venerdì 26 febbraio 2016

CHISSA' QUANTE SONO LE DONNE D'ITALIA CHE CONOSCONO EFFETTIVAMENTE LA SANTA DI SIENA


SANTA CATERINA DA SIENA

Don Giuseppe TOMASELLI

INTRODUZIONE

A Roma, scendendo con la corriera da Piazza Termini verso il Tevere, si giunge ad una larga piazza, che è il Foro Argen­tina.

Inoltrandosi nella prima traversa del Foro, si arriva al Pantheon, monumento nazionale, ove sono le tombe dei grandi personaggi italiani. Guardando il Pan­theon, si vede a sinistra una Chiesa, detta Santa Maria alla Minerva. Qui dentro tante volte mi sono fermato a pregare, pensando: Questa e la Chiesa che Santa Caterina da Siena frequentava durante la sua dimora a Roma. - Nel presbiterio c'e un artistico Sepolcro, ove sta il corpo della Santa.

Nella Basilica Cateriniana di Siena, di reliquie della Santa c'è soltanto la testa mummificata ed un dito della mano, men­tre in questo tempio di Roma sta quasi al completo il corpo della Santa.
I locali adiacenti alla Chiesa sono stati formati con le pietre ed il materiale della casa, dove abitava Santa Caterina a Roma.

Sempre ho nutrito la devozione alla Santa di Siena, però non sapevo decider­mi, da modesto scrittore religioso, a com­porre un profilo storico di Santa Caterina. Finalmente mi son deciso ed ecco come.

Trovandomi a Chianciano, volli visitare Siena, o meglio i ricordi storici di Santa Caterina. Mi fu possibile vedere i parti­colari dell'abitazione della Santa e visitare la stanzetta, dove lei dormiva a terra con un guanciale di pietra e dove avvenivano le frequenti apparizioni di Gesù.

Potei visitare ad un paio di centinaia di metri la Chiesa dei Padri Domenicani, che la Santa frequentava a preferenza di altre Chiese. Questa Chiesa è dedicata a San Domenico,- ma dato che la sua storia è legata a quella della vergine di Siena, il Tempio si chiama Basilica Cateriniana di San Domenico.

Dopo tale visita mi decisi a scrivere un libretto riguardante una Santa così gran­de, la quale è dichiarata Patrona speciale d'Italia e Dottore di Santa Chiesa.
Tanti sono stati gli scrittori della sto­ria di Santa Caterina; ma lo scrittore prin­cipale e più preciso è il Beato Raimondo da Capua, Confessore e Direttore Spiri­tuale della Santa. Di questa fonte magi­strale mi sono servito per stendere il presente lavoro.



La prima età.

Santa Caterina nacque a Siena il 25 marzo del 1347. Fu provvidenziale il gior­no della nascita, perché il 25 marzo era allora la festa liturgica dell'Annunziazio­ne della Madonna.
Era la ventiquattresima di venticinque figli.

Suo padre, Giacomo Benincasa, tintore di pelli, e sua madre, Lapa Piacenti, for­marono una famiglia benedetta largamen­te da Dio. Nella loro casa non mancava il necessario e con il lavoro quotidiano po­tevano dirsi benestanti. Quantunque la fa­miglia fosse stata numerosa, fu unito alla figliolanza un orfanello, il quale, educato cristianamente, divenne Sacerdote Dome­nicano e fu il primo Confessore della Santa.

Dio è padrone di tutto e di tutti e può dare i suoi doni alle creature in quella dose che vuole; però dà a tutti i doni necessari per raggiungere l'eterna felicità ed è libero di dare i suoi talenti a chi più ed a chi meno, secondo il disegno che ha sulle varie persone. Ne sceglie talune in modo eccezionale che sono chia­mate anime privilegiate. Ma il merito non consiste nell'essere prescelte da Dio, bensì nel corrispondere generosamente ai dise­gni di Dio. Di anime privilegiate la Chie­sa Cattolica ne registra un buon numero; tra queste uno dei primi posti è assegnato a Santa Caterina da Siena.

Fin da piccola costei dimostrava un'in­telligenza speciale ed una attrattiva alla religiosità. Illuminata dallo Spirito Santo, all'età di sei anni desiderava già diventare eremita e cercava luoghi solitari per pen­sare soltanto a Gesù. Sentiva nel cuore un forte amore a Gesù e ne parlava con frequenza, essendo questo l'unico suo af­fetto.

