martedì 12 giugno 2012

"Io ti prometto, nell'eccesso della misericor­dia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente concederà, a quanti faran­no la Comunione il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, ma riceve­ranno i Sacramenti ed il mio Cuore sarà il loro sicuro asilo in quell'estremo mo­mento".


LA CONSACRAZIONE PERSONALE AL SACRO CUORE
I
SUA IMPORTANZA
1. - Tre categorie di anime.
Riposa un poco, figlio mio, dalle preoccupazioni della vita, ed ascolta le parole del mio Cuore, del Cuore di que­sto Dio di amore e di misericordia che tanto desidera il tuo bene.
Dimmi, figlio mio, sei felice? Sei contento? Il tuo cuore è in pace? Gode esso, nella sua parte più intima, di quel­la perfetta stabilità, simile all'immo­bilità dell'arena, nel fondo degli ocea­ni sconfinati?
Forse, chissà, sei una di quelle anime disgraziate che piangono per essere soggette a continue cadute, e che, a guisa di colombe dalle ali imbrattate di fango non riescono a volare.
Forse sei una di quelle anime che si tra­scinano pesantemente per il sentiero stretto e ripido della virtù, con l'abi­tuale languore di quella tisi dell'anima che è la tiepidezza.
O, forse, sei di quelle anime nè pecca­trici, nè tiepide, ma nel cui sguardo tri­ste si legge lo scoraggiamento; anime simili ad aquile dalle ali tagliate che passano la vita a lanciarsi negli spazi azzurri per abbattersi avvilite, dopo poco, sopra la terra, oppure simili a chi cammini nella sabbia e si scoraggia perchè dopo tanta fatica e tanto tem­po ha progredito cosi poco.
Quanta compassione mi fanno tutte queste povere anime! E sono tante!
2. - Un gran rimedio.
Chiunque tu sia, ascolta le conso­lanti idee che ho comunicato ai miei confidenti più intimi, perchè siano come canali o cavi elettrici mediante i quali si possano trasmettere al mondo la luce e gli ardori del mio Cuore aman­te:
“ I tesori di benedizioni e di grazie che questo Sacro Cuore rinchiude, sono infiniti: ignoro se, nella vita spirituale, vi sia un altro esercizio di devozione che sia più a proposito per sollevare un'anima, in poco tempo, alla perfezio­ne, e per farle gustare le vere dolcezze che si trovano nel servire Gesù Cristo”. "Io non so, Madre venerata, se Ella com­prenderà che cosa sia la devozione ver­so il Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, di cui le parlo. Essa produce un gran frutto e un gran cambiamento in tutti quelli che le si consacrano e le si dedicano con fervore.
“In quanto alle persone secolari, esse troveranno, per mezzo di questa amabile devozione, tutti gli aiuti neces­sari al loro stato, la pace nelle loro fa­miglie, il sollievo nelle fatiche, la be­nedizione del cielo nelle loro imprese, la consolazione nelle loro miserie. In questo Sacro Cuore troveranno un luo­go di rifugio durante la vita, e princi­palmente nell'ora della morte. Oh! com'è dolce morire dopo aver avuto una tenera e costante devozione verso il Cuore di Gesù".
"Sopra tutto lei si adoperi perchè l'abbraccino le persone religiose, per­chè queste ne trarranno tanti aiuti che non sarà necessario altro mezzo per ristabilire il primitivo fervore e la più esatta osservanza delle Regole nelle Comunità meno osservanti e per por­tare alla più alta perfezione quelle che già vivono nell'osservanza perfetta".
"Io mi sono costituito personal­mente tuo maestro e direttore per di­sporti al compimento di questo gran disegno e per confidarti questo gran tesoro che ora ti mostro scoperto".
"Mi pare che il desiderio grande che il Signore ha che il suo Cuore sia onorato con qualche omaggio partico­lare ha per fine di rinnovare nelle ani­me gli effetti della sua Redenzione, fa­cendo di questo Sacro Cuore come un secondo Mediatore fra Dio e gli uomi­ni i cui peccati si sono tanto moltipli­cati che è necessaria la estensione del suo potete per ottener loro misericor­dia e le grazie di salvezza e di santifi­cazione che desidera tanto di comuni­car loro abbondantemente".
