"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
sabato 31 ottobre 2020
Il blog degli amici di Papa Ratzinger 4 [2010-2011]: Benedetto XVI. Mosaico dei momenti commoventi e di...
LA CHIESA SARA' ECLISSATA - per poi rinascere , pur sempre Quella di Gesù, ma Nuova e Più Bella che mai.
“Il Terzo Segreto di Fatima dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice.
UFFICIO MARIANO - SABATO
Inno
Salve, Virgo florens, Supra omnes Angelos Per te Mater gratiae, Patens Coeli janua, | Salve, Vergine fiorente, Sopra tutti gli Angeli Grazie a te, Madre di grazia, Aperta Porta del Cielo, |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
Cantico 1
Audite, Coeli, quae loquar de Maria, | Udite, o Cieli, perché parlerò di Maria, |
Magnificate ipsam mecum semper, | Magnificatela con me sempre, |
Generatio prava atque perversa, | Generazione malvagia e perversa, |
Numquid non ipsa est mater tua, | Non è lei forse la madre tua, |
Si hanc dimittis non es amicus summi Caesaris, | Se ti volgi da lei non sei amico del sommo Cesare, |
Ùtinam sàperes, et intellìgeres, | O se sapessi, e comprendessi, |
Quemàdmodum infans sine nutrice non potest vivere, | Allo stesso modo che un bambino non può vivere senza una nutrice, |
Sìtiat ergo anima tua ad ipsam, | Abbia sete di lei dunque la tua anima, |
Repleatur os tuum laude sua, | Sia ripiena la tua bocca delle sue lodi, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Cantico 2
Benedìcite omnia opera Dominae gloriosae, | Benedite, opere tutte, la Vergine gloriosa, |
Benedìcite Angeli Dominae nostrae, | Benedite, Angeli, la nostra Signora, |
Benedicat omnis creatura Dominam nostram, | Benedica ogni creatura Maria, nostra Signora, |
Benedicta sis, o summi Regis Filia, | Sii benedetta, o Figlia del sommo Re, |
Benedicta sis corona dominarum omnium, | Sii benedetta, o corona di tutte le Sante, |
Odor tuus sicut agri pleni, cui benedixit Dominus, | La tua fragranza è come quella di un campo fiorito benedetto dal Signore, |
Qui benedixerit tibi, o Virgo, sit ille jugiter benedictus. | Chi ti avrà benedetto, o Vergine, sia per questo benedetto. |
Non recédat de domo servorum tuorum | Non venga meno nella casa dei tuoi servi |
In nomine tuo omne genuflectatur, | Nel tuo nome si genufletta ognuno |
Benedicamus Deum, qui te creavit, | Benediciamo il Signore che ti ha creata, |
Benedicta sis Domina in Coelo, | Sii benedetta, Regina del Cielo, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Cantico 3
Benedicta sis, Domina et Mater Dei mei Ìsrael, | Sii benedetta, Signora e Madre del mio Dio di Israele, |
Et erexit unicornu salutaris castitatis tuae | E ha spiegato lo stendardo della tua castità |
Sicut locutus est per os Isaiae | Come ha detto attraverso Isaia |
Salutem ex inimìcis praesta Virgo vìrginum, | Dona, o Vergine delle vergini, salvezza dai nemici |
Et fac misericordiam pro parentibus, et nobis, | Abbi misericordia verso i nostri congiunti, e verso di noi, |
Quod juravit ad patres nostros, | Come giurò ai nostri padri, |
Sic sine timore de manu inimicorum nostrorum liberati, | Così, senza timore liberati dalle mani dei nemici, |
In sanctitate et justitia coram te, | In santità e giustizia davanti a Te |
Et tu, Maria, Prophetissa Dei vocàberis, | E tu, Maria, sarai chiamata Profetessa di Dio, |
Per quam dedit scientiam salutis plebi ejus, | Attraverso te ha dato la conoscenza della salvezza del suo popolo, |
Per viscera multitudinis misericordiae tuae, | Per le viscere della tua molteplice misericordia, |
Illumina tenebras sedentium in umbra mortis, | Illumina le tenebre di quanti siedono nell’ombra della morte, |
Miserere, misericordiae Mater, nobis miseris peccatoribus, | Abbi pietà, Madre di misericordia, di noi miseri peccatori, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
V. Oleum effusum, Maria, Nomen tuum. | V. Come unguento diffuso, o Maria, è il tuo Nome. |
R. Servi tui dilexérunt te nimis. | R. I tuoi servi ti hanno grandemente amato. |
UFFICIO MARIANO - VENERDI'
Inno
Salve, Horologium | Salve, Orologio |
Homo ut ab inferis | Perché l’uomo dagli abissi |
Solis hujus radii | Maria risplende |
Lilium inter spinas, | Giglio tra le spine, |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
Salmo 1 – del desiderio del Cielo.
