lunedì 8 ottobre 2018

ESEMPIO DA IMITARE specialmente OGGI, tempo di apostasia eresia e scisma

SANT'ERMENEGILDO, MARTIRE

Martire dell'Ortodossia.


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Il 13 aprile la Chiesa Cattolica ricorda Sant’Ermenegildo, membro della famiglia reale visigota, fautore della conversione al cattolicesimo della Spagna e martirizzato nel corso del sesto secolo. Il padre di Ermenegildo era il re dei Visigoti Leovigildo (nato 525, regnante 569-586), uno dei principali condottieri del sesto secolo, che lottò strenuamente contro i Bizantini per riconquistar loro la parte sud-orientale della Penisola Iberica. Ermenegildo nacque intorno all’anno 564 a Medina Del Campo, residenza secondaria dei re Visigoti. Primogenito di Leovigildo e di sua moglie Teodosia - di chiare origini bizantine - Ermenegildo venne educato sin dai primi anni della sua vita per succedere al padre sul trono visigoto.
Nel 573, suo padre, che sino a quel momento regnava con il fratello Liuva, divenne l’unico re dei Visigoti. In quella data, Ermenegildo venne nominato duca di Toledo. Nell’anno 579, Ermenegildo sposò Ingunda, figlia di Sigeberto I di Austrasia. Ingunda era una fervente fedele cattolica, Ermenegildo al contrario era ariano come la grandissima maggioranza del suo popolo.

Ingunda, per la sua fede, influenzò profondamente il giovane Ermenegildo. Il padre, per evitare conflitti con il figlio, lo allontanò da Toledo, nominandolo governatore della Betica, la lontana e povera provincia di frontiera il cui capoluogo era Siviglia.

A Siviglia, Ermenegildo si trovò in un ambiente particolare: lontano dalla corte di Toledo, il giovane principe ebbe modo di conoscere approfonditamente i dettami della fede cattolica, rendendosi conto dei profondi errori dell’arianesimo. Ermenegildo, sotto l’influenza di San Leandro e della moglie Ingunda, si convertì al cattolicesimo, rendendosi protagonista di una forte opera di proselitismo in tutta la Betica.
La notizia della conversione al cattolicesimo di Ermenegildo fece sì che numerose città della Betica si sollevassero contro l’ariano Leovigildo e proclamassero re il loro governatore.

Nonostante la ferma condanna dell’alto clero di Ermenegildo - definito un usurpatore dalle più importanti cariche religiose dell’epoca - il giovane principe accettò la corona reale offertagli dai ribelli, contando anche sugli stretti rapporti intrattenuti con i bizantini situati nel sud della Spagna e con gli Svevi della Galizia. Leovigildo tentò di far tornare il figlio alla fede ariana, alternando lusinghe e minacce, ma senza ottenere nessun tipo di esito.

Sfruttando anche le campagne militari di Leovigildo contro i Baschi, nel 581 Ermenegildo ottenne il controllo anche di Merida e Caceres. Nel 582-583, Leovigildo decise di metter fine alla ribellione di Ermenegildo. Prima sottopose i cattolici nei suoi domini a violente persecuzioni, poi marciò verso Siviglia e, dopo aver corrotto i Bizantini alleati di Ermenegildo, gli inflisse una pesantissima sconfitta.

Ermenegildo, abbandonato anche dai suoi alleati Svevi, nel 584 si arrese. L’anno successivo il giovane principe venne trasferito, in catene, a Valencia e quindi a Tarragona. Nonostante la prigionia, le umiliazioni e le privazioni, la fede cattolica di Ermenegildo non vacillò mai. Al contrario, la sua convinzione si rinforzò.  Nel 585, in occasione della Pasqua, il duca Sigeberto, governatore di Tarragona, gli inviò un vescovo ariano affinché lo facesse abiurare e lo riportasse all’obbedienza ariana. Di fronte al rifiuto di Ermenegildo, Sigeberto andò su tutte le furie e lo fece decapitare. Era il 13 aprile del 585.


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L’anno successivo, Recaredo, fratello di Ermenegildo, salì al trono e vendicò il fratello facendo giustiziare il suo assassino Sigeberto. Recaredo, profondamente legato al fratello maggiore nonostante la sua ribellione al padre, non appena salito al trono si convertì al cattolicesimo, divenendo il primo monarca spagnolo a essere cattolico. Nel 1586, nel millenario del suo martirio, il re Filippo II di Spagna proclamò il 13 aprile festa nazionale, con l’autorizzazione del pontefice.

Nel 1814, Ferdinando VII istituì l’ordine di San Ermenegildo, una prestigiosa decorazione militare con cui premiare i più valorosi soldati spagnoli.

