mercoledì 28 gennaio 2015

Pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio “cuore”, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta...



"...anche ai nostri giorni, molti sono pronti a “stracciarsi le vesti” di fronte a scandali e ingiustizie – naturalmente commessi da altri –, ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio “cuore”, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta..."



"Ma la Chiesa ha viva coscienza che in essa si trova il peccato, e ha sempre lottato contro l’idea di una Chiesa unicamente dei santi. Proprio per farci riconoscere ciò, il Signore si trova nella navicella con i peccatori fin dall’inizio. 

La Chiesa è Una: dentro c’è Giuda che tradisce, c’è Paolo persecutore dei cristiani, c’è la nota peccatrice Maddalena, c’è l’incredulo Tommaso, c’è il pubblicano convertito, c’è il ladrone che riconosce Gesù come Figlio di Dio sulla croce, c’è ai piedi della stessa il centurione romano, in lacrime. 

C’è Pietro, che nell’agonia di Gesù che precedere la morte, nel momento dei momenti, rinnega Cristo per ben tre volte, e fugge via in pianto. 

E Pietro, uomo debole ma dall’incrollabile fede, nonostante una tale caduta, fu scelto da Gesù come 'roccia' su cui edificare la Sua Chiesa, come primo Papa, proprio perché fosse palese che la vittoria è soltanto di Cristo e non risultato delle forze umane, per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria fragilità. 

Perciò la Chiesa ... non dice che il peccato era nel passato e che noi siamo puri, per poi aspettare che solo domani si scoprano i nostri peccati, ma dice: nel cuore della Chiesa, e soprattutto in me, si trova il peccato, e perché la Chiesa sia penetrabile dalla grazia divina, io stesso devo aprirmi a questa grazia e confessare pubblicamente che i peccati, già radicati nel passato, costituiscono il mio presente. 

Riconoscere il peccato è un atto di sincerità attraverso il quale possiamo far capire alla gente che il Signore è più forte dei nostri peccati, anche perché essi non son rivelatori dell'uomo, non dicono chi siamo veramente; non è dal male che emerge la nostra realtà. 

L'uomo non coincide col suo peccato, ma con le sue possibilità, con ciò che può diventare, con i semi di vita, con il buon grano che ha in sé. 

Sebbene questa Chiesa sia capace di precipitare nel fango, essa sa anche brillare di vera luce, perché fondata sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro. 

Il Signore sa agire e sa fare il bene, tramite la Chiesa. Questa navicella rimane sempre la sua, e anche il campo con la zizzania rimane il suo. Anche se la zizzania è molta, anche se la rete contiene pesci scadenti, cattivi, essa rimane la sua, sempre. 

Mi viene in mente un aneddoto che si racconta a proposito del cardinale Consalvi, segretario di Stato di Papa Pio VII. Gli è stato detto: «Napoleone intende distruggere la Chiesa». Risponde il cardinale: «Non riuscirà, neppure noi siamo riusciti a distruggerla»".

(J. Ratzinger 7.03.2000)

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