domenica 17 novembre 2013

Pensieri di santa Faustina Kowalska



NOVEMBRE

I santi
1. L'eternità! Chi potra capire quest'unica parola, eternità che scaturisce dalla tua essenza, o Dio incomprensibile?
Il Signore mi fece conoscere la gloria del cielo e la felicità dei santi che si rallegrano per tutti coloro che li raggiungono lassù. Essi amano Dio unico oggetto del loro amore ma, in Dio, amano anche noi teneramente. È dal volto di Dio che la gioia discende su di tutti, perché in cielo lo si contempla faccia a faccia. Una tale visione è così dolce, che l'anima ricade sempre nuovamente in estasi. La gloria di Dio è tanto grande, che non voglio lasciarmi tentare a descriverla perché, come San Paolo, non ne sono capace e perché non si pensi che la mia descrizione possa essere completa.


La morte
2. Una volta, impressionata dal pensiero dell'eternità e dei suoi misteri, l'anima mia venne colta dall'angoscia; mentre indugiavo sopra quell'idea, presero a tormentarmi vari dubbi. Gesù disse: «Bambina mia, non aver paura della dimora del Padre tuo. Lascia le vane indagini ai sapienti di questo mondo. Voglio vederti sempre fiduciosa come una bambina. Se ti serve, informati con semplicità dal confessore e io ti risponderò con la sua bocca».

3. Gesù mio, gli ultimi giorni della mia vita sulla terra siano completamente conformi alla tua santa volontà. Unisco le mie sofferenze, le amarezze e l'agonia alla tua passione e tutto offro per il mondo intero, per impetrare l'abbondanza della divina misericordia sulle anime, specialmente quelle che sono vissute accanto a me. Confido in te incrollabilmente. Totalmente mi rimetto alla tua santa volontà, che è la misericordia stessa. La tua misericordia sarà tutto per me in quell'ora estrema, come tu stesso promettesti.

4. Il Signore mi disse: «Figlia mia, scrivi. Tutte le anime che adoreranno questa mia misericordia e ne diffonderanno il culto fra le anime, esortandole a confidare in essa, non avranno paura nell'ora della morte. La mia misericordia sarà la loro difesa nell'ultima agonia».

5. Sono pronta ormai all'incontro col Signore. E non solo da oggi, ma fino dal momento in cui posi l'intera mia fiducia nella pura bontà di Dio, abbandonandomi totalmente alla sua volontà, la quale è piena di misericordia. Dio misericordioso, che mi permetti di vivere ancora quaggiù, accresci in me la vita dello spirito, sulla quale la morte non ha alcun potere.

6. Gesù mio, quando sarà arrivato il termine della mia vita, ti supplico, con la massima umiltà di accettare la mia morte in unione con te, come sacrificio d'olocausto, che oggi, con spirito cosciente e piena accettazione da parte della mia volontà, ti offro per questa triplice intenzione:
1) affinché l'opera della tua misericordia si propaghi in tutto il mondo e la sua festa venga solennemente approvata e celebrata;
2) affinché i peccatori, specialmente quelli in agonia, ricorrano alla tua misericordia, provandone gli effetti inenarrabili;
3) affinché l'opera della tua misericordia venga attuata totalmente come tu desideri, e tu soccorra le persone che la guidano.
7. Mio Gesù, com'è facile santificarsi per l'eternità! Occorre un briciolo solo di buona volontà. Se Dio vede in un'anima questo briciolo, s'affretta a darsi a lei e nulla lo trattiene, né i difetti, né le cadute, assolutamente nulla. Dio è molto generoso e non nega a nessuno la sua grazia. Egli dona, anzi, più di quanto noi gli doniamo. Non analizziamo il cammino che lo Spirito di Dio ci fa percorrere; ci basti sapere che siamo amati da Dio e che lo amiamo a nostra volta. L'amore puro fa conoscere Dio e apre la nostra intelligenza a un grande numero di misteri.