"Un venerdì, durante la Comunio­ne, Egli disse alla sua indegna serva, se mal non ricordo, queste parole: "Io ti prometto, nell'eccesso della misericor­dia dei mio Cuore, che il suo amore onnipotente concederà, a quanti faran­no la comunione il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, ma riceve­ranno i Sacramenti ed il mio Cuore sarà il loro sicuro asilo in quell'estremo mo­mento".
"Il nostro glorioso protettore San Michele accompagnato da innumerabi­le moltitudine di Spiriti angelici, mi assicurò, di nuovo, che egli era incari­cato della causa del Cuore di Gesù come di uno dei più grandi interessi della gloria di Dio e dell'utilità della Chiesa che, nella successione dei secoli, si sia trattato da che il mondo è mondo... Questo mistero nascosto da secoli, que­sto sacramento manifestato nuo­vamente al mondo, questo disegno, formato nella mente divina a favore degli uomini e scoperto ora dalla Chie­sa, è uno di quelli che, per dir così atti­rano tutta l'attenzione di un Dio, premuroso del nostro bene e della gloria del Salvatore".
"Mi parve di vedere (interiormente) che questa luce, il Cuore di Gesù, que­sto sole adorabile diffondeva i suoi rag­gi sopra la terra dapprima in uno spa­zio ridotto; poi essi si stendevano, fino ad illuminare il mondo intero: Con lo splendore di questa luce, i popoli e le nazioni saranno illuminati e col suo ardore infervorati ".
Ma soprattutto conta l'insegna­mento dei Sommi Pontefici:
Leone XIII, al tramonto del secolo scorso, esortava tutti i fedeli cristiani e quanti sono sinceramente solleciti alla propria salvezza e di quella della società civile: "Ecco che oggi si offre agli sguardi un altro consolantissimo e di­vinissimo segno, vale a dire: il Cuore sacratissimo di Gesù... rilucente di splendidissimo candore in mezzo alle fiamme. In esso sono da collocarsi tut­te le speranze: da esso è da implorare ed attendere la salvezza dell'umanità".
Pio XI, il quale nell'Enciclica Mise­rentissimus Redemptor affermava: "Non sono forse racchiusi in tale for­ma di devozione il compendio di tutta la religione cattolica e quindi la norma della vita più perfetta, costituendo essa la via più spedita per giungere alla co­noscenza profonda di Cristo Signore e il mezzo più efficace per piegare gli animi ad amarLo più intensamente e ad imitarLo più fedelmente?".
Pio XII nell'Enciclica Haurietis Aquas dice: "Dinanzi allo spettacolo di tanti mali che oggi, più che nel passato, travagliano individui, famiglie, nazioni e il mondo intero, dove mai, Venerabili Fratelli, cercheremo il rimedio? Si po­trà forse trovare una devozione più ec­cellente del culto al Cuore Sacratissi­mo di Gesù, più conforme all'indole propria della religione cattolica, più idonea a soddisfare le odierne necessi­tà spirituali della Chiesa e del genere umano?
Ma, quale atto di omaggio religioso più nobile, più dolce, più salutare di que­sto culto, dal momento che è tutto ri­volto alla stessa carità di Dio? Finalmen­te, quale stimolo più potente della cari­tà di Cristo - che la pietà verso il Cuore Sacratissimo di Gesù fomenta ed accre­sce - per spingere i fedeli alla perfetta osservanza della legge evangelica, sen­za la quale, come ammoniscono saggia­mente le parole dello Spirito Santo: "Opera della giustizia sarà la pace"; non è possibile instaurare la vera pace tra gli uomini?".
Ed ora dimmi con tutta sincerità, figlio mio, se, dopo la lettura di queste rivelazioni, non cominci già a persua­derti che la devozione al Sacro Cuore di Gesù è qualche cosa di molto gran­de nel mondo.
