mercoledì 27 ottobre 2021

«Benedirò il Signore in ogni tempo»


Settima virtù

Completa conformità della sua volontà 

con quella divina, e rassegnazione in essa

35. I. Paolo in ogni cosa conformava sé ed i suoi alla divina volontà: «Per

distinguere, dice, quale sia la volontà di Dio, buona, gradita e perfetta»

(Romani 12, 2). Di qui la sua rettissima intenzione in ogni azione, volendo

in tutto piacere solo a Dio; perciò stimava un nulla i giudizi degli uomini,

le lodi ed i vituperi; non si lasciava sviare dal giusto e dal retto, da nessun

amore od odio, da lusinghe o minacce; ma in ogni luogo era sincero, retto,

costante, immobile ed imperturbabile come se fosse fisso in Dio; e perciò

superiore a tutte le cose, sia prospere, sia avverse: «A me poi, scrive,

pochissimo importa di essere giudicato da voi o da un uomo, anzi neppure

da me stesso mi giudico; perché, sebbene io non mi senta colpevole di cosa

alcuna, non per questo sono giustificato, essendo il mio giudice il Signore.

Quindi non giudicate avanti il tempo, finché non venga il Signore, il quale

metterà in luce ciò che è nascosto nelle tenebre, e manifesterà i consigli dei

cuori; e allora ciascuno avrà da Dio la lode (che gli spetta)» (l Corinti 4, 3-5).

Di conseguenza Paolo, in tutte le cose, sia nelle avverse come nelle

prospere, rendeva grazie a Dio (Cfr. Colossesi 3, 17); ne lodava la

provvidenza, dicendo col Salmista: «Benedirò il Signore in ogni tempo».

Ugual cosa prescrive san Girolamo (60) a Pammachio: «Se sono sano,

dice, rendo grazie al Creatore; se sono malato, glorifico in ciò la volontà di

Dio. Quando sono malato, allora divento più forte, e la virtù dello spirito si

rafforza nell’infermità della carne». San Gregorio (61) racconta pure di san

Servulo, povero e paralitico, il quale «si studiava, in mezzo al suo dolore,

di ringraziare Iddio, consacrando, con inni e lodi, giorno e notte». E

mentre stava per spirare, ai suoi che salmeggiavano disse: «Tacete; non

sentite quante lodi risuonano nel cielo?». E attento a tali canti, rese l’anima

a Dio, mentre all’intorno si diffuse un meraviglioso profumo.


Paolo angelo terrestre

36. II. Paolo eseguì ovunque la volontà di Dio, come un angelo terrestre.

Di qui il paragone che san G. Crisostomo (62) fa di Paolo con gli Angeli:

di essi infatti è scritto (63): «Egli fa i venti i suoi Angeli e suoi ministri i

fuochi fiammanti». E: «Potenti in virtù, esecutori dei suoi ordini» (Salmo

102, 20).

Paolo non solo eseguì i precetti di Dio, ma andò oltre, aggiungendo anche i

consigli evangelici, fino a predicare il Vangelo gratuitamente, senza

ricompensa: «Qual è dunque la mia ricompensa? dice. Questa: che

predicando il Vangelo non ponga prezzo al Vangelo» (l Corinti 9, 18).

«Paolo, scrisse il Crisostomo (64), percorse tutta la terra come fuoco e

spirito, e percorrendola la purgò. Veramente ciò è mirabile: poiché come

tale passava sulla terra, e sebbene fosse ancora circondato da corpo

mortale, combatteva già con la forza delle potestà incorporee. Quanto

siamo degni di condanna noi, che non ci studiamo di imitare neppure la più

piccola parte di quelle virtù che erano riunite tutte in un solo uomo!

Pensando assiduamente a queste cose, procuriamo di apparire senza colpa;

sforziamoci di avvicinarci al suo zelo, per meritare di pervenire al

medesimo premio».


37. III. Paolo in ogni cosa faceva ciò che era più perfetto e più accetto a

Dio. La beata Teresa fece voto di agire così; assai di più fece Paolo. Perciò

quando predicava il Vangelo, lavorava con le sue mani, per non essere di

peso ad alcuno. Visse in perpetua povertà, castità ed obbedienza, come i

Religiosi, anzi come il Duce ed il Patriarca dei Religiosi. Torneremo fra

poco su questo argomento.


38. IV. Paolo aveva la mente unita a Dio, per mezzo della preghiera e della

contemplazione, non solo di giorno, ma anche di notte. A Filippi, si trova

in prigione con Sila, verso mezzanotte, mentre prega e loda Dio, un

terremoto scuote il carcere e ne spalanca tutte le porte (Cfr. Atti 16, 25).

San Giacomo, cugino del Signore, come si legge nella sua vita, aveva i

calli alle ginocchia, per le frequenti e lunghe orazioni fatte in ginocchio.

Santa Paola, nell’invito rivolto a santa Marcella di recarsi a Betlemme,

come si legge presso san Girolamo (65): «Ecco, disse, in questo piccolo

buco della terra nacque il Creatore dei cieli! Quando, passando per Silo e

Betel, ritorneremo alla nostra spelonca, canteremo continuamente,

piangeremo spesso, pregheremo incessantemente, e ferite dal dardo del

Salvatore, diremo in comune: Trovai colui che cercava l’anima mia, lo

terrò e non lo lascerò andare via. E: Come il cervo anela alla fonte delle

acque, così l’anima mia anela a te, o Dio».


39. V. Paolo aveva uno smisurato zelo di propagare l’onore di Dio:

«Tant’è Vero, dice lui stesso, che da Gerusalemme e dai paesi circostanti

fino all’Illiria tutto ho ripieno del Vangelo di Cristo» (Romani 15, 19). Per

questo zelo si oppose a san Pietro, principe di lui e degli altri Apostoli, e lo

riprese liberamente davanti a tutti, dicendogli: «Se tu, che sei Giudeo, vivi

da Gentile, come mai costringi i Gentili a giudaizzare» (Galati 2, 14). Su

tal punto, giustamente osserva il Nazianzeno (66): «Gli Apostoli non

furono forse pellegrini? Non furono forse ospiti di molte nazioni e città?

per le quali si eran dispersi, onde il Vangelo si diffondesse rapidamente in

ogni direzione, né alcuna cosa rimanesse priva del triplice lume (della

santissima Trinità), e della luce della verità; perché anche a coloro che

sedevano nelle tenebre e nell’ombra di morte, venissero squarciati i veli

caliginosi dell’ignoranza».

Fine del primo capitolo

AMDG et DVM

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