mercoledì 26 ottobre 2016

Maria Valtorta al serafico Padre San Francesco


Pochi giorni avanti di provare quello spasimo soavissimo e crudelissimo avevo composto una preghiera che dicevo dopo quella di S. Francesco: 
«Signor mio Gesù Cristo, due cose ti pre­go Tu mi faccia prima che io muoia: la prima, di sentire nell'ani­ma e nel corpo mio, quant'è possibile, quel dolore che Tu, dolce Gesù, sostenesti nell'ora della tua acerbissima Passione; la se­conda, di sentire nel cuor mio, quant'è possibile, quello straordi­nario amore del quale Tu, Figliuol di Dio, eri acceso tanto da so­stenere volentieri una così grande Passione per noi peccatori». 

La mia, al serafico Padre, era così composta:

«O Padre mio S. Francesco, per quell'amore con cui Cristo ti amò e tu amasti Lui, dammi, ti prego, la sofferenza e l'amore che impetrasti per te stesso. Non ti chiedo la gloria visibile delle stimmate, delle quali non sono degna, ma la compartecipazione intima alle pene e all'amore di Gesù e tuo, acciocché io, a imitazione vostra, muoia d'amore per Iddio e per le anime».
AMDG et BVM