Omni die dic Mariae
Omni die dic Mariae Mea laudes anima Eius festa eius gesta Cole splendidissima | Ogni giorno anima mia canta le lodi di Maria Venera le sue feste e la sua vita così ricca di insegnamento | Per venerare Maria non basta parlarLe: bisogna ascoltare che cosa Lei ha da dirci. Lo possiamo anzitutto meditando la sua vita (Eius gesta) aiutati dalle feste e dai misteri del Rosario | |
Pulchra tota sine nota cuiuscumque maculae Fac me mundum et iucundum Te laudare sedule | Tutta bella, senza il segno di una pur minima macchia fa che anch'io possa lodarti puro (mundum, pulito) e perciò lieto (iucundum) | La prima caratteristica di Maria, concepita Immacolata, è la sua bellezza: è bella quanto lo può essere Donna (pulchra tota), e lo è a motivo del suo non aver mai peccato. Il peccato abbruttisce, Maria è perfettamente bella. Così anche noi chiediamo di poter essere puliti dalle macchie abbruttenti del peccato, e perciò lieti (di una iucunditas quasi scherzosa, leggera [ludit in orbe terrarum], di contro la pesantezza greve del male [Satana immobile nell'Inferno dantesco]) | |
Ut sim castus et modestus dulcis, blandus sobrius Pius, rectus, circumspectus simultatis nescius | Fa che sia casto e modesto, dolce, buono, sobrio, pio, leale, scaltro e semplice ad un tempo | Casto e modesto: l'uno perché l'altro, preoccupato di piacere a Dio, con cuore indiviso, non inseguendo consenso e potere; e perciò anche dolce, capace di valorizzare tutto il positivo ovunque si trovi, con un pregiudizio semmai positivo sul reale (come negli Apocrifi: "che denti bianchi", quella carcassa di cane), e sobrio (sapendo che il positivo che è dato è già bastante, non ne occorre di più); pio, cioè religioso, cioè riferente tutto ad Uno, e perciò leale (rectus) | |
Eruditus et munitus divinis eloquiis Timoratus et ornatus sacris exercitiis | Ricolmo nella mente della saggezza donata da Dio Anche il cuore e l'agire sia pervaso della grazia divina. | n.b. Non è facile tradurre questa strofa, lo abbiamo fatto in maniera un po’ libera, ma fedele alla sostanza. Nella strofa precedente si chiedevano dei frutti morali, qui se ne chiede la radice prima, il radicamento della mente (eruditus) e del cuore (timoratus et ornatus) nel Verbo di Dio. Meditando la Sua Parola (anche tramite la parola autorevole del Carisma) e non stancandosi in ogni giorno, ora, istante e circostanza della vita reale di "esercitarsi" nella Sua sequela. | |
Virgo sancta cerne quanta Perferamus iugiter tentamenta et sustenta nos, ut stemus fortiter | Vergine Santa, guarda a quanti pericoli andiamo sempre incontro, sostienici dunque, affinchè stiamo saldi e vigorosi. | Dopo aver chiesto di aderire a Dio, fissando lo sguardo su di Lui e la Sua proposta, consideriamo quanto possa ostacolare questo nostro desiderio: il male, che è fuori e quello che è dentro di noi. In questa strofa l'aiuto è contro il male che insidia la persona dall'interno (la tentazione) | |
Esto tutrix et adiutrix christiani populi Pacem praesta, ne molesta nos perturbent saecula. Amen | Sii l'aiuto e la difesa del popolo cristiano Ottienici la pace, perché non ci turbino tempi cattivi | In quest'ultima strofa il male da cui si chiede protezione è quello che minaccia anche esteriormente la comunità credente, il popolo cristiano. È il male del "mondo" come groviglio di realtà umane strutturate che rifiutano Dio. Quel mondo per cui Cristo non ha pregato, e che emerge sempre nella storia ora perseguitando in modo aperto, ora cercando di minare dall'interno la Chiesa (in rapporto a questo, ad esempio, Paolo VI parlava del "fumo di satana"). |
Tratto da: http://www.culturacristiana.net/3.strumenti/pregh/mariane.php
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Pulchra tota
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