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domenica 5 febbraio 2023

Verranno giorni, e anzi sono già venuti…

 Verranno giorni, e anzi sono già venuti…

di Giacomo Biffi



L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.

Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da parte dell’università di Tubinga.

Ma il libro che gli aveva procurato fama e consenso universali porta il titolo: “La via aperta verso la pace e la prosperità universale”, dove “si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l’assoluto individualismo con un’ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche”.

È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: “Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall’amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?”. D’altronde egli “non aveva per Cristo un’ostilità di principio”. Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l’altissimo insegnamento.

Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili.

Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. “Il Cristo – affermava – col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi”.

Poi non gli andava “la sua assoluta unicità”. Egli è uno dei tanti; o meglio – diceva – è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all’uomo d’oggi.

Infine, e soprattutto, non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente ripeteva: “Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto. È marcito, è marcito nel sepolcro…”.

Ma dove l’esposizione di Solovev si dimostra particolarmente originale e sorprendente – e merita la più approfondita riflessione – è nell’attribuzione all’Anticristo delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di ecumenista. […]

In questa descrizione dell’Anticristo Solovev ha avuto presente qualche bersaglio concreto? È innegabile che alluda soprattutto al “nuovo cristianesimo” di cui in quegli anni si faceva efficace banditore Lev Tolstoj. […]

Nel suo “Vangelo” Tolstoj riduce tutto il cristianesimo alle cinque regole di comportamento che egli desume dal Discorso della Montagna:

  1. Non solo non devi uccidere, ma non devi neanche adirarti contro il tuo fratello.
  2. Non devi cedere alla sensualità, al punto che non devi desiderare neanche la tua propria moglie.
  3. Non devi mai vincolarti con giuramento.
  4. Non devi resistere al male, ma devi applicare fino in fondo e in ogni caso il principio della non-violenza.
  5. Ama, aiuta, servi il tuo nemico.

Questi precetti, secondo Tolstoj, vengono bensì da Cristo, ma per essere validi non hanno affatto bisogno dell’esistenza attuale del Figlio del Dio vivente. […]

Certo Solovev non identifica materialmente il grande romanziere con la figura dell’Anticristo. Ma ha intuito con straordinaria chiaroveggenza che proprio il tolstojsmo sarebbe diventato lungo il secolo XX il veicolo dello svuotamento sostanziale del messaggio evangelico, sotto la formale esaltazione di un’etica e di un amore per l’umanità che si presentano come “valori” cristiani. […]

Verranno giorni, ci dice Solovev – e anzi sono già venuti, diciamo noi – quando nella cristianità si tenderà a dissolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di “valori” facilmente smerciabili sui mercati mondani.

Da questo pericolo – ci avvisa il più grande dei filosofi russi – noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci rendesse infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive, non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore.

Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante. Gesù Cristo è una “pietra”, come egli ha detto di sé. Su questa “pietra” o si costruisce (affidandosi) o ci si va a inzuccare (contrapponendosi): “Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). […]

È stato dunque, quello di Solovev, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato. Noi però vogliamo riproporlo, nella speranza che la cristianità finalmente si senta interpellata e vi presti un po’ di attenzione.

[…]


Il nuovo libro del cardinale Giacomo Biffi da cui è tratto il passo sull’Anticristo: Giacomo Biffi, “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni”, > Cantagalli, Siena, 2005, pp. 256, euro 14,90.

giovedì 5 marzo 2020

Il Futuro dell’umanità...

Il Futuro dell’umanità nelle profezie di Maria Valtorta


(I testi sono dell'edizione 1985)

i

"Maria: è l’ora delle tenebre. Le cose si compiono come in sogno te le ho mostrate.
   Non è arrivato fin troppo presto il momento della sicura conoscenza? Prega con tutta te stessa, perché il momento è tremendo per se stesso e per le conseguenze. 
  Se le persone sapessero riflettere, si sforzerebbero ad essere buone per piegare la Bontà in loro favore. Invece e sempre la stessa parola che devo dire: l’egoismo le domina.   
   Perciò preghiere, sacramenti e sacramentali, resi impuri dall’egoismo, non hanno potere contro Lucifero che sconvolge il mondo".
"I Quaderni del 1943", pag. 218

i

Dice Gesù:
Se si osservasse per bene quanto da qualche tempo avviene, e specie dagli inizi di questo [XX] secolo che precede il secondo mille, si dovrebbe pensare che i sette sigilli sono stati aperti.
   Mai come ora Io mi sono agitato per tornare fra voi con la mia Parola a radunare le schiere dei miei eletti per partire con essi e coi miei angeli a dare battaglia alle forze occulte che lavorano per scavare all’umanità le porte dell’abisso.
  Guerra, fame, pestilenze, strumenti di omicidio bellico 
che sono più che le bestie feroci menzionate dal Prediletto– terremoti, segni del cielo, eruzioni dalle viscere del suolo e chiamate miracolose a vie mistiche di piccole anime mosse dall’Amore, persecuzioni contro i miei seguaci, altezze d’anime e bassezze di corpi, nulla manca dei segni per cui può parervi prossimo il momento della mia Ira e della mia Giustizia.
  Nell’orrore che provate, esclamate: ‘Il tempo è giunto; e più tremendo di così non può divenire!’. E chiamate a gran voce la fine che ve ne liberi.

   La chiamano i colpevoli, irridendo e maledicendo come sempre; la chiamano i buoni che non possono più oltre vedere il Male trionfare sul Bene.

Pace miei eletti! Ancora un poco e poi verrò.
  La somma di sacrificio necessaria a giustificare la creazione dell’uomo e il Sacrificio del Figlio di Dio non è ancora compiuta.
Ancora non è terminato lo schieramento delle mie coorti e gli Angeli del Segno non hanno ancora posto il sigillo glorioso su tutte le fronti di coloro che hanno meritato d’essere eletti alla gloria.

L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile da quello che scaturisce dalla dimora di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto.

  Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente e occidente siano purificati per essere degni dell’apparire del mio Volto.
  Incenso che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare - dove l’ultima Messa sarà celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i santi che cielo e terra avranno in quell’ora - sono le preghiere dei miei santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati.
E’ sulla terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide.
Poi gli angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la vostra fronte nel mio Paradiso.

Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere l’Orrore dei Tempi ultimi!

   E se veramente pare che assenzio sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagnia degli ultimi giorni di questa razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio.

Che se Caino andò ramigando sulla terra per avere ucciso un sangue, innocente, ma sempre sangue inquinato dalla colpa d’origine, e non trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di Dio era su di lui per suo castigo – e generò nell’amarezza e nell’amarezza visse e vide vivere e nell’amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell’uomo che uccise di fatto e uccide, col desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha salvato?

Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l’ora.
Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male fatto carne’, ‘Orrore’, ‘Sacrilegio’, ‘Figlio di Satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’, e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione.
Ma egli non vi è ancora.
Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento.
Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato.
Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro.
L’Anticristo, per superbia di un'ora, diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito.

A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io.

Come il Padre ha dato a Me ogni potere, così Satana ha dato ad esso ogni potere, e specie ogni potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni come lo è esso, loro capo. Ma nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali, armati di armi sempre più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li poteva indurre a creare per seminare disperazione nelle folle, lo aiuteranno sinchè Dio non dirà il suo ‘Basta’ e li incenerirà col fulgore del suo aspetto.

Molto, troppo – e non per sete buona e per onesto desiderio di porre riparo al male incalzante, ma sibbene soltanto per curiosità inutile – molto, troppo si è arzigogolato, nei secoli, su quanto Giovanni dice nel Cap. 10 dell’Apocalisse. Ma sappi, Maria, che Io permetto si sappia quanto può essere utile sapere e velo [nascondo] quanto trovo utile che voi non sappiate.

Troppo deboli siete, poveri figli miei, per conoscere il nome d’onore dei ‘sette tuoni’ apocalittici.
Il mio Angelo ha detto a Giovanni: “Sigilla quello che han detto i sette tuoni e non lo scrivere”.
Io dico che ciò che è sigillato non è ancora ora che sia aperto e se Giovanni non lo ha scritto Io non lo dirò.

Del resto non tocca a voi gustare quell’orrore e perciò…

Non vi resta che pregare per coloro che lo dovranno subire, perché la forza non naufraghi in essi e non passino a far parte della turba di coloro che sotto la sferza del flagello non conosceranno penitenza e bestemmieranno Iddio in luogo di chiamarlo in loro aiuto.
   Molti di questi sono già sulla terra e il loro seme sarà sette volte sette più demoniaco di essi.
   
   Io, non il mio angelo, Io stesso giuro che quando sarà finito il tuono della settima tromba e compito l’orrore del settimo flagello, senza che la razza di Adamo riconosca il Cristo Re, Signore, Redentore e Dio, e invocata la sua Misericordia, il suo Nome nel quale è la salvezza, Io, per il mio Nome e per la mia Natura, giuro che fermerò l’attimo dell’eternità. Cesserà il tempo e comincerà il Giudizio. Il Giudizio che divide in eterno il Bene dal Male dopo millenni di convivenza sulla terra.

Il Bene tornerà alla sorgente da cui è venuto. Il Male precipiterà dove è già stato precipitato dal momento della ribellione di Lucifero e da dove è uscito per turbare la debolezza di Adamo nella seduzione del senso e dell’orgoglio.

Allora il Mistero di Dio si compirà. Allora conoscerete Iddio. Tutti, tutti gli uomini della terra, da Adamo all’ultimo nato, radunati come granelli di rena sulla duna del lido eterno, vedranno Iddio Signore, Creatore, Giudice, Re.
"I Quaderni del 1943" 20.8.43. Pagine da 145 a 149

sabato 22 luglio 2017

Con Maria Valtorta incontro ai Profeti


Commenti a Daniele, 
capp. 12 (23 gennaio) e 7 (25 gennaio). 
Profezie escatologiche. 