Deus, judicium tuum regi da, | O Dio, dà al re il tuo giudizio, |
In manu tua salus et vita consistunt, | Nella tua mano stanno insieme salvezza e vita, |
Resperge cor meum dulcedine tua, | Aspergi il mio cuore con la tua dolcezza, |
Concupiscentias sempiternas excita in anima mea, | Stimola nella mia anima i desideri dell’eternità, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Salmo 2 – dei pellegrini verso la patria celeste.
Laetatus sum in te, Regina Coeli, | Mi sono allietato in te, Regina del Cielo, |
Èripe me de inimicis meis, Domina mundi, | Liberami dai miei nemici, o Regina del mondo, |
Non dormit, neque dormiet pupilla oculi tui, Ut tua semper custodia protegamur. Memento nostri, perditorum salvàtrix, Exaudi planctus cordis nostri. | Non dorme, né dormirà la pupilla del tuo occhio, |
In pulchritudine pacis, et requie opulenta, Cibabis nos post laborem peregrinationis nostrae. Misericordias tuas, Domina, In sempiternum decantabo. | Nella delizia della pace, e in un sontuoso riposo, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Salmo 3 – del moribondo nelle mani della Vergine.
In éxitu animae de hoc mundo, | Nel partire l’anima da questo mondo, |
Esto illi scala ad Regnum Coelorum, Et iter rectum ad Paradisum Dei. In convertendo faciem tuam serenissimam super nos, Laetificabis nos Virginea Mater Dei. | Sii per lei scala al Regno dei Cieli, |
Impetra nobis indulgentiam plenam, Assiste pro nobis ante tribùnal Dei. Gratiosus tuus vultus mihi appàreat in extremis, Formòsitas faciéi tuae laetificet spiritum meum egredientem. | Impetra a noi una piena indulgenza, |
Pròtegat me semper gratia tua, Praesentia tua illustret finem meum. In te, Domina, speravi, non confundar in aeternum: In gratia tua sùscipe me. In manus tuas, Domina, commendo spiritum meum, totam vitam meam, et diem ultimum. | Sempre mi protegga la tua grazia, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
V. Ego feci in Coelis, ut oriretur lumen indefìciens. | V. Io ho fatto nei Cieli una luce che non viene meno. |
R. Et quasi nebula texi omnem terram. | R. E come di una nube ho coperto tutta la terra. |
giovedì 29 ottobre 2020
Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre!
LETTERA AI FEDELI
(Seconda recensione)
[179] 1 Nel nome del Signore, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.
A tutti i cristiani religiosi, chierici e laici uomini e donne, a tutti gli abitanti del mondo intero, frate Francesco, loro servo e suddito, ossequio rispettoso, pace dal cielo e sincera carità nel Signore.
[180] 2 Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire a tutti e ad amministrare le fragranti parole del mio Signore. 3 E perciò, considerando che non posso visitare personalmente i singoli, a causa della malattia e debolezza del mio corpo, mi sono proposto di riferire a voi, mediante la presente lettera e messaggio, le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita (Gv 6,63).
