20-2-44
(Q 1944 p181)
....sappiate
che le contusioni feroci delle mie reni sono state l'agente chimico più
potente del miracolo della Sindone.
Le mie reni, quasi frante dai flagelli, non
hanno più potuto lavorare. Come quelle degli arsi in una vampa, sono state incapaci
di filtrare, e l'urea si è accumulata e sparsa nel mio sangue, nel mio corpo,
dando le sofferenze dell'intossicazione uremica e il reagente che trasudando
dal mio cadavere fissò l'impronta sulla tela.
Ma
chi è medico fra voi, o chi fra voi è malato di uremia, può capire quali
sofferenze
dovettero darmi le tossine uremiche, tanto abbondanti da esser capaci di
produrre un'impronta indelebile.....
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.
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