La conversione degli ebrei porrà fine alla scissione tra i due rami del popolo di Dio che tanti mali ha causato. Satana, attraverso il suo figlio spirituale, l’anticristo, arso di supremo livore userà le sue più perfette ed ultime astuzie per nuocere, rovinare, uccidere Cristo nei cuori. I sapienti comprenderanno il tranello di satana, mentre gli empi seguiranno il male non potendo comprendere il bene, avendo colmato il loro cuore di Male. Allora verrà il tempo in cui la Chiesa sarà conculcata al punto da non poter più celebrare la Messa e l’abominazione della desolazione sarà innalzata sui luoghi santi. Se Isaia è il pre-evangelista, Daniele è il pre-apostolo, il pre-Giovanni. 

Nelle quattro bestie descritte da Daniele sono anticipati i segni dei ministri diabolici dell’Apocalisse. Le quattro bestie sono i quattro errori ed orrori che precederanno la fine: primo, l’ateismo che fece dell’uomo un animale camminante nel fango, da aquila e semidio per la carità a orso divoratore feroce dei suoi simili; secondo, da orso al nuovo mostro feroce e falso come il leopardo, con ali di vampiro che con fame diabolica divora se stesso e si svena e si mutila per poi generare nuove parti mentre divora le già formate, e quel mostro è l’umanità corrotta, potenza umana venduta a satana, che genera il terzo mostro, la rivoluzione che sbrana e distrugge, preparando l’avvento del quarto mostro, l’anticristo figlio della lussuria, nato dal connubio della stessa con la Bestia, perfezione di orrore e persecutore dei santi, che vorrà farsi adorare come dio. 

I santi dell’ultimo tempo dovranno essere infinitamente più eroici dei perseguitati dal paganesimo. Dopo i precursori dell’anticristo verrà l’anticristo stesso. La Bestia armata di dieci corna, simbolo dei dieci servi di satana che si credono re (dei quali tre saranno strappati e gettati nel nulla), culminerà nella nascita e crescita dell’undecimo corno, ragione della caduta dei tre precedenti e sede del vero anticristo. 

L’anticristo bestemmierà Dio come nessun figlio d’uomo mai fece, calpesterà i santi e torturerà la Chiesa. Crederà, poiché è figlio del connubio della superbia demoniaca con la lussuria umana, di poter fare grandi cose e mutare i tempi e le leggi, e per tre anni e mezzo sarà l’Orrore regnante del mondo. Poi la Bestia sarà uccisa e gettata nel pozzo d’abisso con tutte le bestie minori, e seguiranno quarantacinque giorni per permettere ai fedeli di ascoltare l’ultima Parola che li invita al Cielo, mentre Michele coi suoi angeli vincerà satana. (pp. 97-102).

AMDG et BVM

lunedì 24 aprile 2017

Vi promettono il cielo, ma io vi do la terra

Il testo di Joseph Roth: “L’Anticristo”
Diamo nomi falsi a cose vere. [… N]on sappiamo più esattamente che nome deve avere ogni cosa. Abbiamo solo il nome e le definizioni di forme, colori e dimensioni, ma non le riconosciamo più. Dato che siamo diventati ciechi, utilizziamo in modo sbagliato nomi e definizioni. Chiamiamo piccolo ciò che è grande e grande ciò che è piccolo, nero il bianco e bianco il nero. Chiamiamo le ombre luce e la luce ombra. Ciò che è vivo, morto; ciò che è morto, vivo. Così, nomi e definizioni perdono contenuto e significato.

Ma sarebbe semplicismo e stoltezza, come abbiamo già detto chiaramente, maledire le invenzioni e la ragione da cui provengono, poiché l’inventore non ha fatto altro che applicare la ragione, che è un dono di Dio. Tuttavia, utilizzando un dono divino otteniamo qualcosa di perverso: la componente malvagia si sarà introdotta tra il momento dell’invenzione e quello della sua applicazione.
 
Così, per esempio, l’oro – che dovrebbe essere anch’esso un dono della natura, una benedizione della terra – si è trasformato in uno strumento dell’Anticristo, poiché dove questi si manifesta più chiaramente è nell’attività di trasformare in qualcosa di volgare ciò che è nobile nella sua essenza. Il senso della sua esistenza e delle sue azioni è esattamente quello di profanare il sacro, di svilire ciò che è nobile, di travisare ciò che è retto e di imbruttire ciò che è bello. 
Non contento del fatto che gli sia stato concesso il potere su ciò che è essenzialmente volgare – perché anche questo fa parte del mondo terreno –, cerca di estendere il suo dominio su ciò che è nobile. Ma dato che ciò che è nobile non si sottometterebbe mai al suo dominio se non cessasse di esserlo, la prima cosa che fa è trasformarlo in male. 
Il diavolo somiglia a un re violento il cui paese è sterile e che, per conquistare le fiorenti nazioni che lo circondano, comincia col trasformarle in contrade deserte affinché somiglino alla sua: se non le rendesse uguali al suo paese, non si sottometterebbero a lui. 
Ma l’Anticristo è peggiore rispetto a questo re violento, perché a quest’ultimo lo si vede, lo si sente e si soffre per le sue azioni, mentre il primo ha il potere di desertificare una terra fiorente mentre ci acceca a tal punto da farci credere che il deserto sia proprio un giardino fiorente. E mentre egli si dedica all’annichilimento, crediamo che stia costruendo. 
Quando ci dà delle pietre, pensiamo che ci stia dando del pane. Il veleno del suo calice ha per noi il sapore di una fonte di vita. E contempliamo lui, il principe dell’inferno, come si contempla un figlio del cielo e della terra allo stesso tempo, il che, finché ci troviamo in questa terra, ci sembra ancor più eccezionale che se fosse solamente figlio del cielo. Ci si presenta e ci parla in questo modo: 
“Volevano promettervi il cielo, ma io vi do la terra. Eravate costretti a credere in un Dio incomprensibile, ma io in cambio trasformo voi in dei. Credete che il cielo sia superiore alla terra, ma la terra è indubbiamente un cielo!”. 
E dato che è caratteristico della nostra natura desiderare continuamente di trasformarci in dei – giacché non dimentichiamo mai le nostre origini e siamo dei riflessi che cercano per tutta la vita la loro immagine originale –, l’Anticristo riesce a sedurci. In questo modo così semplice riesce a trasformare il nostro anelito più nobile in volgare invidia. Poiché l’anelito e l’invidia sono fratelli gemelli – uno bello e l’altra brutta – che però possono confondersi l’uno con l’altra.

In seguito mi recai nel paese in cui mi avevano detto che non si elevavano più grida di eserciti né esistevano persone maltrattate; lì la gente si sforzava di far brillare la verità, la giustizia e la ragione; lì era stato sconfitto l’oro, il metallo dell’Anticristo; lì veniva osservato il rispetto naturale per la vita dell’individuo e ogni vita era considerata sacra.
 
Arrivai dunque alla capitale di quel paese. Si tratta di una città antica, bella e grande, con molte centinaia di chiese antiche. […] Visitai molte di quelle cupole e chiese […] e vidi che in molte di esse non si pregava più e che le campane erano state tolte dai campanili, così come le croci dalle cupole e dalle mura interne. 
“Abbiamo liquidato Dio”, mi dicevano gli uni e gli altri. “Tutti dovrebbero imitarci! Come Lei stesso può osservare, non abbiamo eliminato solo la ricchezza, l’oro, l’imperatore e il carnefice, ma abbiamo anche spazzato via dal cielo tutta l’immondizia che vi si era accumulata nel corso della storia. Ora la terra è pulita e il cielo è vuoto”.
Ed era proprio così.
 
Avevano preso due scope, una per pulire la terra e l’altra per pulire il cielo, e avevano dato loro persino dei nomi. La prima si chiamava ‘rivoluzione’, la seconda, ‘ragione umana’. Ma in questo paese vi erano ancora molti che erano in disaccordo con entrambe le scope o solo con una. Alcuni di essi potevano credere, certamente, che la terra era stata pulita, dato che potevano constatarlo coi loro stessi occhi. Ma non riuscivano a vedere il cielo e diffidavano della scopa chiamata ‘ragione umana’.
“Se diffidate della vostra stessa ragione”, dicevano gli spazzini, “è perché ne avete molto poca”.
Al che quelli rispondevano: “Forse siete voi che confidate tanto nella ragione perché ne avete molto poca. O forse ne avete persino più di noi, ma è possibile che oltre alla ragione umana ve ne sia un’altra divina, e che persino la vostra stessa ragione – pur essendo così grande – non sia sufficiente, come la nostra, che è scarsa, per riconoscere quella divina. Voi credete di sapere. Ma noi crediamo”.
 
“Ebbene, anche se aveste ragione”, replicavano gli spazzini, “e anche se esistesse veramente una ragione divina al di sopra della nostra, che è umana, non dovremmo riconoscerla. Ricordatevi che tutti i nostri oppressori si appellavano a quella ragione divina irriconoscibile e ci opprimevano in suo nome”. 
“Lo ammettiamo”, risposero alcuni credenti più intelligenti. “È stato un peccato degli oppressori affermare con insolenza che solo loro, e non noi, potessero decifrare le intenzioni della volontà divina. E se l’avessero decifrata veramente, sarebbe stato un peccato doppio opprimerci appellandosi alla sua conoscenza. Infatti, anche se sappiamo ben poche cose, ogni credente sa che Dio non vuole l’oppressione. Oltretutto, siamo stati sciocchi a credere che i nostri potenti oppressori ne sapessero di più sui propositi di Dio. Questa è stata la nostra colpa, lo ammettiamo, ma la vostra è quella di negare qualcosa che non sapete se esiste o no. Sapete per esempio di dove viene l’uomo e dove va? Sapete cosa c’era prima della vostra nascita e cosa ci sarà dopo la vostra morte? Avete mai parlato con qualche morto o con qualcuno che non sia ancora nato?”. 
Gli spazzini ci dissero: “Anche se potessimo parlare con gli aborti o con i morti, non lo faremmo: abbiamo troppe cose da fare per eliminare la miseria dei vivi. Non abbiamo tanto tempo a disposizione come voi. Ci atteniamo alla frase: ‘La religione è l’oppio dei popoli’”.
“Bene”, dissero i credenti intelligenti, “se non avete tempo, aspetteremo, perché noi ne abbiamo fino alla fine dei tempi”.
E i credenti andarono a pregare.
 
