mercoledì 29 febbraio 2012

(10) DON GUIDO BORTOLUZZI: “SONO UOMINI” OVVERO ORA “TUTTI SIAMO ANIMALI” - L’ULTIMO COLLOQUIO

Antonio Palomino de Castro 1721.jpg

“SONO UOMINI” OVVERO
ORA “TUTTI SIAMO ANIMALI”
QUARTA RIVELAZIONE:
cioè il terzo ‘sogno’, ricevuta a Chies d’Alpago nel 1970


(Nota della curatrice) È importante ricordare che questa rivelazione è la
quarta e giunge dopo ‘Il segno di Caino’, ‘Il peccato originale’ e ‘La morte
di Abele’. Quindi don Guido non aveva ancora ricevuto la grande rivelazione,
e perciò in quel momento sapeva solo:

1) che il primo Uomo era stato creato integro e perfetto, come dice la
Bibbia, perché lo aveva visto quando commise il ‘peccato originale’ (II
rivelazione, avuta nel 1970);
2) che il ‘peccato originale’ era stato un rapporto procreativo non voluto
da Dio (II rivelazione);
3) che il ‘peccato originale’ fu un peccato di ‘ibridazione’ della specie umana
perfetta (associando la I rivelazione del 1968 e la II rivelazione del 1970);
4) che il frutto di questo peccato era un individuo ibrido (ancora I e II
rivelazione);
5) che il peccato era stato commesso ‘solo’ dal primo Uomo (II rivelazione);
6) che la prima Donna, anche lei ‘perfetta’, era ‘innocenteperché ancora
bambina quando venne commesso il peccato originale (II rivelazione);
7) che quello che classificava Caino come ‘uomo’ era la parola’, ‘unico
segno umano’ percettibile (I rivelazione);
8) e che se Caino poteva esser confuso con gli esseri preumani, era
perché di questi aveva l’aspetto (I rivelazione). (Questi esseri preumani il
Signore li definirà “ancestrisolo nella V rivelazione che avverrà due anni
più tardi, nel 1972).

Ma quali erano state le conseguenze di questo peccato sul genere umano?
La risposta a questa domanda che don Guido si andava ponendo venne
con una nuova rivelazione, la quarta, ancora una volta ricevuta sotto forma
di ‘sogno profetico’.

Premessa

§ 240 Avevo avuto da poco la rivelazione de ‘La morte di Abele’,
senza tuttavia comprendere chi fossero i protagonisti di
quella terribile tragedia.
Nel frattempo continuavo a leggere libri scientifici e la
Genesi Biblica, meditando. Tre erano le considerazioni che
avevo fatto:

1) Non poteva essere vero che la civiltà fosse cominciata
coi Cainiti; solo con la rievoluzione questo era vero, ma
allora i Setiti o Adamiti non c’erano già più.
2) La pelle nera e pelosa era ereditata da Caino, non
dall’Uomo. Senza dubbio le figlie più belle degli uomini
erano quelle chiare e senza pelo perché più somiglianti al
nonno paterno, nate secondo le leggi dell’ereditarietà scoperte
da Mendel.
3) La statura gigantesca era propria degli Adamiti, perché
gli ancestri maschi avevano un’altezza di 1,10 m e le
femmine di 1,05 m soltanto.

In relazione a questi miei pensieri, ebbi la grazia di un
altro ‘sogno’, quello che ho intitolato: ‘Sono uomini’, ovvero,
‘Tutti siamo animali’, poiché ora siamo tutti ibridi. È la
quarta rivelazione, avuta anch’essa nel 1970, due anni prima
della grande visione, ma non ne presi subito nota perché
non vedevo alcun nesso con le rivelazioni già ricevute.

Quando però mi interessai dei ‘Giganti’, come è accennato
in Genesi 6,1-5, di “quegli uomini potenti e famosi”, gli
ibridi (generati dai ‘Figli di Dio’ e dalle ‘figlie degli uomini’)
di cui si parla nel versetto seguente, e di Noè e i suoi
figli, compresi che questo ‘sogno’ aveva la sua importanza
sotto diversi aspetti e scrissi quanto mi ricordavo.


