mercoledì 17 luglio 2013

Devozioni a San Giuseppe


Le "pie" devozioni a San Giuseppe

Con le devozioni entriamo nel campo della religiosità popolare, dove mag­giormente si esprime il sentimento, elemento umano che non va assolutamente sottovalutato, come dimostra la Chiesa nei suoi documenti ufficiali e nei suoi molteplici interventi.
Delle devozioni fanno parte soprattutto le "pie pratiche", ma non mancano altre espressioni, come le incoronazioni canoni­che, la musica sacra, immagini e oggetti, i nomi, le reliquie, le feste, le apparizioni. L'elenco potrebbe continuare.

Le "pie pratiche"

Incominciamo con le "pie pratiche", trac­ciando la storia di quelle più attuali, ma an­che di quelle non più in uso, che alcuni an­cora ricordano e che forse riprenderebbero volentieri con gli opportuni adattamenti.
Esse sono più numerose di quanto si pensi. La loro varietà dimostra la grande stima sempre riscossa da San Giuseppe nel popo­lo cristiano, nonostante la poca attenzione della teologia e la superficiale conoscenza della sua figura e della missione nel mistero di Cristo e della Chiesa. Nella ricerca affan­nosa di sempre nuovi mezzi e forme di evangelizzazione, alcune "pie pratiche" po­trebbero essere "rivisitate", come oggi si dice, e riproposte con frutto, tenuto conto della stabilità dei sentimenti umani.

Oltre la pratica dei Sette dolori e allegrezze di San Giuseppe, alla fine del secolo XV tro­viamo inserita nell'opera di Giovanni Mombaer (+ 1501), Rosarumhortulus, una Coroncina in onore di San Giuseppe. Più sviluppato è il Rosarium de sancto Ioseph di Giovanni Trithemius (+ 1516), abate di Sponheim: è composto di cinque decine di "articoli" (enunciazioni di un aspetto della vita di Giuseppe, seguite dalla preghiera Ave, Joseph nazarene), conclusi da un Pater no­ster e altre appropriate invocazioni.

Le prime Litanie di San Giuseppe finora co­nosciute furono pubblicate a Roma nel 1597 da Jerònimo Graciàn de la Madre de Dios; mentre l'edizione spagnola conteneva 49 in­vocazioni, quella italiana ne contava 21. Nel secolo XVII si diffusero in gran numero e con molta varietà.
II Cingolo (o Cordone) di San Giuseppe, propagato soprattutto dal 1842, è dovuto all'iniziativa di una religiosa agostiniana, nel 1659.
Risale al 1850, per opera di un cappuccino bavarese, una Coroncina (o Rosario) di San Giuseppe, composta di sessanta grani e di una speciale preghiera (Ave, Joseph), nella quale vengono inseriti i misteri della vita del Santo.

Verso il 1700 il Convento svizzero di Ein­siedeln diffuse oggetti di devozione - anelli e rosari di San Giuseppe - per ottenere la protezione contro l'impurità, la stregoneria e l'epilessia. Uno speciale olio, ottenuto dai gigli di San Giuseppe, doveva servire contro le malattie della pelle.

Probabilmente è legata alla spiritualità del padre Bartolomeu do Quental, fondatore degli Oratoriani in Portogallo (1668), la pro­pagazione del culto di una devozione specia­le verso la Trinità creata, sia sotto i simboli dei cuori di Gesù, Maria e Giuseppe, sia sot­to quello della Fuga in Egitto. Tale festa era molto popolare a Porto.

Il gesuita Antonio Natali (+ 1701) suggerisce due pratiche per il mercoledì. La prima con­siste nella recita della prima strofa dell'inno Caelitum Joseph con un Pater, Ave ripetuti sette volte. La seconda pratica, che si rifà a santa Gertrude, è detta Corona sanctae conversationis (familiarità) Jesu, Mariae et Joseph e consiste nel ripetere ai tre perso­naggi degli atti di fede, speranza, amore, sti­ma, gaudio, adorazione, lode, ringraziamen­to, offerta e desiderio. Questi dieci atti, ripe­tuti per tre volte, rievocano i trent'anni in cui Gesù, Maria e Giuseppe convissero in santa familiarità.

La devozione ai Santissimi Cuori dei Sovrani Signori Gesù, Maria e Giuseppe è testimo­niata, dal 1733, con un santuario a Porto (Portogallo). A Siviglia (Spagna) una Confraternita professava nel 1744 la Schiavitù del Sacro Cuore del gloriosissimo Signore San Giuseppe. La devozione al Cuore di San Giuseppe si diffonde nel Messico, nel 1747.
Una Pia Unione del purissimo Cuore di san Giuseppe fu promossa dal padre Michele Bocco O.M.V nel 1846.
Lo Scapolare di San Giuseppe, nato come devozione privata a Lons-le Saulnier, diocesi di Saint-Claude (Francia), per opera di una religiosa terziaria francescana, fu diffuso per merito dei padri Cappuccini e approvato dalla Santa Sede nel 1893. I padri Camilliani avevano già ottenuto, nel 1865, l'appro­vazione della formula per benedire e impor­re lo Scapolare della beata vergine Maria, San Giuseppe e San Camillo.

Le Messe di santa Teresa consistono in sette messe solenni in onore di San Giuseppe da celebrare una al mese, dal 19 aprile fino al 15 ottobre, festa di santa Teresa.

Ricordiamo tra le preghiere: il Culto perpe­tuo, iniziato a Milano nel 1854; la Corte a San Giuseppe e alla santa Famiglia, che con­siste nel visitare ogni mese un'immagine del Santo o delle tre auguste Persone che for­mano la Trinità della terra; la Corona perpe­tua di San Giuseppe, ossia la recita in un'ora determinata di un Padre nostro e sette Ave Maria, con un Gloria in onore di un dolore e allegrezza del santo Patriarca; il Sacro manto, le Tre Corone, il Piccolo Ufficio di San Giuseppe, i Cinque Salmi del nome di San Giuseppe, il Rosario di San Giuseppe, le Coroncine a Maria santissima e a San Giuseppe.

Tempi particolari dedicati a san Giuseppe sono i Nove mercoledì prima della festa di san Giuseppe, il Primo mercoledì di ogni mese, le Sette domeniche di san Giuseppe, la Novena perpetua, il Duodenario, i Diciannove mercoledì consecutivi e i Sette o i Quindici mercoledì precedenti la festa di san Giuseppe.

I Padri carmelitani introducono a Liegi (Belgio) il pio esercizio dei Sette giorni o i sette mercoledì consecutivi, nei quali si ono­rano i sette principali privilegi di san Giuseppe, ossia: la sua predestinazione a sposo di Maria e padre nutrizio di Gesù; le particolari grazie che ne conseguirono; la di­gnità di padre di Gesù; la dignità di sposo di Maria; le grazie e i favori che ricevette per il compimento del suo ministero; la gloria che ne deriva; la sua protezione verso tutti i cri­stiani.

La prima Novena indulgenziata in prepara­zione alla festa di san Giuseppe fu tenuta a Roma, nel 1713, nella chiesa di sant'Ignazio. Tra i tempi particolari dedicati a san Giuseppe notissimi sono il Mese di Marzo e tutti i Mercoledì. La pratica del Mese di San Giuseppe fu approvata da Pio IX, nel 1865. L'elenco non finisce qui. 

(Da: “ Crociata in onore di san Giuseppe)

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