martedì 10 settembre 2013

L'Anticristo

Regina Mundi, ora pro nobis

 L'Anticristo 


...Siamo così arrivati al centro del nostro argomento.

Solovëv prevede che, dopo le grandi guerre del secolo XX, i popoli, persuasi dei gravi danni derivati dalle loro rivalità, daranno origine agli Stati Uniti d'Europa. «Ma... i problemi della vita e della morte, del destino finale del mondo e dell'uomo, resi più complicati e intricati da una valanga di ricerche e di scoperte nuove nel campo fisiologico e psicologico, rimangono come per l'addietro senza soluzione. Viene in luce soltanto un unico risultato importante, ma di carattere negativo: il completo fallimento del materialismo teoretico» .



Non è a dire però che ciò comporti l'estendersi e l'irrobustirsi della fede. Al contrario, l'incredulità sarà dilagante. Sicché, alla fine si profila per la civiltà europea una situazione che potremmo definire di vuoto. In questo vuoto appunto emerge e si afferma la presenza e l'azione dell'Anticristo.




Più che la vicenda immaginata da Solovëv - nella quale l'Anticristo prima viene eletto Presidente degli Stati Uniti d'Europa, poi è acclamato imperatore romano, si impadronisce del mondo intero, e alla fine si impone anche alla vita e all'organizzazione delle Chiese - mette conto di richiamare le caratteristiche che sono qui attribuite a questo personaggio.




Era - dice Solovëv - «un convinto spiritualista». Credeva nel bene e perfino in Dio, «ma non amava che se stesso». Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava 



«altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza» . 

Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da parte dell'università di Tubinga. 

Ma il libro che gli ha procurato fama e consenso universali porta il titolo: La via aperta verso la pace e la prosperità universale ; dove « si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l'assoluto individualismo con un'ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di princìpi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche».




È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: «Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall'amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?» . 





D'altronde egli «non aveva per Cristo un'ostilità di principio» . Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l'altissimo insegnamento.

Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili. 




*Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. «Il Cristo - affermava - col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi» . 




*Poi non gli andava «la sua assoluta unicità» . 

Egli è uno dei tanti; o meglio - si diceva - è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all'uomo di oggi. 


*Soprattutto non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente si ripeteva: «Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto! È marcito, è marcito nel sepolcro...».(Card. Biffi)

AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM

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