I IL VERBO DEL PADRE
[181] 4 L'altissimo Padre celeste, per mezzo del santo suo angelo Gabriele (Cfr. Lc 1,31), annunciò questo Verbo del Padre, così degno, così santo e glorioso, nel grembo della santa e gloriosa Vergine Maria, e dal grembo di lei ricevette la vera carne della nostra umanità e fragilità.
[182] 5 Lui, che era ricco (2Cor 8,9) sopra ogni altra cosa, volle scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà.
[183] 6 E, prossimo alla passione (Cfr. Mt 26,17-20; Mc 14,12-16; Lc 22,7-13), celebrò la pasqua con i suoi discepoli, e prendendo il pane, rese grazie, lo benedisse e lo spezzò dicendo: "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo" (Mt 26,26). 7 E prendendo il calice disse: "Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati" (Mt 26,27). 6 Poi pregò il Padre dicendo: "Padre, se è possibile, passi da me questo calice". 9 E il suo sudore divenne simile a gocce di sangue che scorre per terra (Lc 22,44). Depose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre dicendo: "Padre, sia fatta la tua volontà; non come voglio io, ma come vuoi tu" (Mt 26,42; 26,39).
[184] 11 E la volontà di suo Padre fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull'altare della croce, 12 non per sé, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose (Cfr. Gv 1,3), ma in espiazione dei nostri peccati, 13 lasciando a noi l'esempio perché ne seguiamo le orme (1Pt 2,21). 14 E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo con cuore puro e col nostro corpo casto.
[185] 15 Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere ed essere salvati per mezzo di lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero (Cfr. Mt 11,30).
II DI QUELLI CHE NON VOGLIONO OSSERVARE I COMANDAMENTI Dl DIO
[186] 16 Coloro che non vogliono gustare quanto sia soave il Signore (Cfr. Sal 33,9) e preferiscono le tenebre alla luce (Gv 3,19), rifiutando di osservare i comandamenti di Dio, sono maledetti; 17 di essi dice il profeta: "Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti" (Sal 118,21). 18 Invece, quanto sono beati e benedetti quelli che amano il Signore e fanno così come dice il Signore stesso nel Vangelo: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e tutta l'anima, e il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22,37.39).
III DELL'AMORE DI DIO E DEL SUO CULTO
[187] 19 Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e mente pura, poiché egli stesso, ricercando questo sopra tutte le altre cose, disse: I veri adoratori adoreranno il Padre nello Spirito e nella verità (Gv 4,23). 20 Tutti infatti quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino nello spirito (Cfr. Gv 4,24) della verità.
[188] 21 Ed eleviamo a lui lodi e preghiere giorno e notte (Sal 31,4), dicendo: "Padre nostro, che sei nei cieli" (Mt 6,9), poiché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci (Lc 18,1).
IV DELLA VITA SACRAMENTALE
[189] 22 Dobbiamo anche confessare al sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo. 23 Chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue, non può entrare nel regno di Dio (Cfr. Gv 6,55.57 e Gv 3,5). 24 Lo deve però mangiare e bere degnamente, poiché chi lo riceve indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non discernendo il corpo del Signore (1Cor 11,29), cioè non distinguendolo dagli altri cibi.
[190] 25 Facciamo, inoltre, frutti degni di penitenza Cfr. (Lc 3,8). 26 E amiamo i prossimi come noi stessi (Cfr. Mt 22,39). 27 E se uno non vuole amarli come se stesso, almeno non arrechi loro del male, ma faccia del bene.
V DEL GIUDICARE CON MISERICORDIA
[191] 28 Coloro poi che hanno ricevuto l'autorità di giudicare gli altri, esercitino il giudizio con misericordia, così come essi stessi vogliono ottenere misericordia dal Signore; 29 infatti il giudizio sarà senza misericordia per coloro che non hanno usato misericordia (Gv 2,13).
