DIVITES DIMISIT INANES
INDICE DELLE PREGHIERE RICEVUTE DA J.N.S.R.
PREGHIERA
PER LA GUARIGIONE FISICA E SPIRITUALE
Il Signore
ha rivelato il 19-6-1990 a J.N.S.R. di servirsi del suo Amore
purificatore per dare vita ai corpi ammalati, alle anime profondamente
angosciate, agli spiriti posseduti dal male, perché Egli è la Misericordia e la
Vita, il Medico e la Medicina. Il 14-7-1992 il Signore detta questa preghiera:
PREGHIERA
AL SACRO CUORE DI GESÙ
Il Signore
ha rivelato a J.N.S.R. il 12-5-1993 di entrare nella Trinità adorabile
per unire il nostro cuore con quello di Dio ed ha chiesto questa preghiera in
modo che il mondo verrà salvato quando avremo compreso le Parole d’Amore.
PREGHIERA
AL VOLTO SANTO DI GESÙ
Il Signore ha
rivelato l’11-10-1993 a J.N.S.R., la veggente delle Piccole Croci
d’Amore, la volontà di essere adorato nel suo Santo Volto, promettendo per
questo la conversione del mondo e che un giorno tutti assomiglieremo al Santo Volto di Dio.
PREGHIERA
PER LA PACE
J.N.S.R. ha ricevuto 12-11-1993 da
Gesù la promessa che le bombe delle nostre preghiere avrebbero spento il fuoco
delle bombe sanguinarie e per questo suggerisce di pregare continuamente,
questa orazione:
PREGHIERA
PER I PECCATORI
Il Signore
ha promesso a J.N.S.R. 17-8-1994 di avvicinare le anime smarrite al
divino sacerdozio con questa preghiera umile e caritatevole, che va recitata in
ginocchio presso la Piccola Croce d’Amore.
SCAPOLARE DELLA CROCE GLORIOSA
Il 4 aprile
1999 il Signore chiede a J.N.S.R. di portare uno scapolare di color marrone,
dove deve essere cucita la preghiera “Dio sarà il vincitore. La Mia Croce
Gloriosa vincerà!” sui quattro lati e deve essere appesa al collo con una
cordicella bianca. Il Signore promette a chi la porterà e reciterà la preghiera
mattina e sera di ricevere la protezione di Dio per questi tempi di tenebre, in
cui il Male occupa l’intera faccia della terra.
CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE A MARIA
La preghiera è stata insegnata dal Signore a
J.N.S.R. il 5-8-2000 per le famiglie in difficoltà, che hanno i figli
smarriti o immorali.
PREGHIERA
PER LE ANIME DEL PURGATORIO
Il Signore
ha chiesto nel 25-8-2000 a J.N.S.R. questa preghiera per salvare le
anime dal purgatorio:
LE SETTE PAROLE DI CRISTO IN
CROCE
Nota
devozione amata dai santi e praticata da molti fedeli è stata commentata e
attualizzata da Gesù in una rivelazione a J.N.S.R. del 29-4-2001. Il
Signore ci ricorda con questa devozione che tutte le nostre Grazie nascono
dalla Sua Croce d’Amore.
PREGHIERA PER INVOCARE LO SPIRITO SANTO
Nella
domenica di Pentecoste del 2001 J.N.S.R. riceve da Gesù Cristo la
preghiera per invocare lo Spirito Santo, soprattutto nei momenti difficili.
PREGHIERA
DI PROTEZIONE
L’11-8-2001
J.N.S.R. riceve dal Signore una preghiera di protezione contro le
tentazioni e le insidie del demonio.
PREGHIERA
DI ADORAZIONE PERPETUA
Il Signore
ha promesso a J.S.N.R. che durante i tre giorni in restaurerà la Chiesa
purificandola, attirerà a sé tutti coloro che si saranno rifugiati nella
Preghiera di Adorazione dettata il 5-10-2001. Da recitarsi ogni giorno.
CONSACRAZIONE DELLE FAMIGLIE A MARIA
La preghiera è stata insegnata dal Signore a
J.N.S.R. il 5-8-2000 per le famiglie in difficoltà, che hanno i figli
smarriti o immorali.
O Vergine di
tenerezza, Dio Ti ha scelta tra tutte le donne per dare una Madre al Figlio Suo
diletto. O Gesù mite ed umile di cuore, Tu hai consacrato con la Tua Santa
Presenza, il più bel Tabernacolo della terra: il Seno di Maria. “E il Verbo Si
è fatto Carne ed abitò in mezzo a noi”.
Donandoci la Tua Vita, ci hai
donato anche Tua Madre. Attraverso Lei noi arriviamo più in fretta a Te.
O Maria concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a
Te.
O Beata Vergine Maria, Madre di
Dio e Madre degli uomini, oggi noi ci consacriamo al Tuo Cuore Addolorato ed
Immacolato.
Accogli nel Tuo Cuore Puro e
Verginale i figli perduti in questo mondo di peccato! Abbi pietà di tutte le
madri che cercano rifugio nel Tuo Cuore Addolorato.
O Vergine Madre Benedetta, che
hai sofferto la Passione e la Morte del Tuo Divin Figlio Gesù Cristo, ascolta
la nostra supplica: riporta al Tuo Cuore Addolorato ed Immacolato tutti i Tuoi
figli dispersi, riunisci tutte le famiglie divise, affinché dal Tuo Cuore
radioso rinasca la famiglia umana, come fu la Tua su questa terra: Gesù, Maria,
Giuseppe, i tre Santi Cuori Uniti.
Consacrazione:
Oggi io (…) con i miei figli (…,
…) e con tutta la mia famiglia mi consacro al Cuore Addolorato e Immacolato di
Maria e consacro ugualmente tutte le famiglie della terra. Amen.
Tutto Tuo, o Maria.
PREGHIERA
AL VOLTO SANTO DI GESÙ
Il Signore
ha rivelato l’11-10-1993 a J.N.S.R., la veggente delle Piccole Croci
d’Amore, la volontà di essere adorato nel suo Santo Volto, promettendo per
questo la conversione del mondo e che un giorno tutti assomiglieremo al Santo Volto di Dio.
“Volto Santo del mio dolce Gesù, espressione viva ed
eterna dell’amore e del martirio divino sofferto per l’umana Redenzione, Ti adoro
e Ti amo.
Ti consacro oggi e sempre tutto
il mio essere. Ti offro per le mani purissime della Regina Immacolata le
preghiere, le azioni, le sofferenze di questo giorno, per espiare e riparare i
peccati delle povere creature.
Fa’ di me un tuo vero apostolo.
Che il Tuo sguardo soave mi sia
sempre presente e si illumini di misericordia nell’ora della mia morte. Così
sia.
O Gesù, che nella Tua crudele Passione divenisti l”obbrobrio degli
uomini e l’uomo dei dolori”, io venero
il Tuo Volto Divino, sul quale splendevano la bellezza e la dolcezza della
Divinità e che ora è divenuto per me come il volto di un lebbroso!…
Ma io riconosco sotto quei tratti
sfigurati il Tuo infinito Amore, e mi consumo dal desiderio di amarTi e di
farTi amare da tutto gli uomini. Le lacrime che sgorgano con tanta abbondanza
dagli occhi Tuoi mi appaiono come perle preziose, che mi è caro raccogliere,
per riscattare col loro infinito valore le anime dei poveri peccatori.
O Gesù, il cui Volto adorabile rapisce il mio cuore, Ti supplico di
imprimere in me la Tua somiglianza Divina, e di infiammarmi del Tuo amore,
affinché possa giungere a contemplare in Cielo il Tuo Volto glorioso. E nella
mia presente necessità accetta la brama del mio cuore accordandomi la Grazia
che ti chiedo (…). Così sia”.
PREGHIERA
PER LA PACE
J.N.S.R. ha ricevuto 12-11-1993 da
Gesù la promessa che le bombe delle nostre preghiere avrebbero spento il fuoco
delle bombe sanguinarie e per questo suggerisce di pregare continuamente,
questa orazione:
“Noi vinceremo. Fuoco d’Amore, bagna la Terra con la Tua
Pace.
Maria di Medjugorje è nei vostri
cuori.
Gesù, Maria, Giuseppe in unione
con tutti i Figli del Mondo.
Maria Regina della Pace, Gesù
d’Amore, pregate per noi. Amen.
Regina del Cielo e della Terra,
intercedi con i Tuoi santi Angeli per donarci la Pace di Dio.
San Michele, vieni in nostro
aiuto.
Regina degli Angeli, Sovrana del
genere umano, noi rimettiamo il Mondo nelle Tue mani.
Gesù e Maria sono con voi in una
santa e abbondante preghiera d’Amore e di Pace. Amen”.
PREGHIERA
PER I PECCATORI
Il Signore
ha promesso a J.N.S.R. 17-8-1994 di avvicinare le anime smarrite al
divino sacerdozio con questa preghiera umile e caritatevole, che va recitata in
ginocchio presso la Piccola Croce d’Amore.
“ Dolce Gesù d’Amore, Tu che,
dall’alto della Tua Santa Croce, hai visto piangere Tua Madre, hai visto
Giovanni e Maddalena abbracciare la Tua Croce, io vengo ad unirmi alla Nostra
Madre dolente, a tutti i Miei Fratelli in Cristo e a tutti i Peccatori pentiti,
per implorarti di donare la Vita a tutti coloro che muoiono lontano da Te, a
tutti coloro che Ti hanno tradito, abbandonato, dimenticato.
Perdona loro, Signore!
Oggi apri ampiamente le dighe
della Tua Misericordia Infinita, affinché ritornino a Te pentiti, gettandosi
faccia a terra ai piedi della Tua Croce, implorando il Tuo Perdono e la Grazia
della Tua Santa Benedizione.
Io Ti benedico, Signore, per
tutti coloro che stai per trarre in salvo, attraverso la Santissima Trinità,
attraverso Maria, Nostra amata Mamma, attraverso tutti i Santi Angeli,
attraverso tutti i Santi.
Mi inginocchio con tutti i miei
Fratelli peccatori ai piedi della Tua Croce, per ringraziarti del Tuo Adorabile
Perdono. Amen”.
PREGHIERA
PER LE ANIME DEL PURGATORIO
Il Signore ha chiesto nel 25-8-2000 a J.N.S.R.
questa preghiera per salvare le anime dal purgatorio:
“O Mio Dio, per le Tue Sante Piaghe aperte ancora oggi per la Salvezza
delle anime, per quella spada che ancora trafigge il Cuore Addolorato e Immacolato
di Maria, in ginocchio davanti alla Tua Santa Croce d’Amore, noi Ti chiediamo
con tutto il cuore di salvare tutte le anime che ancora soffrono nel Santo
Purgatorio.
Signore, guariscile, benedicile, affinché esse rinascano
nel Tuo Perdono, per gustare per sempre la soavità del Tuo Amore infinito,
nelle gioie eterne del Tuo Santo Regno Glorioso. Amen”.
PREGHIERA
PER LA GUARIGIONE FISICA E SPIRITUALE
Il Signore
ha rivelato il 19-6-1990 a J.N.S.R. di servirsi del suo Amore
purificatore per dare vita ai corpi ammalati, alle anime profondamente
angosciate, agli spiriti posseduti dal male, perché Egli è la Misericordia e la
Vita, il Medico e la Medicina. Il 14-7-1992 il Signore detta questa
preghiera:
“Eterno Padre, noi Ti offriamo i
due Cuore Uniti di Gesù e di Maria che chiedono Amore e Perdono per il mondo
nella disperazione. Dio nostro Padre, unisci i cuori di tutti i Tuoi figli ai
Cuori Uniti di Gesù e di Maria per farne un solo e medesimo Cuore.
Che la nostra preghiera Ti sia
gradita. Perdona le nostre colpe, liberaci dal male, guarisci le nostre anime
ed i nostri corpi e donaci la Tua pace nei nostri cuori, la Tua Santa Pace su
tutta la nostra terra. Amen. Per accogliere con gioia il Regno di Dio in mezzo
a noi. Amen”.
PREGHIERA
AL SACRO CUORE DI GESÙ
Il Signore
ha rivelato a J.N.S.R. il 12-5-1993 di entrare nella Trinità adorabile
per unire il nostro cuore con quello di Dio ed ha chiesto questa preghiera in
modo che il mondo verrà salvato quando avremo compreso le Parole d’Amore.
“O Signore, grande è forte è il Tuo
meraviglioso Amore! Divino Gesù, fondi tutti i nostri cuori nel tuo Sacro Cuore
affinché noi non intendiamo che un solo ed unico ritmo. Divino Sacro Cuore di
Gesù, fondi il nostro cuore nel Tuo affinché non siano che UNO”.
PREGHIERA PER INVOCARE LO SPIRITO SANTO
Nella
domenica di Pentecoste del 2001 J.N.S.R. riceve da Gesù Cristo la
preghiera per invocare lo Spirito Santo, soprattutto nei momenti difficili.
“Vieni, Spirito di Santità! Vieni, Spirito di Luce! Vieni,
Spirito di Fuoco, vieni a infiammarci!
Onore e Gloria al Padre Nostro,
al Cristo Redentore Nostro Fratello, allo Spirito Santo, che regnano nei
secoli.
O mio Dio d’Amore e di Perdono,
riempici del Tuo Santo Spirito affinché in noi ci sia la Fede, Tu sei il Dio di
Verità.
O Signore! Manda il tuo Spirito
Santo,
affinché in noi ci sia la
Speranza, e che la Carità viva nei nostri cuori.
O Signore! Manda il tuo Spirito
Santo,
perché in noi vi siano la Tua
Pace e la Tua Gioia.
Riempici, o Signore, del Tuo
Spirito,
per meglio comprendere e seguire
la Tua Santissima Volontà. Amen.”.
PREGHIERA
DI PROTEZIONE
L’11-8-2001
J.N.S.R. riceve dal Signore una preghiera di protezione contro le
tentazioni e le insidie del demonio.
“Sacro Cuore Divino di Gesù,
dolce Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, siate il nostro Rifugio.
Difendeteci da ogni tentazione. Proteggeteci da ogni male.
Liberateci dalle insidie che ci vengono tese. Fa’, o
Signore Gesù, che noi non siamo mai separati da Te e dalla Nostra Santa Mamma”.
PREGHIERA
DI ADORAZIONE PERPETUA
Il Signore
ha promesso a J.S.N.R. che durante i tre giorni in restaurerà la Chiesa
purificandola, attirerà a sé tutti coloro che si saranno rifugiati nella
Preghiera di Adorazione dettata il 5-10-2001. Da recitarsi ogni giorno.
“Io porte Te, Mio Dio, e Tu porti
me in Te. Quando i nostri cuori si confondono, si compie il Miracolo
dell’Adorazione: il piccolo niente porta il Tutto con passione, il Tutto
contiene il piccolo niente nella sublimazione.
Oh Signore! Tu ti sei degnato di
riceverMi nel Tuo Cuore Adorabile! Allora vi ho deposto il mio perché diventi
caritatevole, perché ogni battito diventi il segno della mia Adorazione su
questa Terra.
E quando io chiuderò gli occhi,
cullato dalla Preghiera, Ti chiedo, Signore, di aprirli nella Tua Luce, per
dirTi, Signore: “Com’è grande questo Mistero! Oggi io so che in tre giorni Tu
farai entrare tutti i cuori, nel Tuo Adorabile Cuore per una santa Adorazione
perpetua, eterna. Amen”.
Devozioni
LE SETTE PAROLE DI CRISTO IN
CROCE
Nota
devozione amata dai santi e praticata da molti fedeli è stata commentata e
attualizzata da Gesù in una rivelazione a J.N.S.R. del 29-4-2001. Il
Signore ci ricorda con questa devozione che tutte le nostre Grazie nascono
dalla Sua Croce d’Amore.
Gesù: “Se ho portato la Mia Croce
d’Amore, schiacciato sotto il suo peso, se ho subito la Mia Santa Passione fino
al Calvario, se le Mie sante Piaghe si sono aperte, se il Mio Sangue Prezioso è
colato lungo tutta la Mia Santa Croce fino a bagnare la terra, se ho donato la
Mia Vita in riscatto di tutti i vostri peccati, è per Amore voi tutti!
