’apice

San Pietro Nolasco: La compassione cristiana portata all’apice


Scelto dalla Vergine della Mercede per ornare la Chiesa con un carisma provvidenziale, Pietro Nolasco suscitò nel popolo cristiano atti di eroismo che meritano di essere annoverati tra i più belli che l'uomo possa praticare.

Maria Tereza dos Santos Lubián, EP

Quella fu una giornata memorabile negli annali della Cattedrale di Barcellona. Una moltitudine di fedeli aspettava ansiosa, gremita nelle navate, l'inizio dell'atto liturgico, poiché la notizia della sua realizzazione era corsa come uno stoppino per tutta la regione. Al rintocco festoso delle campane, il Vescovo Mons. Berengario di Palou diede inizio alla celebrazione, alla presenza del sovrano Don Giacomo I e numerosi notabili del regno. Il popolo cristiano era anch'esso venuto in massa a partecipare all'evento che, si diceva, aveva origine in una ispirazione celeste.

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Il sermone fu fatto dall'illustre Raimondo de Peñafort, all'epoca ancora appartenente al clero secolare. Egli annunciò all'assemblea che era volontà della Madre di Dio l'istituzione di un nuovo Ordine in onore delle sue misericordie, in accordo con la rivelazione da Lei fatta a un figlio suo molto diletto, chiamato Pietro Nolasco. Allora, al momento delle offerte, il re e il sacerdote presentarono il nuovo Fondatore al Prelato, che lo rivestì con un bianco abito, identico a quello che ostentava la Madonna quando gli apparve.
Portando ora la veste religiosa, il santo Fondatore la impose, a sua volta, a 13 altri nobili e gentiluomini – sei sacerdoti e sette cavalieri –, i suoi primi figli spirituali. Costoro si disposero a professare i voti di povertà, castità e obbedienza, e anche un quarto voto...
Trascorsa con unzione e gravità presso lo storico altare di Santa Eulalia, la cerimonia stabilì nel seno della Santa Chiesa l'Ordine Reale, Militare e Religioso della Madonna della Mercede, per la redenzione degli schiavi. Era il giorno 10 agosto dell'anno di grazia del 1218.

Generosità fin dall'infanzia

Questo avvenimento coronò gli sforzi coi quali il Santo si dedicava da molti anni all'eroica impresa di riscattare i cristiani prigionieri di guerra. Era un compito arduo, temerario e colmo di difficoltà quasi insuperabili, ma benedetto dalla Santissima Vergine, che ornò l'anima di Pietro con tutte le virtù necessarie al compimento di questa missione.
Di nobile lignaggio, egli era nato tra gli anni 1180 e 1182 nell'antica regione francese della Linguadoca, 1 dove trascorse l'infanzia nella dimora signorile dei suoi genitori; o, secondo altri studi recenti, nelle vicinanze di Barcellona, nell'antico abitato di San Martín de Provensals, oggi incorporato alla città.
Si racconta che il piccolo Pietro amava la preghiera, il silenzio e il raccoglimento, dedicandosi soddisfatto a queste pratiche per ore di seguito, che per lui equivalevano al migliore dei passatempi. Avendo ricevuto un'eccellente educazione ed essendo di indole generosa, era propenso a distribuire elemosine e sorrisi ai bisognosi che bussavano alla porta o incontrava nelle sue passeggiate. Se non aveva nulla da dare, scoppiava in pianto finché riceveva da qualche adulto monetine da distribuire.
Accadeva spesso che uscisse di casa ben imbacuccato e tornasse battendo i denti dal freddo, poiché, se incontrava bambini poveri della sua età, si spogliava delle proprie vesti per coprirli. Erano indizi della sua vocazione, poiché "i Santi destinati da Dio per essere esemplari in una virtù sono soliti dimostrarla già nell'infanzia, proprio come negli alberi la radice promette l'abbondanza dei fiori e la dolcezza dei frutti".2