[192] 30 Abbiamo perciò carità e umiltà e facciamo elemosine, perché l'elemosina lava l'anima dalle brutture dei peccati. 31 Gli uomini infatti perdono tutte le cose che lasciano in questo mondo, ma portano con sé la ricompensa della carità e le elemosine che hanno fatto, di cui avranno dal Signore il premio e la degna ricompensa.
VI DEL DIGIUNO CORPORALE E SPIRITUALE
[193] 32 Dobbiamo anche digiunare e astenerci dai vizi e dai peccati (Cfr. Tb 4,11; 12,9). a e da ogni eccesso nel mangiare e nel bere ed essere cattolici. 33 Dobbiamo anche visitare frequentemente le chiese e venerare e usare reverenza verso i chierici, non tanto per loro stessi, se sono peccatori, ma per l'ufficio e l'amministrazione del santissimo corpo e sangue di Cristo, che sacrificano sull'altare e ricevono e amministrano agli altri.
[194] 34 E siamo tutti fermamente convinti che nessuno può essere salvato se non per mezzo delle sante parole e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano. 35 Ed essi soli debbono amministrarli e non altri.
36 Specialmente poi i religiosi, i quali hanno rinunciato al mondo, sono tenuti a fare molte altre cose e più grandi, senza però tralasciare queste (Cfr. Lc 11,42).
VII DELL'AMORE VERSO I NEMICI
[195] 37 Dobbiamo avere in odio i nostri corpi con i vizi e i peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo: Tutte le cose cattive, i vizi e i peccati escono dal cuore (Cfr. Mt 15,18-19; Mc 7,23).
[196] 38 Dobbiamo amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che ci odiano (Cfr. Mt 5,44; Lc 6,27). 39 Dobbiamo osservare i precetti e i consigli del Signore nostro Gesù Cristo. 40 Dobbiamo anche rinnegare noi stessi (Cfr. Mt 16,24) e porre i nostri corpi sotto il giogo del servizio e della santa obbedienza, così come ciascuno ha promesso al Signore.
VIII UMILTÀ NEL COMANDARE
[197] 41 E nessun uomo si ritenga obbligato dall'obbedienza a obbedire a qualcuno là dove si commette delitto o peccato. 42 E colui al quale è affidata l'obbedienza e che è ritenuto maggiore, sia come il minore (Lc 22,26) e servo degli altri fratelli, 43 e usi ed abbia nei confronti di ciascuno dei suoi fratelli quella misericordia che vorrebbe fosse usata verso di sé qualora si trovasse in un caso simile.
[198] 44 E per il peccato commesso dal fratello non si adiri contro di lui, ma lo ammonisca e lo conforti con ogni pazienza e umiltà.
IX DEL FUGGIRE LA SAPIENZA CARNALE
[199] 45 Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne (Cfr. 1Cor 1,26), ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. 46 Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profeta: "lo sono un verme e non un uomo, I'obbrobrio degli uomini e scherno del popolo" (Sal 21,7).
47 Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio (1Pt 2,13).
X DEL SERVO FEDELE CHE DIVIENE DIMORA DI DIO
[200] 48 E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore (Is 11,2), ed egli ne farà sua abitazione e dimora (Cfr. Gv 14,23). 49 E saranno figli del Padre celeste (Cfr. Mt 5,45), di cui fanno le opere, 50 e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo (Cfr. Mt 12,50).
51 Siamo sposi, quando l'anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l'azione dello Spirito Santo. 52 E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo (Cfr. Mt 12,50), che è in cielo. 53 Siamo madri (Cfr. 1Cor 6,20), quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l'amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri (Cfr. Mt 5,16).
[201] 54 Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre!
55 Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo!