Ma non li lasciavano in pace. Era curioso, in effetti, che proprio quanti affermavano di non avere tempo di parlare coi morti – ammesso che avessero potuto farlo –, riuscissero però a trovare il tempo sufficiente per molestare i fedeli. 
Sull’immagine della Madre di Dio, esposta davanti a una delle entrate del palazzo degli spazzini, scrissero la frase del loro profeta: ‘La religione è l’oppio dei popoli’. Che razza di frase! Stupida, come tutte quelle che hanno la forza di sedurre l’udito della gente come una melodia appiccicosa. E così lontana dalla salvezza come una musica di strada. […]
Questo era il motto che avevano scritto sull’immagine della Madre di Dio.
 
Tuttavia, molta gente pregava ogni giorno di fronte alla Sua immagine. Era come se Le chiedessero perdono per il motto che Le avevano affibbiato. E dato che in quel paese non vi era alcun ricco, quanti si inginocchiavano di fronte alla Madre di Dio erano poveri: lo erano dalla nascita o lo erano diventati, ma in ogni caso erano poveri. Erano il popolo, quindi. E nella Sua apparente impotenza di fronte al potere del motto appiccicoso, la Madre di Dio mostrava la Sua dignità, perché la Sua impotenza era percettibile e possedeva il potere apparentemente fragile di attrarre poveri disprezzati, vale a dire il popolo! 
Non prometteva nulla, non faceva miracoli, non pronunciava discorsi, era oggetto di burla, eppure vi furono persone che Le rimasero fedeli e si lasciarono disprezzare insieme a Lei. Tutti erano poveri. E dato che effettivamente – bisogna riconoscerlo – in quel paese si faceva tutto il possibile per il popolo, mi chiesi perché quei poveri continuassero a pregare. 
Cosa poteva trascinarli verso un potere a loro sconosciuto se potevano vedere che i poteri a loro conosciuti erano disposti ad aiutarli? Doveva trattarsi di carenze delle quali non è possibile parlare con le autorità conosciute e visibili. A una madre morì il figlio e i medici dell’ospedale furono impotenti contro la morte. Allora il medico le dette l’oppio della verità perché non soffrisse: fu tutto quello che poté fare. 
Una donna desiderava avere un figlio e la natura, nel suo mistero, non glielo concedeva. 
Un’altra non volle conservare quello che aveva nel ventre ed era addolorata per non averlo voluto mettere al mondo. 
Un uomo piangeva per il suo fratello morto che l’ordine perfezionato di questo mondo non fu capace di restituirgli. 
E altri pregavano semplicemente perché il loro cuore non ce la faceva più. Senza altri motivi. Perché anche se gli spazzini avevano ripulito la terra da ogni tipo di immondizia, non era possibile svuotare i cuori umani delle inspiegabili angosce di cui a volte sono pieni, senza una ragione identificabile. E anche se gli spazzini avessero potuto placare la fame e la sete, dare un tetto a tutti quelli che erano costretti a passare la notte all’addiaccio, letti e medicine ai malati, stampelle agli invalidi e cani guida ai ciechi – come era senza dubbio la loro intenzione –, sarebbero ancora rimasti cuori che avrebbero voluto qualcosa di diverso, vale a dire proprio ciò che i poteri terreni non possono ottenere. […] 
Siamo fatti di carne e spirito. Se un gatto si accontenta solamente di un po’ di latte e burro, a una persona non basta assolutamente aver bevuto e mangiato. E anche se le diamo libri, la portiamo a teatro e soddisfiamo la sua curiosità di conoscenze terrene, arriverà un momento in cui, come quel bambino che è ancora, chiederà: “Perché? Perché?”. Non vi sono risposte per tutte le sue domande, e nemmeno quando chiede: “Padre, perché mi hai abbandonato?”.

I primi ad essere sedotti dall’Anticristo furono gli intermediari di Dio.[!!!] Solo successivamente arrivarono gli atei, apparsi in modo spontaneo. Ma persino chi si definisce ateo non è affatto senza Dio. Chi nega Dio, il rinnegato, è peggiore di chi si definisce ateo. Se qualcuno mi dice che non crede in Dio, mi sento triste per lui. Ma se qualcuno mi dice che crede in Dio e che l’ingiustizia è giustizia, lo maledico.

[I] falsificatori si definiscono sempre ‘verificatori’; i ladri, uomini d’onore; gli assassini, amanti. Chi vuole spacciare una menzogna per verità si definirà amante della verità. L’assassino viene di notte e chiede di entrare con dolci parole. L’ingiusto parla di giustizia […].

[Parlando a un ebreo indignato per la sorte inflitta al suo popolo.] “E dato che Lei ha subito un’ingiustizia così grande, vuole continuare a infliggerla? Se vede che agli ebrei viene inflitta un’ingiustizia, prova dolore solo per l’ingiustizia o sente doppiamente il dolore perché è un ebreo che la subisce?”.
“Entrambe le cose”, disse il debole.
“Se è così”, risposi, “potrebbe accadere che un giorno sarà Lei ad essere crudele, perché porta in Sé il germe dell’ingiustizia. E con che diritto viene qui ad accusare l’ingiusto?”.
Allora il debole mi lasciò con un sospiro che suonava come una maledizione. Sospirava e malediceva allo stesso tempo. Da questo riconobbi che anche su di lui, sul debole, governava l’Anticristo.

In seguito mi inviarono un uomo pio, un uomo della Santa Chiesa che indossava un abito marrone, un cordone intorno al corpo e una grande croce.
“Sia lodato Gesù Cristo!”, disse.
“Sempre sia lodato!”, risposi.
“Vedo”, esordì, “che Lei lotta contro l’Anticristo. Voglio aiutarLa. Vengo da Roma, dalla città santa. Sono uno dei più umili servitori del papa, ma ho l’onore di trovarmi spesso vicino a lui. In alcune occasioni ho visto sul soglio di Pietro qualcun altro al posto del Santo Padre”. Il monaco tacque per un momento. Poi insisté: “Una persona completamente differente!”.
Anch’io tacqui per un bel po’, poi dissi: “È scritto che giungerà un tempo in cui l’Anticristo sederà sul soglio di Pietro ricoperto di tutti i segni della dignità pontificia. Mi dica, è già arrivato questo momento?”.
“Non lo so”, rispose il frate. “Sono solo uno degli ultimi servitori del palazzo del Santo Padre. Ma un giorno ho visto che il Santo Padre si era addormentato. Dormì solo per poche ore, ma durante quel tempo vi fu un’altra persona seduta sul suo eccelso trono. E proprio in quelle ore arrivarono gli inviati dei vari paesi pagani per fare la pace con la Santa Chiesa”.
Conclusione

Nonostante le impressionanti coincidenze e i riscontri estremamente attuali che possiamo trovare in questi frammenti (e in altri che abbiamo tralasciato per mancanza di spazio), lungi da noi il voler attribuire ad essi un carattere profetico. Ma possono farci sicuramente riflettere. 

E in Joseph Roth possiamo individuare una di quelle personalità che hanno saputo, grazie a un’acuta intelligenza e a un profondo intuito – un po’ come Orwell e, in misura forse minore, Huxley –, ‘prevedere’ un futuro alquanto dissociato, ma in cui c’è ancora molto spazio per combattere deviazioni che non vi sarebbero mai dovute entrare e che tuttavia possono e devono essere respinte.

[Introduzione, conclusione e traduzione dal tedesco di Antonio Marcantonio]




“L’Anticristo” di Joseph Roth

Introduzione

Joseph Roth fu uno scrittore austriaco di origini ebraiche. Nacque nel 1894 a Leopoli, nella Galizia polacca, ma sentì presto la lingua tedesca come la sua autentica patria letteraria. Scosso dal trauma del crollo dell’Impero austro-ungarico – di cui apprezzava la capacità di far convivere numerose culture diverse – e dall’avvento del nazismo in Germania, nonché da tragedie personali come l’internamento in un ospedale psichiatrico della moglie (che rafforzò a sua volta il trauma della malattia mentale del padre di cui egli fu testimone nell’infanzia), successivamente soppressa nell’ambito del programma di ‘purificazione sanitaria’ nazista, visse gran parte della sua fiorente vita di scrittore in esilio per l’Europa, sviluppando una tematica improntata al sentimento di mancanza di radici e contrassegnata da una critica raffinatamente ironica e profonda alla società del suo tempo.


Dal punto di vista politico, dopo i suoi esordi nelle file della sinistra e la sua adesione al sionismo, rinnegò quest’ultimo e si orientò verso posizioni conservatrici e nostalgiche, le quali contemplavano un’enorme stima nei confronti della Chiesa cattolica come unica istituzione unificatrice e redentrice. A chi gli rinfacciava la sua conversione al cattolicesimo [1] e la sua svolta conservatrice replicava che il paradosso della nostra epoca consiste nel fatto che l’unica via per essere realmente ‘progressisti’ risiede nell’essere conservatori. 

Tra i suoi numerosi romanzi[2], in cui come detto predomina spesso un sentimento di disorientamento apolide (di qui la sua nostalgia per la caduta patria austro-ungarica e per la sua cultura unificatrice), ve n’è uno, del 1934, che appare estremamente emblematico, distinguendosi da tutti gli altri: L’Anticristo, un’opera in cui la componente religiosa di Roth emerge con più forza rispetto al resto della sua produzione, che presenta un taglio piuttosto laico, o ai richiami alla cultura ebraica di alcune opere della gioventù. Si tratta di un libro che assume per noi toni quasi profetici e in cui L’Anticristo viene visto come una forza operante nella Storia e incarnata in tutti i personaggi che si incaricano di attentare alla bellezza del mondo introducendo, con un sorriso affabile sulle labbra, il suo contrario: operazione che riesce loro grazie all’inversione e alla confusione semantica delle parole che dovrebbero definire il vero sapere e sentire, la vera cultura e la vera virtù dell’umanità. 

