domenica 16 ottobre 2016

Il San Francesco che non vi stanno raccontando

Il San Francesco che non vi stanno raccontando

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Vi prego, non mettete addosso a San Francesco la bandiera verde degli ecologisti e quella arcobaleno della pace. Non attribuitegli etichette e ideologie che non gli appartengono, non appiccicate alla sua fede autenica degli -ismi posticci, non fatene, da santo, santino di questa o quella fazione.
Allora, oggi che se ne celebra la festa e ricorre il 790mo anno dalla morte, ricordatevi del vero Francesco, non quello tramandato dalla vulgata buonista. Dimenticatevi di quell’immagine di un santo precursore del multiculturalismo, disposto a accordi sincretici tra le varie fedi, supinamente arrendevole dinanzi all’avanzare dell’islam. Riprendete piuttosto quel San Francesco ben raccontato da Marco Meschini qualche tempo fa su Il Timone, quello della Regola non bollata che chiamava “infedeli” i musulmani, specie i saraceni, e non accettava compromessi multiculti ma al contrariopredicava la Verità dell’unico vero Dio, la Trinità cristiana, affinché tutti “credano in Dio onnipotente, Padre e figlio e Spirito Santo”; quello che non sosteneva la necessità di accogliere le fedi altrui, ma al contrario di fare apostolato cristiano, di diffondere il Verbo del nostro Dio, di dedicarsi al proselitismo e alla missione, in modo che tutti “siano battezzati e diventino cristiani, poiché chi non nasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio”; il Francesco che, come riporta la testimonianza di frate Illuminato, che lo accompagnò nel viaggio in Terra Santa, al cospetto del sultano d’Egitto al-Kamil avrebbe detto: “I cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete”. Niente buonismi o approcci timidi, ma parole di Verità, come si addice a un cristiano duro e puro.
E non erigete neppure San Francesco a simbolo dell’ecologismo di maniera, non fatene il santo patrono dei vezzi ambientalisti e animalisti, che rinnegano la centralità antropocentrica; non costringetelo a precursore delle mode vegane o vegetariane di oggi. Riprendete piuttosto il testo delCantico delle Creature, quello che – come ricordava Giacomo Galeazzi su La Stampa – elogiava il sole, la luna, l’acqua e tutti gli elementi sempre in quanto creature rapportate a Lui, il Creatore; e di conseguenza elogiava la Creatura per eccellenza, l’Uomo, capace di beneficiare i doni delle altre creature e soprattutto di farne il canto e lodare la grandezza di Dio. Quanto di più lontano da una deriva anti-umanista: anzi l’accento di san Francesco era posto sulla unicità e primarietàinsostituibile dell’uomo all’interno del creato.
E da ultimo, non fate la parodia di Francesco, riducendolo a icona pauperista, antesignano del pensiero contrario alla ricchezza e al possesso dei beni terreni, ideologo di una società stracciona e felice, che vive nel mito della decrescita e del ritorno allo stato di natura. La povertà di Francesco – peraltro ricco di nascita – era molto di più e molto meglio. Non consisteva certo nel predicare la rinuncia e l’abolizione della proprietà privata – come qualche comunista convertito sulla via di Assisi ha provato a interpretare – ma era una povertà tutta spirituale, che significava in primo luogo,ricordava bene Francesco Agnoli su Il Foglio, povertà di sé e privazione di orgoglio, abbandono dell’Ego e di quella che oggi chiameremmo autostima, rendimento di grazie per il semplice fatto di essere amato da Dio e non per il fatto di essere qualcuno. Era il pieno possesso della propria identità di creatura, nel riconoscimento della propria pochezza e finitudine. Sentirsi ricchi di Tutto, perchépoveri di Sé. Pieni di Dio, perché non rigonfi di Io.
Era questo Francesco. Non vendetelo allora come il bonaccione, straccione, filo-islamista, amico degli animali, vegetariano e irenista; come un terzomondista qualsiasi tanto amato dai radical-chic, o come una copia di un altro Francesco che oggi di lui (non si sa quanto degnamente) porta il nome…
Guercino - San Francesco in estasi