Gli effetti della corruzione della specie:
i primi esemplari dell’ibridazione


§ 241 Sognai di essere arrivato ad un cortile diverso da quello
già veduto nel ‘sogno’ del ‘peccato originale’, dove si muovevano
alcuni esseri neri e pelosi, a statura eretta e con
gambe corte. Seduta su un ceppo, 4 metri davanti a me, una
madre allattava il suo piccolo, anch’esso nero e peloso. La
madre aveva orecchi grandi ed orizzontali.
Più oltre, a destra, alcuni maschi in piedi, ‘di statura differente
tra loro’, smistavano delle stanghe e dei rami d’albero
pieni di foglie facendone due cataste vicine addossate
ad un muro.
Vidi arrivare alla mia destra uno di quegli esseri pelosi.
Era più alto dei suoi simili.
Si fermò a due passi davanti a me e, voltandomi la schiena,
cominciò a tagliare l’estremità di un paletto che teneva verticale
sopra un ceppo. L’arma usata era un grosso coltello
nero la cui lama di pietra tagliente era saldata, non ricordo
come, ad un lungo manico verde robusto. Squadrava la punta
del paletto da tre lati, tagliandone di volta in volta una
sottile scheggia e presentandolo sulla tacca di una stanga
che giaceva davanti a me. Pareva stesse ginocchioni, invece
aveva le gambe assai corte.
Quando vidi che riuscì a far combaciare bene le parti lavorate,
meravigliato della precisione dei suoi colpi, esclamai:
– Industrioso questo animale! Ed anche gli altri! –


Tutti siamo animali

§ 242 Quell’animale industrioso si girò e mi guardò con quegli
occhi quasi nascosti dalle sopracciglia basse. Mi osservò
tre volte da capo a piedi, mentre io facevo lo stesso nei suoi
riguardi.
Aveva la testa schiacciata, fronte bassa, ‘un principio di
naso che copriva solo in parte le fosse nasali’, la bocca larga
fino agli orecchi e questi, molto grandi, sorpassavano di
5 o 6 centimetri l’altezza del cranio.
Mi giunsero all’orecchio queste parole:
– TUTTI SIAMO ANIMALI. – L’animale che ‘aveva parlato’
intendeva anche me. Anzi, tutti noi.

Intanto, dopo avermi squadrato, si era rivolto nuovamente
al suo lavoro. Si curvava poco su quel ceppo così basso,
perché aveva gli avambracci lunghi e le gambe corte.


§ 243 Apparve in cima al cortile, a 8 metri di fronte a me, un
Gigante nudo e roseo. Si avvicina e controlla il lavoro del
gruppo che armeggia con delle stanghe.
Egli assisteva e consigliava quegli operai. Era il Padrone.
M’intrattenni a parlare con quest’Uomo, grande e rosso
di carnagione, quando soggiunsi:
– Quello ha uno sguardo intelligente. –
L’animale di prima fece un cenno affermativo col capo.
– Mi ha capito – replicai.
– EH SÌ – rispose quell’essere peloso.
– Quell’essere peloso parla come un uomo! – dissi al
Gigante.
– SONO UOMO – mi disse l’essere peloso che stava ritagliando
un altro paletto. E l’altra Voce, quella del Gigante,
disse:
– SONO UOMINI – e in sordina: – FIGLI DELL’UOMO. –

Erano i Cainiti, i discendenti di Caino, i primi ibridi, e il
Padrone li istruiva e li sorvegliava.

Con queste parole il ‘sogno’ finì.


§ 244 La carnagione arrossata dell’Uomo mi fece credere durante
questa rivelazione che si trattasse del Capostipite,
già visto nella rivelazione del ‘peccato originale’, adulto
e ravveduto, volonteroso di riparare l’errore commesso in
gioventù, mentre si prodigava per questi nipoti ibridi discendenti
di Caino. Perciò fino al 1974 lo chiamavo ‘Santo
Adamo’.
Ma poi, dopo la settima rivelazione nella quale assistetti
alla sua ribellione contro Dio, capii che Adamo tanto
santo non era e che non si era pentito. E, cosa che allora
non mi fu evidente, ma che invece notai qualche anno dopo
facendo un raffronto con le rivelazioni che ho avuto successivamente,
capii che alcune caratteristiche di questi esseri
non erano quelle degli ancestri puri.

Questa piccola comunità aveva caratteri più umanizzati
rispetto alla prima famiglia degli ancestri, come ad esempio:
a) ‘un inizio di naso’ che copriva parzialmente le fosse
nasali ed ‘orecchie meno lunghe’,
b) una certa ‘armonia e coordinamento nei movimenti’,
c) una ‘maggior intelligenza’,
d) una ‘statura non omogenea’ ma differenziata tra i maschi
adulti e mediamente ‘più alta’,
e) una ‘destrezza manuale più umana che animale’ e
f) soprattutto l’uso della ‘parola’.

