domenica 8 dicembre 2013

Il Cuore di Maria è un mare -11-, Il Cuore di Maria è Paradiso Terrestre -12-


11 - Il Cuore di Maria è un mare

Mària e Marìa. - Il Cuore di Maria non è solo fonte, ma molto più di quello di 
S. Paolo (S. Giovanni Cris.) è mare. Lo oceano creato da Dio nel terzo giorno è 
bella figura di questo cuore, oceano di purezza, di grandezza, di utilità. Il mare è 
una delle più grandi meraviglie dell'onnipotenza di Dio (Sal 92, 5): «Mirabiles 
elationes maris».

Il Cuore di Maria è un oceano di prodigi e un abisso di miracoli: è uno 
straordinario capolavoro dell'Amore increato, nel quale gli effetti della potenza, 
della sapienza, della bontà infinita splendono più che non in tutti gli Angeli e gli 
uomini.
Dio, dice la Bibbia, chiamò l'insieme delle acque mari: congregationes aquarum 
vocavit m-à-r-i-a e l'insieme delle grazie uscite dal cuor di Dio si chiamano 
M-a-r-ì-a.

Difatti S. Gerolamo dice: «La grazia è distribuita in varia misura fra i Santi, 
Maria ne possiede la pienezza». Per questo S. Pier Crisologo la chiama 
«Collegium sanctitatis»: cioè luogo in cui grazia e santità sono congiunte; e 
S. Bernardo la definisce «Mare admirabile gratiarum».


Tutti i fiumi sfociano nel mare e il mare non ne trabocca: «Omnia flumina 
intrant in mare, et mare non redundat». (Sir, 1, 7). Allo stesso modo 
tutti i ruscelli, i torrenti, i fiumi delle grazie degli Angeli e degli uomini vengono 
a congiungersi nel vasto mare del Cuore SS. di Maria, che non ne trabocca, 
tanto è grande la sua capacità, ma le riceve per fame il miglior uso a gloria 
di Dio.
Il mare non è avaro delle sue acque; ma con l'evaporazione le comunica alla 
terra per mezzo dei fiumi, che la irrorano e la rendono feconda d'ogni specie 
di frutti.
Di tutte le grazie che il Cuore di Maria riceve da Dio, non ne ritiene alcuna 
per sè, ma le ritorna tutte alla prima sorgente e ne spande quanto è necessario 
e conveniente sull'arida terra dei nostri cuori, affinché fruttifichino per Dio e 
per l'eternità.

«Maria, dice S. Bernardo, si è fatta tutta a tutti. La sua carità senza limiti 
l'ha resa debitrice ad ogni sorta di persone. Ella ha aperto a tutti il seno della 
sua misericordia e lo splendore del suo cuore, affinché tutti ne ricevano 
largamente la pienezza: il prigioniero la liberazione, il malato la guarigione, 
l'afflitto il conforto, il peccatore il perdono, il giusto l'aumento di grazia, 
l'Angelo l'accrescimento di gioia, il Figlio di Dio la sostanza di sua
carne umana, infine la SS. Trinità lode e gloria eterna; e così pure 
dell'amore e della carità del suo cuore risentano il Creatore e tutte 
le creature» (Serm. de verb. Apoc. Signum Magnum).




12 -Il Cuore di Maria è Paradiso Terrestre

Una delle più evidenti figure del cuore di Maria è il Paradiso Terrestre
Il paradiso del primo uomo rappresenta molto bene quello del secondo. 
Per vedere nella sua luce simile quadro, occorre considerare attentamente 
molte cose.

1) - Maria è il giardino del diletto: «Veniat dilectus meus in hortum suum» (Ct 5, l).
«Venga il mio Diletto nel suo giardino». Questo Diletto è Gesù. Il giardino è il cuore
verginale di Maria, nel quale Essa l'ha attirato col suo amore e la sua umiltà.

2) - È un giardino chiuso. «Hortus conclusus». Il cuor di Maria (Ct 4, 12), è
assolutamente chiuso a due cose: al peccato, che non vi è entrato mai; chiuso al 
mondo e a tutte le cose che gli appartengono, a tutto ciò che non è Dio, il quale 
l'ha sempre occupato tutto e non vi ha lasciato posto per nessuno.

3) - È il giardino di delizie del Figlio di Dio, delle sue più grandi delizie, dopo quelle
godute da tutta l'eternità nel seno, nel cuore del Padre suo.

Se voi, o mio buon Gesù, affermate di trovare le vostre delizie nel restare coi figli
degli uomini: «Deliciae meae esse cum filiis hominum» (Pr 8, 31), benché così 
ripieni di peccati, quali delizie non avrete goduto nell'amabilissimo cuore della vostra 
SS. Madre, ove non avete mai trovato nulla che non vi fosse graditissimo, ove siete 
sempre stato lodato, glorificato, amato più perfettamente che nel Paradiso dei 
Cherubini e dei Serafini?

Certo si può dire che dopo il seno dell'adorabile vostro Padre, non c'è luogo 
sì santo, sì degno della vostra grandezza, sì pieno di gloria e di soddisfazione per 
voi, come il cuore verginale di Maria.