Il paradiso
8. Vidi il trono dell'Agnello di Dio. Davanti al trono un grande libro, che mi fu aperto affinché lo leggessi. Era scritto col sangue e non riuscii a interpretarvi se non il nome di Gesù. Quando il libro fu tolto, udii queste parole: «Testimonierai la mia misericordia, che è infinita. In questo libro, sono segnate le anime che diedero un particolare culto alla mia misericordia». Scorgendo quanto sia grande la bontà di Dio, s'impadronì di me un'immensa gioia.


9. Oggi, in spirito, venni portata in paradiso. Contemplai quell'inconcepibile bellezza e la felicità che ci aspetta dopo la morte. Vidi tutte le creature esaltare incessantemente la gloria di Dio. Vidi quanto sia grande la felicità che da Dio si riversa su di esse, portando loro un'infinita gioia, che poi fa ritorno alla sorgente. Ogni gloria e onore provengono dal dono di una simile felicità e tutto rientra nelle profondità divine. Le creature contemplano Dio nella sua essenza: Padre, Figlio, Spirito Santo, che esse non penetreranno mai fino all'esaurimento, perché un simile esaurimento non esiste. Adesso capisco come San Paolo potè scrivere: «Occhio non vide, orecchio non udì, né mai entrò in cuore d'uomo ciò che Dio prepara per coloro che lo amano».


10. Incomparabile è la gloria che aspetta l'anima la quale, sulla terra, assomiglia a Gesù nel suo soffrire: gli assomiglierà per sempre anche nella gloria. Il Padre celeste glorificherà le nostre anime nella misura in cui scorgerà dentro di noi una rassomiglianza con suo Figlio.
11. Inconcepibile è la felicità del paradiso. Non la potrei descrivere neppure approssimativamente. Le anime sono penetrate dalla divinità e ne vivono, passando da uno splendore all'altro di una luce che non cambia mai, senza per altro essere mai monotona. È una luce che sempre si rinnova, ma non subisce mutamenti. O Trinità divina, fatti conoscere alle anime!

12. O Trinità santissima, Dio eterno, ti ringrazio d'avermi fatto conoscere l'immensità e la varietà di gloria a cui pervengono le anime. Se le persone che vivono quaggiù sapessero! Se a me fosse dato di conseguire un grado in più di quella gloria, sopporterei volentieri tutti insieme i tormenti che i martiri hanno sofferto. In verità, tutte insieme queste sofferenze sembrano nulla in paragone con la gloria che ci attende nell'eternità!

13. È così. Ogni cosa uscita da Dio a lui farà ritorno, tributandogli una gloria perfetta. Quando rifletto al culto che quaggiù rivolgiamo a Dio, lo trovo molto misero: è una goccia in confronto della gloria ch'egli riceve in cielo. Mio Dio, quanto sei buono accettando la mia adorazione! Quanto sei clemente, volgendomi misericordiosamente la tua faccia e facendomi conoscere che la nostra preghiera ti è gradita!


Il purgatorio
14. Una notte m'apparve l'angelo custode. Mi ordinò di seguirlo. Di colpo, mi trovai in un luogo fosco, dove scorsi un'immensa folla di anime che soffrono. Le sentti pregare con fervore, ma senza efficacia per se stesse. Noi soltanto le possiamo aiutare. Chiesi loro quale fosse il maggior tormento che soffrivano. Unanimemente mi risposero: La nostalgia di Dio! Vidi la Madonna che scendeva a visitare quelle anime. Esse la invocavano come «Stella del mare». La Madre di Dio portava loro sollievo.
Uscii da quella prigione di dolore. Gesù mi disse: «La misericordia non lo vuole, ma lo esige la giustizia». Dopo d'allora mi trovo in un'unione più intima con le anime sofferenti in purgatorio.


L'inferno
15. Se i peccatori, mi disse Gesù, conoscessero la mia misericordia, non perirebbero in così grande numero. Di' loro che non temano di avvicinarsi a me. Parla della mia misericordia! La preghiera per la conversione delle anime in peccato è quella che gradisco maggiormente. Essa viene sempre esaudita.