56 Oh, come è santo come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore (Cfr. Gv 10,15) e pregò il Padre per noi, dicendo: "Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato (Gv 17,11). 57 Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e tu li hai dati a me (Gv 17,6). 58 E le parole che desti a me, le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato (Gv 17,8). Io prego per loro e non per il mondo (Gv 17,9). Benedicili e santificali (Gv 17,17). 59 E per loro io santifico me stesso, affinché siano santificati nell'unità, come lo siamo noi (Gv 17,19.11). 60 E voglio, o Padre, che dove io sono ci siano anch'essi con me, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno" (Gv 17,24; Mt 20,21).
[202] 61 A colui che tanto patì per noi, che tanti beni ha elargito e ci elargirà in futuro, a Dio, ogni creatura che vive nei cieli, sulla terra, nel mare e negli abissi renda lode, gloria, onore e benedizione (Cfr. Ap 5,13), 62 poiché egli è la nostra virtù e la nostra fortezza. Egli che solo è buono (Cfr. Lc 18,19), solo altissimo, solo onnipotente, ammirabile glorioso e solo è santo, degno di lode e benedetto per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.
XI DI COLORO CHE NON FANNO PENITENZA
[203] 63 Invece, tutti coloro che non vivono nella penitenza, e non ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, 64 e compiono vizi e peccati, e che camminano dietro la cattiva concupiscenza e i cattivi desideri, e non osservano quelle cose che hanno promesso, 65 e servono con il proprio corpo il mondo, gli istinti della carne, le cure e preoccupazioni del mondo e le cure di questa vita, 66 ingannati dal diavolo di cui sono figli e ne compiono le opere (Cfr. Gv 8,49), costoro sono ciechi poiché non vedono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo.
67 Questi non posseggono la sapienza spirituale, poiché non hanno in sé il Figlio di Dio, che è la vera sapienza del Padre. Di essi dice la Scrittura: "La loro sapienza è stata divorata" (Sal 106,27). 68 Essi vedono, conoscono, sanno e fanno il male e consapevolmente perdono le loro anime.
[204] 69 Vedete, o ciechi, ingannati dai nostri nemici, cioè dalla carne, dal mondo e dal diavolo, che al corpo è dolce fare il peccato ed è cosa amara servire Dio, poiché tutte le cose cattive, vizi e peccati, escono e procedono dal cuore degli uomini (Cfr. Mt 7,21.23; 15,18-19), come dice il Signore nel Vangelo. 70 E così non possedete nulla né in questo mondo né nell'altro. 71 Credete di possedere a lungo le vanità di questo secolo, ma vi ingannate, perché verrà il giorno e l'ora che non pensate, non conoscete e ignorate (Cfr. Mt 24,44; 25,13).
XII IL MORIBONDO IMPENITENTE
[205] 72 Il corpo è infermo, si avvicina la morte, accorrono i parenti e gli amici e dicono: "Disponi delle tue cose". 73 Ecco, la moglie di lui, i figli, i parenti e gli amici fingono di piangere. 74 Ed egli, sollevando gli occhi, li vede piangere e, mosso da un cattivo sentimento, pensando tra sé dice: "Ecco, la mia anima e il mio corpo e tutte le mie cose pongo nelle vostre mani". 75 In verità questo uomo è maledetto, poiché colloca la sua fiducia e affida la sua anima, il suo corpo e tutti i suoi averi in tali mani. 76 Perciò dice il Signore per bocca del profeta: "Maledetto l'uomo che confida nelI'uomo!" (Ger 17,5).
77 E subito fanno venire il sacerdote. Gli domanda il sacerdote: "Vuoi ricevere la penitenza per tutti i tuoi peccati?". 78 Rispose: "Sì". "Vuoi dare soddisfazione, con i tuoi mezzi, cosi come puoi, per tutte le colpe e per quelle cose che hai defraudato e nelle quali hai ingannato gli uomini?". 79 Risponde: "No". E il sacerdote: "Perché no?". 80 "Perché ho consegnato ogni mio avere nelle mani dei parenti e degli amici". 81 E incomincia a perdere la parola, e così quel misero muore.
