venerdì 30 novembre 2018

Non è lecito all’uomo, per nessun motivo, non è lecito al cristiano separare ciò che un sacramento ha congiunto nel nome di Cristo. 21.6.44

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Matrimonio


    Dai Quaderni
  • Adultero e maledetto è quel vivente che scinde un’unione, prima voluta, per capriccio di carne o per insofferenza morale, perché se egli o ella dicono che il coniuge e ormai per essi cagione di peso e ripugnanza, Io dico che Dio ha dato all’uomo riflessione e intelletto perché lo usi e tanto più lo usi in casi di così grave importanza come la formazione di una nuova famiglia; Io dico ancora che se si è in un primo tempo errato per leggerezza o per calcolo, occorre poi sopportare le conseguenze per non creare maggiori sciagure che ricadono specialmente sul coniuge più buono e sugli innocenti, portati a soffrire  più che la vita non comporti e a giudicare coloro che Io ho fatto ingiudicabili per precetto: il padre e la madre. Io dico infine, che la virtù del sacramento, se foste cristiani, veri e non quei bastardi che siete,  dovrebbe agire in voi coniugi, per fare di voi un’anima sola che si ama in una carne sola e non due belve che si odiano legate ad una stessa catena. (…)
    Nulla vi rende lecito l’essere adulteri. Nulla. Non l’abbandono o la malattia del coniuge e molto meno il suo carattere più o meno odioso. (…)
    Io ho detto e non muto il mio dire, che è adultero non solo chi consuma adulterio, ma chi desidera consumarlo nel suo cuore perché guarda con fame di sensi la donna o l’uomo non suo. (…)  Il mondo si frantuma in rovine perché per prime si sono rovinate le famiglie. (…) La libidine estingue la Luce dello spirito e uccide la Grazia. Senza Grazia e senza Luce voi non differite dai bruti e compite perciò azioni da bruti. 25.9.43
  • Doppiamente male è per la donna presentarsi a Dio, all’altare di Dio per un giuramento ad un uomo, con la macchia più brutta che possa macchiare una donna. Mentitrice a Dio, all’uomo suo compagno, al mondo, carpisce una benedizione, una protezione e un rispetto di cui non è degna. 5.11.43
  • Il coniuge onesto e santamente amoroso cerca divenire simile all’altro coniuge, poiché chi ama tende a prendere somiglianza della creatura amata, onde il matrimonio bene inteso, è elevazione reciproca, perché non vi è alcuno completamente perfido e basta migliorare ognuno un punto prendendo ad esempio il buono dell’altro per salire in mutua gara la scala della santità. 28.11.43
  • Condizioni prime, nei vostri matrimoni di ora, sono queste di volgersi a Dio chiedendo dalle sue mani compagno conforme al vostro carattere e alla vostra posizione e soprattutto il compagno giusto agli occhi suoi. 11.1.44
  • Nulla di più sano e di più santo di due che si amano onestamente e si uniscono per perpetuare la razza umana e dare anime al Cielo. La dignità dell’uomo e della donna divenuti genitori, è la seconda dopo quella di Dio. Neppure la dignità regale è simile a questa perché il re, anche il più saggio, non fa che amministrare dei sudditi. I genitori, invece, attirano su loro lo sguardo di Dio e rapiscono a quello sguardo una nuova anima che chiudono nell’involucro della carne nata da loro. (…) 
    Quanti coniugi dopo l’inevitabile consuetudine  della cerimonia religiosa, consuetudine ho detto e lo ripeto, perché per la maggioranza non è altro che consuetudine e non aspirazione dell’anima ad avere Dio con sé in tal momento, non hanno più un pensiero a Dio e fanno del Sacramento che non finisce con la cerimonia religiosa, ma si inizia allora e dura quanto dura la vita dei coniugi (…) fanno del Sacramento un festino e del festino uno sfogo di bestialità. L’angelo insegna a Tobia che, facendo precedere con la preghiera l’atto, l’atto diviene santo e benedetto e fecondo di gioie vere e di prole.22.3.44
  • Ciò che Dio ha congiunto non può essere separato dall’uomo per nessun motivo. Poiché separare vuol dire spingere all’adulterio e il peccato di adulterio lo commette non solo chi pecca nella materia, ma chi produce le cause del peccato, mettendo una creatura nelle condizioni di peccare. 21.6.44