Inizio della redenzione dei prigionieri

A mano a mano che cresceva in età, Pietro avanzava a grandi passi nella vita spirituale, sempre convinto di essere stato chiamato a vivere solo per Dio. Quando la madre gli propose un promettente matrimonio egli rifiutò immediatamente, perché aveva già deciso di consacrare la sua perfetta castità a Maria Santissima.
Alla morte dei genitori, Pietro Nolasco, ancora in gioventù, ereditò una considerevole fortuna, nell'amministrazione della quale si mostrò molto abile, moltiplicando i tesori che presto sarebbero andati ad alimentare le sue audaci opere di carità.
Fotos: Francisco Lecaros
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Trascorsa con unzione e gravità presso lo storico altare di Sant’Eulalia,
la cerimonia ha stabilito nel seno della Santa Chiesa l’Ordine Reale,
Militare e Religioso della Madonna della Mercede, per la
redenzione dei prigionieri

Sopra: Fondazione dell’Ordine Mercedario, di Joan Roig - Cattedrale
di Barcellona (Spagna); Mercedari riscattano prigionieri, di Pedro
de la Cuadra - Museo Nazionale di Scultura, Valladolid (Spagna);
nella pagina precedente: San Pietro Nolasco - Parrocchia
di San Gregorio (Spagna)
Tra le mille attività di assistenza spirituale e materiale da lui intraprese, una lo attirava più di tutte: fare trattative per ottenere la libertà dei prigionieri cristiani, all'epoca in numero elevato, nei regni arabi della Penisola e dell'Africa settentrionale. Le parole del Divino Maestro – "ero in carcere e siete venuti a trovarmi" (Mt 25, 36) e "Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato [...] a proclamare ai prigionieri la liberazione" (Lc 4, 18-19) – trovarono una speciale risonanza nell'anima di Pietro, che le considerava come rivolte a sé.san_pietro_nolasco_2.jpg
Tra i cristiani prigionieri si contavano non soltanto uomini, ma anche donne, bambini e vecchi. Vivevano in regime di lavori forzati, privati dei Sacramenti, soggetti a costanti sacrifici materiali e umilianti patimenti morali. Molti perdevano la fede e si arrendevano alla disperazione o alla corruzione dei costumi; altri, invece, assomigliavano agli antichi ebrei "che gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio" (Es 2, 23).
Non sarà stata la vocazione di San Pietro Nolasco una risposta a queste suppliche? Con soprannaturale coraggio egli ascoltò la voce della grazia unita al pianto degli infelici e assunse la rischiosa impresa di liberarli, contando sulla benevolenza del Cielo. Mise mano ai suoi beni, istruzione, amicizie a corte e ascendenza sul re per canalizzare forze e mezzi a beneficio dei prigionieri.
Con sorprendente abilità cominciò a stabilire trattative coi potentati del regno di Valencia e portò a termine, quando aveva poco più di 20 anni di età, quella che sarebbe stata la sua prima missione di exea – nome dato agli inviati in terre straniere per liberare i prigionieri –, nella quale liberò 300 cristiani mediante laboriose trattative e ingenti pagamenti.
Si seppe presto la notizia a Barcellona, dove i riscattati furono ricevuti con speciali manifestazioni di giubilo. I campi si riempirono di gente, la nobiltà accompagnò San Pietro Nolasco in testa al corteo trionfale che, tra canti di azione di grazie, lodava Dio che Si era chinato "per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte" (Sal 102, 21).