Non a caso l’Anticristo viene definito nel romanzo eponimo il signore delle mille lingue: il protagonista – che altri non è che un doppio dell’autore – lavora al suo servizio come inviato speciale di un giornale, sospettando la sua natura maligna senza però riuscire a smascherarla fino alla fine. Il riferimento all’attività giornalistica vuole mettere in evidenza il fatto che anche all’epoca i mezzi di comunicazione di massa erano, come oggi, un’infernale e astuta fabbrica di menzogne. All’interno del libro Joseph Roth si scaglia anche contro quella fabbrica di ombre che è Hollywood (vista questa definizione, ci si può chiedere cos’avrebbe pensato il Nostro della fantasmatica realtà virtuale di Internet e delle reti sociali, nonché della pubblicità, delle fiction e dei media attuali...), giocando anche sul suono che assume il suo nome, che in tedesco suona come Höllewut, ‘furia dell’inferno’. Ci sembra emblematico anche il fatto che Joseph Roth abbia identificato in Martin Lutero il primo Anticristo. Ma lasciamo che siano le parole di questo testo a mostrarci la straordinaria sensibilità e la sorprendente chiaroveggenza dell’autore, che può essere sicuramente un faro per comprendere la situazione odierna. [3]

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[1] La sua conversione al cattolicesimo viene messa in dubbio da personaggi che non hanno alcun interesse a vedere un intellettuale della levatura di Joseph Roth tra le file dei cattolici. Tali ‘revisionisti’ cercano di appoggiarsi sul fatto che, al momento della sepoltura dello scrittore austriaco nel cimitero parigino di Thiais, fu impossibile reperire il suo certificato di battesimo, il che costrinse a celebrare un funerale ‘annacquato’. Tuttavia, a parte il fatto che Roth è sepolto nel settore cattolico del cimitero, non sorprende il fatto che il suo certificato di battesimo fosse irreperibile, visto che durante la sua vita si spostò ininterrottamente da un paese e da una città all’altra e che morì di una polmonite curata intempestivamente all’ospizio per i poveri, ove lo portarono le dure circostanze della sua vita. Tra l’altro, molti suoi scritti – per non parlare dello stesso Anticristo – lasciano pochi dubbi al riguardo. Altri ‘revisionisti’, tuttavia, insinuano che in molti casi egli avrebbe dato notizie false a proposito della sua vita. Ci si chiede però che interesse avesse un ebreo profondamente radicato nella sua cultura a farsi passare per cattolico, cosa che non gli procurò alcun beneficio materiale o morale (che egli peraltro non cercava).
[2] Ricordiamo, tra i tanti, Fuga senza fine (Die Flucht ohne Ende, 1924), Destra e sinistra (Rechts und Links, 1929), Giobbe. Romanzo di un uomo semplice (Hiob. Roman eines einfachen Mannes, 1930), La marcia di Radetzky (Radetzkymarsch, 1932) e il famoso La leggenda del santo bevitore (Die Legende vom heiligen Trinker, 1939).
[3] Edizione di riferimento: Joseph Roth, Der Antichrist, Kiepenheuer & Witsch, 1992.


Segnaliamo che del libro esiste anche l'edizione italiana: Joseph Roth, L'Anticristo, Editori Internazionali Riuniti 2010, pag.164


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domenica 8 febbraio 2015

IL SEGRETO DE LA SALETTE


Attualità del messaggio della Santa Vergine

IL SEGRETO DE LA SALETTE 
(5/95)


Il 19 settembre 1846, a Melania Calvat e a Massimo Giraud apparve la Madre di Dio 
L'attualità del messaggio loro trasmesso lascia ancora stupiti. 







......... 
Qui intendiamo parlare della apparizione della Madonna sulla montagna del La Salette, (paesino del Delfinato, poco distante da Corps, sulla strada tra Grenoble e Gap), perché il messaggio della Santa Vergine è insieme molto attuale e poco noto: la sua diffusione, infatti, fu ostacolata a causa del contenuto, in particolare di quella parte che oggi ci riguarda piú da vicino. 



Il 19 settembre 1846 Melania Calvat, assieme a Massimo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna.  
Dal 1860 Melania, poi entrata in religione con il nome di Maria della Croce - Vittima di Gesú, procedette a diverse redazioni del suo segreto, finché ne venne dichiarata autentica una, pubblicata nel 1879 con l'imprimatur del Vescovo di Lecce, mentre l'autorità ecclesiastica francese per qualche tempo non volle concedere il riconoscimento ecclesiastico. Il racconto della apparizione della Madonna a La Salette, (dove oggi sorge un grandioso santuario, meta di una importante processione il 19 settembre di ogni anno), si può considerare, per i nostri scopi, composto essenzialmente di due parti principali.  

Nella prima parte vengono descritti gli avvenimenti che interessarono buona parte dell'Europa di allora, e che si verificarono puntualmente: guerre civili in Francia, (la Comune di Parigi), in Portogallo, (lotte per l'istituzione della repubblica), in Italia, (guerre di Indipendenza); fine del potere temporale dei papi, (breccia di Porta Pia del 1870); carestie; lotte contro la religione, (legge sui frati del governo Cavour, politica ecclesiastica di Gambetta e Ferry in Francia); lassismo morale; decadimento ecclesiastico.  
La seconda parte, (che riportiamo nella sua completezza nelle pagine che seguono affinché ciascuno possa valutare e giudicare in coscienza), è la parte piú discussa del segreto, perché riferentesi alla venuta dell'anticristo ed alla diffusione dell'eresia all'interno stesso della Chiesa.  
Si dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo.  
Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all'invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all'assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi



La parte di messaggio, che riportiamo, è una traduzione del testo approvato in lingua francese, come riportato nel libro Bénédictions et malédictions, prophéties de la révélation privée di JEAN VAQUIÉ, Dominique Martin Morin Editore, 1987, ISBN 2-85652-094-4, che, a sua volta, fa riferimento a M.CALVAT, L'apparition de la Très Sainte Vierge sur la montagne de La Salette, Imprimatur: Mgr. Zola, Lecce (Italie), 15 novembre 1879, Rome, 1922 (Societé St-Augustin).  
Il libro può essere richiesto a Diffusion de la pensée française, B.P. 1, F-86190 Chiré-en-Montreuil, Francia, e vale la pena di procurarselo per avere il messaggio completo e altre rivelazioni contenute nella corrispondenza della veggente, rivelazioni che qui non possiamo riprodurre. 





(omissis) 
…I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l'ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi.  
Nell'anno 1865 si vedrà l'abominio nei luoghi santi; nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori.  

Coloro che sono a capo delle comunità religiose si guardino dalle persone che esse devono ricevere, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato, perché i disordini e l'amore dei piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra.  

La Francia, l'Italia, la Spagna e l'Inghilterra saranno in guerra: il sangue scorrerà per le strade; il francese combatterà contro il francese, l'italiano contro l'italiano, vi sarà poi una guerra generale che sarà spaventevole. Per qualche tempo Dio non si ricorderà piú della Francia né dell'Italia, perché il Vangelo di Gesú Cristo non è piú conosciuto.  
I malvagi userano tutta la loro astuzia; ci si ucciderà, ci si massacrerà reciprocamente perfino nelle case.  

Al primo colpo della Sua spada fulminante le montagne e la natura tutta tremeranno di spavento perché i disordini e i crimini degli uomini trafiggono la volta celeste.
  
Parigi sarà bruciata e Marsiglia inghiottita; molte grandi città saranno scosse e inghiottite da terremoti; si crederà che tutto è perduto; non si vedranno che omicidi; non si sentiranno che colpi d'arma e bestemmie.  

I giusti soffriranno molto, le loro preghiere, la loro penitenza e le loro lacrime saliranno fino al Cielo e tutto il popolo di Dio chiederà perdono e misericordia e chiederà il Mio aiuto e la Mia intercessione.  

Allora Gesú Cristo con un atto della Sua misericordia grande per i giusti comanderà ai Suoi angeli che tutti i Suoi nemici siano messi a morte.  
Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesú Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto.  

Allora si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini; Gesú Cristo sarà servito, adorato e glorificato; dappertutto fiorirà la carità.  
I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà forte, umile, pia, povera, zelante e imitatrice delle virtú di Gesú Cristo.  

Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno grandi progressi nella fede perché vi sarà unità tra gli operai di Gesú Cristo e perché gli uomini vivranno nel timor di Dio.  
Questa pace tra gli uomini non sarà lunga: venticinque anni di abbondanti raccolti faranno loro dimenticare che i peccati degli uomini sono causa di tutte le pene che arrivano sulla terra.  
Un precursore dell'anticristo, con le sue truppe di parecchie nazioni, combatterà contro il vero Cristo, il solo Salvatore del mondo, egli spargerà molto sangue e vorrà annientare il culto di Dio per farsi guardare come un Dio.  

La terra sarà colpita da ogni sorta di piaghe, (oltre la peste e la carestia che saranno dovunque), vi saranno delle guerre fino all'ultima guerra, che sarà allora fatta da dieci re dell'anticristo, i quali re avranno tutti lo stesso progetto e saranno i soli a governare il mondo.  
Prima che ciò succeda vi sarà una specie di falsa pace nel mondo; non si penserà che a divertirsi; i malvagi si abbandoneranno a ogni sorta di peccato; ma i figli della Santa Chiesa, i figli della fede, i miei veri imitatori crederanno nell'amore di Dio e nelle virtú che mi sono piú care.  

Felici le anime umili guidate dallo Spirito Santo! Io combatterò con esse fino a che esse saranno nella pienezza dell'età. La natura chiede vendetta per gli uomini ed essa freme di spavento nell'attesa di ciò che deve arrivare alla terra insudiciata dai crimini.  
Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesú Cristo e che dentro di voi adorate solo voi stessi; tremate perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione, molti conventi non sono piú le case di Dio, ma i pascoli di Asmodeo e dei suoi.  


