La nuova rivista dell’Isis si chiama “Roma”
Settembre 6, 2016 Redazione
Lo Stato Islamico ha lanciato un nuovo strumento di propaganda chiamato come la capitale italiana. All’interno di spiega di uccidere soldati, anziani, preti e vescovi
Secondo alcune carte in possesso della Cnn, il 13 novembre, giorno degli attentati a Parigi, i terroristi volevano colpire altre città europee, in particolare nel Regno Unito e in Olanda. I documenti ottenuti dalla tv americana, che provengono da fonti investigative, rivelano inoltre l’esistenza di un quarto gruppo che quel 13 novembre avrebbe dovuto compiere un ulteriore attentato nella capitale francese.
Fonti citate dalla Cnn sostengono che attualmente nel Vecchio Continente sono presenti cellule in sonno che aspettano solo l’ordine dalla Siria per entrare in azione.
Fonti citate dalla Cnn sostengono che attualmente nel Vecchio Continente sono presenti cellule in sonno che aspettano solo l’ordine dalla Siria per entrare in azione.
LA RIVISTA “ROMA”. Oggi sul Corriere della Sera l’esperto di terrorismo Guido Olimpio ha raccontato che «l’Isis ha lanciato un nuovo magazine online, dal nome significativo: Rumiyah, ossia “Roma”». Dopo la già celebre Dabiq – quella che pubblicò il fotomontaggio della bandiera nera in Piazza san Pietro e che, di recente, ha minacciato papa Francesco e Benedetto XVI -, ecco quindi un nuovo strumento di propaganda. «Pubblicata in diverse lingue, dal francese all’inglese, la “rivista” si rivolge direttamente ai militanti che vivono distanti dal territorio del Califfato e li invita a colpire, in particolare in Occidente».
Gli articoli raccontano le vicende di vari combattenti e incalzano i simpatizzanti dell’Isis a colpire là dove si trovano. Un articolo riguardante l’Australia, ad esempio, si conclude con questa incitamento: «Pugnalateli, sparategli, avvelenateli e travolgeteli con il vostro veicolo».
Gli articoli raccontano le vicende di vari combattenti e incalzano i simpatizzanti dell’Isis a colpire là dove si trovano. Un articolo riguardante l’Australia, ad esempio, si conclude con questa incitamento: «Pugnalateli, sparategli, avvelenateli e travolgeteli con il vostro veicolo».
TARGET: IL SOLDATO E IL PRETE. «In un altro articolo – scrive ancora Olimpio – i jihadisti riportano i pareri di esperti e religiosi per giustificare l’uccisione dei non musulmani, testo accompagnato dall’immagine di un fioraio britannico, anche lui indicato come un possibile target. Un bersaglio che si aggiunge ad una lista con il soldato e il non combattente, l’uomo d’affari e l’impiegato, l’anziano e il contadino, il vescovo e il prete. Per l’Isis, invece, non va sparso il sangue di donne e bambini, secondo gli estremisti è preferibile usarli come schiavi. Raccomandazioni che sono in parte osservate dai mujaheddin visto che quando si fanno esplodere i distinguo contano poco».
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