Tutta quella sofferenza offerta in Onore del Padre Mio, era per
salvarvi. Dio, di misericordia e di pietà, ha visto le opere malvagie del
Mondo. Affinché la Redenzione si compisse, il Padre ha permesso che il Figlio
Suo Unigenito s’immolasse sulla Sua Croce per Amore per le Sue creature. Egli
ha ascoltato la supplica del Figlio Suo Diletto, che saliva fino a Lui:
“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”
Prima Parola
(Lc 23, 34)
- Padre Nostro. 1 Ave Maria. 1 Gloria
No! Voi
non Mi avete amato, oggi non più di ieri, e tuttavia Io ho provato di tutto per
rendervi migliori lanciandovi verso la sofferenza del vostro prossimo. Sì! A
tutti quelli che ancora oggi passano attraverso il martirio dell’anima e del
corpo, Io dico ad ognuno, quando la mannaia scende su di lui:
“In verità ti dico, oggi
sarai con me nel paradiso”
Seconda Parola (Lc
23,43)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
I figli
di oggi sono degli ingrati insensati: hanno rifiutato i legami familiari,
vogliono essere liberi, sfuggire ad ogni dovere e darsi a tutto ciò che è
nocivo all’anima e al corpo. Ricercano la felicità, ma sono come imbarcazioni
disorientate in mezzo a mari sconosciuti, che cercano il porto senza consultare
né carte né bussola.
Madri e
padri, voi che non avete più il diritto
di parlare e di avvicinarvi ai vostri figli per ricondurli a Dio, non
credeteli perduti per sempre. Pregate per loro, come pregare per tutti i miei
poveri ammalati, perché essi sono colpiti dalla malattia di questo Tempo: è il
Tempo del Rinnegamento. Io vi dico in verità: rinnegare Dio significa non
riconoscere più il proprio padre, rinnegare Maria significa non riconoscere più
la propria madre. Presto Io dirò loro, quando saranno ai piedi della Mia Croce,
perché voi sarete tutti chiamati ai piedi della Mia Croce Gloriosa, Io, davanti
ad ognuno, dirò alla Mia Santa Madre:
“Ecco tua Madre”
Terza Parola (Gv 19,
26)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
Allora
i vostri figli riconosceranno la loro vera identità e saranno salvi, perché
riconosceranno solo in quel momento là, davanti alla Mia Santissima Croce, che
essi sono figli del Padre di ogni Bontà e di Maria, Madre di Dio e degli
uomini, fratelli di Gesù, loro divino Salvatore. Quando tutto si degrada, non
più famiglia, né casa, né amici; quando sarete come un uccellino caduto dal
nido, imprigionato tra i rovi, dite a voi stessi che è inutile piangere sulla
vostra sorte: più vi dibatterete e più sprofonderete tra le spine. No! Lodate
Dio, nel momento più grave della tempesta Io sono qui, presente, non piangete.
Nella più grande disperazione, Io costruisco il Mio Tempio: voi siete il Tempio
di Dio; i muri non sono di pietra, ma di carne, simile alla Mia, plasmata dalla
Mano dell’Altissimo per fare le sue fortezze di oggi, quelle che resistono ad
ogni sorta di tempeste, ad ogni sorta di cataclisma, perché nulla può scuotere
la Chiesa di Dio: voi siete le Mie Membra sacre, che formano il Mio grande
Corpo. Sarete forse voi risparmiati più del Maestro? Rifiuterete il Mio Calice?
Mi rinnegherete? Io attendo tutto da voi, poiché voi avrete tutto da Me e con
Me, Noi costruiremo questo Mondo di Pace, questo Mondo che Mi attende senza
saperlo, questo Mondo Nuovo, poiché non c’è che Dio, l’Eterno, che possa
sollevare la pietra delle vostre tombe, quelle che l’uomo ha saputo costruire,
secolo dopo secolo; giorno dopo giorno, egli si è chiuso come un bruco nel suo
bozzolo. Non gridate! Io vengo a farvi uscire da questa oscurità, vengo a
rischiarare le vostre tenebre. No, non gridate, ho gridato Io per voi già 2000
anni fa e il Padre Mio Mi ha sentito, dalla Mia Croce dove ero sospeso tra
cielo e terra:
“Elì, Elì, lema
sabachtani?”
(Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?)
Quarta Parola (Mt
27,46; Mc 15,34)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
Lasciate
passare questa Grande Tribolazione, Io sono qui. Sulla Mia Croce d’Amore, Io Mi
sono spogliato di tutta la Mia Divinità. E’ quando vi crederete perduti che tutto
rinascerà. No, il trionfo che voi attendete non è celebrato da artisti estranei
alla Mia Sofferenza. No, voi sarete attori e partecipanti, vi salverete con Me,
gli uni con gli altri. La sofferenza della Croce, Noi la porteremo insieme.
Essa sarà allora la vostra Gioia giacché il calore del Mio santo Cuore vi darà
la Fede in abbondanza.
Oh,
Miei diletti, voi avrete sete del Mio Amore, voi Mi direte come Io ho detto al
Padre Mio sulla Croce:
“Ho sete!”
Quinta Parola (Gv
18,28)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
Che
questo canto d’Amore, inteso dai Miei santi Angeli, riempia il vostro cuore di
Gioia. Sono i Santi che cantano la vostra Vittoria, la Vittoria della Mia Croce
Gloriosa, la Vittoria di tutte le vostre Croci d’Amore.
Oh,
figli Miei, con un grido di gioia, dite con Me ancora una volta ciò che Io ho
detto al Padre Nostro 2000 anni fa:
“Tutto è compiuto!”
Sesta Parola (Gv
19,30)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
Figli
Miei, la Potenza di Dio risiede nel Suo Amore infinito. Di che avete paura? Io
sono qui! Datemi la vostra mano e lanciamo verso il Padre Nostro la Mia settima
parola:
“Padre, nelle tue mani
consegno il mio spirito”
Settima Parola (Lc
23,46)
1
Padre Nostro. 1
Ave Maria. 1 Gloria
Nel Mio
Silenzio restano tutti i Miei eletti, in questa grande attesa della Divina
Provvidenza. Io sono la Resurrezione e la Vita. A voi, Miei diletti, il Cristo,
Vincitore della Morte. Non dimenticate mai che tutte le vostre Grazie nascono
sulla Mia Croce d’Amore, perché la Sofferenza umanizza Dio e divinizza l’uomo.
Amen”.
CORONA DEL
ROSARIO MEDITATO DI J.N.S.R
Promesse fatte dalla Madonna al Beato Alano de La Roche, per i devoti del Santo Rosario:
1 A tutti coloro che devotamente reciteranno il mio
Rosario prometto la mia speciale protezione e grandissime grazie.
2 Chi persevererà nella recita del mio rosario,
riceverà grazie preziosissime.
3 Il Rosario è un’arma potente contro l’inferno:
esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
4 Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere
ed otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio. Esso sostituirà
nei cuori degli uomini l’amor vano del mondo con l’amore di Dio, elevandoli al
desiderio dei beni celesti eterni.
5 Chi confiderà in me recitando il Rosario, non
verrà soverchiato dalle avversità.
6 Chi confiderà in me recitando il Rosario
meditandone i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se peccatore si
convertirà, il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.
7 I veri devoti del mio Rosario, nell’ora della
morte, non morranno senza Sacramenti.
8 Coloro che recitano il mio Rosario troveranno
durante la loro vita e nell’ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle
sue grazie e parteciperanno ai meriti dei Beati in Paradiso.
9 Ogni giorno libererò dal Purgatorio le anime
devote del mio Rosario.
10 I veri figli del mio Rosario gioiranno di una
grande gloria in Cielo.
11 Tutto quello che chiederete con il Rosario, lo
otterrete.
12 Coloro che propagheranno il mio Rosario, saranno
da me soccorsi in tutte le loro necessità.
13 Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti
del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell’ora della loro morte i Santi
del Cielo.
14 Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente
sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
15 La devozione al mio Rosario è un grande segno di
predestinazione.
Introduzione
La veggente
francese delle Croci d’Amore J.N.S.R. ha dato una serie di preziose indicazione
su come pregare il Santo Rosario per riceverne tutti i benefici spirituali.
Citando dei mistici di fama mondiali chiarisce le motivazioni e i frutti che
danno la recita del Rosario. Dice infatti la Madonna: “La preghiera che Io
preferisco è il santo Rosario. E’ per questo che vi invito sempre, nelle
Mie numerose apparizioni, a recitarlo; Io Mi unisco a coloro che lo pregano, Io
lo chiedo a tutti con ansietà e con tutta la Mia preoccupazione materna. Perché
il Santo Rosario è così efficace? Perché è una preghiera semplice, umile e, dei
piccoli che l’orgoglio di Satana verrà vinto; ed il dragone rosso si sentirà
definitivamente umiliato e vinto, quando Io legherò mentre viene recitato, vi
forma spiritualmente alla piccolezza, alla dolcezza, alla semplicità di cuore.
Oggi Satana riesce a conquistare tutto con il suo spirito d’orgoglio e di
ribellione contro Dio, e teme enormemente coloro che seguono la vostra Mamma
Celeste sul cammino della piccolezza e dell’umiltà. Ed è così che, mentre
questa preghiera è disprezzata dai grandi e dagli orgogliosi, essa viene
recitata, con tanta gioia ed amore, dai Miei piccoli figli. E’ ancora mediante
l’umiltà servendoMi non di una catena grossa e forte ma di una corda fra le più
fragili: quella del Santo Rosario. E’ una preghiera che voi fate con Me. Quando
Mi invitate a pregare per voi, Io esaudisco le vostre domande e associo la Mia
voce alla vostra, unisco la Mia preghiera alla vostra. Così essa diventa sempre
efficace, poiché la vostra Mamma Celeste è l’onnipotente supplicante. Io ottengo
tutto ciò che chiedo, poiché Gesù non può mai opporre un ‘no’ a ciò che Gli
chiede Sua Madre. E’ una preghiera che unisce le voci della Chiesa e
dell’umanità, perché è fatta a nome di tutti, mai a titolo unicamente
personale. Attraverso la contemplazione dei suoi Misteri, voi arrivate a
comprendere il disegno di Gesù, che si delinea in tutta la Sua vita,
dall’incarnazione fino alla Sua Pasqua gloriosa; e voi penetrate così sempre di più nel mistero
della Sua Redenzione. Ed arrivate a comprendere questo mistero d’Amore
attraverso la vostra Mamma Celeste; passando per la via del Suo Cuore, voi
arrivate a possedere l’immenso tesoro della divina e ardente Carità del Cuore
di Cristo. La vostra Mamma Celeste vi chiede oggi di usare il santo Rosario
come l’arma più efficace per condurre la grande battaglia agli ordini della
Signora vestita di sole. Rispondete al Mio appello: moltiplicate i vostri
cenacoli di preghiera e di fraternità; consacratevi al Mio Cuore Immacolato;
recitate spesso il santo Rosario! Allora il potente dragone rosso verrà
totalmente dominato da questa catena, il suo campo d’azione verrà sempre più
ridotto; alla fine, esso potrà essere reso impotente ed inoffensivo. Così
apparirà agli occhi di tutti il miracolo del trionfo del Mio Cuore Immacolato”.
Come pregare il Santo Rosario
Gesù e
Maria l’hanno detto chiaramente: con l’essere in amicizia con Dio,
dunque quando ci si è liberati in
confessionale di tutti quei peccati che ci impediscono di comprendere
immediatamente la Verità divina, che è tuttavia semplice e chiara. E’ la prima
condizione dell’efficacia della nostra preghiera. Nostra, e non la mia
preghiera; poiché colui che prega, prega sempre per coloro che non pregano; in
effetti il Pater che Gesù ha insegnato ai Suoi apostoli e discepoli comincia
con “Padre Nostro”, prosegue con “dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti
a noi i nostri debiti e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male.
Nell’Ave Maria si può dare del “voi” o del “tu” a Maria; d’altronde delle anime
privilegiate che hanno la fortuna di vedere la Santa Vergine sentono così
fortemente l’Amore materno che emana da Lei, che Le dicono “Mamma”. E anche là
si dice “Pregate per noi”, e non “per me”.
Come combattere le distrazioni
Non so se
il mio “metodo” verrà approvato da tutti i lettori. Poiché le distrazioni
fuggono lo spirito di preghiera mentre le labbra ne articolano le parole,
durante ogni decina di Ave Maria, io mi trasporto in spirito ai tempi del
mistero trattato e faccio sfilare in spirito le immagini che conosco. Maria
parla della “contemplazione dei misteri” e a Kérizinen Ella diceva a
Jeanne Luise Ramonnet: “Senza la meditazione dei misteri, un Rosario è
senz’anima”; senza anima, nulla vive.
Per “visionare” così ogni mistero pregando il Santo
Rosario, è necessario conoscerne tutti i dettagli, ovviamente. Quasi tutti i
misteri sono stati riferiti a Maria Valtorta ne Il Vangelo così come mi è
stato rivelato, che ne è stata testimone per un’eccezionale grazia divina;
essi ci vengono anche da don Gobbi a cui Maria li ha descritti. Ecco in alcune
pagine un panorama di questi 20 misteri, affinché la loro contemplazione e la
loro meditazione diano un’anima al vostro Rosario. Ma ogni mistero è il punto
culminante di tutto ciò che l’ha preparato; in filigrana, vi si distingue
sempre la trama del pensiero della Salvezza divina; sempre, esso è il ponte
verso il mistero seguente; quando il mistero in sé non è abbastanza denso di
immagini o io non ne conosco abbastanza per ritmare 10 Ave Maria, sconfino in
quello che precede ed in quello che segue. “Il Santo Rosario è il Vangelo
del povero”, dice Maria.
Prima della recita del Rosario
Sapendo che
Maria prega il Santo Rosario con noi e che questa preghiera sarà sulle mani
trafitte di Gesù per essere portata al Padre, chi oserà pregare con il rancore
nel cuore ed il peso dei peccati? “Prima di offrire un sacrificio, riconciliati
prima con tuo fratello”. Fare ciò prima o dopo la confessione.
Poi, ogni mattino, prima di cominciare il Santo
Rosario, unirsi a Dio con una preghiera:
“O Eterno Padre, io ti
offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo Figlio prediletto
Gesù Cristo, nostro Signore, in riparazione dei miei peccati e di quelli del mondo intero. Per la Sua dolorosa Passione
abbi pietà di me e del mondo intero”.
E’ l’Elevazione; pregando per gli altri si diventa
sacerdote. Poi la supplica della riconciliazione: “Confesso a Dio Onnipotente…”. Riconoscersi
peccatore protegge dall’orgoglio, dal Ribelle che odia l’umiltà. Poi recito la
preghiera a Dio Spirito Santo ed a Maria. Ciò mi conduce all’atto di
consacrazione a Maria:
“Io ti scelgo oggi, o
Maria, in presenza di tutta la corte celeste, come mia Madre e mia Regina: Ti
offro e consacro in tutta sottomissione ed Amore, il mio corpo e la mia anima,
i miei beni materiali e spirituali, ed il valore delle mie buone azioni,
passate, presenti e future, lasciandoTi il diritto pieno ed intero di disporre
di me e di ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo piacere, per
la maggior gloria di Dio, nel tempo e nell’eternità. Amen”.
Maria guida sempre al Salvatore, quindi all’atto di consacrazione a
Gesù:
“O Gesù, buon Gesù, il
cui Amore infinito ha creato e riscattato il mondo e lo vuole salvare,
accoglimi nel numero di coloro che vogliono lavorare per il trionfo del Tuo
Regno sulla terra. Al tal fine, ricevi l’offerta completa di me attraverso la
quale io mi metto al Tuo servizio. Io diffonderò l’immagine del Tuo Volto
Divino pregandoTi di ravvivare in tutte le anime i tratti del Tuo Volto divino.
O Gesù, opera dei miracoli di conversione e chiama gli Apostoli della nuova
Era, i nuovi Apostoli, a questo grande compito. Spandi sul mondo intero il
fiume del Tuo Amore misericordioso che, seppellendo e distruggendo il Male,
rinnoverà la terra; e che i cuori, riempiti di carità, riportino alla luce del
sole la pratica del Vangelo”.
Questa consacrazione mi conduce a sua volta alla
preghiera di Gesù dettata a Dozulé per la salvezza del mondo:
“Gesù di Nazareth ha
trionfato sulla morte. Egli viene a vincere il mondo ed il tempo.
Pietà, mio Dio, per coloro che Ti bestemmiano, perdona loro,
non sanno quello che fanno.
