........16. “Come igigli lungo un corso d’acqua”. Osserva che il giglio nasce da terra non
coltivata, germoglia nelle valli, è profumato e candido; chiuso, mantiene il
profumo, aperto lo diffonde; ha sei petali, ha sei stami dorati e nel centro il
pistillo; ha la proprietà di guarire le ustioni. È chiamato giglio perché è
quasi latteo (lat. lilium,lacteum), e raffigura la beata Vergine, candida per
lo splendore della verginità, che è nata da genitori casti e umili: Gioacchino,
il cui nome significa “Dio rialza”, e Anna, che vuol dire “grazia”. Oggi Maria
ha partorito il Figlio di Dio come il giglio effonde il suo profumo.
Questo giglio ha
sei petali, ecc. Su questo leggi la spiegazione del brano evangelico “Mentre le
folle facevano ressa intorno a Gesù” (Lc 5,1) della domenica V dopoPentecoste, II parte, dove si parla dei sei gradini del trono di Salomone.
Gli stami dorati
del giglio sono la povertà e l’umiltà, virtù che in Maria furono l’ornamento
della sua verginità. Il pistillo al centro del giglio raffigura la sublimità
del divino amore che era nel cuore della beata Vergine. È lei la medicina dei
peccatori, che sono stati ustionati dal fuoco dei vizi.
Di costoro dice
Gioele: “Tutti i loro volti diverranno del colore della pentola” (Gl 2,6). La
pentola è un vaso che serve per cuocere, ed è così chiamata (lat. olla) perché
in essa l’acqua, con il fuoco sotto, bolle e produce vapore. Per questo è detta
anche “bolla”, la quale si produce all’interno dell’acqua come per lo spirare
del vento. La pentola è la mente del peccatore, nella quale sta l’acqua della
concupiscenza, che produce le bolle dei pensieri perversi, quando sotto vi è
posto il fuoco della suggestione diabolica.
Da questa pentola procede il fumo
del cattivo consenso che acceca gli occhi dell’anima: e così la mente del
peccatore si copre di nero. Il volto è chiamato così perché da esso traspare la
volontà dell’animo (vultus, voluntas), e sta ad indicare le opere, dalle quali
si conosce l’uomo. Perciò i volti dei peccatori diverranno del colore della
pentola, quando dalla nerezza della mente vengono contaminate le opere.
La
beata Vergine Maria, con il candore risanante della sua santità elimina questa
nerezza, risana questa ustione e ridona la piena salute a coloro che sperano in
lei.
“Come i gigli lungo
un corso d’acqua”, quasi a dire: Come i gigli lungo un corso d’acqua permangono
nella loro freschezza e bellezza e con il loro profumo, così la Vergine Maria,
quando diede alla luce il Figlio, restò nella freschezza e nella bellezza della
sua verginità.
Ti preghiamo
quindi, o nostra Signora, alma Madre di Dio: in questa festa della natività del
tuo Figlio, che hai generato restando vergine, che hai avvolto in panni, che
hai deposto nella mangiatoia, ottienici da lui il perdono, risana le ustioni
della nostra anima, che ci siamo procurati con il fuoco del peccato; risanale
con il balsamo della tua misericordia, per mezzo della quale meritiamo di
giungere al gaudio dell’eterna festa.
Ce lo conceda colui
che oggi si è degnato di nascere da te, o Vergine gloriosa, e al quale è onore
e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Nessun commento:
Posta un commento