Da queste considerazioni dedussi che erano passate molte
generazioni dalle scene delle rivelazioni precedenti e successive
e che quel Gigante non poteva essere il Capostipite
ma un discendente puro di Set, forse Lamech, non ovviamente
l’omonimo discendente di Caino a cui è attribuito ‘il
canto della spada’ (Genesi 4,23-24).


(Nota della curatrice) È sconcertante pensare che un uomo
potesse aver perso la perfezione originaria da non sembrar più un
uomo e aver assunto un aspetto simile a bestia. Eppure, se Caino
era un uomo, anche questi esseri pelosi erano ‘uomini’.
Essere ‘uomo’ o ‘figlio degli uomini’ è la stessa cosa: significa essere
solamente ‘discendente di Adamo’ tramite il ramo di Caino, cioè ‘ibrido’,
e non essere più ‘Figlio legittimo di Dio’.
Oggi siamo tutti per nascita figli degli uomini, ossia figli di Caino e ‘figli di Eva’ e perciò ‘esuli’ dal Regno spirituale di Dio, come recita la Salve Regina. Non aveva voluto Adamo dei figli tutti suoi? Tragicamente ci è riuscito! Dio infatti era stato escluso per volontà esplicita dell’Uomo dal loro concepimento.

(Gesù per umiltà si professava ‘Figlio dell’Uomo’ per dirci che voleva
condividere con gli uomini le loro sofferenze, ma si proclamò ‘Figlio di
Dio’ all’inizio della Passione quando fu necessario chiarire la sua Identità).




L’ULTIMO COLLOQUIO
OTTAVA RIVELAZIONE:
ricevuta a Chies d’Alpago nel 1974

“O Padre Santo, a tutti sei venuto incontro
perché coloro che Ti cercano Ti possano trovare”


§ 245 Stavo spalmandomi sul collo, sotto la mandibola sinistra,
un pizzico di calce bianca, l’unico medicamento che mi toglieva
subito il prurito ed essiccava le vescichette che da
parecchi anni, 40 per la precisione, mi venivano provocate
dal bordo del collare di celluloide, collare semplice e non
doppio perché più facile da essere lavato.
Mi vennero in mente le parole di Giobbe: “Manus tuae
fecerunt me et plasmaverunt me totum in circuitu”, le Tue
mani mi plasmarono totalmente, e intanto la calce si scioglieva
fra le dita e mi colava sul palmo e sulla veste nera.
Dovetti smettere e pensare a lavarmi.

Così, d’improvviso, mi venne fatto di esclamare con un po’
d’ironia verso coloro che prendono alla lettera il testo della
Genesi:
– Signore, vi siete lavato le mani dopo aver fatto l’Uomo
col fango della terra? – Non avevo affatto l’intenzione di
tentare Dio; piuttosto, era un po’ di sarcasmo contro molti
biblisti che interpretano ancora il racconto della Genesi in
senso letterale.

Ma “Egli si lascia trovare da quanti non lo tentano”, dice
il Libro della Sapienza. Con mia grande sorpresa sentii rispondermi:
– NON ME NE SONO LAVATO LE MANI. GLI HO
SEMPRE VOLUTO BENE (Isaia 57,17-21).
HO ASPETTATO PER VEDERE COME SI SAREBBE
COMPORTATO ‘QUESTO ANIMALE DELLA NUOVA
SPECIE’ E VIDI CHE ANDAVA COPRENDOSI SEMPRE
PIÙ DI NUOVE SOZZURE FINO A PERDERE LA
MIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA E OGNI DIRITTO
ALL’ETERNITÀ. –

§ 246 Disse altre parole il cui senso era quello del Salmo 80:
– HAI GRIDATO A ME NELL’ANGOSCIA E TI HO
LIBERATO.
ASCOLTA POPOLO MIO, TI VOGLIO AMMONIRE:
NON CI SIA IN MEZZO A TE UN ALTRO DIO, NON
PROSTARTI AD UN DIO STRANIERO!
MA IL MIO POPOLO NON MI HA ASCOLTATO E IO LO
HO ABBANDONATO ALLA DUREZZA DEL SUO CUORE.
CHE SEGUA IL PROPRIO CONSIGLIO!

