VISITA SUBLIME DEL SIGNORE NELLA FESTA DEL S. NATALE
O potenza ammirabile d'una altezza inaccessibile! O profondo
abisso di sapienza inscrutabile ! O ampiezza immensa di carità desiderabile ! Con
quale abbondanza l'onda della tua Divinità, più dolce del miele, si è innalzata
per traboccare poi su di me, miserabile verme strisciante sulla sabbia di tanti
difetti e negligenze!
Mi sia dunque lecito, durante il terreno pellegrinaggio,
compiere i miei desideri, cioè rappresentare, per quanto possibile, le
beatificanti delizie e le dolci soavità per cui « chi aderisce a Dio diventa un
solo spirito con lui » (I Cor. VI, 17). Voglio qui esprimere, come potrò,
qualcosa di quelle gioie divine che io, atomo di polvere, ho potuto gustare.
Era l'anniversario di quella felice e santa notte
nella quale il cielo distillò sulla terra la rugiada della divinità. L'anima
mia, simile « a un vello esposto sull'aia della carità ed umettato dalla
celeste rugiada », volle meditare quel mistero. Con l'esercizio della divozione
essa desiderava porgere i suoi servigi a quel divino evento per cui, come
raggio dalla stella, così la Vergine ci diede il Figlio Suo, vero Dio e vero
uomo. Ad un tratto compresi che un tenero Bambinello appena nato era stato
deposto nel mio cuore. Nel medesimo istante vidi l'anima mia interamente
trasformata, prendere il colore di quel divino Infante, se pur mi è permesso di
definire col nome di colore, ciò che non può essere paragonato a nulla di
visibile. Ricevetti, in pari tempo l'intelligenza di quelle ineffabili parole «
Erit Deus omnia in omnibus. Dia sarà tutto in tutti» (I Cor. XV, 28) e con
insaziabile ardore accolsi il delizioso nettare di quest'espressione dettami da
Gesù: Come io sono nella mia divinità « la figura della sostanza di Dio Padre »
(Eb. I, 3) così tu sarai l'immagine vivente della mia Umanità e, siccome il
sole comunica all'aria la propria chiarezza, così io divinizzerò la tua anima,
penetrandola coi raggi della mia Divinità. Investita da questa luce unitiva tu
sarai resa atta a una più familiare unione con me ».
O nobilissimo balsamo della Divinità che vigoreggi
nell'eternità, ma che, in questi tempi ti diffondi mirabilmente sulle anime! O
potenza veramente invincibile dell'Altissimo! Come mai in un vaso d'argilla,
destinato all'ignominia, hai potuto racchiudere il preziosissimo liquore della
tua grazia? O conferma dell'eccessiva tenerezza di Dio, che non mi ha
abbandonato quando mi aggiravo per sentieri del vizio e che mi ha fatto
conoscere, per quanto la mia miseria glielo permise, la dolcezza di quella
felicissima unione!
(S.Gertrude, Rivelazioni, Libro II,CAPITOLO VI).
COR SACRATISSIMUM JESU,
MISERERE NOBIS
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