mercoledì 27 marzo 2013

FERIA IV DELLA SETTIMANA SANTA



GENUFLESSIONI A DIO GRADITE
FERIA IV DELLA SETTIMANA SANTA

Il mercoledì della Settimana santa, mentre durante la S. Messa s'intonava: In nomine Domini etc., Geltrude, con tutto l'affetto del cuore, piegò le ginocchia in onore di quel sacratissimo Nome, per supplire alla negligenza ch'ella aveva avuto riguardo al servizio di Dio. 

Comprese che quell'omaggio riusciva graditissimo al Signore e piegò il ginocchio una seconda volta alla parola Celestíum, per riparare le negligenze con le quali i Santi che regnano in cielo, celebrarono quaggiù le divine lodi. Tosto i Santi si levarono con grande riconoscenza, lodando il Signore per la grazia accordata a Geltrude e supplicandolo a favore della Santa. In seguito alla parola terrestrium, piegò le ginocchia per supplire alla imperfezione dell'intera Chiesa nelle divine lodi; il Figlio di Dio, per ricompensarla, le accordò il frutto delle preghiere che Gli offre la Chiesa. Alle parole et infernorum Geltrude piegò di nuovo le ginocchia per supplire a tutte le mancanze delle anime che si trovavano in quel momento sepolte per sempre nell'inferno. Allora Gesù si alzò e ponendosi davanti al Padre, Gli disse: « Quest'offerta mi appartiene personalmente, o Padre, perchè Tu hai affidato a me il giudizio, e io ho condannato queste anime ai tormenti eterni, per giusta sentenza della mia equa verità. Sono perciò assai onorato dall'espiazione che quest'anima mi ha or ora offerto; mente umana non può capire la ricompensa dovuta a questo atto; io lo custodisco per poter accordarla a quest'anima quando sarà in grado di poterla ricevere, nella beatitudine eterna ».

Durante la lettura della Passione, quando si giunse a quelle parole: « Pater, ignosce illis - Padre perdona loro », Geltrude chiese al Signore, dall'intimo del cuore, per quell'amore che l'aveva spinta a pregare per i suoi crocifissori, di perdonare a tutti coloro che l'avevano offeso. I Santi si alzarono con grande ammirazione e pregarono il Signore di rimetterle tutte le negligenze che aveva potuto commettere, celebrando le loro feste e trascurando di rendere loro onore.

A sua volta il Figlio di Dio si prostrò davanti al Padre ed offerse per Geltrude tutti i meriti della sua santissima vita, per cancellare le colpe di pensieri, di parole, di opera, commessi contro la divina Maestà.

A quelle parole: «Oggi sarai meco in Paradiso », ella comprese che un'anima che si converte all'ultimo momento, ha ottenuto tale grazia con qualche atto buono praticato durante la vita, mediante il divino aiuto. Il ladrone che, riabilitato da una salutare penitenza, all'ultimo momento, meritò in quello stesso giorno il Paradiso, aveva ottenuto misericordia perchè, pure essendo ladro e scellerato, si ritraeva davanti a una ingiustizia palese e la biasimava con coraggio. Ed è appunto quello che fece in croce, riprendendo il compagno per gli insulti che rivolgeva alla maestà di Dio, affermandosi colpevole e castigato giustamente; tale umile confessione gli valse la divina misericordia.
AMDG et BVM

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