16. Cracovia, 20.10.1935. Con la guida di un angelo, venni condotta nell'inferno. È una voragine di indescrivibili tormenti. Quale che sia lo spazio che occupa, è vastissimo.
Vi notai questi tormenti: il primo costituisce l'essenza stessa dell'inferno e consiste nella perdita di Dio. Il secondo, sono i continui rimorsi di coscienza. Il terzo, sta nel fatto che un simile destino non cambierà mai più. Il quarto, è il fuoco che tormenta l'anima senza consumarla: si tratta di una tortura atroce, perché quel fuoco è unicamente spirituale e viene acceso dall'ira di Dio. Il quinto tormento consiste nelle tenebre continue e nel fetore soffocante. Malgrado ciò, demoni ed anime dannate si scorgono reciprocamente e constatano tutto il male degli altri e quello proprio. Il sesto tormento è rappresentato dalla presenza continua di Satana. Il settimo è dato da una disperazione spaventosa, la quale scatena l'odio verso Dio e riempie tutto quello spazio di imprecazioni, di maledizioni e di bestemmie.


17. Ho descritto le pene della dannazione in quanto tale. Ma, non è finita. Vi sono i tormenti perticolari di ogni anima. Si tratta del tormenti dei sensi, in cui ciascuna è tormentata in modo spaventoso e indescrivibile in conformità a ciò per cui ha peccato. Vi sono voragini di torture, orribili caverne, dove un supplizio differisce dall'altro. Sarei morta di fronte a simili orrori, se l'onnipotenza divina non m'avesse sostenuta. Sappia il peccatore che il senso ch'egli adopera per compiere il peccato, lo torturerà eternamente.


18. Quanto scrissi non è che una pallida ombra delle cose che io ho visto. Un fatto ho potuto rimarcare: il maggior numero di anime che si trovano all'inferno è di coloro che non credevano alla sua esistenza. Scrivo per ordine di Dio, affinché non vi sia persona che abbia il pretesto per dire che l'inferno non esiste, che nessuno lo vide e che perciò nessuno può sapere la verità su queste cose. Io, suor Faustina, per ordine di Dio, fui nelle voragini infernali per attestare e proclamare che l'inferno esiste. Ho ricevuto l'ordine da Dio di lasciare queste cose per iscritto.
Quando tornai in me stessa, non riuscivo a riavermi dal terrore. Ora prego con maggior ardore, affinché i peccatori si convertano. Invoco senza sosta la misericordia di Dio per essi. Gesù mio, preferirei agonizzare fino al termine del mondo, fra le peggiori sofferenze, piuttosto che offenderti con il minimo peccato.


Gli angeli
19. Uno spirito bellissimo, la cui magnificenza deriva dalla sua stretta unione con Dio, mi accompagna dovunque. Un giorno gli domandai: «Chi sei?». Rispose: «Sono uno degli spiriti che stanno davanti al trono di Dio e l'adorano». Una volta, durante la santa Messa, l'udii cantare le parole: «Santo, Santo, Santo». La sua voce era come se fosse quella di migliaia, non è possibile descriverla.

20. Partendo da Wilno alla volta di Cracovia, vidi l'angelo che mi accompagnava lungo il viaggio. A Varsavia, scomparve nel momento in cui entravo per la porta del convento; quando poi risalimmo in treno per proseguire fino a Cracovia, mi trovai nuovamente accanto il santo angelo. Egli pregava contemplando Dio, e il mio pensiero lo seguiva. Ancora una volta, l'angelo scomparve quando varcammo la soglia del convento.

21. Un'altra volta, mi trovai accanto una figura luminosa. Era uno spirito raggiante come l'avevo già visto durante il viaggio in ferrovia. Avevo allora notato che su ognuna delle chiese davanti a cui passavo stava un angelo, e ognuno di quegli spiriti, custodi dei vari templi, s'inchinava davanti allo spirito che si trovava accanto a me. Una volta varcata la soglia del convento, questo spirito era scomparso e io avevo ringraziato Dio per la sua bontà di avermi dato per compagno degli angeli. Quanto pochi, tra gli uomini, riflettono d'avere sempre al fianco un ospite del genere, il quale è al tempo stesso un testimonio a ciascuna delle nostre azioni!