Vocazione consolidata dalla visione dell'ulivo

Sebbene fosse stata promettente, questa prima missione non era che un tenue raggio di luce nelle dense tenebre della schiavitù nella quale giacevano migliaia di cattolici, o, secondo l'espressione di un biografo, "era tirar fuori dal mare una goccia".3
Rafforzato nella sua disposizione ad andare avanti, il nostro Santo continuò a raccogliere elemosine a Barcellona e partì ripetute volte per Valencia, Murcia, Maiorca, Algeri e per la Tunisia, con lo scopo di intavolare negoziazioni, cosa che presupponeva il correre un notevole rischio di vita. Tuttavia, Pietro Nolasco finì per guadagnarsi la simpatia di molti sovrani musulmani di questi regni. Nel giro di poco tempo questo sentimento in tal modo si consolidò che, a giudizio di molti di loro, Pietro diventò una figura degna di venerazione.
Una notte dell'anno 1203, il Santo fu favorito con una visione profetica che segnò per sempre la sua vita. Egli si trovava assorto in preghiera, quando gli fu mostrato un frondoso e verdeggiante olivo, carico di frutti maturi. Incantato per la sua bellezza, rimase per alcuni istanti a contemplarlo, mentre riposava sotto le fronde.
All'improvviso, vide approssimarsi alcuni uomini che gli fecero una comunicazione: Dio gli dava l'incombenza di prendersi cura di quell'albero, di proteggerlo da tutti gli attacchi. Quando questi se ne furono andati, si avvicinò un gruppo di uomini violenti e subito si precipitarono sull'albero con furia, nell'intento di abbatterlo. Pietro s'intromise e lo difese con coraggio, impedendo loro di fargli il benché minimo danno. Il suo ardore fu maggiore della furia dei nemici, i quali, alla fine, se ne andarono sconfitti.
Dopo questa scena mistica, Pietro si sentì confermato nella missione di salvare i prigionieri, sicuro che l'impulso interiore che lo muoveva a intraprendere il riscatto dei cristiani prigionieri corrispondeva, di fatto, alla volontà di Dio. Poco dopo stabilì una confraternita di modeste proporzioni, allo scopo di racimolare aiuto, e proseguì risoluto nelle sue pietose intenzioni, mirando a nuove conquiste.

La visita della Madonna della Mercede

Le iniziative di Dio, come la luce del Vangelo, non sono suscitate per essere poste sotto il moggio (cfr. Mt 5, 15). Altre confraternite simili erano state fondate dai sovrani cristiani della Penisola, ma con risultati effimeri, poiché esse si estinguevano subito dopo la morte dei donatori o patroni.
Gustavo Kralj
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Le navi di Colombo portarono i primi mercedari nel Nuovo Mondo e con loro
la devozione alla Vergine della Mercede


San Domenico, San Pietro Nolasco e San Francesco, insieme
in preghiera – Convento degli Scalzi, Lima
Nel caso di San Pietro Nolasco, egli aveva articolato valorosi cavalieri, membri dell'alta nobiltà, sacerdoti devoti, donatori da ogni parte; tutto questo, però, correva il rischio di disgregarsi se lui fosse venuto a mancare. Che ci sia stato un disegno più alto su quell'opera redentrice, premiata dalla Provvidenza con un capo senza precedenti? La risposta venne dal Cielo, dalle labbra di Maria.
Era la notte del 2 agosto 1218. Si era celebrata il giorno prima, secondo il calendario liturgico medievale, la festa della liberazione del Principe degli Apostoli dalla prigionia (cfr. At 5, 17-19), chiamata San Pietro in Vincoli. In questa evocativa commemorazione, la Santissima Vergine apparve a San Pietro Nolasco, manifestandoSi con indicibile bontà.
Lei veniva a chiedere la fondazione di un nuovo Ordine religioso in onore delle sue misericordie – pertanto, della sua mercede –, che avesse per principale obiettivo la liberazione degli schiavi cristiani e la lode della sua immacolata purezza, simbolizzata nel bianco abito dei membri di quest'Ordine. Lei stessa lo portava, in segno di intera unione con quelli che L'avessero seguita nelle nuove schiere.
Tale rivelazione diede occasione, nel giorno 10 di quel mese, alla solenne cerimonia riferita all'inizio di queste righe. Per ispirazione della stessa Santissima Vergine Maria, come si legge nei più antichi registri mercedari, il quarto voto che i suoi membri avrebbero dovuto professare era: "tutti i frati di quest'Ordine, come figli della vera obbedienza, siano sempre gioiosamente disposti a dare le loro vite, come Gesù Cristo l'ha data per noi".4 Avrebbero dovuto, così, offrire se stessi e restare al posto di un prigioniero, nel caso non ottenessero il denaro per il suo riscatto.
"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 13). Magnifico esempio della compassione cristiana portata al culmine! È questo uno dei più belli e radicali atti di eroismo che un uomo possa fare. Infatti, "non si può immaginare carità che vada più lontano in abnegazione".5