82 Ma sappiamo tutti che ovunque e in qualsiasi modo un uomo muoia in peccato mortale senza compiere la soddisfazione sacramentale, e può farlo e non lo fa, il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con una angoscia e sofferenza così grandi, che nessuno può sapere se non chi ne fa la prova. 83 E tutti i talenti e l'autorità e la scienza, che credeva di possedere (Cfr. Lc 8,18), gli sono portati via (Mc 4,25). 84 Egli li lascia ai parenti e agli amici; ed essi prendono il patrimonio e se lo dividono e poi dicono: "Maledetta sia la sua anima, poiché poteva darci e acquistare più di quanto non acquistò!". 85 I vermi divorano il corpo; e così quell'uomo perde l'anima e il corpo in questa breve vita e va all'inferno, ove sarà tormentato eternamente.
86 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
[206] 87 Io frate Francesco, il più piccolo servo vostro, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio (Cfr. 1Gv 4,16), e col desiderio di baciarvi i piedi, che queste parole e le altre del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e attuare e osservare. 87bis E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le imparino a memoria, mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita (Gv 6,63). E coloro che non faranno ciò, ne renderanno ragione nel giorno del giudizio davanti al tribunale di Cristo. 88 E tutti quelli e quelle che con benevolenza le accoglieranno e le comprenderanno e ne invieranno copie ad altri, se in esse persevereranno fino alla fine (Mt 24,13), li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA
Questo passaggio dell’omelia pronunciata da Papa Benedetto XVI in piazza San Pietro l’11 giugno 2010, a conclusione dell’Anno Sacerdotale, sintetizza la teologia e la spiritualità del Sacramento dell’Ordine Sacerdotale:
“Il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio (…). Egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la condizione della nostra vita.
Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo, che sono parole di consacrazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e il suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui.
Il sacerdozio, quindi, non è semplicemente ‘ufficio’ ma Sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere presente e di agire per gli uomini attraverso di lui. Questa audacia di Dio, che si affida agli uomini; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola sacerdozio”.
ESISTONO CINQUE LUOGHI...
Dio Padre parla a Santa Brigida, istruendola sulla virtù dei pellegrinaggi ai cinque luoghi che sorgono a Gerusalemme e a Betlemme
«Esistono cinque luoghi. Tutti coloro che vi si recheranno avranno cinque tipi di frutti, se li visitano con cuore puro, senza superbia e ferventi d'amore...
*Colui che andrà dove è nata Maria, non solo sarà purificato, ma sarà un vaso in mio onore (cfr. capitolo su Maria).
*Il secondo luogo è Betlemme, dove mio Figlio è nato come un leone, in quanto tale era visto e considerato dal punto di vista umano; tuttavia egli era invisibile e sconosciuto secondo la divinità.
*Il terzo luogo è il Calvario, dove mio figlio è stato ferito come un agnello innocente e senza macchia e dove è morto; ma egli era impassibile e immortale secondo la divinità.
*Il quarto luogo è il giardino del sepolcro di mio Figlio, in cui venne nascosto come una serpe spregevole; là giaceva la sua umanità, sebbene egli si trovasse ovunque secondo la sua divinità.
*Il quinto luogo è il monte degli Ulivi da cui mio Figlio spiccò il volo, secondo l'umanità, come un'aquila in cielo, dove si trovava sempre secondo la divinità; egli fu rigenerato e si riposò secondo l'umanità, poiché, secondo la divinità, riposava e non era mutato.
Perciò chi si recherà in questi posti con cuore buono e puro, assaporerà la dolcezza e la soavità di me che sono Dio in tutto. Quando sarai giunta in questi luoghi, ti mostrerò diverse cose». Libro V, 13
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AMDG et DVM
Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale, Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il regno del tuo Gesù.
Dai 'Quaderni' di Maria Valtorta,
6 settembre 1943
Dice Gesù:
«"Benedetta tu fra tutte le donne". Questa benedizione che voi dite malamente o non dite affatto a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la Redenzione, risuona continuamente in Cielo pronunciata con infinito amore dalla nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della Misericordia divina.