  • Se uno dei due ha mancato, doppio dovere del secondo d’esser fedele per non privare la prole dell’affetto e del rispetto. Affetto dei genitori alla prole, rispetto della prole ai genitori. (…) Non è lecito all’uomo, per nessun motivo, non è lecito al cristiano separare ciò che un sacramento ha congiunto nel nome di Cristo. 21.6.44
  • Quando la sposa lascia la casa paterna e diviene moglie di colui che l'ama, sale ad un grado di amore più grande. Non sono più due che si amano. Sono UNO che si ama nel suo doppio. L'uno ama sè riflesso nell'altro, poichè l'amore li stringe in un nodo così stertto che la gioia annulla la personalità e i due singoli in un'unica gioia. 21.6.44
  • Benedetta quella casa dove la santità del Sacramento vive nel vero senso della parola e produce una inesausta fioritura d'atti d'amore. Amore non di carne soltanto, ma più di spirito. Amore che dura e anzi cresce quanto più gli anni e gli affanni crescono. Amore che è vero amore, perchè non si limita ad amare per il godimento, ma abbraccia la pena del coniuge e la porta con lui per sollevarlo del peso. 21.6.44
  • L'uomo mostra di stimare molto la sua donna se ad essa confida tutto di se stesso per averne consiglio e conforto.
    La donna mostra di amare molto il suo uomo se sa comprenderlo nei suoi pensieri e se volonterosa lo aiuta a portare i suoi affanni. Non vi saranno più baci di fuoco e parole di poesia. Ma vi saranno carezze d'anima ad anima e segrete parole che si mormorano gli spiriti, dandosi, l'un l'altro la pace del vero amore del vero matrimonio. 21.6.44
  • Il matrimonio deve essere scuola non di corruzione ma di elevazione. Non siate inferiori ai bruti, i quali non corrompono con inutili lussurie l’azione del generare. Il matrimonio è un sacramento, come tale è e deve rimanere santo per non divenire sacrilego; ma anche non fosse sacramento, è sempre l’atto più solenne della vita umana i cui frutti vi equiparano quasi al Creatore delle vite e come tale va almeno contenuto in una sana morale umana. Se così non è, diviene delitto e lussuria.
    Due che si amino santamente, dall’inizio sono rari, perché troppo corrotta è la società, ma        il matrimonio è elevazione reciproca, deve essere tale. Il coniuge migliore deve essere fonte di elevazione, né limitarsi, a essere buono, ma adoperarsi perché alla bontà giunga l’altro. 23.7.44


    Dal Vangelo come mi è stato rivelato
  • "Non fornicate”.  (…) Quale fra voi non ha messo i denti in questo pane di cenere e sterco che è la soddisfazione sessuale? Ed è lussuria solo quella che vi spinge per un’ora fra braccia meretrici? Non è lussuria anche il profanato connubio con la sposa, profanato perché è vizio legalizzato essendo reciproca soddisfazione del senso, evadendo alle conseguenze dello stesso?
    Matrimonio vuole dire procreazione e l’atto vuol dire e deve essere fecondazione. Senza ciò è immoralità. Non si deve del talamo fare un lupanare. E tale diventa se si sporca di libidine e non si consacra con delle maternità. (…)
    L’uomo è il seme, la donna è la terra, la spiga è il figlio. Rifiutarsi a far la spiga e sperdere la forza  in vizio, è colpa. 123.3
  • La donna: il capolavoro della bontà presso il capolavoro della creazione che è l’uomo.157.4
  • Le donne: mute sacerdotesse che predicheranno Dio col loro modo di vivere e che, senza altra consacrazione che quella avuta dal Dio-Amore, saranno, oh! saranno consacrate e degne d'esserlo. 157.5
  • Solo la morte rompe il matrimonio. Ricordatevelo. E se avete fatto una scelta infelice portatene le conseguenze come una croce, essendo due infelici, ma santi, e senza fare maggiori infelici nei figli che sono gli innocenti che più soffrono di queste disgraziate situazioni. L’amore dei figli dovrebbe farvi meditare cento volte e cento anche nel caso d'una morte del coniuge. (…) Se sapeste voi  vedovi, e voi vedove, vedere nella morte non una menomazione ma una elevazione a una perfezione di procreatori! Esser madre anche per la madre estinta. Esser padre anche per il padre estinto. Esser due anime in una (…)  174.19
  • "Sia fatta la Tua volontà Padre, in Cielo, in Terra e nel cuore delle madri”.