Pietà, mio Dio, per lo scandalo del mondo, liberali dallo
spirito di Satana.
Pietà, mio Dio, per coloro che Ti fuggono, dà loro il gusto
della santa Eucaristia.
Pietà, mio Dio, per coloro che
verranno a pentirsi ai piedi della Croce Gloriosa, che vi trovino la Pace e la
Gioia in Dio nostro Salvatore.
Pietà, mio Dio, perché il Tuo Regno venga, ma salvali, c’è
ancora tempo. Ma il tempo è vicino ed ecco che Io vengo! Amen, vieni Signore
Gesù”.
Questa preghiera è seguita da un Pater e da una
decina di Ave Maria, poi dall’invocazione:
“Signore, riversa sul
mondo intero i tesori della Tua Misericordia”.
Questo è l’inizio del santo Rosario che comincia con
un atto di fede: il Credo; è seguito da tre Ave Maria per glorificare il Padre
in Sua Figlia, lo Spirito Santo nella Sua Sposa ed il Salvatore in Sua Madre; e
si conclude col Gloria.
Dopo ogni decina della corona
La prima
frase del Gloria che è meglio
cantarlo. Le invocazioni insegnate da Maria ai bambini di Fatima:
“Gesù, Maria, vi amo,
salvate le nostre anime. O mio Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal
fuoco dell’Inferno e porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più
bisognose della Tua Misericordia”.
Qui io aggiungo delle invocazioni, poiché la
preghiera mi costa talmente che mi ingegno a renderla più efficace:
“Divino Sacro Cuore di
Gesù, fonda il nostro cuore nel Tuo, affinché non siano che uno solo (2 volte).
“Madre del Divino
Amore, riempi i nostri cuori d’Amore per il Tuo Gesù” .
“Grande e buon
Giuseppe, prega per le nostre famiglie e per i nostri sacerdoti, prega per i
nostri vescovi e per la nostra Chiesa, proteggici, te ne supplico”.
Ricordiamoci, infatti, che San Giuseppe è il viceré
del Cielo ed anche il protettore delle famiglie e della Chiesa.
Nel giorno in cui la Chiesa festeggia quei Santi che
hanno delle grazie da offrire, come sono segnalate nel messale delle domeniche,
occorre invocarli.
Infine, come non chiamare in nostro aiuto i più
grandi Santi del Cielo che sono gli Apostoli:
“Tutti i santi
Apostoli, pregati per noi, intercedete per noi, proteggeteci, aiutateci, ve ne
supplico”.
Poi occorre invocare l’arcangelo Michele:
“San Michele
Arcangelo, con la tua luce illuminaci, con le tue ali proteggici, con la tua
spada difendici”.
Infine, la terza invocazione:
“Che attraverso la
Misericordia divina, le anime dei fedeli trapassati riposino in pace”.
E termino cantando:
“Sia lodato ogni
momento Gesù nel Santissimo e Divinissimo Sacramento!” (2
volte).
Ecco come prego il Santo Rosario.
Nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O
Dio, vieni a salvarmi.
(Ass.) Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre
Per il Crocifisso del Rosario si recita il Credo:
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore
del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il
quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu sepolto; discese agli
inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al Cielo , siede alla destra
di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello
Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione
dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen
Sui cinque grani che uniscono il crocifisso alla
crociera della corona:
1° grano: Padre Nostro.
2° grano: Ave Maria per
la Fede.
3° grano: Ave Maria per
la Speranza.
4° grano: Ave Maria per
la Carità.
5° grano: Gloria.
Prima corona: I MISTERI
GAUDIOSI
(il
lunedì e il sabato)
Primo mistero gaudioso: l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria santissima
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
I Santi genitori di Maria, Anna e Gioacchino,
che pregano Dio di dare loro un
figlio, promettono di consacrarlo a Dio nel suo Tempio a Gerusalemme a partire
dal terzo anno di età.
2.
La Natività di Maria, dunque l’Immacolata Concezione in cui Dio affida ad Anna
e Gioacchino Colei che, in spirito, è nel pensiero divino da tutta l’eternità,
preparata per essere la Madre del Salvatore e di tutta l’umanità.
3.
La breve infanzia di Maria a Nazareth: la Sua prudenza e la Sua saggezza mentre
comincia appena a camminare; la sua dichiarazione alla madre, dopo averle detto
che avrebbe pregato tanto e tanto nel Tempio per accelerare la venuta del
Messia.
4. Maria al Tempio,
la sua preparazione culturale e religiosa e i suoi pianti, quando il suo
matrimonio viene deciso dal grande sacerdote, mentre già si era offerta a Dio
come vergine.
5.
La scelta di Giuseppe come sposo. Il contratto di matrimonio al tempio ed il
loro voto reciproco di castità come offerta per accelerare la venuta dell’Atteso.
6.
Il ritorno a Nazareth con Giuseppe, in compagnia di Zaccaria e di Elisabetta
che non è ancora incinta, poiché Zaccaria non è ancora muto. Nella piccola casa
di Nazareth, quella che è stata miracolosamente trasportata nel 1295 a Loreto
in Italia, si svolge la vita ritirata e di preghiera di Maria, mentre Giuseppe
la viene a vedere ogni sera dopo il suo lavoro.
7.
Maria prega Dio di accordarLe la grazia di essere la serva di Colei che sarebbe
stata la Madre del Messia. Nel corso della Sua novena mistica la Santa Trinità
la prepara ad essere la Vergine Madre durante l’estasi, di cui Ella non ricorda
nulla.
8.
L’annuncio dell’Arcangelo Gabriele la informa del desiderio di Dio. Il dialogo
con l’Angelo: “Ti saluto, o Maria, piena di grazia…Il Signore è con Te. Tu sei
benedetta fra tutte le donne”…”Tu concepirai nel Tuo seno e partorirai un
figlio e Lo chiamerai Gesù”. E Maria: “Ecco la serva del Signore, sia fatto di
Me secondo la Tua Parola”: E l’Angelo brilla di gioia; egli adora, poiché
certamente vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine chinata nel suo
consenso.
9.
L’Arcangelo Gabriele informa Maria della nascita di Giovanni e La invita a
recarsi da Elisabetta, che partorirà di lì a tre mesi.
10.
Maria riferisce a Giuseppe, senza rivelargli la venuta dell’Angelo, che non Le
aveva detto se poteva riferirglielo, della gravidanza di Elisabetta. La
partenza verso Ebron, dove vivono Elisabetta e Zaccaria.
1
Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Secondo mistero gaudioso: la Visitazione di Maria
alla cugina Elisabetta
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Il viaggio a
dorso d’asino verso Gerusalemme, dove Giuseppe si trattiene e da dove riparte
verso Nazareth, dopo aver acquistato degli utensili per il suo lavoro. Egli
affida Maria ad un vecchio che va ad Ebron.
2. Il viaggio verso
Ebron, di una giornata, con questo vecchio chiacchierone e curioso, al quale
Maria non risponde che ciò che la buona educazione Le impone.
3. L’accoglienza di
Elisabetta: ella si inchina in un profondo saluto davanti alla sua giovanissima
cugina: “Benedetta tra tutte le donne. Benedetto il frutto del tuo seno”. Lo
Spirito del Signore le ha appena rivelato che Maria porta in sé il Messia
proprio nel momento in cui Giovanni trasale di gioia in lei. Al saluto di Sua
cugina, Maria risponde con il Magnificat.
4. Maria aiuta sua
cugina a preparare il corredino di Giovanni: essa fila, tesse, cuce e ricama;
la sua condotta edifica perfino le serve di casa.
5. Il dialogo con
Elisabetta: “E Giuseppe non sa niente?”. “No, tu stessa hai capito che il
“segreto del Re” non doveva essere rivelato a Zaccaria”. Maria le confida la
sua angoscia di lasciare Giuseppe in quest’ignoranza, ma anche la Sua fiducia
in Dio.
6. Elisabetta,
vecchia e pesante per la sua gravidanza, viene convinta da Maria a camminare e
condotta alle tortorelle del giardino.
7. Il pasto serale
e Maria che recita le preghiere rituali, essendo Zaccaria muto poiché non ha
creduto all’annuncio dell’Angelo che gli prometteva un figlio.
8. La nascita del
Battista: Maria ha confortato Sua cugina e ha rassicurato Zaccaria che teme che
Elisabetta, troppo vecchia, muoia durante il parto.
9. Il battesimo di
Giovanni. “Giovanni è il suo nome”scrive Zaccaria e riacquista immediatamente
la parola. Ispirato dallo Spirito Santo, profetizza il destino di suo figlio,
ed è il Benedictus.
10. La
purificazione di Elisabetta e la presentazione di Giovanni al Tempio, 40 giorni
dopo la nascita.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terzo mistero gaudioso: la Natività di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. La sera stessa
della Presentazione del Battista, Giuseppe arriva con una carretta tirata da un
asino per riportare Maria a Nazareth. Egli vede che Ella aspetta un bambino. Il
suo universo crolla. Non fa alcun rimprovero, ma non dice una parola durante
tutto il viaggio; e Maria prega e piange.
2.
Arrivato a Nazareth, Giuseppe lascia Maria nella sua casa e non vi ritorna per
tre giorni; alla vigilia del terzo giorno, egli decide di partire per lavorare
lontano per non denunciare la gravidanza di Maria, cosa che La minaccerebbe di
lapidazione; in sogno l’Angelo del Signore che rivela la verità; al mattino
egli va a chiedere perdono a Maria del sospetto che aveva avuto.
3.
Il viaggio verso Betlemme. Giuseppe procede a piedi, a fianco di Maria a dorso
d’asino, che inizia l’ultima settimana della Sua gravidanza. A Betlemme
incontrano il pastore Elia che trascina una pecora ed offre del latte a Maria;
egli indica loro una stalla, poiché la piccola città è piena di viaggiatori per
il censimento.
4.
Il rifiuto opposto dappertutto a Giuseppe che mendica un alloggio. Il loro
arrivo di notte in una grotta che serve da stalla e nella quale si trova un
bue. Giuseppe spazza il suolo, prepara la culla di paglia con una coperta per
Maria.
5.
La Santa Notte della Natività. Giuseppe è in preghiera, vicino al fuoco fatto
all’entrata della grotta che cerca di alimentare, poiché il freddo è pungente.
Maria è in ginocchio sul suo giaciglio di paglia: prega. Verso mezzanotte, una
Luce meravigliosa riempie la grotta e fa cadere Giuseppe in un sonno profondo
mentre avvolge Maria, La solleva di un palmo al di sopra del suo giaciglio:
Ella non tocca più il suolo. La Luce divina diventa così abbagliante che Maria
Valtorta non vede più nulla, ma Caterina Emmerick vede i tre Arcangeli
depositare il Bambino Gesù nelle braccia di Maria, la Madre sempre Vergine,
poiché Dio ha fatto passare il Suo Unico Figlio attraverso l’addome e gli abiti
di Maria, che Lo “ha dato alla luce” e non partorito; la Nascita è miracolosa
come l’Incarnazione.
6.
Maria chiama Giuseppe, che si risveglia: ”Tieni il Bambino, affinché Io possa
cercare i pannolini”. Dapprima non vuole: “non ne sono degno”, ma Ella gli
risponde che ne è il più degno di chiunque altro, poiché Dio lo ha scelto.
Allora egli Lo avvolge nei suoi vestiti e Lo stringe a sé per proteggerLo dal
freddo. Fasciato il Bambino, Maria Lo eleva, offrendolo al Padre.
7.
Nella campagna, dall’altra parte di Betlemme, 12 pastori, tra cui Elia, vedono
e sentono una moltitudini di Angeli,
scintillanti di luce, che cantano: ”Oggi nella città di Davide è nato il
Salvatore che è il Cristo”…”Voi lo riconoscerete da questi segni: in una povera
stalla dietro a Betlemme troverete un neonato…adagiato in una mangiatoia di
animali, perché per il Messia non s’era trovato un tetto nella città di
Davide”: I 12 pastori raccolgono dei regali e partono subito verso la grotta.
8.
L’arrivo dei pastori che non osano chiamare. Il più giovane dei pastori, Levi,
sbircia dal lato del mantello di Giuseppe che serve da tenda e vede una donna
molto giovane, un neonato che piange e un uomo chinato sulla mangiatoia. Maria:
“Non piangere Mio piccolo Bimbo…Oh! Se potessi dirti: prendi il latte, ma non
ce l’ho ancora…Tu hai così freddo, il fieno ti pizzica…I pastori si fanno
avanti e donano una pelle di agnello con la quale Maria avvolge Gesù e del
latte di pecora che sfama il piccolo Gesù, che ben presto non ha più né fame né
freddo e si addormenta.
9.
L’adorazione dei pastori, i più piccoli di Israele. Essi sono 12 come 12 sono
le tribù di Israele, come saranno 12 gli apostoli. Il pastore Elia si incarica
di avvisare Zaccaria ad Ebron.
10.
Il Battesimo e la Circoncisione di Gesù, una settimana dopo la Sua nascita. Il
sacerdote opera, con il coltello di selce rituale, senza avere la minima idea
di aver appena circonciso il Messia Bambino. Maria raccoglie alcune gocce di
sangue su un panno, che conserverà.
1
Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarto mistero gaudioso: la Presentazione di Gesù al Tempio
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Presso gli Israeliti è abitudine consacrare all’Altissimo il primogenito da
parte del sacerdote del tempio di Gerusalemme. Questo rituale coincide con la
purificazione della madre, 40 giorni dopo la nascita. Maria, che non ha alcun
bisogno di purificazione, vi si prepara per obbedienza.
2.
Maria, a dorso d’asino, con il suo neonato tra le braccia procede sulla strada
verso Gerusalemme. Il freddo è pungente ed il neonato piange. Maria ordina al
vento gelido di non far piangere il suo Piccolo: un bozzolo di aria tiepida
avvolge il Neonato soltanto, poiché Maria non vuole niente per sé.
3.
L’arrivo a Gerusalemme presso una famiglia amica: qui tutti rimangono estasiati
davanti alla bellezza del Neonato.
4.
Maria e Giuseppe arrivano al Tempio. Essi offrono come d’abitudine due
tortorelle. Il sacerdote eleva il Bambino verso il Santo dei Santi in una
silenziosa preghiera di consacrazione e Lo rende a Sua Madre.
5.
Il vecchio Simeone è là, perché “divinamente avvertito dallo Spirito Santo che
non avrebbe visto la morte senza aver prima visto il Cristo del Signore”. Era
necessario che un uomo pio e semplice rendesse grazie a Dio in questa
cerimonia, banale per gli altri.
6.
Simeone continua a profetizzare: “Questo Bambino è qui per la rovina e la
resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati
i pensieri di molti cuori. E anche a Te una spada trafiggerà l’anima”. Maria
che già dall’annunciazione conosceva nei particolari la missione di Gesù e il
suo sacrificio finale, Simeone viene a ricordarglielo. Oppressa, Lei così
riservata, si stringe a Giuseppe.
7.
Ma la sua maestra, Anna di Fanuel, è la
e La conforta: “Donna, Colui che ha dato il Salvatore al Suo popolo non
mancherà di darTi il Suo Angelo per alleviare i Tuoi pianti. L’aiuto del
Signore non è mai mancato alle grandi donne d’Israele e Tu sei più di Giuditta
e di Giaele. Il nostro Dio Ti darà un cuore d’oro purissimo per resistere al
mare di dolore, grazie al quale sarai la più grande Donna dalla Creazione, la
Madre”.
8.
Il Signore previene sempre, sempre coloro che chiama ad una grande missione.
Egli non nasconde niente, soprattutto i pericoli, affinché noi non siamo
sorpresi. Egli pone sempre, sempre, vicino a noi o in noi l’aiuto che sarà
necessario.
9.
E’ la partenza dal Tempio, poi da Gerusalemme verso Betlemme e non il ritorno a
Nazareth, dove è rimasta la culla fatta da Giuseppe, poiché Zaccaria, sacerdote
ed ebreo, ha consigliato che il Messia sia allevato in Giudea: i Giudei,
orgogliosi del loro tempio, disprezzano i Galilei.
10.
