mercoledì 10 luglio 2013

L'amore del silenzio


REGOLA 

DI SAN BENEDETTO: 

VI - De taciturnitate

  1. Faciamus quod ait propheta: Dixi: Custodiam vias meas, ut non delinquam in lingua mea. Posui ori meo custodiam. Obmutui et humiliatus sum et silui a bonis.
  2. Hic ostendit propheta, si a bonis eloquiis interdum propter taciturnitatem debet taceri, quanto magis a malis verbis propter poenam peccati debet cessari.

  3. Ergo, quamvis de bonis et sanctis et aedificationum eloquiis, perfectis discipulis propter taciturnitatis gravitatem rara loquendi concedatur licentia,
  4. quia scriptum est: In multiloquio non effugies peccatum,
  5. et alibi: Mors et vita in manibus linguae.

  6. Nam loqui et docere magistrum condecet, tacere et audire discipulum convenit.
  7. Et ideo, si qua requirenda sunt a priore, cum omni humilitate et subiectione reverentiae requirantur.
  8. Scurrilitates vero vel verba otiosa et risum moventia aeterna clausura in omnibus locis damnamus et ad talia eloquia discipulum aperire os non permittimus.



VI - L'amore del silenzio

  1. Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone".
  2. Se con queste parole egli dimostra che per amore del silenzio bisogna rinunciare anche ai discorsi buoni, quanto più è necessario troncare quelli sconvenienti in vista della pena riserbata al peccato!
  3. Dunque l'importanza del silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti, perché sta scritto:
  4. "Nelle molte parole non eviterai il peccato"
  5. e altrove: "Morte e vita sono in potere della lingua".
  6. Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro, il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare.
  7. Quindi, se bisogna chiedere qualcosa al superiore, lo si faccia con grande umiltà e rispettosa sottomissione.
  8. Escludiamo poi sempre e dovunque la trivialità, le frivolezze e le buffonerie e non permettiamo assolutamente che il monaco apra la bocca per discorsi di questo genere.

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