§ 247 Continua ancora la Voce seguendo ora il Salmo 88,33-35:
– PUNIRÒ CON LA VERGA IL LORO PECCATO E CON
FLAGELLI LA LORO COLPA, MA NON GLI TOGLIERÒ
LA MIA GRAZIA E LA MIA FEDELTÀ NON VERRÀ MAI
MENO.
NON VIOLERÒ LA MIA ALLEANZA, NON MUTERÒ LA
MIA PROMESSA, PERCHÉ RICORDERÒ SEMPRE LA
MIA ALLEANZA CHE È FRA ME E VOI. –

§ 248 Disse altre parole che mi sfuggirono perché, a questo punto,
sentii una moltitudine di voci vicine e lontane che risuonavano
alte e basse, ma tutte concordi in un’unica armonia,
come fossero in una immensa cattedrale e dicevano:
– NOI TI LODIAMO, PADRE SANTO, PER LA TUA
GRANDEZZA;
– TU HAI FATTO OGNI COSA CON SAPIENZA E
AMORE; A TUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA HAI
FORMATO L’UOMO;
– ALLE SUE MANI OPEROSE HAI AFFIDATO
L’UNIVERSO, PERCHÉ NELL’OBBEDIENZA A TE, SUO
CREATORE, ESERCITASSE IL DOMINIO SU TUTTO IL
CREATO. –

§ 249 A questo punto l’immenso coro tacque e sentii la voce di
due sole Donne continuare seguendo le parole del Canone
quarto della Messa:
– E QUANDO, PER LA SUA DISUBBIDIENZA,
L’UOMO PERSE LA TUA AMICIZIA55 , TU NON L’HAI
ABBANDONATO IN POTERE DELLA ESTINZIONE E
DELLA MORTE56 , MA, NELLA TUA MISERICORDIA,
A TUTTI SEI VENUTO INCONTRO, PERCHÉ COLORO
CHE TI CERCANO TI POSSANO TROVARE. –

55 L’Uomo puro non poteva perdere l’Immagine di Dio (la ‘capacità’ di intendere e di volere)
né la Somiglianza con Dio (lo Spirito di Dio, ‘elemento costitutivo’ ed essenziale della
sua persona), ma poteva perdere il buon rapporto con Dio, la Sua amicizia. Solo gli ibridi,
perdendo l’Immagine di Dio, hanno perso di conseguenza anche la Somiglianza con Dio,
lo Spirito.
56 Qui ‘l’uomo’ non è più Adamo ‘il Figlio puro di Dio’, o ‘i Figli puri di Dio’, i discendenti
legittimi, come al versetto precedente, ma l’uomo ibrido, l’umanità intera.


§ 250 Qui tacque la voce più grave della prima Donna e rimase
solo quella della Vergine Maria, più alta e sonora che avevo
già sentita, insieme all’altra, la notte del 15 agosto 1972.
– MOLTE VOLTE HAI OFFERTO AGLI UOMINI LA
TUA ALLEANZA E, PER MEZZO DEI PROFETI, HAI
INSEGNATO A SPERARE NELLA SALVEZZA.
PADRE SANTO, HAI TANTO AMATO IL MONDO DA
MANDARE A NOI, NELLA PIENEZZA DEI TEMPI, TUO
FIGLIO COME SALVATORE. –

§ 251 Da principio credetti che queste due voci fossero quelle
di Sacerdoti concelebranti in qualche parte del mondo, poiché
la prima aveva un tono basso da contralto che poteva
quasi sembrare la voce acuta d’un uomo. Quando sentii la
seconda voce, quella della Madonna che aveva una voce più
alta, mi chiesi come mai una Donna potesse interferire nel
Canone della Messa, come se si trattasse di una lettura che
c’è prima del Vangelo.
In seguito ho capito che queste parole erano la risposta
alla mia scherzosa domanda: “Signore, Vi siete lavato le
mani...?”, alla quale mi rispose direttamente in senso metaforico
e poi, per mezzo delle Sue Celesti Messaggere.
Sentivo le voci continuare il coro anche durante il rumore
che faceva l’acqua nel lavandino mentre lavavo la lametta
da barba e la relativa macchinetta. Le sentivo anche mentre
uscivo dalla stanza e andavo di fretta a prendere la corriera.

Pensavo di rileggere, sul messalino, quella preghiera e meditarla.
“Che bello sapere che anche la Chiesa Trionfante si unisce
alla Chiesa Militante nel lodare Dio con le stesse parole!”.

Raccontai il fatto ai Confratelli congregati, ma non riuscii
a raccontare l’ultima parte perché, a loro parere, sognavo
ad occhi aperti. Ma ero e sono sicuro che “Colei che benignamente
al dimandar precorre” 57 ha cominciato e terminato
con le Sue parole questa bella vicenda.