Sant’Ermenegildo è il patrono di Siviglia, il capoluogo dell’Andalusia, uno dei centri più importanti dell’intera Penisola Iberica. L’opera di Sant’Ermenegildo è considerata unanimemente come determinante per far sì che la Spagna abbracciasse il cattolicesimo e per permettere agli iberici di mantenere intatta la loro fede nonostante i quasi sette secoli di presenza mussulmana (711-1492), convertendosi in una delle nazioni guida dell’Europa Moderna.

Qui di seguito il motivo del suo Martirio viene meglio spiegato:


SANT'ERMENEGILDO, MARTIRE

Martire dell'Ortodossia.

Il mistero della Pasqua ci appare oggi attraverso la palma di
un Martire. Ermenegildo, giovane principe visigoto, viene immolato per ordine di un padre infedele che l'eresia ha accecato: causa della sua morte è stata la costanza con la quale ha rifiutato la Comunione pasquale che un vescovo ariano voleva costringerlo a ricevere dalle sue mani. 

Il martire sapeva che la divina Eucarestia è il segno dell'unità 
cattolica, e che non è permesso partecipare alla carne dell'Agnello 
pasquale insieme con coloro che non sono nella vera Chiesa.
Una consacrazione sacrilega può mettere gli eretici in possesso del
mistero, se esiste il carattere sacerdotale in colui che ha osato oltrepassare la barriera dell'altare di quel Dio che bestemmia; 
ma il cattolico,
che sa non essergli permesso di pregare con gli eretici, trema
alla vista del Mistero profanato, e si allontana per non oltraggiare
il Redentore, proprio in quello stesso mistero che ha istituito per
restare unito ai suoi fedeli.


Il sangue del Martire fu fecondo. La Spagna, asservita all'errore,
spezzò le sue catene: un concilio, tenuto a Toledo, compì quella conversione che la vittima aveva preparata. Fu uno spettacolo
sublime e raro nei secoli, il vedere sollevarsi una nazione intera
per abiurare l'eresia; ma essa ne venne benedetta. 
Sottoposta, dopo breve tempo, alla terribile prova dell'invasione saracena, seppe trionfarne con le sue stesse armi, e la sua fede, rimasta sempre intatta da allora, le ha meritato il più bel titolo al quale un popolo possa ambire: quello di Cattolica.

Vita. - Ermenegildo era figlio di Leovigildo, re dei Visigoti di Spagna, e di Teodosia. Fu associato al governo nel 573, insieme a suo fratello Reccaredo; e Siviglia divenne la sua residenza. 

Là, sua moglie Ingonda ed il vescovo san Leandro, lo convinsero ad abbandonare l'eresia ariana e ad abbracciare il cattolicesimo. Suo padre, rimasto nell'errore, lo perseguitava, ed Ermenegildo allora chiese aiuto ai Bizantini. Ma credette suo dovere recarsi
ad un colloquio propostogli dal padre, il quale, fattolo mettere in prigione, provò con tutti i mezzi di costringerlo a ritornare all'eresia. Il giorno di Pasqua dell'anno 586, il re gl'inviò un vescovo ariano per portargli la Comunione; ma il giovane principe la rifiutò. Allora suo padre gli fece tagliare la testa. 
Sant'Ermenegildo è il patrono della città di Siviglia. 
Urbano VIII ne estese il culto alla Chiesa Universale.


Preghiera.

<<Coraggioso testimonio della verità del Simbolo della fede, Ermenegildonoi oggi ti offriamo il nostro ossequio e la nostra gratitudine.
La tua morte coraggiosa ha dimostrato l'amore che avevi
per Cristo, e la noncuranza per gli onori della terra insegna
anche a noi a disprezzarli. 
Nato per salire al trono, un'oscura prigione divenne, invece, la tua dimora quaggiù; e da lì sei partito per il cielo, con la fronte cinta dalla palma del martirio, corona molto più splendente di quella che ti era offerta, in cambio di una vergognosa apostasia. 
Adesso, prega per noi; la Chiesa, annoverando il tuo nome nel sacro Ciclo, ti richiama in questi giorni. La Pasqua fu il giorno del tuo trionfo; ottienici che essa sia per noi una vera Pasqua, una completa Risurrezione che, sulle tue orme, ci conduca fino a quella felice dimora, ove i vostri occhi adesso contemplano Gesù risorto. 

Rendici saldi nella fede, docili all'insegnamento della Santa Chiesa, contrari a tutti gli errori ed alle conseguenti deviazioni.
Veglia sulla Spagna, tua patria, che deve al sangue da te ver-
sato, a testimonianza della vera fede, tanti secoli trascorsi nella più
pura ortodossia; preservala da ogni defezione, affinchè meriti sempre quel titolo così bello che forma la sua gloria. Amen>>

AMDG et DVM

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