E' così figlio mio! Ma se ne dubiti, stu­dia con calma questo problema e te ne convincerai da solo. Questa convinzio­ne personale vorrei io in tutti i fedeli, soprattutto nei miei Sacerdoti e nei miei religiosi. Vorrei che non si credesse perchè si è sentito, ma ché si ricono­scesse per aver intuito. In questo modo si formano i convinti, i soli capaci di far qualche cosa sopra la terra.
3. - Due specie di devozione.
I più preziosi dei miei gioielli giac­ciono là, in fondo al cofano, perchè ci sono molti che ancora non hanno com­preso questa devozione divina, grande filone d'oro che attraversa tutto il cam­po della Chiesa. In generale, se ne sfrut­tano solo gli strati esteriori, che si tro­vano a fior di terra; tutti li scoprono, e con molto poco lavoro possono trarne profitto.
Chi non conosce, per esempio, la Comu­nione dei Primi Venerdì del mese e la Consacrazione delle famiglie? Chi non assiste, di tanto in tanto, a qualche fe­sta in mio onore? Questi tali sono viag­giatori che passando sopra al filone d'oro, si soffermano un istante, smuo­vono alquanto la terra raccolgono qualche pepita d'oro e proseguono il loro cammino: è la devozione superfi­ciale. Ma sono pochi, figlio mio, quelli che si azzardano a scavare la miniera fino al fondo, quelli che potrebbero chiamarsi "minatori" di professione. Quelli che hanno la vera devozione fon­damentale. Ascolta.
II
LA CONSACRAZIONE
La consacrazione è realmente la pratica fondamentale della devozione al mio Cuore Divino. Però molti, su questo punto, agiscono solo per abi­tudine, quasi meccanicamente. Molte persone pie vanno facendo ogni gior­no quelle consacrazioni che trovano nei libri devoti, eppure non sono anime veramente consacrate. Piuttosto che fare consacrazioni, le recitano: sono recitatrici di consacrazioni. Ascolta da me in che consiste la consacrazione assoluta, quale io la insegnai ai miei confidenti più intimi, secondo quello che essi spiegarono nei loro scritti e confermarono con il loro esempio.
1. - Un patto.
La consacrazione può ridursi ad un patto: a quello che io richiesi al mio primo apostolo della Spagna Ber­nardo de Hoyos, e che già prima, in termini equivalenti, avevo chiesto alla mia serva S. Margherita Maria. Tu at­tendi al mio onore ed ai miei interessi, e il mio Cuore avrà cura di te e delle tue cose.
Vorrei far questo patto anche con te. Come Signore assoluto, potrei veni­re a te ed esigerlo senza condizioni, ma a me piace venire a patti con le mie creature. A tanto io mi abbasso. E tu, vuoi venire a patti con me? Non teme­re di rimetterci, poichè io sono tanto condiscendente e benevolo verso le mie creature, che chiunque potrebbe pen­sare che vengo ingannato. Inoltre, que­sto patto, per sè, non ti obbliga nè sot­to peccato mortale, nè sotto peccato veniale; non voglio impegni che ti op­primano, voglio amore, generosità, pace; non inquietudini, non oppressio­ni di coscienza.
Tu vedi bene che il patto presenta due lati: uno obbliga me, l'altro obbli­ga te. A me tocca aver cura di te e dei tuoi interessi, a te aver cura di me e dei miei. Non ti sembra un patto molto soave?
2. - Prima parte della consacrazione:
Avrò cura di te e delle tue cose. Cominciamo dalla parte che tocca a me: Avrò cura di te e delle tue cose. A tal fine è necessario che tutto, ani­ma, corpo, vita, salute, famiglia, affari, in una parola, tutto, venga messo da te interamente a disposizione della mia soave provvidenza e che tu mi lasci fare.