Sarà durante questo tempo che nascerà l'anticristo da una religiosa ebrea, da una falsa vergine che sarà in comunicazione con il vecchio serpente, il padrone dell'impurità; suo padre sarà Vescovo, nascendo vomiterà delle bestemmie, egli avrà dei denti, in una parola sarà il diavolo incarnato; egli lancerà delle grida spaventose, farà dei prodigi, non si nutrirà che di impurità.  
Egli avrà dei fratelli che, sebbene non siano dei demoni incarnati come lui, saranno dei figli del male; a dodici anni essi si faranno notare per le prodi vittorie che otterranno; presto essi saranno ognuno alla testa degli eserciti assistiti dalle legioni dell'inferno.  

Le stagioni saranno cambiate, la terra non produrrà che frutti cattivi, gli astri perderanno i loro movimenti regolari, la luna non rifletterà che una debole luce rossastra; l'acqua e il fuoco daranno al globo terrestre dei movimenti convulsi e degli orribili terremoti che inghiottiranno delle montagne, delle città.  

Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo. I demoni dell'aria con l'anticristo faranno dei grandi prodigi sulla terra e nell'aria e gli uomini si pervertiranno sempre piú.  
Dio avrà cura dei suoi fedeli servitori e degli uomini di buona volontà; il Vangelo sarà predicato dappertutto, tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità.
  
Io rivolgo un appello urgente alla terra; Io chiamo i veri imitatori di Cristo fatto uomo, il solo e vero Salvatore degli uomini; Io chiamo i miei figli , i miei veri devoti, quelli che si sono dati a Me perché io li conduca dal Mio divin Figlio, quelli che Io porto, per cosí dire, nelle mie braccia, quelli che sono vissuti del Mio Spirito; infine Io chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi, i discepoli di Gesú Cristo che sono vissuti nel disprezzo del mondo e di loro stessi, nella povertà e nell'umiltà, nel disprezzo e nel silenzio, nella preghiera e nella mortificazione, nella castità e nell'unione con Dio, nella sofferenza e sconosciuti al mondo.  

È tempo che escano e vengano ad illuminare la terra.  
Andate e mostratevi come i miei cari figli; Io sono con voi e in voi purché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di disgrazia.  
Che il vostro zelo vi renda come gli affamati per la gloria e l'onore di Gesú Cristo.  
Combattete, figli della luce, voi, piccolo numero che ci vedete, perché ecco il tempo dei tempi, la fine delle fini.  
La Chiesa sarà eclissata, il mondo sarà nella costernazione.  



Ma ecco Enoch ed Elia riempiti dello Spirito di Dio; essi predicheranno con la forza di Dio e gli uomini di buona volontà crederanno in Dio e molte anime saranno consolate; essi faranno grandi progressi per virtú dello Spirito Santo e condanneranno gli errori diabolici dell'anticristo.  

Sciagura agli abitanti della terra!  
Vi saranno guerre spaventose e carestie; pesti e malattie contagiose; pioverà una grandine spaventosa di animali; tuoni che scuoteranno le città; terremoti che inghiottiranno paesi; si udiranno delle voci nell'aria; gli uomini batteranno la testa contro i muri, essi chiameranno la morte, da un'altra parte la morte li supplizierà; il sangue scorrerà da ogni parte.  
Chi potrà vivere se Dio non diminuirà il tempo della prova ?  
Dal sangue, dalle lacrime e dalle preghiere dei giusti Dio si lascerà placare; Enoch ed Elia saranno messi a morte; Roma pagana sparirà; il fuoco del cielo cadrà e distruggerà tre città; tutto l'universo sarà colpito dal terrore e molti si lasceranno sedurre perché essi non hanno adorato il vero Cristo vivente tra loro.  

È tempo, il sole si oscura; la fede sola vivrà.  
Ecco il tempo, l'abisso si apre.  
Ecco il re delle tenebre.  
Ecco la bestia con i suoi sudditi, sedicente salvatore del mondo.  
Egli si alzerà con orgoglio nell'aria per andare fino al Cielo; egli sarà soffocato dal respiro di San Michele Arcangelo.  
Egli cadrà e la terra che da tre giorni sarà in continue evoluzioni, aprirà il suo seno pieno di fuoco; egli sarà sprofondato per sempre con tutti i suoi nei baratri eterni dell'inferno.  
Allora l'acqua e il fuoco purificheranno la terra e consumeranno tutte le opere dell'orgoglio degli uomini e tutto sarà rinnovato: Dio sarà servito e glorificato.


Beato chi onora il Tuo Nome, o Maria, 
* la tua grazia conforterà il suo spirito.

venerdì 30 gennaio 2015

Il Futuro dell’umanità nelle profezie di Maria Valtorta

Il Futuro dell’umanità nelle profezie 
di Maria Valtorta 

"Maria: è l’ora delle tenebre. Le cose si compiono come in sogno te le ho mostrate. 
Non è arrivato fin troppo presto il momento della sicura conoscenza? Prega con tutta te stessa, perché il momento è tremendo per se stesso e per le conseguenze. 
Se le persone sapessero riflettere, si sforzerebbero ad essere buone per piegare la Bontà in loro favore. Invece e sempre la stessa parola che devo dire: l’egoismo le domina. Perciò preghiere, sacramenti e sacramentali, resi 
impuri dall’egoismo, non hanno potere contro Lucifero che sconvolge il mondo". 
"I Quaderni del 1943", pag. 278 

Dice Gesù: 

"Se si osservasse per bene quanto da qualche tempo avviene, e specie dagli inizi di questo secolo che 
precede il secondo mille, si dovrebbe pensare che i sette sigilli sono stati aperti. 

Mai come ora Io mi sono agitato per tornare fra voi con la mia Parola a radunare le schiere dei miei 
eletti per partire con essi e coi miei angeli a dare battaglia alle forze occulte che lavorano per 
scavare all’umanità le porte dell’abisso. 

Guerra, fame, pestilenze, strumenti di omicidio bellico – che sono più che le bestie feroci 
menzionate dal Prediletto – terremoti, segni del cielo, eruzioni dalle viscere del suolo e chiamate 
miracolose a vie mistiche di piccole anime mosse dall’Amore, persecuzioni contro i miei seguaci, 
altezze d’anime e bassezze di corpi, nulla manca dei segni per cui può parervi prossimo il momento 
della mia Ira e della mia Giustizia. 

Nell’orrore che provate, esclamate: ‘Il tempo è giunto; e più tremendo di così non può divenire!’. E 
chiamate a gran voce la fine che ve ne liberi. 
La chiamano i colpevoli, irridendo e maledicendo come sempre; la chiamano i buoni che non possono più oltre vedere il Male trionfare sul Bene. 
Pace miei eletti! Ancora un poco e poi verrò. 
La somma di sacrificio necessaria a giustificare la creazione dell’uomo e il Sacrificio del Figlio di Dio non è ancora compiuta. 

Ancora non è terminato lo schieramento delle mie coorti e gli Angeli del Segno non hanno ancora 
posto il sigillo glorioso su tutte le fronti di coloro che hanno meritato d’essere eletti alla gloria. 
L’obbrobrio della terra è tale che il suo fumo, di poco dissimile da quello che scaturisce dalla dimora 
di Satana, sale sino ai piedi del trono di Dio con sacrilego impeto. 

Prima della apparizione della mia Gloria occorre che oriente e occidente siano purificati per essere 
degni dell’apparire del mio Volto. 
Incenso che purifica e olio che consacra il grande, sconfinato altare - dove l’ultima Messa sarà 
celebrata da Me, Pontefice eterno, servito all’altare da tutti i santi che cielo e terra avranno in 
quell’ora - sono le preghiere dei miei santi, dei diletti al mio Cuore, dei già segnati del mio Segno: 
della Croce benedetta, prima che gli angeli del Segno li abbiano contrassegnati. 

E’ sulla terra che il segno si incide ed è la vostra volontà che lo incide. 
Poi gli angeli lo empiono di un oro incandescente che non si cancella e che fa splendere come sole la 
vostra fronte nel mio Paradiso. 

Grande è l’orrore di ora, diletti miei; ma quanto, quanto, quanto ha ancora da aumentare per essere 
l’Orrore dei Tempi ultimi! 

E se veramente pare che assenzio sia mescolato al pane, al vino, al sonno dell’uomo, molto, molto, 
molto altro assenzio deve ancora gocciare nelle vostre acque, sulle vostre tavole, sui vostri giacigli 
prima che abbiate raggiunto l’amarezza totale che sarà la compagnia degli ultimi giorni di questa 
razza creata dall’Amore, salvata dall’Amore e che si è venduta all’Odio. 

Che se Caino andò ramigando sulla terra per avere ucciso un sangue, innocente, ma sempre sangue 
inquinato dalla colpa d’origine, e non trovò chi lo levasse dal tormento del ricordo perché il segno di 
Dio era su di lui per suo castigo – e generò nell’amarezza e nell’amarezza visse e vide vivere e 
nell’amarezza morì – che non deve soffrire la razza dell’uomo che uccise di fatto e uccide, col 
desiderio, il Sangue innocentissimo che lo ha salvato? 

Dunque pensate pure che questi sono i prodromi, ma non è ancora l’ora. Vi sono i precursori di colui che ho detto potersi chiamare: ‘Negazione’, ‘Male fatto carne’, ‘Orrore’, 
‘Sacrilegio’, ‘Figlio di Satana’, ‘Vendetta’, ‘Distruzione’, e potrei continuare a dargli nomi di chiara e paurosa indicazione. 

Ma egli non vi è ancora. 

Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di 
sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, 
l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà, la sete 
degli onori dopo il nascondimento. 

Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di 
Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato. 
Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro. 
L’Anticristo, per superbia di un‘ora, diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del 
mio esercito. 

A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne 
della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il 
quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne 
escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale 
disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, 
l’unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il Cristo ha 
aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a 
Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io. 