Ne consegue, o mio Salvatore, che all'invito della vostra diletta di accedere 
al suo giardino, cioè al suo cuore: «Veniat Dilectus meus in hortum suum», 
Voi abbiate a rispondere: Sono venuto nel mio giardino, mia sorella, mia sposa; 
ho raccolto le mortificazioni, le angoscie del tuo cuore, le virtù che esso ha 
praticato per mio amore, per tutto conservare nel Cuor mio, a mia gioia, 
a mia gloria eterna. Ho pure mangiato il mio miele e bevuto il mio vino e il 
mio latte, cioè, nel Paradiso che mio padre mi ha donato, ho
trovato molte delizie; mi par di godervi una festa continua, un perpetuo 
convito (Ct 5, 1). Chi l'ha fatto? Dio. «Plantaverat Dominus Deus paradisum 
voluptatis a principio» (Gen1, 8). La sua bontà infinita verso il primo uomo gli 
aveva fatto creare il primo paradiso non solo per Adamo, ma se non avesse 
peccato, anche per tutta la sua discendenza. 

L'amore incomprensibile dell'Eterno Padre verso il secondo Adamo, Gesù, 
gli ha fatto fare il secondo Paradiso per lui e per tutti i suoi veri figli, i quali lo 
abiteranno eternamente insieme col loro ottimo padre. Egli già fin d'ora li rende 
partecipi delle sante delizie che vi possiede, e ne li renderà partecipi più 
largamente un giorno per sempre.

Ecco perché, dopo aver detto che era venuto nel suo giardino per mangiarvi 
il suo miele, e bervi il suo vino e il suo latte, si rivolge ai suoi stessi figli e dice: 
«Mangiate e bevete con me, amici miei e inebriatevi, miei amatissimi» (Ct 5, 1).

Che vi si trova? Frutti e fiori. 

Nel Paradiso di Adamo vi si trovano  3 cose principali:

1) l'albero della vita; 2) l'albero della scienza; 3) molti altri alberi con ogni 
sorta di frutti belli e gradevoli.


Nel giardino di Gesù, vediamo alberi incomparabilmente più belli:

1 - Il vero albero della vita, il Figlio unico di Dio: suo Padre l'ha piantato 
nel centro, cioè nel cuore verginale della sua SS. Madre, allorché 
l'Angelo le ha detto: «Dominus tecum».
S. Agostino spiega queste parole così: «Il Signore è con Te», per essere 
dapprima nel tuo cuore, o Maria, poi nel tuo seno verginale. 
È dunque il frutto di quest'albero divino che ci ha dato la vita vera, 
eterna, perduta a causa di un altro frutto offertoci da un ... nemico
E questo frutto ci è stato donato da una donna tutta divina, 
impeccabile, Maria!

«Quid dicebas, o Adam?» domanda S. Bernardo. (Hom., 2, Missus est): 
Che dicesti, Adamo? «Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno et comedi». 
La donna che mi avete data mi ha dato il frutto dell'albero, e io ne ho mangiato. 
«Verba malitiae sunt haec, quibus magis augeas quam deleas culpam». 
Queste parole non servono che ad aumentare la colpa,
piuttosto che a sminuirla. «Muta ergo iniquae excusationis verbum in vocem 
gratiarum actionis, et dic: Domine, (cambiando la vostra scusa cattiva in voce 
di azione di grazia) Mulier quam dedisti mihi dedit mihi de ligno vitae, et 
comedi, et dulcem factum est super mel ori meo, quia in ipso vivificasti me» 
- «Signore, la donna che mi avete donata, m'ha dato il frutto dell'albero
della vita ed io ne ho mangiato; l'ho trovato più dolce del miele, perché voi mi avete 
dato la vita con questo prezioso frutto...».


2 - L'albero della scienza del bene e del male. Difatti Maria ha sempre 
portato in sé colui nel quale sono nascosti tutti i tesori della scienza e della 
sapienza divina. E poiché Maria SS. non ha conosciuto praticamente il peccato, 
ma l'ha conosciuto solo nella luce di Dio e come Dio, perciò Essa lo odia 
come Dio lo odia.
Adamo ed Eva si sono perduti e hanno perduta la loro posterità, mangiando 
il frutto proibito; la nostra Eva, la vera madre dei viventi, si è santificata ed ha 
santificato i suoi figli, mangiando il frutto dell'Albero della scienza del bene e 
del male, piantato da Dio nel suo cuore, cioè facendo della scienza divina lo 
stesso uso che Dio ne ha fatto; servendosene, cioè, per amare Dio come 
Dio si ama, e per odiare il peccato come Dio lo odia.


3 - Parecchi altri alberi vi sono nel cuore di Maria, carichi di eccellenti frutti, 
ed invita il suo diletto a cibarsene: «Veniat Dilectus meus in hortum suum, 
et  comedat fructum pomorum suorum» (Ct V, 1).

La fede, la speranza, la carità, la sottomissione alla divina volontà, sono 
altrettanti alberi santi, piantati nel cuore di Maria e che portano un'infinità di 
bei frutti.

La purezza verginale di Lei è un albero celeste che ha portato il re dei vergini, 
ed in seguito tanti milioni di sante vergini che sono nella Chiesa di Dio.

Il suo zelo ardentissimo per la gloria di Dio e per la salute delle anime è 
un albero divino portante altrettanti frutti quante sono le anime alla salute delle 
quali Essa ha cooperato.

Nel giardino di Gesù ci sono poi i più splendenti fiori delle cristiane virtù: 
fiori immortali che conservano in ogni stagione la loro bellezza e il loro 
graditissimo profumo, a delizia degli uomini, degli Angeli e dello stesso Dio. 
Fiori che sono insieme frutti: «Flores mei fructus honoris et honestatis». 
Il Re eterno ne ha fatto l'ornamento della sua casa, e se ne serve per attirare 
a sé un immenso numero di cuori.

Tra i fiori di questo giardino S. Bernardo ammira particolarmente il 
profumo delle violette, il candore dei gigli, lo splendore delle rose.



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