Voglio curar tutto a mio piacere ed avere le mani libere. Per questo de­sidero che tu mi consegni tutte le chia­vi, che tu mi dia il permesso di entrare e di uscire quando io lo voglia, che tu non mi vada sorvegliando per vedere e per esaminare quello che faccio; che non mi chieda conto di nessuno dei passi che faccio, quantunque tu non ne veda la ragione e sembri, a prima vi­sta, che tutto avverrà con tuo danno: poichè, sebbene molte volte dovrai pro­cedere alla cieca, ti consolerà il sapere che sei in buone mani.
E quando mi offri le tue cose, non devi farlo col fine che io le regoli a tuo piacere, perchè questo sarebbe impor­mi delle condizioni ed agire con fini interessati, ma solo affinchè io le indi­rizzi secondo quello che a me piacerà, procedendo in tutto come Signore e come Re, con piena libertà, quantun­que preveda che, alcune volte, le mie decisioni ti apporteranno dolore.
Tu non vedi che il presente, io vedo l'avvenire: tu guardi con un mi­croscopio, io con un telescopio di in­commensurabile portata. Soluzioni, che sul momento sembrerebbero felicissi­me, sono, a volte, disastrose per gli avvenimenti futuri, ed oltre a ciò, al­cune volte, per provare la tua fede e la tua confidenza in Me e perchè si accre­sca la tua gloria nel cielo, permetterò, con intento deliberato, lo scompiglio dei tuoi piani...
Non vorrei ora che, dato ciò, tu ti ab­bandonassi ad una specie di fatalismo quietista e che trascurassi i tuoi affari spirituali e materiali. Devi seguire come legge quel consiglio che lasciai nel Van­gelo: «Quando avrete fatto ciò che vi sarà stato comandato, dite pure: "Sia­mo servi inutili". In ogni impresa devi mettere tutta la diligenza che puoi, come se l'esito dipendesse da te solo, e dopo devi dirmi con umile confidenza: - Cuore di Gesù ho fatto tutto quel che è stato possibile alla mia debolezza: il resto è cosa tua, abbandono il risulta­to alla tua Provvidenza».
Detto ciò, procura di allontanare ogni inquietudine e di rimaner pacifico come un lago in un tranquillo pome­riggio d'autunno.
3. - Quello che mi devi offrire.
Come ti ho già detto, devi offrirmi tutto; non devi escluder nulla assolu­tamente, perchè escludono qualche cosa solo le persone che si fidano poco di Me.
L'anima. Mettila nelle mie mani: così pure la tua salvezza eterna, il grado di gloria nel cielo, il progresso nella virtù, i difetti, le passioni, le miserie, tutto.
Vi sono persone sempre piene di timo­ri, di angustie, di scoraggiamento per le cose dello spirito. Se questo avviene per peccati gravi, sei giustificato: lo sta­to di peccato mortale è tristissimo e ad ogni costo devi uscirne subito, perchè, in tale stato, sei mio nemico formale. Sforzati, ricorri a Me con insistenza, che io ti aiuterò molto, e soprattutto, con­fessati con frequenza; se puoi, ogni set­timana, perchè è un eccellente rime­dio. Le cadute gravi non sono un osta­colo al consacrarti a Me, perchè in te sia un sincero desiderio di emendarti: anzi la consacrazione sarà un magnifi­co rimedio per uscire da quello stato. Ciò che è di ostacolo alla consacrazio­ne è lo stato di peccato mortale. Chi non ha la grazia nell'anima non può consacrarsi. La consacrazione è un'of­ferta di amore che non può farla chi è lontano da me.
Vi è un'altra categoria di persone che non peccano mortalmente e tuttavia, nel loro interno, stanno sempre in lut­to perchè credono di non far progressi nella vita dello spirito. Tale atteggia­mento non mi piace. Anche in questo campo tu devi fare quanto la debolez­za umana ti permette, ed abbandona­re a Me tutto il resto. Il cielo è un giar­dino armonicamente completo e quin­di deve avere in sè ogni sorta di pian­te. Non tutti possono essere cipressi o gigli o garofani; deve esserci anche il timo; offriti, dunque, ad occupare que­sto posto. Tutte queste amarezze nelle persone che non peccano gravemente, nascono dal fatto che cercano più la loro gloria che la mia. La virtù, ossia la perfezione, ha due aspetti: in quanto è «bene tuo» e in quanto è «bene mio». Tu devi procurarla con impegno, però con pace, perchè è bene mio: poichè il tuo bene, in quanto tuo, devi lasciarlo alle mie cure. Inoltre devi tener presente che se ti consacri a Me, la tua perfezione sarà opera mia più che tua.