Come il Padre ha dato a Me ogni potere, così Satana ha dato ad esso ogni potere, e specie ogni 
potere di seduzione, per trascinare al suo seguito i deboli e i corrosi dalle febbri delle ambizioni 
come lo è esso, loro capo. Ma nella sua sfrenata ambizione troverà ancora troppo scarsi gli aiuti 
soprannaturali di Satana e cercherà altri aiuti nei nemici del Cristo, i quali, armati di armi sempre 
più micidiali, quali la loro libidine verso il Male li poteva indurre a creare per seminare disperazione 
nelle folle, lo aiuteranno sinchè Dio non dirà il suo ‘Basta’ e li incenerirà col fulgore del suo aspetto. 

Molto, troppo – e non per sete buona e per onesto desiderio di porre riparo al male incalzante, ma 
sibbene soltanto per curiosità inutile – molto, troppo si è arzigogolato, nei secoli, su quanto Giovanni 
dice nel Cap. 10 dell’Apocalisse. Ma sappi, Maria, che Io permetto si sappia quanto può essere utile 
sapere e velo quanto trovo utile che voi non sappiate. 

Troppo deboli siete, poveri figli miei, per conoscere il nome d’onore dei ‘sette tuoni’ apocalittici. 
Il mio Angelo ha detto a Giovanni: “Sigilla quello che han detto i sette tuoni e non lo scrivere”. 
Io dico che ciò che è sigillato non è ancora ora che sia aperto e se Giovanni non lo ha scritto Io non lo dirò. 
Del resto non tocca a voi gustare quell’orrore e perciò… 

Non vi resta che pregare per coloro che lo dovranno subire, perché la forza non naufraghi in essi e 
non passino a far parte della turba di coloro che sotto la sferza del flagello non conosceranno 
penitenza e bestemmieranno Iddio in luogo di chiamarlo in loro aiuto. 

Molti di questi sono già sulla terra e il loro seme sette volte sette più demoniaco di essi. 
Io, non il mio angelo, Io stesso giuro che quando sarà finito il tuono della settima tromba e compito 
l’orrore del settimo flagello, senza che la razza di Adamo riconosca il Cristo Re, Signore, Redentore e Dio, e invocata la sua Misericordia, il suo Nome nel quale è la salvezza, Io, per il mio Nome e per la mia Natura, giuro che fermerò l’attimo dell’eternità. Cesserà il tempo e comincerà il Giudizio. Il 
Giudizio che divide in eterno il Bene dal Male dopo millenni di convivenza sulla terra. 

Il Bene tornerà alla sorgente da cui è venuto. Il Male precipiterà dove è già stato precipitato dal 
momento della ribellione di Lucifero e da dove è uscito per turbare la debolezza di Adamo nella 
seduzione del senso e dell’orgoglio. 

Allora il Mistero di Dio si compirà. Allora conoscerete Iddio. Tutti, tutti gli uomini della terra, da 
Adamo all’ultimo nato, radunati come granelli di rena sulla duna del lido eterno, vedranno Iddio 
Signore, Creatore, Giudice, Re. 

"I Quaderni del 1943" 20.8.43. 



"Ti ho già detto che quanto è detto negli antichi libri ha un riferimento nel presente. È come se una 
serie di specchi ripetesse, portandolo sempre più avanti, uno spettacolo visto più addietro. Il mondo ripete se stesso negli errori e nei ravvedimenti, con questa differenza però: che gli errori si sono 
sempre più perfezionati con l’evoluzione della razza verso la cosiddetta civiltà, mentre i 
ravvedimenti sono divenuti sempre più embrionali. Perché? 

Perché, col passare del mondo dall’età fanciulla ad età più completa, sono cresciute la malizia e la 
superbia del mondo. Ora siete nel culmine dell’età del mondo e avete raggiunto anche il culmine 
della malizia e della superbia. Non pensare però che avete ancora tanto da vivere quanto siete 
vissuti. Siete al culmine, e ciò dovrebbe dire: avete altrettanto da vivere. Ma non sarà. 

La parabola discendente del mondo verso la fine non sarà lunga come quella ascendente. Sara un 
precipitare nella fine. [La fine dei tempi, la fine del tempo delle nazioni; poi verrà il Regno di Dio 
sulla Terra, un’unica Nazione, un unico popolo, un’ unica Fede]. Vi fanno precipitare appunto malizia e superbia. Due pesi che vi trascinano nel baratro della fine, al tremendo giudizio. Superbia e 
malizia, oltreché trascinarvi nella parabola discendente, vi ottundono talmente lo spirito da rendervi 
sempre più incapaci di fermare, col ravvedimento sincero, la discesa", 

"I Quaderni del 1943", pagg. 226 - 227 



"La battaglia fra Me e lui non avrà fine altro che quando l'uomo sarà giudicato in tutti i suoi 
esemplari. E la vittoria finale sarà mia ed eterna. Ora la Belva infernale, sempre vinta e sempre più 
feroce per esser vinta, mi odia di odio infinito e sconvolge la Terra per ferire il mio Cuore. Ma Io 
sono il Vincitore di Satana. Là dove egli insozza, Io passo col fuoco dell’amore a mondare. E se con 
inesausta pazienza non avessi continuato la mia opera di Maestro e Redentore, ormai sareste tutti dei 
demoni". 
"I Quaderni del l943", pag. 615 



"E in verità vi dico che ora è un momento in cui, per ordine del padre della menzogna, i suoi figli 
mietono fra le anime, che erano create per Me e che inutilmente ho fertilizzate col mio Sangue. 
Messe abbondante più che ogni diabolica speranza concepisse, e i Cieli fremono per il pianto del 
Redentore che vede la rovina dei due terzi del mondo dei cristiani. E dire due terzi è ancora poco". 
"I Quaderni del 1943", pag. 395 



"Se il mondo fosse misericordioso!... Il mondo possederebbe Iddio, e ciò che vi tortura cadrebbe 
come foglia morta. Ma il mondo, e nel mondo specie i cristiani, hanno sostituito l’Amore con l’Odio, 
la Verità con l’Ipocrisia, la Luce con le Tenebre, Dio con Satana. E Satana, là dove lo seminai 
Misericordia e la crebbi col mio Sangue, sparge i suoi triboli e li fa prosperare col suo soffio 
d’inferno. Verrà la sua ora di sconfitta. Ma per ora viene Lui perché voi lo aiutate. Beati però coloro 
che sanno rimanere nella Verità e lavorare per la Verità. La loro misericordia avrà il premio in Cielo". 
"I quaderni del 1943", pag. 2l3 



"Le guerre vengono" da Satana che sa che i tempi stringono e che questa. [II guerra mondiale] è una 
delle lotte decisive che anticipano la mia venuta. Sì . Dietro il paravento delle razze, delle 
egemonie, dei diritti, dietro il movente delle necessità politiche, si celano, in realtà, Cielo e Inferno 
che combattono fra loro. E basterebbe che metà dei credenti nel Dio vero, ma che dico? meno di 
questo, meno di un quarto dei credenti, fosse realmente credente nel mio Nome perché le armi di 
Satana venissero domate. Ma dove è la Fede?" 
"I Quaderni del 1943", pagg. 24 - 25 



"Considera il mio Fulgore e la mia Bellezza rispetto alla nera mostruosità della Bestia. Non avere 
paura di guardare anche se è spettacolo repellente. Sei fra le mie braccia. Esso non può accostarsi e nuocerti. Lo vedi? Non ti guarda neppure. Ha già tante prede da seguire. Ora ti pare che meriti 
lasciare Me per seguire lui?. 

Eppure il mondo lo segue e lascia Me per lui. Guarda come è satollo e palpitante. É la sua ora di 
festa. Ma guarda anche come cerca l’ombra per agire. Odia la Luce, e si chiamava Lucifero! Lo vedi 
come ipnotizza coloro che non sono segnati dal mio Sangue?! Accumula i suoi sforzi perché sa che è 
la sua ora e che si avvicina l’ora mia in cui sarà vinto in eterno. La sua infernale astuzia e 
intelligenza satanica sono un continuo operare di Male, in contrapposto al nostro uno e trino operare 
di Bene, per aumentare la sua preda. 

Ma astuzia e intelligenza non prevarrebbero se negli uomini fossero il mio Sangue e la loro onesta 
volontà. Troppe cose mancano all’uomo per avere armi da opporre alla Bestia, ed essa lo sa e 
apertamente agisce, senza neppure più velarsi di apparenze bugiarde. La sua schifosa bruttezza ti 
spinga ad una sempre maggiore diligenza e a una sempre maggiore penitenza. Per te e per i tuoi 
disgraziati fratelli che hanno l’anima orba o sedotta e non vedono, o vedendolo, corrono incontro al 
Maligno, pur di averne l'aiuto di un’ora da pagare con una eternità di dannazione". 

"l Quaderni del l943", pag. 224 


"Guai alla terra se venisse un giorno in cui l’occhio di Dio non potesse più scegliere fra i figli 
dell’uomo gli esseri predestinati ad essere i miei portatori di Luce e di Voce! Guai! Vorrebbe dire che fra i miliardi di uomini non vi e più un giusto e un generoso, poiché i predestinati sono fra i giusti che mai offesero Giustizia, e i generosi che hanno superato tutto, se stessi per primi, per servire Me". 

"I Quaderni del 1943", pag., 409 



La Gerusalemme di cui parla Isaia è quaggiù la mia Chiesa, anticamera della celeste Gerusalemme. In essa è abbondanza non di ricchezze umane, ma di tesori divini di Perdono e di Scienza, come nella 
celeste Gerusalemme sono tesori divini di beatitudini. Nessuna forza umana potrà, come turbine, 
devastare la mia Chiesa al punto di distruggerla. Io sarò con lei, a far da piolo e da corda. 

Quando l’ora sarà, in cui la terra cesserà d’essere, dagli angeli sarà trasportata in Cielo la mia 
Chiesa, che non può perire perché cementata dal Sangue di un Dio e dei suoi santi. 

"I Quaderni dal 1945 al 1950", pag. 58 (vedi il capitolo "l’Anticristo"). 