Gesù, contento di tale aspirazione, a sei anni le fece dono della prima visione, la quale avvenne così:
Caterina ritornava a casa, dopo essere stata dalla sorella sposata Bonaventura. Passando davanti alla Chiesa di San Do­menico, alzati gli occhi, vide alla direzione del tetto della Chiesa un bellissimo trono sospeso in aria. Era ornato con magnifi­cenza regale. Sul trono stava seduto un imponente personaggio, Gesù, che sem­brava un imperatore, rivestito di abiti pontificali. Vicino a Gesù c'erano pure San Pietro, San Paolo e San Giovanni Evangelista.

A tale vista Caterina rimase come in­chiodata a terra, con lo sguardo fisso in alto. Gesù la guardò amorosamente con occhi pieni di maestà; poi alzò la mano sopra di lei e fece il segno della Croce, dandole il dono della sua eterna bene­dizione.


Trasformazione.

La visione operò in Caterina una pro­fonda trasformazione, per cui decise di consacrarsi al Signore ed alla Madonna per sempre, anima e corpo.

Afferma il suo Direttore Spirituale che Caterina, per le istruzioni che riceveva dallo Spirito Santo, a sette anni dimostra­va l'assennatezza di una donna di sett'an­tanni. Determinò di non sposare, di non legare il cuore a nessun uomo e di pensare unicamente a Gesù, quale suo Sposo di­letto.

Le mamme d'ordinario desiderano la sistemazione dei figli, specialmente delle femmine.
Mamma Lapa, vedendo che Caterina era graziosa, che si sviluppava bene fisica­mente e che dimostrava molta assennatez­za, sognava di trovarle un ottimo marito. Però era dispiaciuta, osservando che la figlia era refrattaria agli uomini, poiche sfuggiva alla loro compagnia e si sentiva a disagio soltanto a vederli.

Quando la madre accennava qualche cosa in proposito, Caterina cambiava di­scorso e con accento seccato: Ho trovato già lo Sposo, il più bello, il più ricco, il Datore di ogni bene. È Gesù il mio eterno Sposo. A Lui ogni mio affetto, sino a morire per essere sua. -

La madre, indispettita, non riuscendo a smuoverla, pensò di affidare il delicato compito a sua figlia Bonaventura, già spo­sata, affinché le stesse vicina e la invo­gliasse a sposare.


Periodo oscuro.

Si sa che la natura umana è debole; per conseguenza la compagnia di Bona­ventura scosse un poco la forte virtù di Caterina.

Le diceva la sorella: Abbiglia meglio la tua capigliatura; rendi il tuo viso più attraente che puoi; non aver paura di lasciarti ammirare dagli uomini e non sfug­gire la loro compagnia. Comportati così finché non abbi trovato un buon giova­ne. Facendo in tal modo, ti sistemerai nella vita, come mi sono sistemata io. -

Quantunque Caterina fosse fermissima nel proponimento di non sposare, tuttavia cominciò a cedere ad un poco di vanità ed a dare al suo corpo delle attenzioni maggiori.
Gesù non volle sopportare più il lavo­rio mondano della sorella Bonaventura, e permise che morisse di morte prema­tura. Così cessò la tentazione.

Passato del tempo, Caterina ebbe una visione. Gesù le fece vedere la sorella nel Purgatorio, immersa in gravi e lunghe pene.

La vicinanza insidiatrice della sorella Bonaventura fu per Caterina il periodo più oscuro e più doloroso della sua vita.

Morta la sorella, Caterina riprese la vita di intima unione con Gesù e ricomin­ciò pure le penitenze corporali di prima.

Per tutta la vita conservò l'amaro ri­cordo di quel brutto periodo e sempre nelle Confessioni Sacramentali si accusava di quanto aveva fatto per suggerimento della sorella e, confessandosi, piangeva di­rottamente come se avesse commesso del­le gravi colpe, mentre in realtà non c'era stato nulla di grave.

Per quanto ora è stato esposto, Cateri­na si credeva una grande peccatrice e vo­leva riparare i dispiaceri dati al Signore. Diceva a Gesù: Voglio imitare la Santa Maddalena, la grande peccatrice conver­tita, alla quale Tu, o Gesù, hai detto: Molto ti è stato perdonato, perché molto hai amato. -

Il Signore gradì questo sentimento di umiltà e di amore ed un giorno le presen­tò in visione Santa Maria Maddalena, di­cendo: Ti assegno per madre questa San­ta, peccatrice convertita. Procura d'imi­tarla. -

AVE MARIA PURISSIMA!

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