domenica 1 dicembre 2013

Nessun peccato umano prevale sulla forza del perdono divino e niente lo limita se non la mancanza di buona volontà da parte dell'uomo, contrastando la grazia e la verità.



DICEMBRE
Pensieri tratti dall'enciclica Dives in Misericordia di Giovanni Paolo II
1. «Dio, ricco di misericordia, per l'immenso amore con il quale egli ci amò, da morti che eravamo a cagione dei peccati, ci fece rivivere assieme a Cristo» (Ef 2,4).
2. Colui che Gesù Cristo ci ha rivelato come Padre è un Dio ricco di misericordia. Fu suo Figlio, dunque, a farcelo conoscere, manifestandolo nella propria persona.
3. In certo senso, è Cristo stesso la misericordia. Per chi la scorge in lui — e in lui la trova — Dio si fa vedere ai nostri occhi come Padre «ricco di misericordia».
4. La verità di Dio, «Padre misericordioso» ci consente di «vederlo» vicinissimo agli uomini, specialmente quando soffrono e sono minacciati.
5. Presentare il Padre come amore e misericordia è, nella coscienza medesima di Cristo, la verifica fondamentale della sua missione di Messia.
6. Nel rivelare in Dio l'amore e la misericordia, Cristo esige, al tempo stesso, che gli uomini si facciano guidare a loro volta, nella vita, dall'amore e dalla misericordia.
7. La misericordia, per così dire, condiziona la giustizia la quale, in definitiva, serve la misericordia.

8. Ecco Maria che, entrata nella casa di Zaccaria, magnifica il Signore con tutta l'anima «per la sua misericordia» di cui gli uomini divengono partecipi «di generazione in generazione».
9. Nella parabola del figlio prodigo, l'analogia con l'uomo di tutti i tempi consente di comprendere il mistero della misericordia quale dramma profondo che si svolge tra la bontà del Padre e il peccato dei figli.
10. Come è presentata da Cristo nella parabola del figlio prodigo, la misericordia ha la forma interiore dell'amore che, nel Nuovo Testamento, è chiamato «Agàpe». Tale amore è capace di chinarsi su ogni figlio prodigo e, quando ciò avviene, colui che è oggetto della misericordia non si trova umiliato, ma rivalutato: un figlio, anche se «prodigo», non cessa di esser figlio.
11. Occorre che il vero volto della misericordia sia sempre nuovamente rivelato. Nonostante i numerosi pregiudizi, essa appare particolarmente necessaria al nostro tempo.
12. La parabola del figlio prodigo esprime la realtà della conversione. La misericordia non consiste unicamente nello sguardo, sia pure il più penetrante e il più benevolo, rivolto al male fisico o morale: la misericordia manifesta il proprio vero aspetto quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme del male.
13. La dimensione divina della redenzione ci consente di svelare le profondità di quell'amore che non indietreggia davanti allo straordinario sacrificio del proprio figlio.
14. Credere in tale amore significa credere nella misericordia. La misericordia infatti è la dimensione indispensabile dell'amore, è come il suo secondo nome.
15. Nel compimento finale (escatologico), la misericordia si rivela come amore, mentre nella storia attuale, che è insieme storia di peccato e di morte, l'amore deve rivelarsi come misericordia.

16. Se dei teologi affermano che la misericordia è il più grande fra gli attributi di Dio, la Bibbia, la tradizione e tutta la vita di fede del popolo di Dio ne forniscono particolare testimonianza.
17. La misericordia è quell'attributo divino, grazie al quale l'uomo si incontra particolarmente da vicino e particolarmente spesso con il Dio vivente.
18. La Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia — il più stupendo attributo del Creatore e Redentore — conducendo gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore (specialmente alla parola di Dio e ai Sacramenti dell'Eucarestia e della Riconciliazione).
19. Proprio perché esiste il peccato nel mondo, Dio «ha tanto amato il mondo da dare per esso l'Unigenito». Dio, che è «amore», non può rivelarsi altrimenti se non come misericordia.
20. La misericordia in se stessa, come perfezione di Dio infinito, è ugualmente infinita. Inesauribile è quindi la prontezza del Padre nell'accogliere i figli prodighi che fanno ritorno alla sua casa. Sono infinite la prontezza e la forza di perdono che scaturiscono continuamente dal mirabile valore del sacrificio del Figlio di Dio.
21. Nessun peccato umano prevale sulla forza del perdono divino e niente lo limita se non la mancanza di buona volontà da parte dell'uomo, contrastando la grazia e la verità.
22. La Chiesa professa e proclama la conversione. La conversione a Dio consiste sempre nello scoprire la sua misericordia.
23. La conversione a Dio è sempre frutto del «ritrovamento» del Padre, il quale è ricco di misericordia.

24. Gesù Cristo ha insegnato che non soltanto riceviamo e sperimentiamo da Dio la sua misericordia, ma che siamo chiamati a praticare a nostra volta la misericordia verso gli altri.
25. Già dal momento dell'incarnazione s'apre una nuova prospettiva nella storia della salvezza. Maria è colei che in modo eccezionale, come nessun altro, sperimentò la misericordia; quindi, è colei che conosce più a fondo il mistero della divina misericordia, ne conosce il prezzo e sa quanto sia grande. In questo senso, la chiamano «Madre della misericordia».
26. L'uomo giunge alla divina misericordia in quanto egli stesso interiormente si trasforma nello spirito di un simile amore verso il prossimo, che costituisce per lui uno stile di vita, una caratteristica essenziale della vocazione cristiana.
27. Compito della Chiesa è di rendere testimonianza alla misericordia di Dio, rivelata in Cristo mediante l'intera sua missione di Messia, professandola in primo luogo come verità salvifica di fede, cercando di introdurla e di incarnarla tanto nei suoi fedeli, quanto — se le è possibile — in tutti gli uomini di buona volontà.
28. Professando la misericordia e sempre rimanendole fedele, la Chiesa ha il diritto e il dovere di rivolgersi alla misericordia di Dio, implorandola di fronte ai fenomeni del male fisico e morale, contro tutte le minacce che gravano sull'orizzonte dell'umanità contemporanea.
29. La misericordia diventa elemento indispensabile per plasmare i vicendevoli rapporti fra gli uomini. Essa è sommamente indispensabile per quelli che si trovano maggiormente vicini tra di loro: uomo e donna, genitori e figli, amici. Di essa sono obbligati a tener conto l'educazione e la pastorale.
30. Il mondo degli uomini diventerà più umano solo quando, unitamente alla giustizia, nei rapporti reciproci o che ne plasmano il volto morale, introdurranno il momento del perdono che, per il Vangelo, è essenziale. Il perdono attesta che nel mondo è presente un amore più potente del peccato ed è la condizione fondamentale affinché gli uomini si riconciglino con Dio e fra di loro.

31. L'uomo contemporaneo si interroga spesso, con profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e s'intrecciano in mezzo agli uomini. E, se talvolta non ha il coraggio di pronunciare la parola «misericordia», oppure nella sua coscienza priva di contenuto religioso non ne trova l'equivalente, tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola non soltanto in nome proprio, ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei.


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