mercoledì 14 settembre 2016

In Exaltatione Sanctae crucis ~ II. classis

In Exaltatione Sanctae crucis ~ II. classis
Tempora: Feria Quarta infra Hebdomadam XVII 
post Octavam Pentecostes II. Septembris

Sancta Missa

Divinum Officium             Kalendarium

Rubrics :      Sancta Missa     Solemn : 
               

IN EXALTATIONE S. CRUCIS

Inno  
Canta, o voce, del glorioso
duello la vittoria,
narra il trionfo nobile 
sul trofeo della croce:
di come il Redentore del mondo
s'immolò e vinse.

Addolorato il Creatore
per la frode del primo uomo
che mangiando il frutto funesto
precipitò in rovina,
egli stesso additò allora l'albero
di rimedio ai danni dell'albero.

Richiedeva il piano divino
quest'opera della nostra salvezza,
che la sapienza vincesse l'astuzia
del serpente ingannatore,
e ne venisse medicina
là dove il nemico aveva colpito.

Quando finalmente venne
del sacro tempo la pienezza,
dal seno del Padre fu invialo
e nacque il Creatore del mondo
e uscì vestito di carne
da un grembo verginale.

Piange il fanciullo, deposto
nell'angusta mangiatoia:
la Vergine Madre avvolge
le membra nei poveri panni:
sono cinte da strette fasce
le mani e i piedi di Dio.

Sempiterna sia la gloria
alla beata Trinità,
così al Padre, come al Figlio:
pari onore al Paraclito
e l'universo lodi
il nome dell'Uno e Trino.
Amen.


Hymnus  
Pange, lingua, gloriósi
Láuream certáminis,
Et super Crucis trophǽo
Dic triúmphum nobilem,
Quáliter Redémptor orbis
Immolátus vícerit.

De paréntis protoplásti
Fraude Factor cóndolens,
Quando pomi noxiális
In necem morsu ruit,
Ipse lignum tunc notávit,
Damna ligni ut sólveret.

Hoc opus nostræ salútis
Ordo depopóscerat,
Multifórmis proditóris
Ars ut artem fálleret,
Et medélam ferret inde,
Hostis unde lǽserat.

Quando venit ergo sacri
Plenitúdo témporis,
Missus est ab arce Patris
Natus, orbis Cónditor,
Atque ventre virgináli
Carne amíctus pródiit.

Vagit infans inter arcta
Cónditus præsépia:
Membra pannis involúta
Virgo Mater álligat:
Et Dei manus pedésque
Stricta cingit fáscia.

Sempitérna sit beátæ
Trinitáti glória,
Æqua Patri, Filióque;
Par decus Paráclito:
Uníus Triníque nomen
Laudet univérsitas.
Amen.


Lettura 


Sulla fine del regno di Foca, Cosroa, re dei Persiani occupato l'Egitto e l'Africa e presa Gerusalemme e massacrativi molte migliaia di Cristiani, trasportò in Persia la Croce di Cristo Signore, che Elena aveva riposto sul monte Calvario. Pertanto Eraclio, successore di Foca, stanco dalle molte molestie e calamità della guerra, domandò la pace; ma Cosroa, inorgoglito delle vittorie, non volle concederla a nessun patto. In questa estremità ricorse a continui digiuni e preghiere, implorando con gran fervore l'aiuto di Dio; per cui ispirazione radunato un esercito, ingaggiò battaglia col nemico, e sconfisse tre generali di Cosroa coi loro tre eserciti.


Cosroa, abbattuto da queste sconfitte, prese la fuga. designando, mentre si disponeva a passare il Tigri, suo socio nel regno il figlio Medarse. Ma Siroe, figlio maggiore di Cosroa, sdegnato crudelmente per quest'affronto, decise di sopprimere il padre e il fratello; cosa che fece poco dopo al ritorno dei due fuggitivi, e ottenne da Eraclio il diritto di regnare a certe condizioni, la prima delle quali fu la restituzione della Croce del Signore. Così la Croce fu ricuperata dopo quattordici anni, ch'era caduta in potere dei Persiani. Di ritorno a Gerusalemme, Eraclio la riportò sulle proprie spalle con gran pompa sul monte in cui l'aveva portata il Salvatore.

Questo fatto fu segnalato da un gran miracolo. Perché Eraclio, carico di oro e di gemme, fu costretto di fermarsi alla porta che conduceva al monte Calvario. E più si sforzava d'andare avanti, e più si sentiva trattenere. Stupiti della cosa e lo stesso Eraclio e tutti gli altri, Zaccaria, vescovo di Gerusalemme: Vedi, imperatore, disse, che con questi ornamenti di trionfo imiti poco la povertà e l'umiltà di Gesù Cristo con cui egli portò la Croce. Allora Eraclio, gettate le splendide vesti e toltesi le scarpe e indossato un abito volgare, fece facilmente il resto del viaggio, e rimise la Croce nello stesso posto del Calvario, donde l'avevano asportata i Persiani. Quindi la festa dell'Esaltazione della santa Croce, che si celebrava ogni anno in questo stesso giorno, cominciò ad avere maggior importanza in memoria del fatto ch'era stata riposta da Eraclio nel luogo stesso, dove fu innalzata la prima volta per il Salvatore.


V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

R. Questo segno della Croce apparirà in cielo, quando il Signore verrà a giudicare;
* Allora saranno manifestati i secreti del nostro cuore. 
V. Quando il Figlio dell'uomo sarà assiso sul trono della sua maestà, e comincerà a giudicare il mondo col fuoco.
R. Allora saranno manifestati i secreti del nostro cuore. 
V. Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
R. Allora saranno manifestati i secreti del nostro cuore. 

Orazione
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te. 

Preghiamo
O Dio, che in questo giorno ci rallegri ogni anno colla solennità dell'Esaltazione della santa Croce: concedi, che, come ne abbiamo conosciuto il mistero sulla terra, così meritiamo di riceverne i frutti della redenzione nel cielo. 

Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.