L’arrivo a Betlemme, dove l’anno seguente arriveranno i Magi per adorare il Re
dei Giudei. In seguito ci sarà la fuga in Egitto per sfuggire alla strage degli
Innocenti, quando Giuseppe viene avvertito in sogno. Tutto è minuziosamente
previsto dalla Saggezza Divina: da Betlemme, attraverso Gaza, si esce più
rapidamente dalle frontiere della Giudea che non partendo da Nazareth che si
trova 80 km più a nord.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quinto mistero gaudioso: il Ritrovamento di Gesù nel Tempio
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Si vede Maria tessere, cucire e tingere l’abito di Gesù per la cerimonia; Sua
cognata, Maria d’Alfeo, madre di Giacomo e Giuda, è là, che ammira e commenta.
Da notare che Gesù ha 12 anni e non è stato mai alla scuola del rabbino di
Nazareth. Maria è stata la Sua Maestra, così pure dei cugini Giuda e Giacomo,
rispettivamente il più vecchio e più giovane di Gesù di un anno. A 12 anni il
giovane israelita deve dimostrare, davanti ai sacerdoti del Tempio di
Gerusalemme, che conosce perfettamente la sua religione.
2.
Il viaggio in più giorni verso Gerusalemme di Giuseppe, Maria e Gesù, che è un
bellissimo bambino, quasi grande quanto Sua Madre, che Lo adora senza
stancarsi.
3.
L’arrivo in una casa amica e poi al Tempio. Giuseppe presenta suo Figlio ai
sacerdoti, che Lo interrogano. Alla fine essi si complimentano con lui per la
saggezza di Gesù. Ritorno. Maria tocca il Cielo con un dito…
4.
Riprendono la via del ritorno assieme ad altre persone. Gli uomini e le donne
viaggiano in gruppi separati e i bambini possono stare con gli uni o le altre.
La sera, durante la sosta, le famiglie si riuniscono: Giuseppe e Maria cercano
Gesù che è introvabile. La spada, profetizzata da Simone, trafigge il Cuore di
Maria, che teme per Suo Figlio. Anche Giuseppe è preoccupato.
5.
I due rifanno la strada inversa nella notte che sta scendendo. Interrogano la
gente che incontrano, senza risultato. Durante la notte si fermano in una casa
ospitale. Maria non vuole né bere, né mangiare. Ella non si corica per dormire,
ma prega, prega, prega…
6.
L’indomani iniziano le ricerche a Gerusalemme. Maria, nell’angoscia, non sente
più nel Suo Cuore la Presenza di Dio. La prova è totale. Essi cercano
separatamente, si ritrovano, ripartono. Pensano che Gesù possa essere andato a
trovare Suo cugino nel deserto. Dio, silenzioso fino a quel momento, li fa
ritornare sui loro passi. L’angoscia continua. Maria non beve, né mangia. Essa
prega camminando, camminando, camminando.
7.
Ed è la seconda notte d’angoscia. Giuseppe e Maria fanno orecchie da mercante
con coloro che criticano Gesù. Poi incomincia una terza giornata di ricerche.
Essi si dirigono verso Betlemme, dove pensano che possa essere andato il
Bambino. Una chiara ispirazione dal Cielo li riconduce a Gerusalemme. Là
trovano un mendicante, a cui Gesù ha appena fatto l’elemosina.
8.
Un passante dice loro che ha visto il Bambino dirigersi verso il Tempio. Essi
vi si recano: percorrono i cortili e le sale fino al punto in cui le donne non
sono ammesse: Maria vede Suo Figlio e manda avanti Giuseppe.
9.
Gesù è in mezzo ad un cerchio di Dottori che Lo interrogano e che, salvo uno o
due, sono meravigliati della grandissima saggezza delle risposte di quel
Bambino. Ci sono Hillele, il più grande Dottore d’Israele, ed il suo discepolo
Gamaliele. Gesù termina il suo discorso e raggiunge Giuseppe che ha ascoltato.
10.
Maria, ritrovato suo Figlio, si lamenta con Lui: “Da tre giorni stiamo
camminando alla tua ricerca. Tua Madre muore di dolore e tuo Padre è sfinito di
fatica!”. Gesù risponde: “Non sapete che devo badare agli affari del Padre
Mio?” Ma essi non compresero, dice San Luca. All’istante, forse, ma poi
compresero certamente perché Gesù aveva imposto questo grande dolore a Sua
Madre. La ragione principale sta nel fatto che la volontà di Dio è superiore ad
ogni volontà umana e il Signore ha voluto insegnare attraverso la sofferenza di
Maria e Giuseppe, come cercare i figli perduti o fuorviati, pregando,
piangendo, umiliandosi di fronte a Dio per non aver sorvegliato a sufficienza,
cercandoli prima in chiesa presso il
Tabernacolo, perché è lì che Dio insegnerà il modo con cui poter riportare i
figli al cuore dei genitori.
1
Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Seconda corona: I MISTERI
LUMINOSI
(il
giovedì)
Primo mistero luminoso: il battesimo di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Sulle rive del Giordano vi sono molti uomini vestiti in
maniere diverse. Alcuni paiono popolani, altri dei ricchi, non mancano alcuni
che paiono farisei per la veste ornata di frange e galloni. Giovanni Battista
parla annunciando il Messia ed esortando a preparare i cuori alla sua venuta
estirpando da essi gli ingombri e raddrizzando i pensieri.
2. Gesù è solo. Cammina lentamente, venendo avanti alle
spalle di Giovanni, il quale nota che Gesù emana una spiritualità speciale, per
cui scende dal masso che gli faceva da pulpito e va sveltamente verso Gesù e si
fissano per un momento.
3. Giovanni, dopo averlo scrutato col suo occhio penetrante,
esclama: “Ecco l’Agnello di Dio. Come è che a me viene il mio Signore?”. Gesù
risponde placido: “Per compiere il rito di penitenza”. Mai, mio Signore. Io
sono che devo venire a Te per essere santificato, e Tu vieni a me?”.
4. E Gesù, mettendogli una mano sul capo, perché Giovanni
s’era curvato davanti a Gesù, risponde: “Lascia che si faccia come voglio,
perché si compia ogni giustizia e il tuo rito divenga inizio ad un più alto
mistero e sia annunciato agli uomini che la Vittima è nel mondo”. Giovanni lo
battezza versando sul capo l’acqua del fiume.
5. Gesù è proprio
l’Agnello. Agnello nel candore della carne, nella modestia del tratto, nella
mitezza dello sguardo. Mentre Gesù risale la riva e dopo essersi vestito si
raccoglie in preghiera, Giovanni lo addita alle turbe, testimoniando d’averlo
conosciuto per il segno che lo Spirito di Dio gli aveva indicato quale
indicazione infallibile del Redentore.
6. Giovanni non aveva bisogno del segno per se stesso. Il
suo spirito, presantificato sin dal ventre di sua madre, era possessore di
quella vista di intelligenza soprannaturale che sarebbe stata di tutti gli
uomini senza la colpa di Adamo.
7. Il Signore non aveva bisogno del battesimo. Ma la
sapienza di Dio aveva giudicato essere quello l’attimo e il modo dell’incontro.
E traendo Giovanni dal suo speco nel
deserto e Me dalla mia casa, ci unì in quell’ora per aprire su Gesù i Cieli e
farne scendere Sé stesso, Colomba Divina, su colui che avrebbe battezzato gli
uomini con tal Colomba, e farne scendere l’annuncio, ancor più potente di
quello angelico perché del Padre Mio: “Ecco il mio Figlio diletto col quale mi
sono compiaciuto”. Perché gli uomini non avessero scuse o dubbi nel seguire il
Signore.
8. Le manifestazione del Cristo sono state molte. La prima,
dopo la Nascita, fu quella dei Magi, la seconda nel Tempio, la terza sulle rive
del Giordano.
9. Dopo la manifestazione del Giordano ne vennero infinite
altre, poiché i miracoli sono manifestazioni della natura divina di Gesù, sino
alle ultime della Resurrezione e Ascensione al Cielo.
10. Anche ora le manifestazioni di Gesù si ripetono. Ma, come
allora, il mondo non le accoglie. Anzi non accoglie le attuali e dimentica le
passate. Ebbene il Signore non desiste, perché si ripete per salvarci, per
riportarci alla fede in Dio.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Secondo mistero luminoso: le nozze di Cana
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. La casa è
alla periferia di Cana: casa di proprietari contadini, i quali vivono in mezzo
al loro poveretto. La campagna si stende
oltre la casa con le sue lontananze verdi e placide. Si festeggiano i due sposi
e la Madonna è conosciuta dagli ospiti.
2. Quando Gesù arriva, dopo aver detto ai due discepoli:
“Andiamo a far felice mia Madre”, il
solito, messo di sentinella, avvisa gli altri. Il padrone di casa, insieme al
figlio sposo ed a Maria, scende incontro a Gesù e lo saluta rispettosamente,
insieme a Giovanni e Giuda Taddeo, e lo sposo fa lo stesso. Il saluto di Maria
è pieno di amore e di rispetto per il Figlio accompagnato dalla frase: “La pace
è con Te”.
3. Gesù domina col
suo aspetto e con la sua statura tutti quanti. E’ l’ospite, ma pare il re del
convito, più dello sposo, più del padrone di casa. Per quanto sia umile e
condiscendente, è colui che si impone. Gesù prende posto alla tavola di centro
con lo sposo, la sposa, i parenti degli sposi e gli amici più influenti. Il
convito comincia.
4. Maria si accorge che i servi parlottano col maggiordomo e
che questo è impacciato, e capisce cosa c’è di spiacevole. “Figlio”, dice
piano, richiamando l’attenzione di Gesù con quella parola. “Figlio, non hanno
più vino”. “Donna, che vi è più
fra Me e te?” Gesù, nel dirle questa frase, sorride ancor più dolcemente, e
sorride Maria, come due che sanno una verità che è loro gioioso segreto,
ignorata da tutti gli altri
5. Maria ordine ai servi: “Fate quello che Egli vi dirà”.
Maria ha letto negli occhi sorridenti del Figlio l’assenso, velato dal grande
insegnamento a tutti i “vocati”.
6.E ai servi: “Empite d’acqua le idrie” ordina Gesù. I servi
empiono le giare di acqua portata dal pozzo. Il maggiordomo mesce un poco di
quel liquido con occhi di stupore, assaggiarlo con atti di ancor più vivo di
stupore, gustarlo e parlare al padrone di casa e allo sposo. L’acqua si è
tramutata in vino!
7. Nella sala passa un sussurrio, le teste si volgono tutte
verso Gesù e Maria, c’è chi si alza per vedere meglio, chi va alle giare. Un
silenzio, e poi un coro di lodi a Gesù. Ma Egli si alza e dice una parola:
“Ringraziate Maria” e poi si sottrae al convito. I discepoli lo seguono. Sulla
soglia ripete: “La pace sia a questa casa e la benedizione di Dio su voi” e
aggiunge: “Madre, ti saluto”.
8. Gesù spiega il significato della frase: “Quel “più”, che
molti traduttori omettono, è la chiave della frase e la spiega nel suo vero
significato. Ero il Figlio soggetto alla Madre sino al momento in cui la
volontà del Padre mio mi indicò esser venuta l’ora di essere il Maestro. Dal
momento che la mia missione ebbe inizio, non ero più il Figlio soggetto alla Madre,
ma il Servo dei Dio. “Che vi è più fra Me e te?”. Primo ero tuo, unicamente
tuo. Tu mi comandavi, Io ti ubbidivo. Ti ero “soggetto”. Ora sono della mia
missione.
9. Gesù: “Quando disse ai discepoli: “Andiamo a far felice
mia Madre”, avevo dato alla frase un senso più alto di quello che pareva. Non
la felicità di vedermi, ma di essere Lei l’Iniziatrice della mia attività di
miracolo e la Prima Benefattrice dell’umanità”. Ricordatevelo sempre. Il mio
primo miracolo è avvenuto per Maria.
10. Il miracolo di Cana è il simbolo che è Maria la chiave
del miracolo. Io non ricuso nulla alla Madre mia e per sua preghiera anticipo
anche il tempo della grazia. Inoltre ho voluto rendere manifesta la sua potenza
al mondo insieme alla mia. Dico a voi ciò che dissi a quei convitati:
“Ringraziate Maria. E’ per Lei che avete avuto il Padrone del miracolo e che
avete le mie grazie, e specie quelle di perdono”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terzo mistero luminoso: l’annuncio del Regno e l’invito alla conversione
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Dice Gesù
commentando Geremia 7,3-7: “Udite, o voi di Israele. Ecco che Io vengo a
illuminarvi le parole di luce che la vostra anima offuscata non sa più vedere e
capire.
2. Udite. Molto pianto scende sulla terra del
Popolo di Dio e piangono i vecchi che ricordano le antiche glorie, piangono gli
adulti piegati al giogo, piangono i fanciulli che non hanno avvenire di futura
gloria. Ma la gloria della terra è nulla rispetto ad una gloria che nessun
oppressore, che non sia Mammona e la mala volontà, possono strappare.
3. Perché piangete? Come l’Altissimo, che fu sempre buono
per il popolo suo, ora ha girato altrove il suo sguardo e nega ai suoi figli di
vederne il Volto? Non è più il Dio che aperse il mare e ne fece passare Israele
e per arene lo condusse e nutrì, e contro nemici lo difese e, perché non
smarrisse la via del Cielo, come diede ai corpi la nuvola, diede alle anime la
Legge?
4. Non è più il Dio che addolcì le acque e fece venire manna
agli sfiniti? Non è il Dio che vi volle stabilire in questa terra e con voi
strinse alleanza di Padre a figli? E allora perché ora lo straniero vi ha
percossi? Molti fra voi mormorano: “Eppure qui è il Tempio!” Non basta avere il
Tempio e in quello andare a pregare Iddio.
5. Il primo tempio è nel cuore di ogni uomo, e in quello va fatta preghiera santa.
Ma santa non può essere se prima il cuore non si emenda e col cuore non si
emendano i costumi, gli affetti, le norme di giustizia verso i poveri, verso i
servi, verso i parenti, verso Dio.
6. Ora guardate. Io vedo ricchi dal cuore duro che fanno
ricche offerte al Tempio, ma non sanno dire al povero: “Fratello, ecco un pane
e un denaro. Accettalo. Da cuore a cuore, e non t’avvilisca l’aiuto come a me
non dia superbia il dartelo”. Ecco: Io vedo oranti che si lamentano con Dio che
non li ascolta prontamente, ma poi al misero, e talora è loro sangue, che gli
dice: “Ascoltami”, rispondono con cuore di selce: “No”.
7. O voi di Israele! Il tempo della Redenzione è giunto. Ma
preparatene le vie in voi con la buona volontà. Siate onesti, buoni, amatevi
gli uni con gli altri. Ricchi, non sprezzate; mercanti, non frodate; poveri,
non invidiate. Siete tutti di un sangue e di un Dio. Siete tutti chiamati ad un
destino.
8. Non chiudetevi il Cielo, che il Messia vi aprirà, con i
vostri peccati. Avete sin qui errato? Ora non più. Ogni errore cada. Semplice,
buona, facile è la Legge che torna ai dieci comandi iniziali, ma tuffati in
luce d’amore.
9. Venite. Io ve li mostrerò quali sono: amore, amore,
amore. Amore di Dio a voi, di voi a Dio. Amore fra prossimo. Sempre amore,
perché Dio è amore e figli del Padre sono coloro che sanno vivere l’amore. Io
sono qui per tutti e per dare a tutti la luce di Dio. Ecco la Parola del Padre
che si fa cibo in voi. Venite, gustate, cambiate il sangue dello spirito con
questo cibo. Ogni veleno cada, ogni concupiscenza muoia.
10. Una gloria nuova vi è porta: quella eterna, e a lei
verranno coloro che faranno la Legge di Dio vero studio del loro cuore.
Iniziate dall’amore. Non vi è cosa più grande. Ma quando saprete amare, saprete
già tutto, e Dio vi amerà, e amore di Dio vuol dire aiuto contro ogni
tentazione. La benedizione di Dio sia su chi volge a Lui cuore pieno di buona
volontà”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarto mistero luminoso: la trasfigurazione di Cristo
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. In un’alba serena di marzo Gesù con gli apostoli e i
discepoli raggiungono il monte Tabor. Appena giunti, il Signore, sceglie
Pietro, Giovanni e Giacomo di Zebedeo per salire sulla vetta e manda a
predicare tutti gli altri nella zona.
