sabato 23 settembre 2017

LA SCUOLA DEI SANTI cioè dei FIGLI DI DIO, è giudiziosa. Non ha...


PREGIUDIZI GROSSOLANI

Intorno al peccato veniale abbiamo pregiudizi grossolani, che riescono di grande danno al nostro profitto spirituale. 

Persuasi che sia cosa da nulla, lo commettiamo ogni giorno e direi quasi ogni ora, senza pensare alla malizia che racchiude in sé, alle tristi conseguenze che lascia ed ai castighi che ci accumula sul capo dall'Eterna Giustizia.

«E' una colpa veniale, diciamo se non con le parole almeno coi fatti; è un'imperfezione che si lava con acqua santa, con un segno di croce o con una giaculatoria; e non dobbiamo essere tanto scrupolosi. Non v'è neppur l'obbligo di confessarcene, perchè non toglie la grazia di Dio. Se avessi a guardarmi dalle bugie, dal ridere a spalle altrui, dalle piccole golosità, non la finirei più. Dovrei stare continuamente su me stesso, condurre una vita mesta; ed avrei timore di cadere in scrupoli e rompermi il capo ». Ma non così ragionavano i Santi. 
Contemplando le cose alla luce divina, essi nutrivano un orrore estremo al peccato veniale e gli mossero guerra a morte, pronti a subire qualunque pena, piuttosto ché commetterlo.

Udite il concerto armonioso, che s'innalza dalle loro vite e che rende splendido omaggio alla Giustizia ed alla Bontà divina, mentre fa uno strano contrasto con la nostra vergognosa condotta.

« Amo meglio, esclama Sant'Edmondo, gettarmi in un rogo ardente, anziché commettere avvertitamente qualsiasi peccato contro il mio Dio». 

Santa Caterina da Genova getta uno sguardo sull'azzurra immensità dell'oceano, pensa al mare di fuoco che sommerge i dannati nell'inferno, come i pesci nell'acqua; e da qui, com'è proprio delle anime amanti che vedono dovunque un segno dell'oggetto amato, risale a Dio, mare di bontà, e medita sui benefizi fatti all'uomo e sulla malizia del peccato. Allora, fuori di sé per dolore, esclama: « O mio Dio, per fuggire un peccato anche lieve, io mi getterei, se fosse necessario, in un abisso di fiamme e vi resterei per tutta l'eternità, piuttosto che commetterlo per uscirne.

La serafica vergine di Siena, Santa Caterina, uscita da un'estasi in cui aveva contemplata la bellezza di un'anima in grazia di Dio e la miseria di quella che è macchiata di peccato, scriveva: « Se l'anima, di sua natura immortale, potesse morire, basterebbe ad ucciderla la vista di un peccato veniale che ne scolorisse la bellezza! ».

Sant'Ignazio di Loiola insegnava spesso ai suoi discepoli: 
« Chi è geloso della purità della sua coscienza deve confondersi alla presenza di Dio per i peccati più lievi, considerando che, Colui contro cui sono commessi è infinito nelle sue perfezioni; la qual cosa li aggrava di una malizia infinita ».

Ammaestrato da questi santi princìpi sant'Alfonso Rodriguez fece risuonare le mura del convento, di cui era portinaio, con quest'ammirabile ed eroica preghiera, che trova eco fedele in tutti i cuori veramente divorati dallo zelo per la gloria di Dio: « Prima soffrire, o Signore, tutte le pene dell'inferno, che commettere un sol peccato veniale! ».

Nella storia della Chiesa si trovano spesso anime generose che sacrificarono la vita temporale, anziché salvarla con una bugia o con un peccato veniale. E' ben noto il fatto di quel Santo che, ricercato a morte dall'imperatore, ricoverò in sua casa i soldati che andavano in cerca di lui, li trattò con ogni squisitezza, offrendo loro cibo e ricovero per la notte. Arrivato il mattino, gli domandarono se avesse notizia di un cristiano, che non viveva secondo le leggi dell'impero ed era perciò stato condannato a morte. Ed egli confessò semplicemente che era lui stesso; e si offerse pronto ad accompagnarli alla corte. Ma quei soldati, pieni di gratitudine per le cure ricevute, gli proposero la fuga, assicurandolo che avrebbero riferito di non averlo trovato. Il Santo rifiutò recisamente per non farli cadere in una menzogna; ed andò coraggiosamente incontro al martirio.

Così ragionano e così operano i Santi. Chi ha ragione, il mondo o questi eroi, seguaci delle massime del Vangelo? Noi che valutiamo le cose alla luce del tempo, od essi che le considerano alla luce infallibile dell'eternità? Noi, che con lo sguardo miope vediamo solo la terra coi suoi beni miserabili, o essi che con la pupilla dell'aquila contemplavano il mondo avvenire e le gioie immortali del Cielo?

AMDG et BVM

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