mercoledì 10 agosto 2016

«Chi ama la sua vita (in questo mondo) la perderà»




Sermone di san Leone Papa

Nel Natale di S. Lorenzo, dopo il principio


Mentre il furore delle autorità Pagane incrudeliva nelle più elette membra di Cristo, e si sfogava specialmente su quelli che appartenevano all'ordine sacerdotale, l'empio persecutore si accanì contro il levita Lorenzo, che era più in vista non solo perché preposto ai sacro ministero, ma altresì all'amministrazione dei beni ecclesiastici, ripromettendosi coll'incarcerare un solo uomo una duplice preda; perché se l'avesse fatto traditore del sacro tesoro, ne avrebbe fatto anche un'apostata della vera religione. Quest'uomo, avido di denaro e nemico della verità, è armato come di doppia face: dell'avarizia per impossessarsi dell'oro, dell'empietà per rapirgli il Cristo. Chiede al custode senza macchia del santuario di consegnargli le ricchezze della Chiesa, che avidissimamente bramava. Il Levita castissimo, per mostrargli allora il deposito che ne aveva fatto, gli presenta una truppa numerosissima di poveri fedeli, per mantenere e vestire i quali aveva impiegato quei beni ormai inammissibili, i quali tanto più erano salvi, quanto più santamente erano stati impiegati.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Lettura 5
Perciò vedendosi frustrato nel disegno di rapina, egli freme e, ardente d'odio contro una religione che aveva istituito tale impiego di ricchezze, non avendo trovata presso di lui nessuna somma di denaro, tenta strappargli il migliore tesoro rapendogli il deposito che era per lui la più sacra delle ricchezze. Ordina a Lorenzo di rinunziare a Cristo e si dispone ad attaccare con terribili supplizi il coraggio intrepido di quell'anima di levita; ma non ottenendo nulla coi primi, ne fa seguire altri più crudeli. Comanda che le sue membra straziate, e tutte lacere dalle percosse, siano poste ad arrostire sul fuoco; e ad aumentarne la sofferenza della tortura e prolungarne il supplizio, ne fa girare e rigirare il corpo su di una graticola di ferro divenuta già rovente per il gran fuoco che vi si faceva sotto.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Lettura 6
Non ottieni nulla, non guadagni niente, selvaggia crudeltà. L'elemento mortale si sottrae alle tue torture, Lorenzo se ne sale in cielo, e tu rimani colle tue fiamme impotenti. Le fiamme non poterono vincere la carità di Cristo; e fu più debole il fuoco che bruciava di fuori, che quello che ardeva di dentro. Hai incrudelito, o persecutore, sul Martire: hai incrudelito, ma mentre accumulavi le pene, gli ingrandivi la palma. Infatti, tutte le sue invenzioni non sono forse servite a glorificare la sua vittoria, mentre anche gli istrumenti del supplizio son diventati l'onore del suo trionfo? Gioiamo dunque, dilettissimi, di letizia spirituale, e glorifichiamo, per la felicissima fine di questo illustre eroe, il Signore, che è ammirabile nei suoi Santi, e ci dà in essi il soccorso insieme e l'esempio; egli ha fatto risplendere così la sua gloria nell'intero universo dall'oriente fino all'occidente per il fulgore abbagliante della luce dei leviti, ed altrettanto è illustre Roma per Lorenzo quanto è grande Gerusalemme per Stefano.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

R. Il beato Lorenzo esclamò e disse : Io onoro il mio Dio, e a lui solo servo; 
* E per ciò non temo i tuoi tormenti.
V. La mia notte non ha tenebre, ma tutto brilla di luce.
R. E per ciò non temo i tuoi tormenti.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
R. E per ciò non temo i tuoi tormenti.


Lettura 7
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni.
Joannes 12:24-26
In quell'occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: In verità, in verità vi dico, se il chicco di grano non cade in terra, e non muore, rimane solo com'è. Eccetera.

Omelia di sant'Agostino Vescovo.
Trattato 51 su Giovanni, circa la metà
Lo stesso Signore Gesù era il chicco che doveva morire e moltiplicarsi; morire vittima dell'infedeltà dei Giudei, moltiplicarsi per la fede dei popoli. Ora, esortando già a seguire le tracce della sua passione: «Chi ama, dice, la sua vita, la perderà» (Gv 12,25). Il che si può intendere in due modi. Chi ama, la perderà; cioè, se l'ami, la perderai. Se brami di conservare la vita in Cristo, non voler temere di morire per Cristo. Oppure in altro modo: «Chi ama la sua vita la perderà»; non volerla amare, per non perderla; non volerla amare in questa vita, per non perderla nella vita eterna.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Lettura 8
Ma la seconda spiegazione che ho data, sembra essere più vicina al senso del Vangelo; infatti soggiunge: «E chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,25). Dunque quando sopra fu detto: «Chi ama», bisogna sottintendere, in questo mondo, costui certo la perderà sicuramente; ma chi l'odia pure in questo mondo, costui la conserverà per la vita eterna. Grande e mirabile sentenza, da cui risulta che c'è nell'uomo un amore che fa perdere l'anima sua, e un odio che gli impedisce di perire. Se l'ami male,allora la odi; se la odi bene, allora l'ami. Felici coloro che la odiano per conservarla, per non perderla amandola.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Lettura 9
Ma basta che non ti venga in mente di volerti suicidare, intendendo così di dovere odiare l'anima tua in questo mondo. Siccome fanno appunto certi uomini cattivi e perversi, crudeli ed empi e omicidi di se stessi, i quali si gettano nelle fiamme, si affogano, si buttano dai precipizi e periscono. Cristo non ha insegnato questo; anzi egli al diavolo che gli suggeriva di precipitarsi (dal tempio) rispose: «Va' via, satana: perché sta scritto: Non tentare il Signore Dio tuo» (Mt 4,10). A Pietro poi disse, indicando con qual morte avrebbe glorificato Dio: «Quando eri più giovane, ti cingevi da te, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio un altro ti cingerà, e menerà dove tu non vorresti» (Gv 21,19). Con che espresse abbastanza, che chi segue le vestigia di Cristo non deve darsi la morte da sé, ma riceverla da un altro.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.