2. In un momento di sosta Pietro chiede col fiato grosso
dove si va? E perché si deve raggiungere la vetta del monte. Gesù risponde:
“Vado ad unirmi col Padre mio e vi ho voluti con Me perché vi amo. Su lesti!
Agli appuntamenti di Dio si va sempre veloci”.
3. Arrivati quasi sulla vetta il Signore si mette in
disparte a pregare nella stessa posa del Getsemani, mentre i tre apostoli per
la stanchezza si addormentano nella frescura della vegetazione.
4. Ad un certo momento un evento inedito sveglia i tre
apostoli. Li scuote una luminosità così viva che annulla quella del sole e
dilaga e penetra fin sotto il verde dei cespugli e alberi sotto cui si sono
messi. Aprono gli occhi stupiti e vedono Gesù trasfigurato. Egli è ora tale e
quale come lo vedo nelle visioni del Paradiso. Naturalmente senza le piaghe e
senza il vessillo della Croce. Ma la maestà del Volto e del Corpo è uguale,
uguale ne è la luminosità, e uguale la veste che da un rosso cupo si è mutata
nel diamantifero e perlifero tessuto immateriale che lo veste in Cielo. Il suo
Viso è un sole dalla luce siderale ma intensissima, nel quale raggiano gli
occhi di zaffiro. Sembra più alto ancora, come la sua glorificazione ne avesse
aumentata la statura. Non saprei dire se la luminosità, che rende persino
fosforescente il pianoro, provenga tutta da Lui o se alla sua propria si mesca
quella che ha concentrata sul suo Signore tutta la luce che è nell’Universo e
nei Cieli. So che è qualcosa di indescrivibile”.
5. Gli apostoli chiamano Gesù con una certa paura perché è
talmente trasfigurato che non sembra sia il loro Maestro. Il Signore non risponde
perché in quel momento è rapito da una visione che lo sublima. La luce aumenta
ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù.
Quando sono stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due
maestosi e luminosi personaggi. L’uno più anziano, dallo sguardo acuto e severo
e da una lunga barba bipartita. Dalla sua fronte partono corni di luce che me
lo indicano per Mosé. L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per
giù come il Battista, al quale direi assomiglia per statura, magrezza,
conformazione e severità. Mentre la luce di Mosè è candida come è quella di
Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma
viva. I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio
Incarnato.
6. I tre apostoli cadono in ginocchio tremanti col volto fra
le mani. Vorrebbero vedere, ma hanno paura. Finalmente Pietro parla: “Maestro,
Maestro. Odimi”. Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro che si
rinfranca e dice: “E’ bello lo stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo
tre tende per Te, per Mosè e per Elia, e noi stiamo qui a servirvi…”. Gesù lo
guarda ancora e sorride più vivamente.
7. Gli apostoli non osano dire altro. Intimoriti, tacciono.
Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma quando un velo che non è
nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi
dietro uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava, e li
nasconde alla vista dei tre, una Voce potente e armonica vibra ed empie di sé
lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba. <<Questo è il mio
Figliuolo diletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo>>.
8. Gesù ritorna nella forma consueta e Pietro gli domanda:
<<Come faremo a viverti accanto ora che abbiamo visto la tua Gloria? Come
faremo a vivere fra gli uomini, e noi, uomini peccatori, ora che abbiamo udito
la Voce di Dio?>>. Gesù risponde: <<Dovrete vivermi accanto e
vedere la mia gloria sino alla fine. Siatene degni perché il tempo è vicino.
Ubbidite al Padre mio e vostro. Torniamo ora fra gli uomini perché sono venuto
per stare fra essi e per portare essi a Dio”.
9. Gesù comanda ai tre apostoli: <<Siate santi per il
ricordo di quest’ora, forti, fedeli. Avrete parte alla mia più completa gloria.
Ma non parlate ora di questo che avete visto, ad alcuno. Neppure ai compagni.
Quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti e tornato nella gloria
del Padre, allora parlerete. Perché allora occorrerà credere per avere parte
nel mio Regno>>.
10. I motivi profondi della trasfigurazione di Gesù sono
questi: 1) A stornare le astuzie di Satana e le insidie dei futuri, e non
ignoti a Dio Padre, nemici del Verbo Incarnato, Dio avvolse di aspetti comuni a
tutti i nati da donna il Cristo non solo sinché fu “il fanciullo e il figlio
del falegname” ma anche quando fu il Maestro. Soltanto la sapienza e il
miracolo lo distinguevano dagli altri. Ma Israele, sebbene in minor misura,
conosceva altri maestri (profeti) e operatori di miracoli. 2) Ciò doveva servire
a provare anche la fede dei suoi eletti: gli apostoli e discepoli. Essi
dovevano credere senza vedere cose straordinarie e divine. 3) Però, a
confermare i tre, dopo che l’annuncio della morte futura di croce li aveva
turbati, Egli ora si svela in tutta la gloria della sua Natura divina. Dopo di
ciò il dubbio che la predetta morte di croce aveva insinuato nei suoi più
prossimi seguaci, non poteva più sussistere. Essi avevano visto Dio. Dio
nell’Uomo che sarebbe stato crocifisso. Era la manifestazione delle due Nature
ipostaticamente unite. Manifestazione innegabile che non poteva lasciare dubbi.
E al Figlio-Dio che si manifesta tale si unisce il Padre-Dio con le sue parole
e il Cielo rappresentato da Mosè ed Elia.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quinto mistero luminoso: l’istituzione dell’Eucarestia
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. E’ giovedì
santo e gli a apostoli si danno un gran da fare a preparare il Cenacolo per la
Cena Pasquale. Giuda l’Iscariota fa delle osservazioni di valore sui calici e
sulle anfore preziose date da Lazzaro. Tutti gli apostoli manifestano una certa
paura per la maggiore aggressività dei farisei, scribi, sadducei ed erodiani
nei confronti di Gesù durante i festeggiamenti pasquali.
2. Entra Gesù ne Cenacolo e saluta gli apostoli. Chiede a
Giuda l’Iscariota se ha fatto l’offerta al tempio; “Tutto fatto di quello che
avevi detto da farsi per oggi. Sta’ quieto”, risponde il traditore. Allora
inizia la consumazione dell’agnello, ma prima si prendono le coppe per la
purificazione e poi si dispongono intorno ad un tavolo rettangolare. Gesù
afferma: “Ho ardentemente desiderato di mangiare con voi questa Pasqua”.
3. Gli apostoli chiedono a Gesù chi sarà primo fra di loro.
Il Signore risponde che se uno vuole essere il primo sia l’ultimo e servo di
tutti ed entreranno nel suo regno chi avrà perseverato fino alla fine. Pietro
si fa avanti spavaldamente dicendo che sarà fedele fino alla fine. Ma il
Signore gli fa presente che molte cose muteranno, perché Satana ha chiesto di
vagliarli come il grano. E’ l’ora di demoni…
4. Gesù si alza dal tavolo e prende un ampio asciugamano e
un bacile per purificare gli apostoli al nuovo rito, al cibo per lo spirito. La
lavanda dei piedi precede il Banchetto divino. Molti apostoli piangono commossi
dall’atto di annichilamento del Signore, atto di amore e di servizio. A termine
della lavanda Gesù dice: “Ora siete puri, ma non tutti. Solo coloro che ebbero
volontà di esserlo”. Giuda l’Iscariota fa finta di non udire.
5. Celebrato l’antico rito pasquale, Gesù celebra il nuovo
rito pasquale, mantenendo con l’istituzione dell’eucarestia, il miracolo
d’amore promesso per cui anche se andrà in cielo, tramite l’eucarestia resterà
sempre unito con i suoi. Gesù prende un pane ancora intero, lo pone sul calice
colmo. Benedice e offre questo e quello, poi spezza il pane e ne prende tredici
pezzi e ne dà uno per uno agli apostoli dicendo: “Prendete e mangiate. Questo è
il mio Corpo. Fate questo in memoria di Me che me ne vado. Dà il calice e dice:
“Prendete e bevete. Questo è il mio Sangue. Questo è il calice del nuovo patto
nel Sangue e per il Sangue mio che sarà sparso per voi per la remissione dei
vostri peccati e darvi al Vita. Fate questo in memoria di Me”. Il tredicesimo
pezzo di pane consacrato lo porta alla madre che si trovava fuori dal
Cenacolo.
6. “Tutto vi ho detto e tutto vi ho dato”, dice Gesù. E
ripeto. Il nuovo rito e compiuto. Fate questo in memoria di Me. Io vi ho lavato
i piedi per insegnarvi ad essere umili e puri come il Maestro vostro. Perché in
verità vi dico che come è il Maestro così devono essere i discepoli.
Ricordatelo, ricordatelo. E siate puri. Per essere degni di mangiare il Pane
vivo disceso dal Cielo e d avere in voi e per Esso la forza d’essere i miei
discepoli nel mondo nemico che vi odierà per il mio Nome. Ma uno di voi non è puro. Uno di voi mi tradirà. Di questo
sono fortemente conturbato nello spirito… I discepoli si guardano esterrefatti
e si domandano chi fosse. Giovanni chiede a Gesù chi è il traditore. E il
Signore fornisce l’indizio dicendogli: “Colui a cui darò un pezzo di pane
intinto nel vino”. E lo da a Giuda l’Iscariota, che subito dopo esce dietro
comando di Gesù per compiere altrove quello che resta da fare.
7. Sul tradimento di
Giuda ebbe a dire Gesù: “I vostri medici hanno discusso e discutono sulla mia
rapida fine e le danno origine in una lesione cardiaca dovuta alle percosse
della flagellazione. Sì, anche per queste il mio cuore divenne malato. Ma lo
era già dalla Cena. Spezzato, spezzato nello sforzo di dover subire al mio
fianco il mio Traditore. Ho cominciato a morire allora, fisicamente. Il resto
non è stato che un aumento della già esistente agonia”.
8. Sulla potenza trasformatrice dell’Eucarestia: “Giovanni,
che mi amava come nessuno e che era puro, ebbe dal Sacramento il massimo della
trasformazione. Cominciò da quel momento ad essere l’aquila a cui è famigliare
e facile l’altezza nel Cielo di Dio e l’affissare il Sole eterno. Ma guai a chi
riceve il Sacramento senza esserne affatto degno; ma anzi avendo accresciuta la
sua sempre umana indegnità con le opere mortali. Allora esso diviene non germe
di preservazione e di vita, ma di corruzione e di morte. Morte dello spirito e
putrefazione della carne per cui essa “crepa”, come dice Pietro di quella di
Giuda (cfr. Atti 1,18). Non sparge il sangue, liquido sempre vitale e bello
nella sua porpora, ma le sue interiora nere di tutte le libidini, marciume che
si riversa fuori dalla carne marcita, come da carogna di animale immondo,
oggetto di ribrezzo per i passanti”.
9. Sulla morte dei profanatori dell’Eucarestia: “La morte
del profanatore del Sacramento è sempre morte di un disperato e perciò non
conosce il placido trapasso proprio di chi è in grazia, né l’eroico trapasso
della vittima che soffre acutamente ma con lo sguardo fisso al Cielo e l’anima
sicura della pace. La morte del disperato (come quella di Giuda) è atroce di
contorsioni e di terrori, è una convulsione orrenda dell’anima già ghermita
dalla mano di Satana che la strozza per svellerla dalla carne e che la soffoca
col suo nauseabondo fiato”.
10. La grande promessa di Gesù per chi sarà perseverante: “E’
tre anni che vi parlo! Ma già in voi opera il Pane che è Dio e il Vino che è
Sangue non venuto da uomo e vi dà il primo brivido di deificazione. Voi
diverrete dèi se sarete perseveranti nel mio amore e nel mio possesso. Non
come lo disse Satana Adamo ed Eva, ma come Io ve lo dico. E’ il vero frutto
dell’albero del Bene e della Vita. Il Male è vinto in chi se ne pasce, ed è
morta la Morte. Chi ne mangia vivrà in eterno e diverrà “dio” nel Regno di Dio.
Voi sarete dèi se permarrete in Me”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terza corona: I MISTERI
DOLOROSI
(il
martedì e il venerdì)
Primo mistero doloroso: l’agonia spirituale di Gesù nel Getsemani
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Secondo mistero doloroso: la flagellazione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Con le braccia e le mani legate dietro alla schiena, Gesù scende dal Getsemani
per un sentiero sassoso dove cade più volte senza potersi proteggere e facendo
una grande fatica a rialzarsi. Nei dintorni della città, poi attraversando il
quartiere di Ofel, piovono sassi sul Signore. Poi c’è il giudizio notturno ed
illegale da parte del Sinedrio. Lo schiaffo della mano guantata di ferro di
Malco. Le sevizie, poco conosciute, nella prigione del Tempio, in attesa
dell’alba per il secondo giudizio, in cui Gamaliele, Nicodemo e Giuseppe
d’Arimatea protestano davanti allo scandalo dei falsi testimoni; e poi se ne
vanno con fracasso.
2.
Gesù viene portato dal tempio verso l’Antonia, che è la residenza di Pilato in
mezzo alla folla ostile. Egli compare davanti a Pilato, poiché gli Ebrei,
vassalli di Roma, non hanno il diritto all’alta giustizia, e il Sinedrio vuole
che sia un romano a condannare Gesù per sentirsi ipocritamente meno criminale.
Verso le otto di mattina Pilato col pretesto che Gesù è un Galileo a cui non ha
“niente da rimproverare”, scarica la decisione su Erode, tetrarca di Galilea.
3.
Gesù compare davanti ad Erode, che invano Lo tenta chiedendoGLi di guarire un
cane la cui zampa era fratturata, poi proponendoGli del cibo e delle donne.
Erode lo dichiara pazzo “perché non vuole comportarsi né da Dio né da uomo” e
lo rimanda a Pilato dopo averGli fatto indossare il mantello dei pazzi sopra la
Sua tunica rossa del trionfo effimero delle Palme.
4. Gesù
ripercorre le vie di Gerusalemme piene di una folla aizzata dagli emissari del
Sinedrio. Egli compare per la seconda volta davanti a Pilato, che non vuole
condannare Gesù. Egli pensa di soddisfare l’ingiusta vendetta del Sinedrio
concedendogli, come si getta un osso ad un cane rabbioso, la flagellazione “di
questo Giusto a cui non ha niente da rimproverare”. “Quanti colpi?”, chiede il
decurione incaricato di far applicare la pena. “Tanti quanti ti parrà”, dice
Pilato che spera di essersi così sbarazzato di questa seccante faccenda.
5. Alcuni soldati
romani conducono Gesù in un cortile a fianco del pretorio di Pilato. In mezzo a
questo cortile c’è una colonna di pietra a cui è fissata, a mo’ di forca, una
traversa di ferro, terminante con un uncino. Gesù è spogliato ad eccezione di
un calzone corto in lino e dei Suoi sandali. I suoi polsi vengono legati con
una corda gettata al di sopra della sbarra di ferro e viene issato. Gesù vi
viene issato. I suoi piedi toccano appena il suolo ed Egli non può fare alcun
movimento per sfuggire ai colpi.
6.
Gli aguzzini sono due; non sono né ebrei né romani, sono degli apolidi molto
scuri con un volto da filibustieri. Ciascuno ha in mano una frusta con sette
cinghie di cuoio, terminanti con un martelletto di piombo. Insieme cominciano a
colpire e le cinghie avviluppano tutto il corpo del suppliziato. I primi colpi
segnano il dorso e le gambe con striature inizialmente rosse, che diventano
bluastre sotto gli altri colpi, poi la carne si spacca ed il sangue sgorga.
Quindi se l’agonia nel Getsemani è l’esempio della resistenza alla tentazione
della disperazione, “la spietata ed illimitata flagellazione” – disse Gesù – è
il riscatto alla Giustizia divina di tutti i peccati della carne, quindi
essenzialmente la lussuria, e di tutti i tempi, quindi dei vostri e dei miei
tempi allo stesso modo: ognuno di essi, ognuno di noi, è stato un martelletto
di piombo all’estremità di una cinghia della frusta!”.
7.
La flagellazione continua: il sangue cola sul pavimento, dei lembi di carne
vengono strappati dai colpi che cadono sugli stessi punti. Secondo Maria
d’Agreda, Maria sente il dolore di ogni colpo della flagellazione nella sua
piccola camera a fianco del Cenacolo, nel palazzo di Lazzaro, dove attende le
notizie che Giovanni Le porta; Maria, Corredentrice con il Suo divino Figlio.