Il corpo. Io voglio incaricarmi an­che della tua salute e della tua vita e perciò devi metterle nelle mie mani. Io so ciò che ti conviene, tu lo ignori. Usa i mezzi che puoi per conservare o ricuperare la salute, ed abbandona il resto alle mie cure, scacciando appren­sioni, immaginazioni, timori, persuaso che non dai medici o dalle medicine verrà la salute o il rimedio, ma solo e principalmente da Me.
La famiglia: genitori, coniugi, fi­gli, fratelli, sorelle e parenti. Vi sono persone che non hanno difficoltà ad of­frirmi se stesse, ma, a volte, fanno resi­stenza a porre decisamente nelle mie mani qualche membro speciale della loro famiglia da esse molto amato. Sem­bra che io non debba far altro che ucci­dere quanti confidano alla mia bontà. Che misero concetto hanno di Me! A volte dicono che non incontrano diffi­coltà a soffrire nella loro persona, pur di non veder soffrire quelli che ama­no; credono che consacrarsi a Me si­gnifichi cominciare a veder soffrire quanti le circondano. Da dove sarà loro venuta simile idea? Invece non sanno che la consacrazione sincera rende molto più soavi le croci che tutti deb­bono portare in questo mondo.
Beni di fortuna: possedimenti, affari, carriera, ufficio, impiego, casa, ecc. Non esigo che le anime che mi amano abbandonino tutto, a meno che non le chiami allo stato religioso. Al contrario, debbono amministrarli, giac­chè costituiscono una parte degli ob­blighi del loro stato. Ciò che domando è che li mettano nelle mie mani, che facciano quello che possono affinchè ottengano un incremento felice, ma ab­bandonino a Me il risultato, senza an­gustie, senza inquietudini, senza mez­ze disperazioni.
Beni spirituali. Sai già che tutte le azioni virtuose compiute in stato di grazia ed i suffragi che dopo la tua morte saranno offerti per il tuo eterno riposo, hanno una parte alla quale si può rinunziare in favore di altre per­sone, vive o defunte. Ebbene, figlio mio, vorrei che mi facessi una donazione assoluta di questa parte, affinchè io la possa distribuire fra le persone alle quali mi parrà conveniente. So meglio di te dove è necessario stabilire il mio regno, in chi sia maggiore il bisogno, dove conseguirò un migliore risultato, e così potrò disporne con più profitto di quel che potresti fare tu. Però que­sta donazione non impedisce che tu possa offrire certi suffragi che l'obbe­dienza, la carità o la pietà richiedono in alcune occasioni.
Tutto, dunque, devi consegnarmi con intera confidenza, perchè io tutto amministri a mio piacere. E quantun­que tu non debba farlo con fine interes­sato, pure ti dico una cosa: vedrai come ogni tanto io metterò a prova la tua confidenza, facendo riuscir tutto male; tuttavia, nell'insieme, i tuoi affari pro­cederanno meglio, e, tanto meglio, quanto maggiore sarà l'interesse che tu prenderai ai miei. Quanto più pense­rai a Me, tanto più io penserò a te; quanto più ti preoccuperai della mia gloria, tanto più penserò alla tua; quan­to più lavorerai per i miei interessi, tan­to più mi occuperò Io per i tuoi. Tu devi procurare di essere più disinteressato. Vi sono persone che pensano solo a se stesse; il loro mondo spirituale è un si­stema planetario del quale esse occu­pano il centro, e tutto il resto, compre­si i miei interessi, almeno praticamen­te, sono come dei pianeti che girano loro intorno. Quest'egocentrismo inte­riore è un cattivo sistema astronomico.