Un popolo, dice Isaia, sarà colpito dalla spada di Giustizia. Ma saranno molti di più, poiché il mondo 
ha fornicato col demonio in molte sue parti. Ed altre ancora sono in procinto di peccare, nonostante 
tutto quanto Io ho operato per tenerle nella via della Vita. Pregare, pregare, pregare molto per 
impedire nuove condanne, originate da nuove fornicazioni. I demoni... oh! i demoni sono già là dove 
Io punirò.Sono i demoni, insediati da padroni nei cuori, quelli che portano a morte le nazioni. 

E vi sono popoli in cui pochi cuori non siano dimora dei demoni: legioni e legioni demoniache 
muovono, come fantocci, intere nazioni. E come posso Io regnare là dove i cuori si sono fatti dimora 
dei figli di Lucifero? Altre applicazioni ha la parola profetica, ma Io ho voluto fartela vedere con 
riferimenti all’ora che vivete. Né dirti di più per non accasciarti di più. Prega. Il tuo Dio ti aprirà le 
porte prima che tu conosca il massimo orrore [infatti Maria Valtorta mori ne1 1961]". 

"I Quaderni del 1943", pag. 330 



"... questa non è guerra di uomini ma di Satana contro gli spiriti. Né ne sono vittime unicamente chi 
perisce in battaglia o sotto le macerie di una casa. Sono vittime della lotta di Satana agli spiriti 
anche, e soprattutto, coloro che perdono fede e speranza e carità, e non la vita di un’ora mortale 
perdono, ma la Vita eterna, morendo alla Grazia di Dio". 

"I Quaderni del l944", pag. 353 




 "Vorreste che Io venissi e mi mostrassi per terrorizzare e incenerire i colpevoli. O miseri! Non sapete quello che chiedete! Purtroppo verrò. Dico: "Purtroppo", perché la mia sarà venuta di Giudizio e giudizio tremendo. Avessi a venire per salvarvi non direi così e non cercherei di allontanare i tempi 
della mia venuta, ma anzi mi precipiterei con ansia per salvarvi ancora. 

Ma il mio secondo avvento sarà avvento di Giudizio severo, inesorabile, generale, e per la maggior 
parte di voi sarà giudizio di condanna. Non sapete quello che chiedete. Ma se anche Io mi mostrassi, 
dove è nei cuori, e specie in quelli maggiormente colpevoli delle sciagure di ora, quel tanto residuo 
di fede e di rispetto che li farebbe curvare col volto a terra per chiedermi pietà e perdono? 

No, figli che chiedete al Padre vendetta mentre Egli è Padre di perdono! Se anche il mio Volto 
balenasse nei vostri cieli e la mia Voce, che ha fatto i mondi, tuonasse da oriente ad occidente, le 
cose non muterebbero. Ma soltanto un nuovo coro blasfemo di insulti, ma soltanto una nuova ridda di ingiurie sarebbero lanciati contro la mia Persona. Ripeto: potrei fare un miracolo e lo farei se sapessi che poi voi vi pentite e divenite migliori. 

Voi, grandi colpevoli che portate i piccoli a disperare e a chiedere vendetta, e voi, piccoli colpevoli 
che chiedete vendetta. Ma né voi, grandi colpevoli, né voi, piccoli colpevoli, vi pentireste e non 
diverreste migliori dopo il miracolo. Calpestereste anzi, in una furia di gioia colpevole, i corpi dei 
puniti, demeritando subito al mio cospetto, e vi montereste sopra per opprimere, a vostra volta, da 
quel trono fondato su una punizione. Questo vorreste. Che Io colpissi per potere colpire a vostra 
volta. 

Io sono Dio e vedo nel cuore degli uomini e perciò non vi ascolto in questo. Non voglio che vi danniate tutti. I grandi colpevoli sono già giudicati, Ma voi tento di salvarvi. E quest’ora, per voi, è vaglio di salvezza. Cadranno in potere del Principe dei demoni coloro che già hanno in loro la zizzania del demoni, mentre coloro che hanno in cuore il grano di frumento germinante l’eterno Pane, germoglieranno in Me in vita eterna". 

"I quaderni del 1943", pagg. 26 - 27 



"Pensatelo bene: la colpa è radice alla colpa. Una nasce sull’altra. E la marea del male cresce. E Dio 
non può piegarsi là dove vede affezione alla colpa. E se è penoso che gli innocenti soffrano per una 
espiazione generale, è giusto che coloro che non sanno svellere dal loro cuore la colpa provino 
l’abbandono di Dio con tutto il suo tossico che morde le viscere e fa urlare di spasimo, così come Io 
ho urlato. 

Io che non ho gridato per essere torturato dai flagelli, dalle spine, dai chiodi. E ancora e sempre vi 
dico: "State uniti a Me. Io ero solo a pregare il Padre. Ma voi soli non siete. Voi avete con voi il 
Salvatore, il Figlio dell’Altissimo. Pregate il Padre con Me, nel mio Nome". E a te, piccolo Giovanni, dico che tu mi vedi così perché realmente Io grido per voi, facendo mie le vostre presenti lordure per vincere la Giustizia del Padre, che è talmente offesa che non si vuole piegare a misericordia. 

L’amore che ho per voi e la pietà che provo per voi mi danno dolore di mistica crocifissione e grido, 
grido in nome vostro, per persuadere il Padre a non lasciarvi più oltre nell’abbandono. È l’ora di 
Satana. Ma voi che siete la mia corte della Terra, voi, anime vittime, portate al culmine il vostro 
sacrificio, portatelo al tormento dell’ora di nona e rimanete fedeli anche in quell’oceano di 
desolazione che è quell’ora e dite con Me: "Dio mio, Dio mio". Empiamo del nostro pregare il Cielo, o anime che mi imitate nel farvi salvatori dei fratelli attraverso il sacrificio vostro. Che il Padre senta 
fondersi in pietà il suo sdegno, e la sua Giustizia si plachi. Una volta ancora". 

"I Quaderni del 1944", pagg. 217 - 218 


Ma che credete?. Che Io, che ero così alieno dai discorsi, abbia aggiunto parole per il gusto di dire 
delle parole? No. Io ho detto il puro necessario per portarvi alla perfezione. E se nel grande 
insegnamento evangelico vi è di che dare salvezza alla vostra anima, nei tocchi più minuti vi è di che 
darvi la perfezione. I primi sono i comandi. 
Disubbidire a quelli vuol dire morire alla Vita. 

I secondi sono i consigli. Ubbidire a questi vuol dire avere sempre più sollecita santità e accostarsi 
sempre più alla Perfezione del Padre. Ora nel Vangelo di Matteo è detto: "Per il moltiplicarsi 
dell’iniquità si raffredderà la carità in molti" [Mt 24,12]. Ecco, figli, una grande verità che è poco 
meditata. Di che soffrite ora? Della mancanza di amore. Cosa sono le guerre, in fondo? Odio. Cosa è l’odio? L’antitesi dell’amore. Le ragioni politiche. Lo spazio vitale? Una frontiera ingiusta? Un affronto politico? Scuse, scuse. 
Non vi amate, Non vi sentite fratelli. Non vi ricordate che siete tutti venuti da un sangue, che 
nascete tutti a un modo, che morite tutti ad un mondo, che avete tutti fame, sete, freddo, sonno ad 
un modo e bisogno di pane, di vesti, di casa, di fuoco ad un modo. Non vi ricordate che Io ho detto: 
"Amatevi. Dal come vi amerete si capirà se siete miei discepoli. Amate il prossimo vostro come voi 
stessi". 

Le credete parole di fola queste verità. La credete dottrina di un pazzo questa dottrina mia. La 
sostituite con molte povere dottrine umane. Povere o malvagie a seconda del loro creatore. Ma 
anche le più perfette fra esse, se sono diverse dalla mia sono imperfette. Come la mitica statua, 
avranno molta parte di esse di metallo pregiato. Ma la base sarà di fango e provocherà infine il crollo 
di tutta la dottrina. E nel crollo la rovina di coloro che ad esse si erano appoggiati, La mia non crolla. 
Chi si appoggia ad essa non si rovina, ma sale a sempre maggior sicurezza: sale al Cielo, all’alleanza 
con Dio sulla terra, al possesso di Dio oltre la terra. Ma la carità non può esistere dove vive l’iniquità. 

Perché la carità è Dio e Dio non convive col Male. Perciò chi ama il Male odia Dio. Odiando Dio 
aumenta le sue iniquità e sempre più si separa da Dio-Carità. Ecco un cerchio dal quale non si esce e 
che si stringe per torturarvi. Potenti od umili, avete aumentato le vostre colpe. Trascurate il 
Vangelo, deriso i Comandamenti, dimenticato Iddio, poiché non può dire di ricordarlo chi vive 
secondo la carne, chi vive secondo la superbia della mente, chi vive secondo i consigli di Satana, 
avete calpestato la famiglia, avete rubato, bestemmiato, ammazzato, testimoniato il falso, mentito, 
fornicato, vi siete fatti dell’illecito lecito. 

Qui rubando un posto, una moglie, una sostanza; là, più in alto, rubando un potere o una libertà 
nazionale, aumentando il vostro ladrocinio con la colpa di menzogna per giustificare ai popoli il 
vostro operato che li manda a morte. I poveri popoli che non chiedono che di vivere tranquilli! E che 
voi aizzate con velenose menzogne scagliandoli l’uno contro l’altro per garantirvi un benessere che 
non vi è lecito conseguire al prezzo del sangue, delle lacrime, del sacrificio di intere nazioni. Ma i 
singoli, quanta colpa hanno nella grande colpa dei grandi! É la catasta delle piccole colpe singole 
quella che crea la base alla Colpa. Se ognuno vivesse santamente senza avidità di carne, di denaro, 
di potere, come potrebbe crearsi la Colpa? I delinquenti ci sarebbero ancora. Ma sarebbero resi 
innocui perché nessuno li servirebbe. 