Se anche tutta l’opera del Padre per creare dal nulla la Terra non avesse servito che per accogliere Maria, l’opera creativa avrebbe avuto la sua ragione d’essere, perché la perfezione di questa Creatura è tale che essa è testimonianza non solo della sapienza e della potenza, ma dell’amore con cui Dio ha creato il mondo.
La creazione terrestre avendo invece dato Adamo e la razza di Adamo, Maria testimonia il super- amore misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perché Maria mi ha concepito e dato al Mondo.
Voi mi direte che come Dio potevo superare la necessità di prendere carne nel seno di una donna. Tutto potevo, è vero. Ma riflettete quale legge d’ordine e bontà sta nel mio annichilimento in veste mortale.
La colpa commessa dall’uomo doveva essere scontata dall’uomo e non dalla divinità non incarnata. Come avrebbe potuto la Divinità, Spirito incorporeo, redimere col sacrificio di Se stessa le colpe della carne? Necessità dunque che Io, Dio, pagassi con lo strazio di una Carne e di un Sangue innocenti, nati da una innocente, le colpe della carne e del sangue.
La mia mente, il mio sentimento, il mio spirito avrebbero sofferto per le colpe vostre di mente, di sentimento e di spirito. Ma per essere Redenzione di tutte le concupiscenze, inoculate in Adamo e nella sua progenie dal Tentatore, doveva, l’Immolato per tutte, essere dotato di una natura simile alla vostra, resa degna d’esser data in riscatto a Dio dalla Divinità nascosta in essa, come una gemma d’infinito soprannaturale valore nascosta sotto una veste comune e naturale.
Dio è ordine e Dio non viola e non violenta l’ordine, salvo che in casi eccezionalissimi, giudicati utili dalla sua Intelligenza. Tale non era il caso della mia Redenzione.
Non dovevo unicamente cancellare la colpa dal momento di essa al momento del sacrificio e annullare nei futuri gli effetti della colpa facendoli nascere, come Adamo avanti di commetterla, ignari del male. No. Io dovevo con un sacrificio totale riparare la Colpa e le colpe di tutta l’umanità, dare l’umanità già estinta l’assoluzione della colpa, a quella vivente in quell’ora e nella futura il mezzo per essere aiutata a resistere al male e per essere perdonata dal male che la sua debolezza l’avrebbe indotta a commettere.
Doveva perciò il mio sacrificio essere tale da presentare tutti i requisiti necessari, e tale poteva essere solo in un Dio fatto uomo: ostia degna di Dio mezzo compreso dall’uomo. Inoltre Io venivo a portare la Legge.
Se la mia Umanità non fosse stata, come avreste potuto credere, voi, poveri fratelli miei, che faticate ad aver fede in Me, vissuto per 33 anni sulla terra Uomo fra gli uomini? E come potevo apparire già adulto a popoli ostili o ignoranti rendendoli persuasi della mia natura e della mia dottrina? Sarei allora apparso agli occhi del mondo come uno spirito che avesse preso sembianza d’uomo, ma non come uomo che nacque e morì versando sangue vero attraverso alle ferite di una vera carne - e ciò a prova d’esser uomo - e risorse e ascese al Cielo col suo corpo glorificato - e ciò a prova d’esser Dio che torna alla sua dimora eterna.
Non è più dolce per voi pensare che sono realmente vostro fratello, nella sorte di creature che nascono, vivono, soffrono e muoiono, che non pensarmi spirito superiore alle esigenze dell’umanità?
Necessità dunque che una donna mi generasse secondo la carne, dopo avermi concepito al disopra della carne, poiché da nessun coniugio di creature, per sante che fossero, poteva esser generato il Dio-Uomo, ma solo da uno sponsale tra la Purezza e l’Amore, tra lo Spirito e la Vergine, creata senza macchia per esser matrice alla carne di un Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la Perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della Terra, fiore della Creazione più bello di tutti i fiori dell’Universo, astro vivo davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio.
