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52. Ovunque fosse ospitato di notte, non voleva materassi o coperte sul suo
giaciglio, ma la nuda terra raccoglieva il suo nudo corpo avvolto solo nella tonaca.
Quando poi concedeva un po' di riposo al suo corpo fragile spesso stava seduto e non
disteso, servendosi per guanciale di un legno o di una pietra. E quando lo prendeva
desiderio di mangiare qualche cosa, come suole accadere a tutti, a stento si concedeva poi
di mangiarla.
413 Avendo un giorno mangiato un po' di pollo, perché infermo, riacquistate le energie
per camminare, si recò ad Assisi. Giunto alla porta della città, pregò un confratello che era
con lui di legargli una fune attorno al collo e di trascinarlo per tutte le vie della città come
un ladro, gridando: «Guardate questo ghiottone, che a vostra insaputa si è rimpinzato da
gaudente di carne di gallina!». A tale spettacolo, molti, tra lacrime e sospiri, esclamavano:
«Guai a noi miserabili che abbiamo vissuto tutta la vita solo per la carne, nutrendo il cuore
e il corpo di lussuria e di crapule!». E tutti compunti, erano guidati a miglior condotta da
quell'esempio straordinario.
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