    Fare la volontà di Dio attraverso la sorte dei figli è il martirio redentivo delle madri (…) il tormento delle madri è di essere separate dai figli. 253.4 
  • Il sacramento dà tutti gli aiuti per una santa convivenza secondo le leggi e i desideri di Dio.
    Lo sposo e la sposa divengo ministri di un rito: quello procreativo. Anche il marito e la moglie divengono sacerdoti di una piccola Chiesa: la famiglia. Devono perciò essere consacrati per procreare con benedizione di Dio e per allevare una discendenza nella quale si benedica il Nome Santissimo di Dio. 259.6
  • Chi rimanda la propria moglie legittima perché di essa è sazio e ne prende un’altra, non c’è che una sentenza: costui è adultero. E adultero è chi prende la ripudiata, perché se l’uomo si
    è arrogato il diritto di separare ciò che Dio ha congiunto, l’unione matrimoniale continua agli occhi di Dio e maledetto è chi passa a seconda moglie senza essere vedovo. 357.11
  • La mamma va ubbidita e amata, perché tutto quello che fa, lo fa per nostro bene. 445.12
  • La mamma è il più grande amore della terra, ma Dio è il più grande ed eterno amore della Terra e del Cielo e va ubbidito e amato perché tutto quello che fa, lo fa per nostro bene. 445.12
  • La mamma è per l’anima e per il corpo ciò che per gli stessi è Dio. Essa ti veglia, ti cura, t'insegna, ti ama, guarda che tu non ti faccia del male, ti tiene sotto le ali del suo amore. 445.12
  • La mamma è quella che compatisce il figlio ostinato, malato, sviato e lo ammansisce con la bontà e lo porta a Dio con la preghiera e la pazienza.445.12
  • Alle madri è macigno che schiaccia il disamore dei figli, il loro essere imperfetti agli occhi di Dio e degli uomini. 445.15
  • L’uomo deve essere il capo della casa ma non despota, né della sposa né dei figli e nello stesso tempo deve essere il re nel senso biblico della parola. Guai a quei padri che mancano al loro ufficio. 451.3
  • Il matrimonio è unione voluta per elevazione e conforto dell’uomo e della donna, oltre che per procreazione; è dovere, è ministero, non è mercato, non è dolore, non è avvilimento, di uno o dell’ altro coniuge. E’ amore e non odio. Giusto  dunque sia il capo senza eccessive durezze o pretese e senza eccessive condiscendenze e debolezze. (…) E giusta sia la donna nella casa verso lo sposo, i figli, i servi. Allo sposo dia ubbidienza e rispetto, conforto e aiuto.
    Ubbidienza finché questa non assuma sostanza di consentimento al peccato. La moglie deve essere sommessa ma non degradata. Guardate, o spose, che il primo che vi giudica, dopo Dio, per certe colpevoli condiscendenze, è lo stesso vostro marito che vi induce ad esse. 451.3
  • La moglie virtuosa, direi la moglie che anche dopo il coniugio conserva quel “che” di verginale negli atti, nelle parole, negli abbandoni d’amore, può portare il marito a una elevazione dal senso al sentimento, onde lo sposo si spoglia da lussuria e diviene veramente un unico “che”  con la sposa che tratta col riguardo con cui uno tratta una parte di sé stesso e giusto è che ciò sia, perché la donna è “osso delle sue ossa e carne della sua carne”. 451.4
  • La moglie sia paziente, materna con il marito. Lo consideri come il primo dei suoi figli, perché la donna è sempre madre e l’uomo è sempre bisognoso d'una madre che sia paziente, prudente, affettuosa, confortatrice. Beata quella donna che del proprio coniuge sa essere la compagna e insieme la madre per sorreggerlo, e la figlia per essere guidata. 451.4
  • Vegliare sui figli e sulle figlie, amorosamente, correggere, sorreggere, far meditare e tutto senza preferenze. 451.5
  • E tornando a come devono essere i componenti di una famiglia e gli abitanti d'una casa perché in essa si mantenga fruttuosamente la mia benedizione, vi dico, o figli, che voi siate sottomessi ai genitori, rispettosi, ubbidienti, per poterlo essere anche con il Signore Iddio vostro. Perché se non imparate ad ubbidire ai piccoli comandi del padre e della madre, che vedete, come potete ubbidire ai comandi di Dio che vi vengono detti in suo nome, ma che non vedete e non udite? 451.7