8.
I colpi continuano a cadere sul corpo sanguinante dell’Agnello di Dio, appeso
al gancio come un animale da macello. La flagellazione termina quando i due
aguzzini sono stanchi. Caterina Emmerich pensa che sia durata tre quarti d’ora,
sufficienti per uccidere tre volte un uomo robusto…Staccato dal gancio, Gesù
cade a terra e sembra svenuto. Un soldato riempie di acqua un secchio e la
getta su Gesù che sospira, ma non può alzarsi.
9.
Allora un soldato “con il manico della lancia, gli dà una scarica di colpi in
faccia, colpendo Gesù fra lo zigomo destro e il naso, che si mette a
sanguinare”. Poi si abbassa, facendo rompere le vesciche sanguinanti, e tende
il braccio verso la sua tunica, rimasta a terra. I soldati che Lo circondano si
lanciano col piede gli abiti di Gesù, il quale si trascina penosamente verso
l’uno e poi verso l’altro per raccoglierli.
10.
Questo gioco crudele dura un po’: esso annuncia la beffarda incoronazione di
spine, in cui la soldataglia, abbandonata a se stessa e aizzata dai demoni che
sono tutti usciti dall’Inferno, si burla del Re del Cielo e della Terra che è
appena stato flagellato all’estremo limite. Gesù si serve della tunica per
asciugare l’acqua ed il sangue prima di rivestirsi.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terzo mistero doloroso: l’incoronazione di spine
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. I soldati
legano di nuovo le mani di Gesù. Uno di loro, avendo sentito Pilato dirgli: “I
Tuoi accusatori dicono che pretendi di essere il Re dei giudei”, dice che un Re
deve avere una corona e va a cercare lì vicino un fascio di biancospino
selvatico: sono delle liane con delle spine dure e bianche di 3-4 cm. Sono
queste delle angherie imbecilli; anche crudeli, poiché come la flagellazione,
renderanno ancora più dolorosa la salita al Calvario e l’agonia sulla Croce. Il
Padre Eterno avrebbe potuto tenere a freno la libertà dei demoni; se non lo ha
fatto è perché questa nuova prova del Salvatore riscatta alla giustizia divina
tutti i peccati di orgoglio, tutti i disprezzi e le ironie inflitti ad altri,
tutte le vanità del sapere degli uomini di tutti i tempi, quindi anche dei
nostri. Ogni orgoglio dell’intelligenza cerebrale: le spine coroneranno la
Testa del Signore. Ciò avviene alle dieci di mattina.
2.
Con queste liane egli intreccia una triplice corona. Essa è troppo grande e
scende sulle spalle di Gesù. Il soldato la toglie, rischiando di rendere cieca
da un occhio la sua Vittima, e la intreccia di nuovo, più stretta. Questa volta
essa è troppo piccola e non va, nemmeno premendovi sopra. Egli la rifà: con un
grosso nodo di spine dietro, essa stringe la testa di Gesù.
3.
Un soldato dice che ad un Re occorrono la porpora e lo scettro: nella scuderia
vicina ci sono una canna ed una clamide rossa (una toga) sporca che essi
pongono sulle spalle di Gesù.
4.
Prima di mettergli in mano lo “scettro” di canna, essi Lo colpiscono sulla
testa inchinandosi: “Salve, Re dei giudei!”.
5.
Un altro dice che è necessario un trono ad un Re e fa sedere Nostro Signore su
una tinozza rovesciata, una di quelle impiegate per abbeverare i cavalli.
6.
“Al trono del Re è necessario un cuscino”, dice un altro, e fa sedere Gesù su
dei cocci di vasi che si trovano in un angolo.
7.
E la sarabanda beffarda e cattiva continua intorno al Re dei giudei, finché un
richiamo arriva dal pretorio di Pilato e i soldati vi conducono Gesù, che è
tirato da una corda che lega le Sue mani e ha sulla testa la corona di spine.
8. Pilato disse loro: “Ecco l’Uomo”. Ma, visto che l’ebbero, i capi dei sacerdoti ed i ministri gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Prendetelo e crocifiggetelo voi, perché io non trovo in lui colpa alcuna”. Replicarono i Giudei: “Noi abbiamo una legge e secondo questa deve perire, perché si è fatto Figlio di Dio”. …
9.
Davanti a questa, Pilato propone: “In questo tempo della vostra Pasqua, Roma vi
fa grazia di un condannato”. La folla tra Gesù e Barabba sceglie di graziare
quest’ultimo e grida: “Quello lì crocifiggilo, poiché si dice Re dei Giudei,
altrimenti noi ti denunceremo all’Imperatore, poiché nessuno può dirsi Re là
dove regna Roma”.
10.
“Insomma, voi volete la Sua morte? Sia, ma che il sangue di questo giusto non
sia sulle mie mani”; ed i giudei rispondono: “Che il Suo Sangue ricada su di
noi e sui nostri figli!”. Pilato, in presenza della folla, si lava le mani; poi
fa scrivere su un asse: “Gesù di Nazareth, Re dei Giudei”, di cui le iniziali,
in latino, sono, I.N.R.I. Pilato ratifica la condanna a morte sulla Croce,
decisa dal Sinedrio dai primi accordi di tradimento con Giuda. Giovanni va a
cercare Maria per informarla. Ma Maria da 33 anni sapeva con l’esatta
conoscenza ciò che doveva accadere…
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarto mistero doloroso: la salita al Calvario
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1.
Gesù è caricato della Croce. Essa è già pronta: è stata messa insieme dagli
operai del tempio durante la notte. Alcuni eruditi hanno scritto che Gesù
portava solo la trave verticale: Caterina Emmerich e Maria Valtorta vedono
una Croce completa, che pesava tra i 50
e i 70 chili! La Croce è posta sulla Sua spalla destra, che le fruste non hanno
risparmiato.
2. Il piede della
Croce urta nella discesa dei tre scalini del pretorio di Pilato verso la
piazza, poiché è stata inizialmente messa male sulla spalla. Sono le 11 di mattino.
Gesù vacilla scendendo. I giudei gridano ai soldati: “Spingetelo! Fatelo
cadere; nella polvere, il bestemmiatore!”. L’immondizia e gli sputi piovono su
Nostro Signore. Ma Longino teme che Gesù non arrivi vivo al Calvario; egli dà
degli ordini e la centuria sgombera le strade verso la Porta Giudiziaria che
apre le mura della città verso la cima del Golgota.
3.
Gesù cade per la prima volta. “Una pietra sporge, Gesù inciampa e cade sul
ginocchio destro; Egli riesce tuttavia ad alzarsi con l’aiuto della mano
sinistra. La folla lancia un urlo di gioia”. Ad ogni movimento non equilibrato,
e più ancora ad ogni caduta, il grave peso della Croce lacera la spalla destra
ed urta il nodo di spine della corona e la pianta di più nel cranio. Il Signore
rivelerà a San Bernardo la devozione alla piaga della Spalla di Gesù Cristo,
in risposta alla sua domanda di quale fosse stato il suo maggiore dolore
durante la Via Crucis.
4.
Alla porta dei bastioni Gesù cade per la seconda volta sotto il peso dei nostri
peccati.
5.
Dopo la porta c’è un piccolo ponte su un ruscello: la folla si è raccolta là
per non perdersi lo spettacolo. Delle pietre piovono sul condannato, che inizia
la salita al Calvario. Si ricordi che Gesù aveva apostrofato Gerusalemme con
queste parole: “Tu che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono inviati,
quante volte Io ho voluto raccogliere i tuoi figli come una chioccia raccoglie
i suoi pulcini sotto le sue ali e voi non avete voluto! Ecco che la vostra casa
vi verrà lasciata deserta. Io ve lo dico, in effetti, ormai non Mi vedrete più
finché non direte: benedetto Colui che viene in nome del Signore” (Cfr.
23,37-39).
6. Veronica,
accompagnata da una giovane serva, è sul bordo della strada con una bevanda in
una bottiglietta, che Gesù rifiuta e che beve invece un soldato, e con un panno
pulito, che Gesù applica con la mano sinistra al Viso macchiato di sangue che
cola dalle ferite delle spine, dai colpi ricevuti ed anche dalle vesciche, e
sporco della polvere che il vento ha alzato in quel mattino temporalesco
dell’inizio di aprile; poi Egli restituisce il panno a colei il cui nome ha
attraversato due millenni della nostra storia. Secondo la veggente, serva di
Dio Teresa Higginson, con il panno della Veronica il Signore voleva inaugurare
Lui stesso la devozione al Sacro Capo di Gesù Cristo, imprimendo
l’immagine del Suo Sacro Volto sul Sacro Lino offertogli da Veronica.
7. Vicino a
Veronica, al bordo della via e in sassosa salita, un gruppo di donne velate
piange, protetto da un uomo robusto. Tra queste donne vi è una figura
interamente velata che si rivela essere Claudia, moglie di Pilato, in un
istante all’ufficiale aggiunto di Longino, poiché i soldati si rifiutano inizialmente di lasciarle
avanzare verso Gesù. La loro presenza Lo consola. E dice loro: “Non piangete su
di Me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei
quali si dirà: “Beati le sterili e i grembi che non hanno generato e le
mammelle che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete
su di noi! E ai colli, copriteli!”. Perché, se trattano così il legno verde,
che avverrà del legno secco?”: Gesù si rivolge sì alle donne di Israele, ma
particolarmente alle donne della nostra epoca: in effetti, solo le donne
sterili non si sono rese colpevoli del crimine d’aborto; mentre ben diversa è
la responsabilità di buona parte delle altre e dei loro mariti.
8.
Più in alto sulla via del Calvario è Maria, accompagnata da Giovanni, con Marta
e sua sorella Maria, con Maria madre di Giacomo e Giuda , con Maria-Salomé,
madre di Giacomo e Giovanni, con Susanna, la sposa di Cana. E’ l’incontro del
Figlio con Sua Madre, che grida: “Figlio!”, e Lui, in risposta, faticosamente
articola: “Mamma!”, ma tutto il loro Amore confluisce in uno sguardo, che nutre
e si nutre. Uno degli aguzzini agita i chiodi sotto gli occhi di Maria con un
ghigno diabolico.
9.
Gesù è al limite delle forze. Vacilla e cade per la terza volta. Non si rialza.
La Croce cade su di Lui. I giudei gridano a Longino: “Deve essere crocifisso
vivente. Guai a te!”. Viene così imposto a Simone di Cirene di portare la Croce
di Gesù fino alla cima del Golgota.
10. Rialzato dai
soldati, Gesù prosegue il cammino fino alla cima del Calvario, che è
all’altezza di 738 dal livello del mare, come la dimensione richiesta per la
Croce Gloriosa a Dozulé. La cima del Calvario ha su tre lati un pendio più o
meno rapido, il quarto è a picco. I carnefici strappano gli abiti incollati
alle piaghe di Gesù, che sanguina da mille ferite, tra cui un’enorme piaga alla
spalla destra, in cui si intravedono tre ossa messe a nudo; piaghe ai gomiti,
alle braccia e soprattutto alle ginocchia. Caterina Emmerich vede Gesù salire
al Calvario a piedi nudi; in Maria Valtorta, Gesù dice: “Dietro ai Miei passi
restano delle impronte di sangue”.
1
Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quinto mistero doloroso: la crocifissione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Spogliato, Gesù
nasconde con le due mani la Sua intima nudità rivolto verso lo strapiombo,
girando la schiena alla folla. Uno degli aguzzini gli tende un panno sporco per
cingersi i fianchi, ma Maria si toglie il velo bianco dai capelli senza levare
il cappuccio del mantello e lo dà a Giovanni; egli corre verso Longino che permette
che Gesù lo prenda. Il Signore se ne copre con cura e lo annoda strettamente.
Si fa stendere Gesù sulla Croce, per “prendere le misure”, dice sogghignando
uno dei carnefici; in effetti, i chiodi di ferro dell’epoca si storcerebbero
senza dei buchi di passaggio fatti nel legno. Maria vede subito l’errore
malevolo dei carnefici assoldati dal Sinedrio: i segni di gesso superano
ampiamente il posto dei polsi delle due braccia stese; è ad un punto preciso
dell’articolazione che dev’essere inchiodato il crocifisso per sopportare il
peso del corpo. Maria avverte Giovanni che corre verso Longino, ma questi sta
respingendo con i suoi sottufficiali con durezza la folla più in basso; il
legno viene forato.
2.
Gesù viene steso sulla Croce: ha gli occhi chiusi e la corona di spine sulla
testa. Un aguzzino si siede sul suo petto; un altro gli tiene il braccio destro
e le mani tesi; un terzo punta il chiodo sul polso e vi batte col martello.
Gesù grida e gli scendono lacrime di dolore. A questo grido risponde un gemito
come di agnello che viene sgozzato. Maria si contorce per la sofferenza. Gesù
non farà sentire più alcun lamento, ma Ella sentirà i colpi del martello…”Ella
venne crocifissa con Me dagli stessi chiodi, anche se furono invisibili”, come
conferma Maria d’Agrèda.
3.
Una volta inchiodata la mano destra, quella mano che aveva benedetto e guarito
tanta gente e accarezzato tanti bambini, tocca alla sinistra; ma tirando il Suo
braccio sinistro, solo la punta delle dita raggiunge il buco forato nel legno.
Allora un boia attacca una corda al polso e, puntando i piedi sulla Croce,
tira, tira… E’ così che il chiodo viene piantato nel palmo della mano sinistra.
A J.N.S.R. Gesù conferma: “Per ogni membro che si separa
e semina la divisione, Io sopporto di essere di nuovo dilaniato”.
4.
Ma le braccia dilaniate hanno fatto risalire il corpo ed i piedi non arrivano
più sul punto di appoggio dove devono essere inchiodati, malgrado l’altezza di
Gesù (m. 1,81, secondo gli studi della NASA sul Santo Sudario), e lo stesso
stiramento infame si ripete.
5.
Ora, poiché i chiodi alle mani trapassano la Croce attraverso dei buchi fatti
nel legno, è necessario rovesciare la Croce, il Signore faccia a terra, per
piegare le punte che sporgono da dietro. Maria sa e chiama in soccorso gli
angeli del Cielo affinché la santa umanità di Suo Figlio non venga ancora più
sporcata. La Croce viene rovesciata e le punte dei chiodi ribattute…Immaginiamo
la sofferenza del Signore!
6.
La Croce che porta l’Agnello di Dio immolato per i nostri peccati viene
trascinata vicino ad un buco, in cui viene impiantata. Anche qui vi sono
terribili dolori da parte del Crocifisso come racconta Maria Valtorta: “Si
innalza la Croce, che sfugge a coloro che la elevano e ricade una volta
improvvisamente ed un’altra volta sul braccio destro della Croce, dando un
terribile tormento a Gesù, poiché il colpo che subisce sposta le membra ferite.
Ma, quando in seguito si fa cadere la Croce nel buco, prima di venire bloccata
da pietre e terra, essa ondeggia in tutte le direzioni imprimendo dei continui
spostamenti al povero corpo sospeso a tre chiodi e la sofferenza deve essere
atroce”.
7.
Ecco come il Signore domina sul mondo: sulla Sua Croce! Sono presenti solo i
pastori, che l’hanno visto appena nato, e Giovanni. Soltanto le donne, con il
loro amore, con la loro intuitiva intelligenza del cuore, accompagnano la
Vittima con le loro lacrime e la loro preghiera. Dalle innumerevoli ferite, ma
soprattutto dalle mani, cola il sangue che scorre lungo le braccia e poi dalla testa,
ricongiungendosi a quello che cola dai piedi. Per respirare il Crocifisso è
obbligato a delle trazioni sulle Sue mani inchiodate, altrimenti il petto non
riesce a gonfiarsi: sono inspirazioni corte e distanziate. Coloro che vengono
crocifissi muoiono di asfissia quando i loro muscoli non rispondono più.
8. Relegati un po’
in basso, i giudei, i farisei ed i sacerdoti lanciano pietre su Gesù e Lo
ingiuriano. Maria Maddalena li affronta: “Giratevi! Dietro a voi avete le
lingue delle fiamme infernali”. Terrorizzati si voltano: non è l’inferno che
hanno per ora dietro a loro, ma le lance romane, poiché Longino fa sgomberare
brutalmente il luogo. Poi il buon ladrone fa tacere l’altro condannato che
bestemmia e si rivolge a Maria: “Madre, nel nome del Tuo Figlio morente, prega
per me”. E ripete come una litania: “Gesù Nazareno, Re dei Giudei, abbi pietà
di me; spero in Te, credo in Te”: Gesù gli promette: “Questa sera, tu sarai con
Me in Paradiso”.
