sabato 28 luglio 2012

I due martiri gli dissero: Non temere, ci siamo noi.


Chi è venuto dall'aldilà?

Don Teodosio Galotta, salesiano di Napoli, era am­malato così gravemente che i suoi parenti gli avevano preparato il loculo al cimitero con l'iscrizione già fatta.
L'urologo, dott. Bruno, fece questa diagnosi: Neo­plasia prostatica con metastasi ossee e polmonari, una prostata aumentata di volume, di consistenza lignea e di superficie bornoccoluta.
La diagnosi era stata confermata dalle radiografie: Alterazione strutturale del terzo prossimale del femore destro e delle branche ischio-pubiche, specie a sinistra, per lesioni del tipo osteolitico. Nei campi polmonari al­ti, specie a destra, presenza di noduli neoplastici meta­statici.
Descrivendo poi dettagliatamente quanto riscontra­to, il radiologo, pro f. Acampora, aveva aggiunto: L'alte­razione si presenta con scomparsa della normale trabecolatura ossea, sostituita da aree di osteolisi alternate ad aree di addensamento osseo, riproducenti il tipico quadro neoplastico del tipo osteoclastico e in parte osteoclastico. Successivamente si notò una frattura del piccolo trocantere di destra...
L'internista dott. Schettino, nella sua dichiarazio­ne scritta, aveva parlato, in occasione dei due gravi col­lassi periferici, di condizioni fisiche molto precarie e di situazione molto pericolosa per la vita del paziente. Il medico legale a sua volta, dopo aver esaminato tutta la documentazione, disse che si trattava di una diagno­si precisa e non di un sospetto diagnostico o di un enun­ziato nosologico di probabilità.

La notte del 25-10-1976 Don Teodosio Galotta arri­vò alla fine: era quasi in coma. L'assistente toccandogli il polso si lasciò sfuggire: Non si sente più.

Don Galotta, che ancora capiva, al sentire questo, invocò nel suo cuore i due martiri salesiani della Cina: Mons. Versiglia e Don Caravario, aiutatemi voi.
Subito gli comparvero i due martiri e gli dissero: Non temere, ci siamo noi.

All'istante Don Galotta guarì completamente. La do­cumentazione medica è ora a Roma presso la Sacra Con­gregazione per le Cause dei Santi, per la beatificazione dei due martiri. [ Sono stati canonizzati dal Beato Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000].

"AVE MARIA!"

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