4. - Seconda parte della consacrazione: Procura la mia gloria e i miei interessi.
Eccoci quindi, figlio mio, alla se­conda parte della consacrazione: procura la mia gloria ed i miei interessi. E' la parte più importante per te, perchè, a rigore di termini, è propriamente la tua. La precedente era mia. In essa ti chiesi la consacrazione di tutto per aver le mani libere a compiere quello che nel patto tocca a me. Ma la tua, quella nella quale devi porre tutta la decisa volontà della tua anima, quella che deve essere il termometro che segnerà i gradi del tuo amore per me, è questa: l'aver cura dei miei interessi.
Sai quali sono? Non ne ho altri che le anime: queste sono i miei interessi, i miei gioielli ed il mio amore. Voglio, come dicevo alla mia serva Margherita, stabilire il regno del mio amore in tutti i cuori. Non è venuto ancora il mio re­gno. Esso ha una certa diffusione ester­na nelle nazioni cattoliche, però que­sto regno profondo nel quale il mio amore non di nome ma in realtà, co­mandi, governi e domini stabilmente nell'anima, questo regno è esteso mol­to poco anche nei popoli cristiani! E ciò non perchè manchi il terreno; sono in­fatti innumerevoli le anime ad esso preparate ed ogni giorno saranno di più; quel che manca sono gli apostoli. Dammi un cuore toccato da questa di­vina calamita e vedrai come rapida­mente molti altri verranno attirati.
5. - Con i vari modi di apostolato.
E’ facile essere un mio apostolo. Non c'è età nè sesso, nè stato, nè con­dizione che possa dirsi a ciò non adat­to. Sono tanti i modi per lavorare! Ec­coli.
1° - La preghiera, ossia il chiedere al cie­lo, ininterrottamente, il mio regno; chiederlo al Padre, a Me, alla Madre mia, ai miei Santi. Chiederlo in chiesa, in casa, per le vie, in mezzo alle occu­pazioni giornaliere. «Regna, o Cuore Divino!», dev'essere questa la divina esclamazione che tutto il giorno deve risuonare sulle tue labbra: ripetila die­ci, venti, cinquanta, cento, duecento volte al giorno, finchè non ti si renda abituale; cerca ogni mezzo e ricorri ad ogni industria per ricordartene. Chi non può essere apostolo? E quale buon apostolato è quello adempiuto con le giaculatorie! Dammi una moltitudine di anime che lanciano di continuo questi dardi, e dimmi se non faranno breccia nel cielo. Sono molecole di vapore che si elevano, formano nuvole e si conver­tono, dopo, in fecondante pioggia so­pra la terra.
2° - Il sacrificio. In primo luogo sacrifi­cio passivo o di accettazione. Molestie, dissapori, cattivi momenti, tristezze, disgusti, a volte piccoli, a volte grandi, che sogliono sopraggiungere a tutti, come accadde a Me, alla mia SS.ma Madre ed ai miei Santi! Ebbene: tutto questo sopportalo in silenzio, con pa­zienza ed anche con allegria, se ti rie­sce; tutto quanto offrilo perchè il mio amore regni. Figlio mio, la Croce è ciò che più vale, perchè è ciò che più costa. Quante croci tristemente andate a male tra gli uomini! E sono gioielli tan­to preziosi!
In secondo luogo il sacrificio attivo o mortificazione. Procura di abituarti a vincerti frequentemente in piccole cose, pratica molto eccellente nella vita spirituale. Vai per la strada e ti viene il desiderio di guardare il tale oggetto: non guardarlo. Ti piacerebbe assapo­rare quel dolce: non prenderlo. Vieni incolpato di una cosa che non hai fat­to, e non ne segue nessun pregiudizio se taci; e tu taci. E similmente in casi analoghi, e tutto perchè io regni.