9.
Ora è attraverso l’apostolo Giovanni che Gesù ci affida a Sua Madre: “Donna,
ecco Tuo figlio. Figlio, ecco tua Madre”. Gesù ha sempre più difficoltà a
respirare. Gesù entra nel delirio e grida: “Padre, Padre, perché Mi hai
abbandonato!”. Poi mormora: “Padre, nelle Tue mani affido il Mio spirito…Prima
di morire Gesù grida un “Ma…”, che Maria Valtorta chiarisce di essere le
iniziali di “Mamma”. Maria alza infine gli occhi verso la Croce e comprende che
suo Figlio è morto e si accascia. Longino si fa dare una lancia da un soldato
e, dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra, squarcia il fianco di Gesù
fino al cuore con un colpo sicuro. Sono le tre di pomeriggio.
10.
Caterina Emmerich ha la visione del cranio di Adamo, in profondità verticale
alla Croce, e del sangue di Gesù che lava dal peccato originale il nostro
antenato comune. Una nota tradizione ebraica, infatti, fa ritenere il Golgota,
che significa “Luogo del Cranio”, il luogo dove sarebbe stato sepolto Adamo.
Gesù viene staccato dalla Croce. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea sono scesi
all’Antonia a chiedere a Pilato l’autorizzazione di disporre del Corpo di Gesù.
Al ritorno, aiutati da Giovanni, staccano i chiodi e fanno scendere Gesù dalla
Croce. La Madre lo riceve fra le sue braccia: la testa poggia sulla sua spalla.
Gli estrae le spine dalla testa, bacia le
le sue mani ferite e scopre la ferita aperta del fianco…e allora piange.
Infine dopo averlo sommariamente pulito il corpo lo distendono su un mantello
che serve da barella per portarlo verso il sepolcro nuovo di Giuseppe
d’Arimatea, scavato nella roccia ad una cinquantina di metri a ovest del
Calvario.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarta corona: I MISTERI
GLORIOSI
(il
mercoledì e la domenica)
Primo mistero glorioso: la resurrezione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Nella
piccola stanza a fianco del Cenacolo, Maria piange e prega il Padre di renderle
suo Figlio il più presto possibile: “Guarda il Mio Cuore, o Dio che Mi hai
colpito nel Mio Figlio! Guardalo! Non è coperto di piaghe come il Corpo di
Colui che è il Mio e Tuo Figlio? I colpi della frusta sono caduti su di Me come
una gradine, mentre Lo si colpiva. Che cos’è la distanza per l’Amore? Ho
sofferto le torture di Mio Figlio! Perché non le ho sofferte soltanto Io?
Perché non sono stata Io sulla pietra della tomba?”. Ella non beve, né mangia,
né dorme. Tutta la notte assedia il Padre con la Sua preghiera ardente. Al
mattino la Veronica Le dona il velo, in cui si è impresso il Volto doloroso di
Suo Figlio. Maria, l’Immacolata, è l’unica che crede fermamente alla
Resurrezione di Suo Figlio.
2.
Alcune donne romane, poi anche Longino, vengono a far visita a Maria: “Ave
Domina”. Maria continua a invocare la Misericordia di Dio verso il Suo cuore
straziato. Gesù parla delle sofferenze di Sua Madre a Maria Valtorta: “E la
tortura è continuata con i suoi assalti
periodici fino all’alba della domenica. Ho avuto, nella mia Passione, un’unica
tentazione. Ma la Madre, la Donna, ha espiato per la Donna, la colpevole di
ogni male, di molte volte. E Satana, sulla Vittoriosa, si è accanito con una
ferocia centuplicata. Maria l’aveva vinto. Su Maria, la più atroce tentazione.
Tentazione contro la carne della Madre. Tentazione contro il Cuore
della madre. Tentazione contro lo Spirito della Madre. Il mondo crede
che la Redenzione finisca con il Mio ultimo sospiro. No. La Madre l’ha compiuta
aggiungendovi la sua triplice tortura per riscattare al triplice concupiscenza,
lottando per tre giorni contro Satana che voleva portarla a negare la Mia
Parola e a non credere nella Mia Resurrezione”.
3.
E’ l’alba radiosa della domenica di Pasqua, una domenica d’aprile. Vicino al
sepolcro, il giardino di Giuseppe d’Arimatea è tutto in fiore: è la natura che
saluta la Resurrezione imminente del Signore, quella stessa natura che ha
tuonato, lanciato fulmini e tremato alla sua morte.
“Nel cielo sereno…dove il sole
non si è ancora levato…una palla di fuoco di uno splendore insostenibile,
seguito da una scia scintillante…arriva con un brontolio potente, armonioso,
solenne…le guardie del Tempio alzano la testa…la meteora si abbatte contro
l’inutile chiusura della tomba, fulmina di terrore e di rumore le
guardie…producendo un nuovo tremito della terra…entra nella cupa tomba che
rischiara con la sua luce indescrivibile e, mentre resta sospesa nell’aria
immobile, lo Spirito si riinfonde nel Corpo senza movimento sotto le bende
funebri”.
4.
Maria è in preghiera, prosternata sul
pavimento della sua camera. Le imposte scricchiolano, la finestra si
apre. Ella alza la testa e “vede suo Figlio splendente…infinitamente più bello
di quello che era prima di aver sofferto, sorridente, vivente, più luminoso del
sole, vestito di bianco che sembra luce tessuta”…”Ella si drizza sulle
ginocchia, unendo a croce le mani sul petto: “Signore, Mio Dio”…Ed egli la
chiama tendendole le mani: “Mamma!”…Egli si china su sua Madre che non osa
toccarlo e le mette le mani sotto i suoi gomiti piegati, la alza e la stringe
sul suo Cuore e la bacia”.
5. Marta, Maria madre di Giacomo e Giuda, Maria-Salomé con
Susanna vanno a cercare Giovanna di Cusa, mentre la Maddalena le precede sola
verso verso il sepolcro. Il sisma ed il brontolio della meteora fanno loro
perdere un po’ di tempo, ma non a Maria di Lazzaro, che arriva alla tomba e
vede a terra la pietra di chiusura e le guardie svenute. Ella entra nel
sepolcro e non vede che il Sudario. Ritorna correndo al cenacolo per avvisare
Pietro e Giovanni; poi, con loro, riprende il cammino verso il sepolcro.
6. Susanna e Salomé arrivano sole al sepolcro; le guardie
sono sempre svenute. Arrivate sulla soglia del sepolcro, vedono una creatura
luminosa. Cadono in ginocchio. L’Angelo parla loro dolcemente: “Io sono l’Angelo del divino dolore, sono venuto per
gioire della fine di quest’ultimo; dite a Pietro e ai discepoli che Egli è
resuscitato e che vi precede in Galilea. Voi lo vedrete ancora là per un po’ di
tempo, secondo quanto ha detto”. Timorose, esse ritornano al cenacolo per
un’altra strada senza incontrare Pietro, Giovanni e la Maddalena.
7. I tre arrivano in vista della tomba. Giovanni, il più
rapido, è il primo sulla soglia: vede il sudario ma non entra, attendono Pietro
che entra e constata che il Corpo del loro Maestro non c’è più. Ripartono
smarriti senza Maria Maddalena che si accascia vicino all’entrata del sepolcro
piangendo. Poi, alzando gli occhi, “Vede due angeli assisi sulla pietra
dell’unzione, uno alla testa e l’altro ai piedi. “Perché piangi, donna?, chiede
uno dei fanciulli luminosi, poiché hanno l’aspetto di bellissimi adolescenti.
“Perché hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto, dice
Maria…Il bambino-angelo guarda il suo compagno e sorridono entrambi. E in uno
splendore di gioia angelica, tutti e due guardano fuori verso il giardino tutto
in fiore, dove milioni di fiori si sono aperti al primo sole sui folti meli del
frutteto. Maria si volta per vedere ciò che essi guardano e vede un uomo
bellissimo…un uomo che la guarda con pietà e le chiede: “Donna, perché piangi?
Chi cerchi?…E Maria, in mezzo ai singhiozzi: “Mi hanno portato via il Signore
Gesù!…Se sei tu che lo hai portato via..sono ricca, posso darti tanto oro e
gemme quanto egli pesa…, “Maria!”, Gesù si rivela nel suo splendore trionfante.
“Rabbonì!”. Con questo grido essa corre ai piedi di Gesù per baciarli. “Non Mi
toccare! Non sono ancora salito verso il Padre Mio con questo abito. Va’ a
trovare i Miei fratelli ed amici e dì loro che salgo verso il Padre Mio e
vostro, verso il Dio mio e vostro. Poi verrò a loro”. E Gesù scompare.
8. Maria Maddalena ritorna correndo al Cenacolo e si getta
fra le braccia di nostra Madre gridando: “E’ risuscitato! E’ risuscitato!”;
Pietro e Giovanni comprendono, poi arrivano Marta, Maria madre di Giacomo e
Giuda e Giovanna; esse stanno tornando di là; hanno visto due Angeli che si dicevano
guardiani dell’Uomo-Dio e l’Angelo del Suo dolore, i quali hanno dato l’ordine
di dire ai discepoli che Egli è resuscitato.
Maria-Salomé
e Susanna tacciono: esse non hanno visto che un Angelo. Quando infine parlano,
Pietro e anche Giovanni non vogliono credere davanti a queste tre diverse
versioni. A loro sfugge l’evidenza dell’essenziale che è concordante: la
Resurrezione. Pietro e Giovanni, ancora israeliti nelle loro reazioni,
esclamano: “Sono donne!…”. Maria tace.
9. Nel pomeriggio, Pietro e Giovanni vanno presso Lazzaro
per informare gli altri apostoli, salvo Tommaso che è introvabile, di tutti
questi avvenimenti. Lazzaro ha appena confortato gli apostoli vergognosi e
dubbiosi. Dice loro che Gesù gli ha rivelato tutto nei minimi dettagli alla
vigilia delle Palme: tutta la Passione, la loro fuga e che Egli ha lasciato per
loro il Suo perdono. Davanti a loro Lazzaro offre la sua vita perché abbiano
fede. Improvvisamente lo sentono dire: “Io vengo, Signore!”, e lo vedono
uscire. Rimangono sbalorditi e si chiedono se Dio lo abbia preso in parola. Nel
suo giardino Lazzaro cade in ginocchio davanti a Gesù, che lo ringrazia. Poi
Gesù appare a Giovanni di Cusa, a Giuseppe d’Arimatea, a Nicodemo, a Mannaen e
ai pastori.
10. La sera di quella domenica di Pasqua, alla stessa ora,
c’è l’incontro di Gesù con i due pellegrini di Emmaus, Simone e Cleofa, come
viene descritto nel Vangelo; essi ritornano sui loro passi verso Gerusalemme
per avvertire gli apostoli, ma, quando arrivano, apprendono che Gesù è già
venuto al cenacolo; che li ha confermati nel perdono, trasmesso da Maria e poi
da Lazzaro; che Egli li ha baciati uno dopo l’altro e che ha mangiato davanti a
loro per provare che era davanti a loro in corpo, anima e spirito. Quando i due
pellegrini e gli apostoli confrontano l’ora delle due apparizioni in due luoghi
diversi, essi sono rapiti davanti a questa prova dell’onnipresenza divina.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Secondo mistero glorioso: l’ascensione di Gesù
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Alla fine
dell’apparizione, in cui Tommaso tocca con mano l’evidenza della Resurrezione
di nostro Signore, Gesù dice loro di attenderlo nel giardino del Getsemani. Là,
sul luogo della loro fuga, Egli li istruisce: “Ricordatevi sempre quanto siete
stati deboli e che senza l’aiuto di Dio non potreste restare un’ora nella
giustizia”…”Qui, ho detto di vegliare a coloro che si credevano i più
forti”…”Io li ho lasciati avvertendoli di pregare…ed essi hanno dormito. Ricordatevene
ed insegnate che colui che Gesù ha lasciato, se non si mantiene in contatto di
orazione con Lui, si addormenta e può essere preso”. Poi essi
pregano insieme il Pater, di cui Gesù spiega loro ogni frase.
2. Li invita a trovarsi l’indomani al Golgota a mezzogiorno.
Gli apostoli vi si recano, condotti da Giovanni che mostra loro tutti i punti
in cui il Signore è caduto, dove ha incontrato la Veronica, le donne, la Madre.
E’ la prima Via Crucis dei credenti. Il sole picchia; alcuni discepoli si lamentano,
anche della salita così rapida. Giovanni, il più giovane, ricorda loro: “Il
Signore l’ha fatta alla stessa ora portando la Croce”. Essi piangono e
ripartono. In cima, Giovanni non risparmia loro alcun dettaglio. Giovanni è
veramente un serafino che li infiamma della sua fede. Essi pregano insieme il
Pater. Alla fine Gesù si mostra in mezzo a loro…e li istruisce.
3. Durante i 40 giorni dalla domenica di Pasqua al giovedì
dell’Ascensione, Gesù completa la formazione dei Suoi apostoli e discepoli. Poi
Egli li manda ad annunciare la Buona Novella in Galilea, allontanandosi così
dal Sinedrio, poiché hanno ancora paura di rappresaglie.
4. Più tardi, nello stesso giorno, Gesù appare in 21 luoghi
della Palestina e persino ad Antiochia, nella Turchia di oggi, per confermare
nella Sua Resurrezione coloro che credono in Lui. E’ così che appare nella casa
di Keriot, dove Maria, madre di Giuda Iscariota, si lascia morire dalla
disperazione: suo figlio ha tradito il Maestro e si è suicidato. Gesù la guarisce
e la consola.
5. Gli apostoli sono in barca sul lago di Galilea: essi
hanno pescato tutta la notte, senza successo. Si sentono chiamare dalla riva; è
Gesù: “Non avete niente da mangiare?”…”No”. Essi non sanno chi li interpella.
“Gettate le reti a destra e troverete”. Essi lo fanno: la rete si riempie.
Allora capiscono che è Gesù che sta dando loro una seconda pesca miracolosa.
Ricordiamo che alla prima pesca
miracolosa, le reti degli apostoli avevano riportato 153 pesci; e questo è uno
dei rarissimi numeri citati nel vangelo, ed è precisamente il numero delle Ave
Maria contenute nel Santo Rosario precedente alla riforma di Giovanni Paolo II.
Poi Gesù chiede agli apostoli di attenderli sul Monte Tabor con tutti i
discepoli.
6. Sono più di 500 i discepoli che si raccolgono ad
attenderlo. Dopo parecchi giorni Gesù appare: spiega loro ed istituisce i
sacramenti della Chiesa, ricordando l’Eucarestia, istituita il giovedì santo al
Cenacolo. Gesù ordina poi agli apostoli e ai discepoli di trovarsi sul Monte degli
Ulivi a Gerusalemme per la Pasqua supplementare.
7. Sul Monte degli Ulivi, in una piccola casa appartenente a
Lazzaro, Pietro in presenza di Gesù, celebra la prima Eucaristia della
cristianità. La Chiesa, nata sul Calvario dal Sangue di Cristo, dall’Acqua
scaturita dal suo Costato aperto, fa i primi passi. Gesù affida a sua Madre gli
apostoli e i discepoli.
8. Il giovedì dell’Ascensione, all’alba e senza testimoni.
Gesù dà l’addio a sua Madre, che resterà altri 21 anni sulla terra per servire
la Chiesa nella sua infanzia, come una Mamma attenta, e per essere consigliera
degli apostoli in ogni difficoltà.
9. Quella stessa mattina Gesù fa le sue ultime
raccomandazioni a tutti gli apostoli, ai discepoli e alle discepole. Gesù parla
al cuore di ognuno dei 500 testimoni che sono là e che lo vedono ascendere
lentamente verso il cielo di quel mattino di maggio. Gesù è trasfigurato: di
una bellezza gloriosa, più che sul Tabor. Il suo ultimo sguardo è per la Madre.
