sabato 2 ottobre 2021

Principe dell'imperturbabilità, “Il fedele”. Santi Angeli custodi - S. Ezechiel

 VI Coro

Principati
VI Coro2 ottobre
Principe dell'imperturbabilità,  “Il fedele”Santi Angeli custodi

S. Ezechiel

Molto dobbiamo ringraziarlo, questo buon angelo. Nella sue tranquille e dolci mani, il Signore Dio onnipotente ha messo un seme di granturco, che egli oggi innalza al suo Signore: è l’uffizio dell’angelo custode.

“Lodate il Signore, voi tutti suoi Angeli, voi potenti! Servi obbedienti siete della sua parola, appena ne udite la chiara direttiva.”

Quando un angelo custode viene chiamato dal Signore, e comunque almeno una volta uno dei milioni di angeli viene chiamato dal Signore all’uffizio di angelo custode, egli si affretta con rapidi lampi al trono dell’Altissimo. Lì egli riceve il comando, l’istruzione. Allora egli si rivolge alla sua Regina. È la madre dei viventi, e ora sarà, poiché egli diviene fratello di un uomo, anche sua madre.

Sotto i suoi occhi egli depone tutto ciò di cui fino ad ora era ornato: tutto il suo splendore e potere. Egli si inginocchia in semplici vesti di lavoro, che tutti gli angeli custodi portano in comune. Solo la sua essenza, il suo compito rimane in lui indebolito al grado di un angelo del IX coro. E poi la Madre lo accetta.

Egli deve attraverso di lei, che sta sulla terra e sopra il cielo e sopra tutta la creazione, procedere come attraverso un duomo, come attraverso la casa paterna, e ora egli vede con occhi diversi il fratello, per cui il Signore si è dissanguato sulla croce, non più in basso verso l’umanità. La sua beatitudine, che rimane inalterata, ha ora ricevuto un nuovo meraviglioso colore. Egli è, come se fosse in qualche modo diventato madre; egli stesso deve ora vivere il sacrificio, di cui altrimenti un angelo non può fare esperienza. Così è l’uffizio dell’angelo custode, che gli angeli dopo la prova hanno accettato, il perfezionamento; nel loro essere vicino all’uomo fanno esperienza in questo ufficio del sostegno del Signore nell’opera di salvezza della terra.

S. Ezechiel,

l’alto principe, sta al suo posto a due con l’Arcangelo-Principe S. Jophiel. S. Jophiel è l’angelo della profondità e dell’interiorità, “l’Aratore”, l’angelo della penitenza e dell’espiazione. S. Ezechiel è l’angelo della statica, della tenacia dei propositi e dell’imperturbabilità. Nella meravigliosa costruzione armonica della parte di coro degli alti principati porta un angelo al compagno colore e forma secondo la propria essenza. Così porta S. Jophiel al suo fratello S. Ezechiel l’ardente desiderio per Dio, la volontà di penitenza, lo sforzo verso l’interiorità; S. Ezechiel invece porta al suo fratello S. Jophiel la statica nella profondità, la costanza nell’arare, la forte, calma mano. Entrambi assieme formano nell’arcobaleno dai sette colori della Regina il viola, che tende da una parte al blu della fede, dall’altra parte al rosso della passione. Essi sono l’accordo dell’ardore e della semplicità, che noi possiamo indicare con il la-minore. S. Jophiel porta come simbolo la conchiglia con lo scroscio del mare, che è anche figura dell’ardore per Dio come del pellegrinaggio verso Dio. S. Ezechiel porta invece come simbolo un denaro, perché uno solo è necessario: Dio; una è la nostra ricompensa: Dio. Questo unico denaro oggi è il seme, che S. Ezechiel porge al Signore. Così diviene nell’inesprimibile amore di Dio l’uffizio dell’angelo custode come un denaro, che ogni angelo – alla prima o all’ultima ora – deve ottenere e nel quale il Signore stesso si nasconde, la vera ricompensa per tutti i suoi.

Preghiera: Grande  amico e  benevolo  angelo  con  l'unico  denaro,  dirigi  la nostra vita verso questo unico principio: “Dio solo è abbastanza!”, e facci diventare angeli custodi per tutto il nostro ambiente. Amen.

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VI Coro 
L'angelo con l'unico denaro7a domenica dopo Pentecoste

S. Ezechiel

Come S. Cadiel, l'angelo intercessore  della 6a Domenica dopo Pentecoste, così è anche S. Ezechiel un alto principe e al contempo angelo custode. Egli è appellato “Il servo fedele” e conduce i suoi reparti ad una grande fedeltà, alla fermezza e al pronto coraggio come servi e serve. “Ora però che, esenti dal peccato, siete diventati servi di Dio, abbiate per vostro frutto la santità e alla fine la vita eterna”.

Che cosa insegna innanzitutto l’angelo al servo e alla serva?

Il timore del Signore, la riverenza con gioia riconoscente di avere un tale Signore;

il timore di dispiacere al Signore per il libero arbitrio, il peccato, le propensioni agli influssi del nemico;

lo zelo nel servizio, nel compiere la volontà di Dio.

l'amore, la misericordia, la fedeltà!

Queste sono le basi per il nostro servizio, il nostro operato. Questo imparare “da zero”, affinché S. Ezechiele possa essere il nostro “maestro dei novizi”, per tutti in egual misura, esortando tutti con rigore inflessibile!

 
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