venerdì 27 dicembre 2013

Beatificanti delizie e dolci soavità



VISITA SUBLIME DEL SIGNORE NELLA FESTA DEL S. NATALE


O potenza ammirabile d'una altezza inaccessibile! O pro­fondo abisso di sapienza inscrutabile ! O ampiezza immensa di carità desiderabile ! Con quale abbondanza l'onda della tua Divinità, più dolce del miele, si è innalzata per traboccare poi su di me, miserabile verme strisciante sulla sabbia di tanti di­fetti e negligenze! 
Mi sia dunque lecito, durante il terreno pellegrinaggio, compiere i miei desideri, cioè rappresentare, per quanto possibile, le beatificanti delizie e le dolci soavità per cui « chi aderisce a Dio diventa un solo spirito con lui » (I Cor. VI, 17). Voglio qui esprimere, come potrò, qualcosa di quelle gioie divine che io, atomo di polvere, ho potuto gustare.



Era l'anniversario di quella felice e santa notte nella qua­le il cielo distillò sulla terra la rugiada della divinità. L'anima mia, simile « a un vello esposto sull'aia della carità ed umet­tato dalla celeste rugiada », volle meditare quel mistero. Con l'esercizio della divozione essa desiderava porgere i suoi servigi a quel divino evento per cui, come raggio dalla stella, così la Vergine ci diede il Figlio Suo, vero Dio e vero uomo. Ad un tratto compresi che un tenero Bambinello appena nato era stato deposto nel mio cuore. Nel medesimo istante vidi l'anima mia interamente trasformata, prendere il colore di quel divino Infante, se pur mi è permesso di definire col nome di colore, ciò che non può essere paragonato a nulla di visibile. Ricevetti, in pari tempo l'intelligenza di quelle ineffabili parole « Erit Deus omnia in omnibus. Dia sarà tutto in tutti» (I Cor. XV, 28) e con insaziabile ardore accolsi il delizioso nettare di quest'espressione dettami da Gesù: Come io sono nella mia divinità « la figura della sostanza di Dio Padre » (Eb. I, 3) così tu sarai l'immagine vivente della mia Umanità e, siccome il sole comunica all'aria la propria chia­rezza, così io divinizzerò la tua anima, penetrandola coi raggi della mia Divinità. Investita da questa luce unitiva tu sarai resa atta a una più familiare unione con me ».


O nobilissimo balsamo della Divinità che vigoreggi nel­l'eternità, ma che, in questi tempi ti diffondi mirabilmente sulle anime! O potenza veramente invincibile dell'Altissimo! Come mai in un vaso d'argilla, destinato all'ignominia, hai potuto racchiudere il preziosissimo liquore della tua grazia? O conferma dell'eccessiva tenerezza di Dio, che non mi ha abbandonato quando mi aggiravo per sentieri del vizio e che mi ha fatto conoscere, per quanto la mia miseria glielo per­mise, la dolcezza di quella felicissima unione!
(S.Gertrude, Rivelazioni, Libro II,CAPITOLO VI).
COR SACRATISSIMUM JESU, 
MISERERE NOBIS

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