22. Quanto è grande la maestà di Dio, che è adorata dagli spiriti celesti! Essi lo fanno secondo il grado di grazia delle gerarchie in cui si suddividono. Ho molta venerazione per l'arcangelo Michele. Nel compiere la volontà divina, egli non ebbe davanti a sé un esempio da seguire, eppure realizzò con estrema fedeltà i desideri di Dio. Il giorno di San Michele (29 settembre), scorsi questo principe celeste accanto a me. Egli mi disse: «Il Signore mi ha ordinato di prendermi cura di te in particolare. Sappi che sei odiata dal demonio, ma non aver paura. Chi è come Dio?». Scomparve, ma sento la sua presenza ed il suo aiuto. Mio Dio, quanta pena mi fa la gente che non crede nel soprannaturale! Ti prego, perché anch'essi vengano raggiunti dalla tua misericordia.

23. Mio Dio, hai usato la tua misericordia anche con gli angeli, quando creasti quegli spiriti celesti e li ammettesti alla tua divina intimità, rendendoli capaci a loro volta di un amore eterno. E quantunque tu, Signore, li abbia così generosamente dotati dello splendore della bellezza dell'amore, tu non diminuisci la pienezza che ti è propria come del resto, la loro bellezza e il loro amore nulla aggiunsero a te, poiché in te stesso tu sei tutto. Se desti ad altri di partecipare alla tua felicità, ciò è dovuto esclusivamente all'immensità della tua misericordia. Nel momento dell'incarnazione, ti servisti dell'angelo per annunciare il tuo mistero, ma fosti tu a darvi esecuzione.

24. Meditavo sul peccato degli angeli e come fosse stata immediata la loro punizione. Chiesi a Gesù il perché, e la sua voce mi rispose: «A cagione della profonda conoscenza che avevano di Dio. Nessun uomo sulla terra, fosse pure un grande santo, è dotato di una capacità intellettuale quanto un angelo». Risposi con ammirazione: «Nei miei riguardi ti sei mostrato misericordioso. Mi porti in seno alla tua misericordia e mi perdoni sempre quando, con cuore pentito, chiedo la tua indulgenza».
I demoni
25. Camminavo verso la mia cella. All'improvviso, venni circondata da una quantità di esseri simili a cani neri, enormi urlanti, quasi che coi loro balzi contro di me mi volessero sbranare. Compresi che erano demoni. Uno di essi parlò ringhiando con furore: «Poiché tu questa notte ci hai sottratto molte anime pregando in favore di quei peccatori che hanno perduto la speranza, noi ti faremo a brani!». Risposi: «Sbranatemi pure, se questa è la volontà di Dio. Vuol dire che l'ho meritato; ma, esercitando la giustizia, egli non perde la misericordia». A queste parole, i demoni ringhiarono tutti insieme: «Via, via! È con lei l'Onnipotente!». Scomparvero come la polvere, come il rumore della strada. Ripresi il cammino verso la mia cella, riflettendo sull'imperscrutabile misericordia divina. Udii la voce di Gesù: «Satana odia ogni anima, ma per te si strugge d'una rabbia forsennata, perché strapperai molte anime all'inferno diffondendo il culto della mia misericordia».

26. Quando Dio mette un'anima alla prova, satana ride di lei: «Vedi come Dio ti tratta. Continua pure ad essergli fedele, eccoti il premio! Ora sei in nostro potere! Dio ti ha rigettata!». Queste ultime. parole diventano fuoco che penetra la carne, che si insinua nelle midolla delle ossa, che trafigge da parte a parte tutto l'essere. È un'agonia per l'anima. Ma l'influenza di satana giunge solo fin dove Dio glielo permette. Un giorno, una delle Madri si irritò nei miei confronti, umiliandomi a tal punto che pensai non sarei riuscita a sopportarlo. Mi gridò: «Stravagante, visionaria, isterica! Vammi fuori dai piedi e non farti veder più!». In simili occasioni, satana è sempre pronto a tirar l'acqua al suo mulino. Prese a ispirarmi pensieri d'irritazione e di scoraggiamento: «Questo guadagni ad essere sincera! Come puoi continuare se nessuno ti comprende e la verità che dici vien stravolta?». Una voce allora risuonò dentro di me all'improvviso: «Non temere, ci sono io insieme a te!». Compresi che non dovevo farmi schiacciare dal demonio e, con coraggio rinnovato, uscii dalla mia cella per affrontare nuove lotte.