57 La Vergine Maria, così chiamata da Dante Alighieri nel Paradiso della Divina Commedia.


§ 252 Ritornai col pensiero alla grande visione di due anni prima
e compresi che c’era uno stretto rapporto con questo messaggio.
Il Maestro, volendo insegnarmi a “leggere e interpretare
la bibbia(§ 49), non ha cominciato dalle parole: “in principio
Dio creò”, ma ha puntato direttamente sull’Uomo che
è lo scopo e il vertice della Creazione.
Così mi fece vedere prima l’Uomo, il primo, nel suo habitat,
nella sua bella figura, nella sua giovane età quando
divenne padre, poi, un paio di anni più tardi, quando peccò
e, infine, quando divenne adulto e quando incanutì in conseguenza
dell’assassinio di Abele.
Prima di farmi vedere la Donna, volle ricapitolare tutta
l’opera della creazione per farmi comprendere che questa
è l’esecuzione nel tempo di ‘un progetto unitario dall’Alfa
all’Omega’, stabilito fin dall’eternità. Disse: “per luomo”.
in vista delluomo. di tutti gli uomini. perché vedessero e
capissero(§ 73).
Fin qui l’opera del Creatore era riuscita molto bene, perché
guidata dalla Sua Volontà.


Da quel momento in poi il Creatore ha delegato il Suo
dominio all’Uomo sopra tutte le creature dell’universo. E
perché potesse esercitare correttamente, cioè nell’ordine,
quella missione, gli aveva dato intelligenza perfetta e libera
volontà: quindi lo aveva reso responsabile.

Una sola proibizione: “Non devi generare da quell’unica
ed eccezionale femmina della specie sub-umana, altrimenti
sconvolgerai tutto l’ordine che ho stabilito e rovinerai la
tua discendenza fino all’imbestialimento completo, cioè all’estinzione
dell’umanità pura”.
Non era il caso che venisse impartita al giovanissimo
Progenitore una lezione sulla microbiologia genetica, sull’ibridazione
e sulle tare ereditarie.

Era sufficiente, a buon intenditore, sapere che, violando
quell’ordine, avrebbe causato la desolazione e la morte della
specie pura dei ‘Figli di Dio’ e di conseguenza la morte
spirituale di ogni suo discendente ibrido.
Il Primo Uomo all’età di 15 anni era pienamente responsabile.
Già a 12 anni di età gli Ebrei erano soggetti alle
leggi. Gesù stesso si era assoggettato ad esse e ‘abbandonò
il padre e la madre’ per fare la volontà del Padre Celeste:
atto di ubbidienza pubblica, in contrapposizione all’atto di
disubbidienza di Adamo.
“... fare la volontà del Padre mio” sono le prime ed uniche
parole di Gesù dalla nascita alla vita pubblica che ci vennero
riferite dai Vangeli, e non casualmente, bensì con uno
scopo certamente didattico.


Il salto di natura

§ 253 Ora l’uomo, rievoluto dallo stato selvaggio, redento nelle
sue facoltà psicofisiche, recuperato, risuscitato dallo
stato bestiale, rigenerato attraverso continui atti di guarigione
psicofisica a livello genetico (vedi l’importanza del
Sacramento del Matrimonio in cui il patto non è fra gli sposi,
ma fra ‘la coppia’ e Dio), reso capace di conoscere ed
amare Dio per il recupero parziale delle facoltà conoscitive
ed intellettive proprie dell’Uomo integro, è chiamato a
fare il ‘salto di natura’, cioè a passare dallo stato di natura
visibile, sensibile e degli istinti naturali, a quello trascendente,
ultrasensibile, spirituale, soprannaturale di figlio di
Dio, assumendone il modo di pensare e di esprimersi, che è
l’amore, per diventare erede della Vita eterna in Comunione
con Dio.

“Dedit eis potestatem filios Dei fieri” disse Giovanni
(1,12). Ossia: “Gesù diede agli uomini l’opportunità di
diventare, da semplici creature di Dio, figli (adottivi) di
Dio”.
Egli, unico Redentore, ha offerto all’uomo questa possibilità,
alle condizioni espresse nel Vangelo e lo chiama, lo
precede, lo aiuta a giungere a questo incontro col Padre, a
questo abbraccio paterno attraverso la sua Grazia, perché
“Chi ha creato te senza di te, ti ha visto ancor prima della
creazione del mondo e fin da allora ti ha amato, ma non può
salvarti senza la tua cooperazione” (58 S. Agostino.).
surge et ambula! Alzati e cammina! Scuotiti e datti da fare!


LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
Laudetur cum Maria!
Semper laudentur!

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