Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi
Il Cristianesimo non va ridotto ad una serie di valori condivisi da tutti: è l’ammonimento del cardinale Biffi, nella meditazione dedicata al filosofo russo, Vladimir Solovev
Ieri pomeriggio [febbraio 2007], il cardinale Giacomo Biffi ha offerto al Papa e alla Curia una testimonianza sul tema “L’ammonimento profetico di Vladimir S. Solovev”. Per il porporato, l’insegnamento lasciatoci dal grande filosofo russo è che il Cristianesimo non può essere ridotto ad un insieme di valori. Al centro dell’essere cristiani c’è infatti l’incontro personale con Gesù Cristo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Verranno giorni in cui nella cristianità si tenterà di risolvere il fatto salvifico in una mera serie di valori. E’ un passaggio chiave dell’ultima opera di Vladimir Solovev, I tre dialoghi e il racconto dell'anticristo, al centro delle riflessioni del cardinale Giacomo Biffi.
Il filosofo russo, morto nell’anno 1900, con grande acume aveva profetizzato le tragedie del XX secolo. Nei Dialoghi, ha ricordato il porporato, l’anticristo si presenta come pacifista, ecologista ed ecumenista. Convocherà un Concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno. Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti. Incalzati dall’anticristo, risponderanno: “Tu ci dai tutto, tranne ciò che ci interessa, Gesù Cristo”. Questo racconto, ha detto il cardinale Biffi, ci è di ammonimento. Oggi, infatti, corriamo il rischio di avere un Cristianesimo che mette tra parentesi Gesù con la sua Croce e Risurrezione.
Certo, ha aggiunto il porporato, se ci limitassero a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni televisive come nei salotti. Ma così avremmo rinunciato a Gesù, alla realtà sconvolgente della Risurrezione. Questo, è stato il suo richiamo, è un pericolo che i cristiani corrono nei nostri tempi. Il Figlio di Dio, ha proseguito, non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante. Tuttavia, ha precisato, ciò non significa una condanna dei valori, che tuttavia vanno sottoposti ad un attento discernimento.
Ci sono, infatti, valori assoluti come il bene, il vero, il bello. Chi li percepisce e li ama, ama anche Cristo, anche se non lo sa, perché Lui è la verità, la bellezza, la giustizia.
Ci sono poi valori relativi come la solidarietà, l’amore per la pace e il rispetto per la natura. Se questi si assolutizzano, sradicandosi o perfino contrapponendosi all’annuncio del fatto salvifico, allora questi valori diventano istigazioni all’idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza.
Dunque, ha concluso, se il cristiano per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell’anticristo.
Radio Vaticana
Quanto e' vera e attuale la riflessione del Cardinale Biffi!!!
Come sarebbe facile per la Chiesa rinunciare a gridare la Verità, come sarebbe agevole conformarsi alla mentalita' di questo secolo, come sarebbe amato e osannato il Papa se rinunciasse a ribadire i principi non negoziabili!
Ma se la Chiesa rinunciasse al suo, attuale, "anticonformismo", seguirebbe davvero gli insegnamenti di Cristo? La risposta, a mio avviso, e' un sonoro NO!
Certo! Ci sono ecclesiastici, anche di alto rango, che dichiarano ai giornali cio' che essi vogliono sentirsi dire, ma e' troppo facile fare i dialoganti quando non si ha la responsabilita' di guidare il gregge di Gesu'.
Leggendo il Cardinale Biffi non posso fare a meno di richiamare alla mia mente il Vangelo delle Beatitudini:
Dal Vangelo di Luca (6,20-26)
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
"Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti."
Quanto è attuale il Vangelo!
Ecco un'interpretazione in chiave politica:
I fulmini di Biffi:
«L'Anticristo è pacifista»
di MARTINO CERVO
L'Anticristo? Più o meno un noglobal. Nelle parole pronunciate dal cardinale in occasione delle meditazioni quaresimali predicate alla curia di Roma (Papa compreso) su invito dello stesso Ratzinger c'è tutto Giacomo Biffi: straordinaria preparazione filosofica, rigore teologico sopraffino, e una buona dose di quell'ironia che don Luigi Giussani aveva definito «affascinante come il sorriso di Dio». Un sorriso certamente a qualcuno deve essere scappato sentendo Biffi, anche se non si può stiracchiarne il pensiero riducendolo a un predicozzo politico. Perché l'ex arcivescovo di Bologna cita uno dei più grandi filosofi di tutta la storia russa, Vladimir Sergeevic Solov'ev (1853-1900, Libero gli ha di recente dedicato un articolo), vecchia frequentazione del cardinale. Il pensatore, nella sua sterminata produzione, annovera "I tre racconti dell'Anticristo" (in Italia l'ha pubblicato Marietti), dove elenca le caratteristiche del capo dei demoni. Caratteristiche che Biffi ha ripreso citando direttamente Solov'ev: «L'Anticristo sarà pacifista, ecologista ed ecumenista (anche «vegetariano», secondo il russo, ndr). Convocherà un concilio ecumenico e cercherà il consenso di tutte le confessioni cristiane concedendo qualcosa ad ognuno». Neanche fosse un premier in crisi. E ancora: «Le masse lo seguiranno, tranne dei piccoli gruppetti di cattolici, ortodossi e protestanti. Incalzati dall'Anticristo, risponderanno: "Tu ci hai dato tutto, tranne ciò che ci interessa: Gesù Cristo"». È qui il centro della lezione quaresimale di Biffi, in straordinaria sintonia con i richiami del Santo Padre: il rischio che il cristianesimo sia ridotto a un'ideologia di buone intenzioni, staccato dalla radicale pretesa che invece lo origina: la morte e resurrezione di Gesù Cristo. Per questo il cardinale ha citato Solov'ev: «Oggi corriamo il rischio», ha detto ai sacerdoti romani, «di avere un cristianesimo che mette tra parentesi la Croce e la resurrezione». Poi la frecciata micidiale: «Certo, se ci limitassimo a parlare di valori condivisibili saremmo ben più accettabili nelle trasmissioni tv e nei salotti...». Ma il prezzo sarebbe «rinunciare a Gesù». Di qui la considerazione secondo cui i valori della solidarietà, della pace e dell'ecologia, «se vengono sradicati o contrapposti all'annuncio del fatto salvifico, diventano istigazioni all'idolatria e ostacoli sulla strada della Salvezza»: «Il Figlio di Dio», ha proseguito, «non è traducibile in una serie di buoni progetti omologabili con la mentalità mondana dominante». E la filosofia di Biffi si affila ulteriormente per calare l'ultima bordata: «Se il cristiano, per aprirsi al mondo e dialogare con tutti, stempera il fatto salvifico, preclude la sua connessione personale con Gesù e si ritrova dalla parte dell'Anticristo». Con la bandiera della pace, a berciare contro le multinazionali. Così ha parlato l'uomo che dà lezioni al Papa: e il successore di Ruini dovrà tenerne conto.(Libero, 1° marzo 2007)
Memento nostri, Domina,
et ora pro nobis
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