E se la tua generosità va oltre, passa, d'accordo col tuo direttore, a peniten­ze maggiori. Ora vedi chiaro quale cam­po di apostolato si presenta ai tuoi oc­chi. E questo sì che è efficace!
3° - Occupazioni giornaliere. Alcune per­sone dicono che non possono lavorare per il Regno del Cuore di Gesù perchè sono molto occupate, come se i doveri
del loro stato, gli obblighi del loro uffi­cio e delle loro faccende giornaliere, fatti con cura e con impegno, non po­tessero convertirsi in lavori di aposto­lato. Si, figlio mio, tutto dipende dal­l'intenzione con cui si fanno. Una stes­sa qualità di legno, può essere un pez­zo da buttarsi nel fuoco od una devota immagine da mettere su un altare. Men­tre sei in queste occupazioni procura di elevare spesso a me il tuo sguardo come a trovare compiacimento nel fare tutto bene, perchè tutte le opere siano monete preziosissime che cadono nel salvadanaio che serbo per l'opera del mio regno nel mondo. Devi anche sfor­zarti, sebbene con pace, per essere ogni giorno più santo, perchè, quanto più lo sarai, tanto maggiore sarà l'efficacia delle tue opere, per la mia gloria.
4° La propaganda. A volte potresti pre­stare il tuo appoggio a qualcuna delle intraprese del mio Cuore; raccomanda­re quella o quell'altra pratica alle persone che ti circondano; guadagnartele affinchè si consacrino a Me come ti sei consacrato tu. E se trovi difficoltà nel parlare, non hai a tua disposizione qualche foglietto di propaganda? Dal­lo, raccomandalo, mettilo di nuovo in una busta ed invialo, quale messagge­ro, in qualsiasi punto del globo. Quan­te anime sono state a me guadagnate da questi messaggeri volanti!
Vedi, ora, come esistono mezzi per lavorare per il mio regno? Se non lotti, non è per mancanza di armi. Non v'è momento del giorno in cui tu non pos­sa maneggiarne qualcuna. Devi imita­re il girasole che guarda costantemen­te al sole. E’ molto facile essere mio apo­stolo. E come è bella una vita illumina­ta continuamente da questo ideale! Tutte le opere del giorno contrassegna­te dal sigillo dell'apostolato, dell'apo­stolato magnifico dell'amore! Tutte le opere del giorno convertite in oro di carità! Come sarà dolce, figlio mio, nel­l'ora della morte, gettare uno sguardo indietro e vedere cinque, dieci, venti e più anni di trecento sessantacinque giorni ciascuno, vissuti tutti così.
5. - Con la riparazione.
Vuoi amarmi davvero? Due cose fa l'amore: procura alla persona amata tutto il bene che le manca e cerca di liberarla dal male che la sovrasta. Con l'apostolato mi procuri il bene, mi dai le anime, con la riparazione mi liberi dal male; tergi il mio divino onore dal­le macchie che ad esso fanno i pecca­tori. Sì, figlio mio; una ingiuria può venire cancellata mediante una soddi­sfazione. E quante potresti darmene! Non solo per i tuoi peccati, ma anche per quelli innumerevoli che si commet­tono tutti i giorni.
Non voglio affaticarti con molte prati­che: le stesse preghiere, gli stessi sacri­fici, le stesse azioni di tutti i giorni ser­vono non solo da apostolato, ma an­che da riparazione se si fanno con que­sta intenzione.
Regna! - Rimetti i nostri debiti! - Affin­chè tu regni e per quelli che ti offen­dono! - siano le giaculatorie spesso pro­ferite dalle tue labbra. Nella mia vita sulla terra ebbi due missioni principa­li: quella di apostolo che fonda il re­gno di Dio e quella di sacerdote e di vittima che espia i peccati degli uomi­ni. Voglio che tu le compia pure me­diante la devozione al mio Cuore Divi­no. Aspiro a fare di ogni uomo una esat­ta copia di me stesso, un piccolo reden­tore. Quanto sublime e quanto onorifi­co per te!