Tutti hanno le lacrime agli occhi: lacrime di gioia, di adorazione, di attesa…
10. La comparsa di due Angeli interrompe quest’attesa. Si
ritorna a Gerusalemme in silenzio: la Madre, gli apostoli e i discepoli al
Cenacolo. Ciò che non hanno visto i testimoni è, secondo Maria d’Agreda, il
corteo delle anime dei giusti del Limbo, delle anime del Purgatorio tutte
purificate, che accompagnano Gesù al Cielo; e tutti gli Angeli. Gesù ha appena dato una prova in più della
Sua divinità.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Terzo mistero glorioso: la Pentecoste dello Spirito Santo nel Cenacolo
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Gesù aveva promesso ai Suoi discepoli il battesimo di
fuoco dello Spirito Santo, una volta ritornato al Padre. Egli lo ha ripetuto
loro più volte, l’ultima proprio prima della sua Ascensione. Nel Cenacolo
Maria, circondata dagli Apostoli, di cui è loro Maestra nella fede, insegna
loro che il dono di Dio è in misura della nostra fiducia, della nostra attesa,
della nostra purezza. Ella sa che è necessaria la forza insistente e
perseverante della preghiera per strappare tutto al Cielo. Gli Apostoli sono
rinnovati completamente da un’umiltà acquistata a caro prezzo nella prova della
Passione. Essi sono interamente purificati dal perdono di Gesù e confidano in
Lui, assolutamente certi che Gesù è Dio. L’indomani, dopo l’orazione e la
meditazione su questo avvenimento dell’Ascensione, Maria fa loro cominciare la
prima novena del Cristianesimo.
2. Gli Apostoli si pongono il problema dell’elezione del dodicesimo
Apostolo, per colmare il vuoto lasciato da Giuda. Maria si rifiuta di
designarlo. E’ compito di Pietro, capo della Chiesa. Egli riunisce i discepoli
e chiede loro di designare due tra loro che giudicano degni di quella carica.
Essi si accordano su Giuseppe e Mattia.
3. Pietro e gli Apostoli pregano solennemente l’Altissimo di
fare la scelta. I discepoli prendono nel cortile dei sassolini bianchi e dei
sassolini neri in numero uguale, li mettono in un sacco vuoto e decidono che i
bianchi sarebbero stati per Mattia e gli altri per Giuseppe. Pietro traccia sul
sacco un gesto di benedizione e, pregando con gli occhi al cielo, vi immerge la
mano e ne estrae un sassolino: esso è bianco. Mattia viene eletto. Pietro e gli
Apostoli lo abbracciano davanti ad una piccola folla che acclama.
4. Maria e i dodici Apostoli sono in preghiera nel cenacolo
la domenica mattina, 10 giorni dopo l’Ascensione. Ella sa certamente, anche se
non è mai stato confermato, che il momento della Pentecoste è arrivato: “Un
brontolio molto potente e armonioso”…”sempre più potente, riempie la terra
delle sue vibrazioni”…”gli Apostoli alzano la testa sbalorditi”…”solo Giovanni
non si spaventa, poiché vede la pace e la gioia luminosa che si manifestano sul
volto di Maria, che alza la testa, sorridendo ad una cosa conosciuta a Lei
sola, e che scivola poi in ginocchio, aprendo le braccia: le due ali azzurre
del Suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l’hanno
imitata, inginocchiandosi vicino a Lei”.
5. Tutti i presenti
al Cenacolo vedono lo Spirito Santo in questo modo: “Poi ecco la luce, il
fuoco, lo Spirito Santo”…”sotto la forma di un globo ardente brillantissimo
nella stanza chiusa”…”Essa plana un istante a circa tre palmi al di sopra della
testa di Maria”…”attualmente scoperta, poiché Essa ha alzato le braccia come
per invocarla ed ha gettato la testa all’indietro con un grido di gioia, con un
sorriso d’Amore senza limiti”.
6. Lo Spirito Santo si divide sugli Apostoli dopo
l’incoronazione di Maria: “Dopo quest’istante, in cui tutto il fuoco dello
Spirito Santo, tutto è l’Amore, è raccolto al di sopra della Sua Sposa, il
Globo Santissimo si divide in tredici fiamme armoniose e molto scintillanti”…”e
scende per baciare la fronte di ogni Apostolo”. “Ma la fiamma che scende su
Maria non è una fiamma indirizzata sulla sua fronte”…”ma una corona che
contorna e cinge, come un diadema, la sua testa verginale, coronando come
Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, la Vergine incorruttibile, la
tutta Bella, l’eterna Amata e l’eterna Bambina”.
7. “Lo Spirito Santo fa brillare le sue fiamme attorno alla
testa dell’Amata”…”Il fuoco resta così qualche tempo…e poi si dissolve…Della
sua discesa resta come ricordo un profumo che nessun fiore terrestre può
emanare…il profumo del Paradiso”…”Maria resta estasiata. Incrocia solamente le
braccia sul suo petto, chiude gli occhi, abbassa la testa…Ella continua il suo
colloquio con Dio”…”Giovanni dice indicandola: “E’ l’altare. E’ sulla sua
gloria che si è posata la gloria del Signore”.
8. Ascoltate gli Apostoli, saturati dalla forza dell’Amore,
dalla certezza e dalla scienza dello Spirito Santo. “Andiamo a predicare il
Signore e che le sue opere e le sue Parole siano conosciute fra i popoli”, dice
Pietro; “Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me”, dice Giacomo il
Minore. “Andiamo ad evangelizzare le genti”, dice un altro e tutti partono per
Gerusalemme: la loro antica paura è scomparsa.
9. Il fuoco
dell’Amore divino ha effetti opposti: Esso riempie di forza e di sapienza tutti
coloro che credono in Gesù in misura pari alla forza della loro fede, in misura
pari alla speranza della loro attesa. Così avviene per i discepoli e per molti
abitanti di Gerusalemme, che si sono tenuti distanti dalla Passione. Suscita
invece dei rimorsi in coloro che sono caduti nell’indifferenza, ma non in
coloro che si sono induriti nel rifiuto. Gli aguzzini, Malco e molti altri
muoiono, fulminati dalla loro ostinazione. E ciò che ci attende alla fine dei
tempi durante i tre giorni di buio.
10. E’ così che gli Apostoli, predicando il Signore, vengono
ascoltati e compresi dalle folle di Gerusalemme, che si fanno battezzare in
massa, a migliaia per volta. Dopo questa terza decina della discesa dello
Spirito Santo, non manchiamo di pregare Dio Spirito Santo di rinnovare in tutti
i suoi sette doni della Cresima, la quale fa di ogni cristiano un soldato di
Cristo, infondendogli la pienezza di ciò che aveva ricevuto in germe nel
Battesimo: la saggezza, l’intelligenza, il consiglio, la pietà, la forza, la
scienza ed il timore di Dio, cioè il timore di dispiacerGli, poiché tutti
questi doni sono finalizzati all’Amore ed alla conoscenza di Dio.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quarto mistero glorioso: l’ assunzione di Maria Santissima
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. E’ la sera del sabbat, quindi un venerdì. Nella piccola
casa del Getsemani, Maria, che vive con Giovanni, è nella sua camera isolata
sulla terrazza: Ella mette a posto tutte le reliquie della Passione conservate
da anni per l’edificazione dei fedeli. Sembra preparare una partenza. Giovanni
sale le scale, inquieto per la sua lunga assenza dalla cucina.
2. “Sei pallida e tremi”, dice Giovanni, “soffri ancora?”.
“No, sono nella gioia, poiché ho compiuto tutto…Quando sarai restato solo,
salva questo baule”. E Maria gli comunica il Suo giubilo nella certezza che
raggiungerà suo Figlio. “Tu non puoi, non devi morire! Il Tuo Corpo Immacolato
non può morire come quello dei peccatori”, dice Giovanni. Il favorito prevede
la Verità.
3. Poi Maria gli raccomanda che nessuno tocchi il Suo corpo,
poiché si è purificata e si è messa l’abito adatto, quelle delle nozze eterne.
4. Giovanni piange, sentendosi già orfano, poiché sa che
Maria non si sbaglia mai. E Maria lo consola e lo conforta: “Tu predicherai il
Signore…Amate e non temete. In proporzione alla maniera in cui amerete, Dio vi
aiuterà e vi farà trionfare su tutto e su tutti”.
5. Giovanni, molto pallido, vede Maria ancora più pallida,
poi diventare di un candore, “come Gesù quando si è trasfigurato sul Tabor”.
L’aiuta a distendersi sul piccolo letto. Maria lo esorta: “Recita i salmi e le
pagine delle Scritture che si riferiscono a Me. Recita poi la preghiera di Mio
Figlio (il Pater); ripetimi le parole dell’Angelo annunciatore e quelle che Mi
indirizzò Elisabetta” (cioè l’Ave Maria, e nasce così in forma elementare il primo
rosario). Giovanni obbedisce e continua con il Magnificat, ma, arrivato al
nono versetto, “si accorge che Maria non respira più, pur mantenendo una
posa ed un’attitudine naturale,
sorridente, tranquilla, come se non si fosse accorta dell’arrestarsi della
vita”.
6. Giovanni piange in ginocchio contro il bordo del letto;
“si china sul volto restato immobile con un’espressione di gioia soprannaturale
e lacrime abbondanti sgorgano dai suoi occhi su quel volto soave, su quelle
mani pure incrociate sul petto. Egli resta là a pregare, attendendo il miracolo
che desidera: vedere Maria salire al Cielo come Gesù all’Ascensione.
7. E’ alba: “nella stanza, nessun odore sgradevole. Al
contrario, vi aleggia un profumo indefinibile che ricorda l’incenso, i gigli,
le rose, il mughetto, le piante di montagne, tutti insieme”. Giovanni si è
addormentato, seduto su un sgabello vicino alla porta. “Improvvisamente una
grande luce invade la stanza…simile a quella che inondò la grotta di Betlemme
al momento della divina Natività…Poi, in questa luce paradisiaca, diventano
visibili delle creature angeliche…esse formano una corona intorno al piccolo
letto, si chinano su di esso, sollevano il corpo immobile…attraverso un buco
che si è aperto per miracolo nel tetto…portando via il corpo della loro
Regina”.
8. Giovanni viene risvegliato dal rumore potente delle ali
angeliche e dalla corrente d’aria tra la porta e il buco nel tetto; vede il
letto vuoto, il tetto aperto ed esce correndo: “egli vede il corpo che sale
verso il Cielo, portato dagli angeli; ed i fiori che cadono dalle piaghe del
mantello”…Poi vede distintamente che Maria, avvolta ora dai raggi del sole che
si è levato, esce dall’estasi…ridiventa viva e sale da sola”…”Egli vede
l’incontro della Madre con suo Figlio che raggiunge sua Madre e la stringe sul
suo Cuore”. Giovanni ringrazia Dio di averlo esaudito, rendendolo testimone
dell’Assunzione della santissima Vergine, Nostra Madre.
9. Giovanni raccoglie i fiori caduti dal Cielo, quelli
rimasti nella stanza, e li chiude nel baule delle reliquie. “Tutto servirà”,
dice, preparando le sue cose per andare nel mondo a diffondere il Vangelo
dell’Amore. Essendo stato testimone dell’Assunzione di Maria, egli è certo che,
da quel momento, la cristianità ne ha avuto conoscenza.
10. Afferma la Madonna: “E’ per testimoniare il suo pensiero
creatore per quanto riguarda l’uomo, destinato da Lui, il Creatore, a vivere
passando senza morire dal Paradiso terreste a quello celeste, nel Regno eterno
, che Dio Mi ha voluta, Immacolata, in Cielo in corpo e anima, appena terminata
la Mia vita terrena”. E promette Gesù a J.N.S.R. (vol. I, p. 285): “Questa
terra sarà così pura e così bella come il Cielo, poiché sarà in perfetta
comunione con il Cielo. I viventi della terra avranno visto Dio e aspireranno a
vivere eternamente con Lui”…”Voi attraverserete questo spazio (fra Cielo e
terra) il giorno in cui Dio vi chiamerà e ciò avverrà con una dolcezza che
uguaglierà l’Assunzione di Maria, la Mia Madre tutta pura”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Quinto mistero glorioso: l’incoronazione di Maria in cielo
Dieci spunti contemplativi per la recita meditativa
delle dieci Ave Maria:
1. Gesù è sceso
dal Cielo incontro a Maria. Giovanni non vede oltre, ma possiamo immaginare,
con gli occhi della fede, possiamo vedere il Paradiso aperto con tutti i santi
e con tutti gli Angeli in una luce molto più dolce e più perlata di quella della
terra. Potete udire gli Osanna di gioia che riempiono il Cielo.
2. Possiamo vedere Anna, Gioacchino e Giuseppe che accolgono
Maria; intorno a loro, tutti gli antenati della casata di Maria, tutta la
parentela: Elisabetta, Zaccaria e Giovanni il Battista, Maria con suo marito
Alfeo ed il loro figlio Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, morto per mano
dei giudei per il suo Maestro e cugino; inoltre vediamo Stefano morto sotto le
pietre della lapidazione: tutti sono ringiovaniti, belli, luminosi.
3. Possiamo vedere Adamo ed Eva, Noè ed i suoi figli, Abramo
e sua moglie Sara, Isacco, Giacobbe ed i suoi 12 figli che sono i padri delle
12 tribù d’Israele; e Davide e Salomone e tutti i profeti, a cui la divina
Trinità ha parlato del Messia e della Vergine Maria. Tutti sono là, tutti
acclamano la loro Regina, poiché ne sono già a conoscenza.
4. Possiamo vedere Gesù che conduce Maria per mano fino al
trono di Dio ed Ella che si inginocchia davanti alla Santissima Trinità.
5. Possiamo vedere Gesù rialzare sua Madre, come l’ha fatto
nella sua stanza del cenacolo, all’alba radiosa di Pasqua. Ascoltate Maria: “Il
Mio dolce Gesù Mi chiamò Madre e Regina del Cielo e della Terra”.
6. Ed il Padre delle Misericordie Mi accolse come sua Figlia
diletta: “Benedetta tra tutte le donne, Tu sei l’Immacolata Concezione”.
7. Maria: “E lo Spirito Santo Mi avvolse nell’Amore del Dio
tre volte santo, portandomi sempre più in alto, elevandomi alle altezze
insondabili per offrirmi tutto l’universo. Io aprii il Mio manto per ricevere
da Dio tutti i suoi doni: la tenerezza, la compassione, il perdono ed il suo
amore che dovevo portare ai figli della Terra, così deboli e miserabili senza
la fede in Dio: la Corredentrice non aveva compiuto la sua opera”.
8. Maria: “La Regina del Cielo, coronata dalle mani del suo
divin Figlio, si doveva offrire a tutti i suoi sudditi, la Madre a tutti i suoi
figli. La mia aspirazione verso la santità di Dio venne coronata quel giorno
della Mia Assunzione”.
9. Maria: “Dio mi purificò nel crogiolo del grande dolore
della sua Croce finché divenni, con il suo Figlio prediletto, un’unione
perfetta, una fusione, assorbita corpo e anima nel suo Amore; un’unità che
riuniva i Nostri due Cuori, saldati per sempre in quel fuoco purificatore della
sofferenza d’Amore della Sua Croce…”.
10. Maria: “La Croce di Gesù, essa sola, può farci
raggiungere le dimensioni dell’infinita Misericordia. Io divenni la Madre della
Misericordia Divina. Il Mio Amore per Dio aveva superato la Mia grande
sofferenza di Madre. L’Amore del Padre per i suoi figli della terra è passato
attraverso la Croce”. L’Amore di Gesù purificò tutta la terra, tutto
l’universo, passando attraverso la Croce”.
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Pater. 10 Ave Maria. 1 Gloria
Salve
Regina…
SCAPOLARE DELLA CROCE GLORIOSA
Il 4 aprile
1999 il Signore chiede a J.N.S.R. di portare uno scapolare di color marrone,
dove deve essere cucita la preghiera “Dio sarà il vincitore. La Mia Croce
Gloriosa vincerà!” sui quattro lati e deve essere appesa al collo con una
cordicella bianca. Il Signore promette a chi la porterà e reciterà la preghiera
mattina e sera di ricevere la protezione di Dio per questi tempi di tenebre, in
cui il Male occupa l’intera faccia della terra.
Portare lo scapolare marrone e
recitare mattina e sera:
“Dio
sarà il vincitore. La Mia Croce Gloriosa vincerà!”.
AVE MARIA PURISSIMA!
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