  • Siate dunque buoni, rispettosi, docili, amate il padre che vi corregge, perché lo fa per il vostro bene, e la madre se vi trattiene da azioni che la sua esperienza giudica non buone. Onorateli non facendoli arrossire con le vostre azioni malvagie. 451.8 
  • Il  Signore Iddio vostro ha creato il coniugio perché l’uomo e la donna non fossero soli e si amassero formando una carne sola e indissolubile, posto che fu insieme congiunta e vi ha dato il Sacramento perché sulle nozze scendesse la benedizione sua e per i meriti miei voi aveste quanto vi è necessario nella nuova  vita di coniugi e di procreatori. E per volgervi a Lui con volto e animo sicuri siate oneste, buone, rispettose, fedeli, vere compagne dello sposo, non semplici ospiti della sua casa, o peggio ancora: estranee che un caso riunisce sotto un tetto come due che il caso riunisce in un albergo di pellegrini.473.9
  • "Coloro che non amano in anima, mente e carne il loro compagno, lo spingono all’adulterio e se a costui Io chiederò il perché del suo peccato, non farò da meno per colei che non ne è l’esecutrice, ma la creatrice”. La Legge di Dio occorre saperla comprendere in tutta la sua estensione e profondità e occorre saperla vivere in piena verità. 473.9
  • La moglie sia sottomessa al marito, umile, fedele,casta. Si, egli, l’uomo, è il capo della famiglia. Ma capo non vuol dire despota. Capo non vuol dire capriccioso padrone al quale è lecito ogni capriccio non solo sulla carne ma sulla parte migliore della sposa. 531.10
  • Il divorzio (mosaico) è venuto come malvagio frutto della lussuria umana, del peccato d'origine e della corruzione degli uomini. Ma non è venuto spontaneamente da Dio. Dio non muta la sua parola. E Dio aveva detto, ispirando ad Adamo innocente ancora e parlante perciò con intelligenza non offuscata dalla colpa, le parole:  che gli sposi, una volta uniti, dovevano essere una carne sola. La carne non si separa dalla carne altro che per sciagura di morte o di malattia.  (…)
    Non è lecito all’uomo separare ciò che Dio ha unito, ed è adultero sempre, colui, o colei che avendo il coniuge vivente passa ad altre nozze.
    Il divorzio è prostituzione legale, mettendo in condizione uomo e donna di commettere peccati di lussuria.
    La donna divorziata difficilmente resta vedova d'un vivo, e vedova fedele. L’uomo divorziato non resta mai fedele al primo coniugio. Tanto l’uno che l’altra, passando ad altre unioni, scendono dal livello di uomini a quello di bruti, ai quali è concesso di cambiare femmina ad ogni appello di senso.
    La fornicazione legale, pericolosa alla famiglia e alla Patria, è delittuosa verso gli innocenti. I figli dei divorziati devono giudicare i genitori. Severo giudizio quello dei figli!  (…) 531.13
  • Parlare di nozze, di matrimonio in caso di novella unione d'un divorziato o d'una divorziata, è profanare il significato e la cosa che è il matrimonio. Solo la morte d'uno dei coniugi e la vedovanza consecutiva dell’altro, può giustificare le seconde nozze. 531.13
  • E adultero e peccatore sarà colui che contrarrà divorzio civile per contrarre nuova unione. La legge umana non muterà il mio decreto. 531.14
  • Il matrimonio sia un atto sacro e indissolubile sul quale scende la grazia del Signore a fare dei coniugi due suoi ministri nella propagazione della specie umana. (…)
    Per nessuna ragione si sciolga ciò che Dio ha unito. 635.9
  • Il matrimonio s'elevi a contratto spirituale per il quale le anime di due che si amano giurano di servire il Signore nell’ amore reciproco offerto a Lui in ubbidienza al suo comando di procreazione per dare figli al Signore. 635.9

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