III CONCLUSIONE
Coraggio, dunque, slanciati! Tan­te persone lo hanno fatto, ed erano di carne ed ossa come sei tu. Scegli un giorno di festa, il primo che verrà: preparati con la lettura tranquilla di tutte queste idee; giunto il giorno scel­to, confessati, fa la Comunione con fervore e, quando mi terrai nel tuo petto, consacrati a me. Sarà quella la miglio­re occasione per fare la tua consacra­zione. Per facilitarti il lavoro, giacchè è molto necessario che la consacrazione sia completa, dovendo costituire tutto un programma di vita, ti do qui un abbozzo di tutte le idee necessarie. Però ti ripeto, figlio mio, di non aver timo­re: essa non ti obbliga nemmeno, sotto peccato veniale. Voglio larghezza di cuore, generosità ed amore, solo ti do­mando che ti risolva a far tutto quello che puoi per compierla. Chi è impedi­to di fare quello che è in suo potere? Non dimenticare di rinnovarla ogni giorno in chiesa od in casa, perchè il farla ogni giorno è un punto molto importante. Se non la rinnoverai ogni giorno, l'abbandonerai ben presto; se la rinnoverai, finirai col viverla piena­mente. Coraggio e decisione. Fa' così, figlio mio. Una brezza primaverile, una corrente di sangue giovane e corrobo­rante sentirai fluire nell'anima tua!
Ora, figlio mio, due consigli per finire. Uno è che tu procuri di non dimenti­carmi nel Tabernacolo. Mi piace il cul­to delle immagini, ma la mia persona vale più della mia immagine. L'Eucari­stia è il mio Sacramento perchè è quel­lo dell'amore.
Vorrei che tu mi ricevessi con maggior frequenza, e vorrei anche vederti qual­che volta, durante il giorno. Non sai quanto mi sono gradite queste visite da amico!
L'altro consiglio è che tu procuri, se ti è possibile, di prendere un po' di tem­po ogni giorno per leggere o meditare cose del mio Cuore. In questo modo, a poco a poco, andrai aprendo la con­chiglia nella quale si conserva la perla di questa devozione divina.
LA PAROLA DEL PAPA SULLA CONSACRAZIONE AL CUORE DI GESU' (...) Quando si è scoperto nell'adora­zione eucaristica e nella meditazione il Cuore di Gesù "sempre ardente di amo­re per gli uomini", come ci si potrebbe lasciar sedurre da forme di meditazio­ne che ripiegano su di sè senza acco­gliere la Presenza del Signore? Come si potrebbe essere attratti dal proliferare di concezioni del sacro che non fanno altro che mascherare un tragico vuoto spirituale? Per l'evangelizzazione di oggi, occorre che il Cuore di Cristo sia riconosciuto come il cuore della Chie­sa: è Lui che chiama alla conversione, alla riconciliazione. E' Lui che trascina sulle vie delle Beatitudini i cuori puri e gli affamati di giustizia. E' Lui che rea­lizza la comunione calorosa dei mem­bri del Corpo unico. E' Lui che permet­te di aderire alla Buona Novella e di accogliere le promesse della vita eterna. E' Lui che manda in missione. La stretta vicinanza con Gesù allarga il cuore dell'uomo alle dimensioni del mondo.
(Gíovanni Paolo II, Canonizzazione di Padre La Colombière, 31 maggio 1992)
( ... ) Nel Cuore di Gesù è rivelata, infat­ti, tutta la ricchezza del piano di Dio per guidare l'uomo alla piena maturità e alla piena felicità nella visione della sua gloria e in comunione con la San­tissima Trinità. La santità, la pietà e l'impegno apostolico nella Chiesa sono tutte sostanzialmente legate alla forza della nostra fede nel Redentore e alla nostra imitazione della sua "compas­sione delle moltitudini" (cfr. Mt 9,36). (Giovanni Paolo II, ai pellegrini giunti per la Canonizzazione .i Padre La Colombière, 1 giugno 7 992)


Cor Iesu, 
fòrnax àrdens charitàtis
miserere nobis.



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