La prigionia del XXI secolo

La vita esemplare dei religiosi e i buoni risultati della loro azione missionaria resero famoso il nuovo Ordine. Le navi di Colombo portarono, nel loro secondo viaggio, i padri mercedari nel Nuovo Mondo, e con loro la devozione alla Vergine della Mercede. Vari paesi latino-americani venerarono per la prima volta la Madre di Dio sotto questa invocazione, la cui presenza perdura ancor oggi nelle nostre chiese e santuari.
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Tanto nel XIII secolo quanto ai nostri giorni,
si erge la regale figura della Madonna
della Mercede a riscattarci dalla
più crudele delle tirannie


Madonna della Mercede con Santi del suo
ordine – Museo d’Arte di Lima
San Pietro Nolasco proseguì con coraggio il compimento della sua missione, senza tregua né abbattimento, fino a che fu colto dalla morte il 6 maggio del 1256. Secoli più tardi, il celebre Bossuet, rivolgendosi ai religiosi mercedari, riconosceva con queste parole l'efficacia della carità benefica del loro Fondatore: "Se fosse vista brillare nella Chiesa questa carità disinteressata, tutta la Terra si convertirebbe. Infatti, che cosa c'è di più efficace per portare ad adorare un Dio che Si è consegnato per tutti, dell'imitare il suo esempio?".6
Sono passati più di sette secoli dalla morte di San Pietro Nolasco e la prigionia di guerra, tale come lui la conobbe, non esiste più. Ciò nonostante, rimane nel XXI secolo – e sempre esisterà tra noi! – una prigionia non meno grave e dolorosa: quella del peccatore che diventa schiavo del peccato (cfr. Gv 8, 34). E tanto nel lontano XIII secolo quanto ai nostri giorni, si erge la sovrana figura della Madonna della Mercede a riscattarci, col suo materno ausilio, dalle mani di questa crudelissima tirannia. Con un amore ancora più grande di quello che i mercedari si proponevano, dando la vita per i prigionieri, Lei, nella sua liberalità, è "disposta, in ogni momento, a darci cose buone, a darci cose eccellenti, a invitarci a chiedere queste cose e ad amarLa, per il fatto che Lei è così buona".7
Che questa invocazione, così cara a San Pietro Nolasco, apra la nostra anima a un tipo di relazione molto filiale e molto fiducioso con Maria Santissima, affinché Lei ci liberi dai lacci del peccato e della morte, ottenendoci la grazia attraverso la pratica della virtù, che è la suprema libertà dei veri figli di Dio.

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1 La cronologia di San Pietro Nolasco è assai controversa. Seguiamo in questo articolo quella di Zuriaga Senent, che afferma: "Le cronache indicano che la sua nascita avvenne nell'ultimo quarto del XII secolo. È comunemente accettata la data del 1203 come l'inizio del lavoro di riscattatore o exea. Queste date danno a Nolasco un'età approssimativa di 40 anni al momento della fondazione, nel 1218; di 60 anni nella conquista di Valencia, nel 1238; di 70 nella conquista di Siviglia, nel 1248; e di circa 80 al momento della sua morte, che, secondo la tradizione del XVII secolo, avvenne nel 1256" (ZURIAGA SENENT, Vicente Francesc. La imagen devocional en la Orden de Nuestra Señora de la Merced: tradición, formación, continuidad y variantes. Valencia: Universitat de Valencia; Servei de Publicacions, 2005, p.287).
2 COLOMBO, O de M, Phelipe. Vida del glorioso patriarca San Pedro Nolasco, fundador del Orden Real y Militar de María Santísima de la Merced, ó misericordia, redempción de cautivos. Madrid: Antonio Marín, 1769, p.22.
3 Idem, p.74.
4 ZURIAGA SENENT, op. cit., p.59.
5 DANIEL-ROPS, Henri. A Igreja das Catedrais e das Cruzadas. São Paulo: Quadrante, 1993, p.289.
6 BOSSUET, Jacques-Bénigne. Panégyrique de Saint Pierre de Nolasque. In: OEuvres Complètes. Paris: Louis Vivès, 1862, vol.XII, p.103-104.
7 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Conferenza. São Paulo, 24 set. 1965.
(Rivista Araldi del Vangelo, Maggio/2014, n. 133, pp. 22  - 25 )

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