Benedetta la Pura, destinata al Signore.
Benedetta la Desiderata della Trinità che anticipava col desiderio l’attimo di fondersi a Lei con amplesso di trino amore.
Benedetta la Vincitrice che schiaccia il Tentatore sotto il candore della sua natura immacolata.
Benedetta la Vergine che non conosce che il bacio del Signore. Benedetta la Madre divenuta tale per obbedienza santa alla volontà dell’Altissimo. Benedetta la Martire che accetta il martirio per pietà di tutti voi.
Benedetta la Redentrice della donna e dei figli della donna, che annulla Eva e si innesta al suo posto per portare il frutto della vita là dove il Nemico ha messo seme di morte.
Benedetta, benedetta, tre volte benedetta per il tuo "sì", o Madre mia che hai permesso a Dio di mantenere la promessa fatta ad Abramo, ai patriarchi e ai profeti, che hai dato sollievo all’Amore, oppresso dal dovere esser punitore e non salvatore, che hai sollevata la Terra dalla condanna portata a lei da Eva.
Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale, Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il regno del tuo Gesù.
Generatrice di grazia e di salvezza, generatrice della divina Misericordia, generatrice della Chiesa universale, che tu sia benedetta in eterno per quanto hai compiuto, come benedetta in eterno eri per quello che avresti compiuto.
Sacerdotessa santa, santa, santa, che hai celebrato il primo sacrificio e preparato con parte di te stessa l’Ostia da immolare sull’altare del mondo.
Santa, santa, santa Madre mia, che non mi hai fatto rimpiangere il Cielo e il seno del Padre, perché in te ho trovato un altro paradiso non dissimile a quello in cui la Triade opera le sue opere divine; Maria che sei stata il conforto del tuo Figlio sulla terra e il gaudio del Figlio in Cielo, che sei la gloria del Padre e l’Amore dello Spirito.»
UFFICIO MARIANO - GIOVEDI'
Inno
Salve, Urbs refugii, | Salve, Città di rifugio |
In Conceptione | Dalla tua Concezione |
Haec est mulier fortis, | Questa è la donna forte |
Rachel Curatorem | Rachele generò |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
Salmo 1 – di speranza e di vita.
Dilexi Matrem Dei Domini mei, | Ho amato la Madre di Dio mio Signore, |
Tuo tactu lenissimo sanantur infirmi, | Al tuo tocco leggero son risanati gli infermi, |
In dextera ejus ignea lex, | Nella Sua destra la legge infuocata, |
Odor vitae de Illa progréditur, | Profumo di vita da Lei proviene, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Salmo 2 – di gioia e giustizia.
Quam bonus Israel Deus | Quanto è buono il Dio di Israele |
Unguentum effusum et aromaticum est nomen tuum, | Profumo diffuso ed aromatico è il tuo nome, |
Paratum cor meum, Domina, paratum cor meum, | Pronto è il mio cuore, Signora, preparato il mio animo, |
Laetifica nos dulcifluo sono oris tui, | Allietaci con il dolce suono della tua voce, |
Misericordia tua rigat Universum: | La tua misericordia irriga l’Universo: |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Salmo 3 – di benedizione.
Bènedic, anima mea, Matri Jesu Christi, | Benedici la Madre di Cristo Gesù, anima mia, |
Benedictum sit eloquium tuum, | Benedetto sia il tuo parlare, |
Benedictus sit qui te sanctificavit, | Sia benedetto chi ti rese Santa, |
Benedictus sit venter qui te portavit, | Benedetto sia il ventre che ti ha portato, |
Benedicta tu, virga Jesse sublimis, | Sii tu benedetta, discendenza sublime di Jesse, |
Gloria Patri… | Gloria al Padre… |
Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae. | Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo. |
V. Tota pulchra es, amica mea. | V. Tutta bella sei, o mia diletta. |
R. Et macula originalis nunquam fuit in te. | R. E la colpa originale giammai fu in te. |