27. Satana vuol farmi credere che, se i superiori affermano che tutta la mia vita interiore è un'illusione, sia perfettamente inutile affliggerli oltre col ripetere le stesse cose. Mi suggerisce: «Non ti ha detto forse la madre X, che Gesù non si comunica ai miserabili pari tuo? Se tornerai a parlarne anche al confessore, ti ripeterà le stesse cose. Guarda quante umiliazioni ti sono già toccate, e molte altre ti toccheranno ancora. Tutte le tue consorelle sanno che sei solo un'isterica! Meglio per te respingere ogni cosa in blocco come un'illusione!».
Inaspettatamente, s'impadronì di me una strana disaffezione per tutto ciò che è sacro. Udii satana dirmi: «Non pensare più a quell'opera. Non è vero che Dio sia tanto misericordioso. Non pregare per i peccatori, essi saranno ugualmente dannati! Con quest'opera della misencordia, finirai col dannare anche te stessa. Non parlare di questa misericordia divina con nessuno!». La sua voce era suadente come quella delle sue parole. Gli gridai: «Tu sei il padre della menzogna», e feci il segno della croce. Udii quello spirito malvagio scomparire con enorme fracasso e con furore.


28. Una volta, costrinsi un demonio a confessare chi andasse cercando furtivamente tra le suore. Con estrema ripugnanza e con fatica, mi confessò che andava a caccia di anime pigre nel lavoro e accidiose nello spirito. Potei notare che non ne trovò. Si rallegrino tutte le persone alle prese col lavoro e la fatica!
Un'altra volta, una delle nostre suore stava per morire. Vidi gran quantità di tenebrosi spiriti, i quali tentavano di avvicinarsi a lei. Corsi all'aspersorio e gettai sugli spiriti malvagi dell'acqua benedetta. Scomparvero all'istante. La superiora mi rimproverò di un atto che le sembrò sconsiderato. Accettai il biasimo con spirito di penitenza. Rimane il fatto che l'acqua benedetta porta un grande sollievo ai moribondi.

29. Satana fu costretto da Dio a confessarmi che ero l'oggetto del suo odio. Mi disse che mille altre persone gli recavano meno danno di me, quando scrivevo sulla divina misericordia. «I peggiori peccatori riprendono fiducia e fanno ritorno a Dio — concluse lo spirito del male — così perdo ogni cosa e, per di più, aumenti le mie sofferenze con quella misericordia senza fondo dell'Onnipotente!». Mi resi conto quanto satana odia l'idea della divina misericordia. Egli non vuole riconoscere che Dio è infinitamente buono. Un'altra volta, mentre scrivevo sulla fiducia in Dio, lo udii urlare: «Non scrivere sulla fiducia della divina misericordia! Dio è giusto! Dio è soltanto giusto!». Con un urlo di collera, scomparve.

30. La sera del giorno in cui l'immagine del Salvatore misericordioso era stata solennemente esposta all'Ostra Brama, vidi Gesù come è raffigurato sul quadro della sua misericordia trasvolare sopra la città che era avvolta in molte reti, benedisse la città, e scomparve. Io mi vidi circondata da numerose figure dall'aspetto orribile e malvagio, brucianti d'odio verso la mia persona; dalle loro bocche uscivano insulti e minacce d'ogni sorta. Nessuna per altro mi toccò. Allora mi feci coraggio e chiesi loro: «Da dove venite in così grande numero?». Quelle forme maledette mi risposero: «Dai cuori degli uomini! Non ci torturare con altre tue domande!». O Gesù, sono pronta ad affaticarmi ed a soffrire per tutta la mia vita in cambio di quell'istante all'Ostra Brama, dove potei mirare la tua gloria e la salvezza ricevuta dalle anime.

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