lunedì 14 marzo 2022

LA MESSA invisibile



LA MESSA INVISIBILE

La Chiesa, anche se ha tre diverse collocazioni, anche se ha tre diversi gradi di formazione - militante, purgante, trionfante - è sempre una sola, quella che è nata conCristo, quella che è sempre con Cristo.

Ha il suo punto di convergenza nella celebrazione della Messa, che costituisce la gioia dei beati del Cielo, il tesoro dei fedeli in terra, la speranza delle anime del Purgatorio.

Partecipare alla Messa è mettersi al centro di questi due mondi: quello celeste e quello terrestre, quello angelico e quello umano, dove Cristo è altare, vittima e sacerdote.

In Cielo la liturgia si svolge intorno al mistico Agnello dell'Apocalisse, immolato per la nostra salvezza, sempre in atto di intercedere per noi presso il Padre (Ebr. 7,25).

La nostra Messa non è un riflesso di questa liturgia celeste, ma è addirittura la stessa liturgia del Cielo portata in terra.

Ora, se la Messa è un tutt'uno con l'offerta che Gesù fa di sé in Cielo, si deve ammettere

che essa viene celebrata alla presenza di tutta la corte celeste.

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La Chiesa, "pellegrina sulla terra", non invita gli angeli e i santi a scendere in terra, ma ordina ai fedeli di salire nel mondo angelico: "Sursum corda! In alto i nostri cuori!"

E il punto di congiungimento avviene nella recita, nel canto del "Sanctus".

"Per questo mistero di salvezza il cielo e la terra si uniscono in un cantico nuovo di adorazione e di lode, e noi con tutti gli angeli del Cielo proclamiamo senza fine la tua gloria: Santo, santo santo... " (Pref. della SS. Eucaristia).

Vengono superate le barriere del tempo e dello spazio; terra e cielo si congiungono;

corte celeste e povera umanità si uniscono; Chiesa trionfante e Chiesa militante si fondono, per assistere e partecipare all'offerta perenne che Gesù, l'Agnello immolato, fa di sé stesso per mezzo dello Spirito Santo al Padre, a beneficio di tutta la creazione.

"Perciò quando celebriamo il sacrificio eucaristico ci uniamo in sommo grado al culto della Chiesa celeste, comunicando con essa e venerando la memoria soprattutto della gloriosa sempre vergine Maria, ma anche del beato Giuseppe e dei beati apostoli e martiri e di tutti i santi... " (Lumen Gentium, 50).

Quindi cielo e terra formano una cosa sola, per cui quando si celebra la Messa noi siamo già in Cielo davanti al trono della Maestà divina, concittadini degli angeli e dei santi, e familiari di Dio.

"Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti..., al Mediatore della Nuova Alleanza... " (Ebr, 12,22-24).

Allora "rifletti con chi ti trovi accanto e con chi stai per invocare Dio: con i Cherubini.

Immaginati in quali cori stai per entrare. Che nessuno si unisca con negligenza a questi inni sacri e mistici. Che nessuno conservi un pensiero terreno, ma liberatosi da tutto ciò che è terreno e trasportatosi interamente in Cielo..., canti l'inno santissimo del Dio della gloria e della maestà... " (S. Giovanni Crisostomo).



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