Come pazzi ben isolati, essi continuerebbero a farneticare dietro ai loro sogni osceni di sopraffazioni. 
Ma i sogni non diverrebbero mai realtà. Per quanto Satana li aiutasse, il suo aiuto sarebbe reso nullo 
dalla unità contraria di tutta l’umanità fatta santa dal vivere secondo Dio. E l’umanità avrebbe 
inoltre Dio con sé. Dio benigno verso i suoi figli ubbidienti e buoni. La carità sarebbe dunque nei 
cuori. Viva e santificante. E l’iniquità cadrebbe. 

Vedete, o figli, la necessità di amare per non esser iniqui, e la necessità di non esser iniqui per 
possedere l’amore? Sforzatevi ad amare. Se amaste... Un pochino solo! Se cominciaste ad amare. 
Basterebbe l’inizio e poi tutto progredirebbe da sè". 

28-03-1944 "I Quaderni del 1944", pagg. 294 - 296 



Giorni fa il Padre [Padre Migliorini] ha scritto che rimaneva perplesso circa la vera fonte del flagello 
attuale "perché un regno diviso in se stesso non è più un regno". Mostrerò al Padre che ciò può 
essere, essendo la divisione puramente apparente. Lucifero, nelle sue manifestazioni, ha sempre 
cercato di imitare Iddio. 

Così come Dio ha dato ad ogni Nazione il suo angelo tutelare, Lucifero le ha dato il suo demone. Ma 
come i diversi angeli delle Nazioni ubbidiscono ad un unico Dio, così i diversi demoni delle Nazioni 
ubbidiscono ad un unico Lucifero. L'ordine dato da Lucifero nella presente vicenda ai diversi demoni 
non è diverso a seconda degli Stati. È un ordine unico per tutti. Donde si comprende che il regno di 
Satana non è diviso e perciò dura. 

Questo ordine può essere enunciato cosi : "Seminate orrore, disperazione, errori, perché i popoli si 
stacchino, maledicendolo, da Dio". I demoni ubbidiscono e seminano orrore e disperazione, spengono la fede, strozzano la speranza, distruggono la carità. Sulle rovine seminano odio, lussuria, ateismo. 
Seminano l’inferno. 

E riescono perché trovano già il terreno propizio. Anche i miei angeli lottano a difesa del Paese che 
ho loro assegnato. Ma i miei angeli non trovano terreno propizio. Onde rimangono soccombenti 
rispetto ai nemici infernali. Per vincere, i miei angeli dovrebbero essere aiutati da animi viventi nel e per il Bene. Viventi in Me. Ne trovano. Ma sono troppo pochi rispetto a quelli che non credono, non 
amano, non perdonano, non sanno soffrire. È il caso di ripetere: "Satana ha chiesto di vagliarvi". E, 
dal vaglio, risulta che la corruzione è come nei tempi del diluvio, aggravata dal fatto che voi avete a 
lato il Cristo e la sua Chiesa, mentre ai tempi di Noè ciò non era. 

L’ ho gai detto e lo ripeto: "Questa è lotta fra Cielo e inferno". Voi non siete che un bugiardo 
paravento. Dietro le vostre schiere battagliano angeli e demoni. Dietro i vostri pretesti è la ragione 
vera: la lotta di Satana contro Cristo. Questa è una delle prime selezioni dell’Umanità, che si 
avvicina alla sua ora ultima, per separare la messe degli eletti dalla messe dei reprobi. Ma purtroppo 
la messe degli eletti è piccola rispetto all’altra. Quando Cristo verrà per vincere l’eterno antagonista 
nel suo Profeta troverà pochi segnati, nello spirito, dalla Croce". 

"I Quaderni del 1943", pagg. 182 - l83 



"Questo linguaggio è troppo duro! Costui vuole fare di noi delle vittime della sua follia" dicono tuttora gli uomini quando lo li esorto a vita giusta e li istruisco sul come va intesa e praticata la Religione per farne forma di vita che dia Vita eterna. E non si accorgono che così dicendo confessano di essere degradati dalla loro condizione di uomini. Parlano di evoluzione, di superuomo. Orbene, mettiamo l’uomo quale Io l’ho trovato portato a questo punto dopo la sua discesa dal Paradiso. Fa il diagramma come Io ti conduco la mano e finito il diagramma vedrai che non vi è superamento ma abbassamento. 
Evoluzione? Quando i superbi e falsi superbi di ora parlano di evoluzione presuppongono il concetto 
"ascesa". Ma evolversi vuole dire procedere da un punto verso 1’altro. E allora per spirali si può 
procedere verso 1’alto come verso il basso. Non sai fare la spirale? Fa una parabola. 

Vedi? Se faceva la parte di destra evolveva al Cielo. Ha voluto quella di sinistra. Si è evoluto verso 
l’Inferno. Ecco il "superuomo" attuale, "l’evoluto" attuale! Al quale pare follia vivere almeno da 
"uomo" se non riesce a divenire "angelo". E si dice: "vittima", perché lo esorto a vivere da uomo. E 
folle mi dice. Sì, molto folle! Per amore! Amami. Amami tu piccolo Giovanni...". 

"I Quaderni dal 1945 al 1950", pagg. l46 - 148 


Premessa: l’uomo è un animale dotato di un’anima infusagli da Dio. Perciò la prova a cui è 
sottoposto sulla terra sta nel sapere elevare il suo corpo carnale a livello spirituale, cioè angelico. 
Perciò ogni volta che l’uomo nella storia ha fatto prevalere i suoi istinti animali corrotti dal peccato, 
si é avvicinato di più al modello dei demoni e quindi al livello "Inferno", mentre quando ha fatto 
prevalere e ha sviluppato il suo anelito spirituale, a somiglianza degli angeli, si è avvicinato di più al 
livello "Paradiso". 

Fra i due livelli vi è quello intermedio denominato "Terra". Diamo ora una breve spiegazione del 
grafico: nella parte sinistra del grafico c’e l’umanità fino alla venuta di Gesù Cristo, mentre nella 
parte di destra c’e l’umanità dopo la venuta di Gesù. Adamo ed Eva furono creati al livello del 
Paradiso Terrestre, livello superiore a quello della Terra attuale, dove precipitarono dopo il loro 
peccato. È il tempo della corruzione dell’umanità con Caino e Lamech, proveniente dalla 
discendenza di Caino. Poi Dio intervenne col Diluvio per riportare l’umanità al livello "Terra"; in 
seguito ci fu la discesa verso "l’Inferno" e la risalita per mezzo dei giusti e dei profeti. 

Dopo che i profeti ebbero riportato l’umanità vicina al livello "Terra", cioè quello normale, nacque 
Gesù: nella parte di destra si vede il livello dell’Umanità al tempo della nascita di Gesù. Dopo la Sua 
morte e la conseguente Redenzione dell’Umanità e fondazione della Chiesa, l’Umanità viene portata 
vicinissima al livello "Paradiso", più ancora di quello terrestre per i meriti acquistati dal preziosissimo sangue di Gesù, Figlio di Dio. È l’epoca gloriosa degli apostoli e dei primi martiri: qui prevaleva il settore "soprannaturale". Nei secoli successivi poi, a fasi alterne, l’umanità ha perso sempre più fede, morale, religione ed é arrivata fino al punto attuale: ad un passo dall’ Inferno!!: é l’epoca satanica. 

 "Ti ho detto un giorno che l’eterno invidioso cerca di copiare Dio in tutte le manifestazioni di Dio, Dio ha i suoi arcangeli fedeli. Satana ha i suoi. Michele: testimonianza di Dio, ha un emulo infernale; e cosi l'ha Gabriele: forza di Dio. La prima bestia, uscente dal mare, [Ap 13,1-10] che con voce di 
bestemmia fa proclamare agli illusi: "Chi è simile alla bestia?", corrisponde a Michele. 

Vinta e piagata dallo stesso nella battaglia fra le schiere di Dio e di Lucifero, all’inizio del tempo, 
guarita da Satana, ha odio di morte verso Michele, e amore, se d’amore può parlarsi fra i demoni, 
ma è meglio dire: soggezione assoluta per Satana. Ministro fedele del suo re maledetto, usa della 
intelligenza per nuocere alla stirpe dell’uomo, creatura di Dio, e per servire il suo padrone. Forza 
senza fine e senza misura e usata da essa per persuadere l’uomo a cancellare, da se stesso, il mio 
segno che fa orrore agli spiriti delle tenebre. Levato quello, col peccato che leva la grazia, crisma 
luminoso sul vostro essere, la Bestia può accostarsi ed indurre l’uomo ad adorarla come fosse un Dio 
ed a servirla nel delitto. 

Se l’uomo riflettesse a quale soggezione si dona collo sposare la colpa, non peccherebbe. Ma l’uomo 
non riflette. Guarda il momento e la gioia del momento, e peggio di Esaù baratta la divina genitura 
per un piatto di lenticchie. Satana, però, non usa soltanto di questo violento seduttore dell’uomo. 
Per quanto l’uomo poco rifletta, in genere, vi sono ancora troppi uomini che, non per amore, ma per 
timore del castigo, non vogliono peccare gravemente. 

Ed ecco allora l’altro ministro satanico, la seconda bestia. [Ap 3,11-18] Sotto veste d’agnello ha 
spirito di dragone. È la seconda manifestazione di Satana e corrisponde a Gabriele, perché annuncia 
la Bestia ed è la sua forza più forte: quella che smantella senza parere e persuade con tanta dolcezza 
che è giusto seguire le orme della Bestia. É inutile parlare di potenza politica e di terra. No. Se mai 
potete riferire alla prima il nome di Potenza umana e alla seconda di Scienza umana. E se la Potenza 
di per sé stessa produce dei ribelli, la Scienza, quando è unicamente umana, corrompe senza 
produrre ribellione e trae in perdizione un numero infinito di adepti. Quanti si perdono per superbia 
della mente che fà loro spregiare la Fede e uccidere l’anima con l’orgoglio che separa da Dio! Che se 
Io mieterò all’ultimo giorno la messe della terra, già un mietitore è fra voi. Ed è questo spirito di 
Male che vi falcia e non fa di voi spighe di eterno grano, ma paglia per le dimore di Satana". 

"I Quaderni del 1943", pagg. 152 - l53