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GIUGNO
SAN LUIGI GONZAGA, RELIGIOSO (+ 1568-1591) Memoria
LETTURE: Fil 3, 8-14;
Sal 15; Mt 13,44-46
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Luigi, primogenito del
marchese di Mantova, nacque a Castiglione delle Stiviere. Era un ragazzo vivace,
impaziente, senza complessi, amava il gioco e si divertiva. La madre, Marta Tana
di Chieri, gli insegnò da piccolo a orientare decisamente la sua vita a Dio. E
con la sua tenacia vi riuscì. Ricevuta la prima volta l’Eucaristia da san Carlo
Borromeo, coltivò una forte unione con Gesù. La grazia fece di lui un santo di
grande dominio di sé, interamente votato alla carità. Il suo segreto di eroismo
è la preghiera; già a 12 anni aveva deciso di dedicare 5 ore al giorno alla
meditazione. Per gradi si sentì attratto alla vita religiosa. Col coraggio delle
sue convinzioni, vinse l’opposizione del padre, rinunciò alla primogenitura, e a
16 anni entrò nella Compagnia di Gesù, avendo a maestro spirituale san Roberto
Bellarmino. Lui, che riusciva bene negli affari, si dà assai più allo studio,
alla preghiera, alla carità: mira alle missioni e al martirio. Gliene venne
l’occasione, ma diversa da quelle sognate: scoppiò la peste e Luigi si prodigò
talmente che la contrasse e ne morì. Catechista coi ragazzi, premuroso con i
poveri e i malati, fatto tutto a tutti: modello e protettore dei giovani che
vogliono vivere la propria fede in Cristo.
Luigi fu soprattutto un giovane «generoso»: è questa generosità che il Concilio chiede oggi nel suo «Messaggio ai giovani».
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Canterò senza fine le grazie del Signore
Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga (Acta
SS., giugno, 5, 878)
Io invoco su di te, mia signora, il dono dello Spirito santo e consolazioni senza fine. Quando mi hanno portato la tua lettera, mi trovano ancora in questa regione di morti. Ma facciamoci animo e puntiamo le nostre aspirazioni verso il cielo, dove loderemo Dio eterno nella terra dei viventi. Per parte mia avrei desiderato di trovarmici da tempo e, sinceramente, speravo di partire per esso già prima d'ora. La carità consiste, come dice san Paolo, nel «rallegrarsi con quelli che sono nella gioia e nel piangere con quelli che sono nel pianto». Perciò, madre illustrissima, devi gioire grandemente perché, per merito tuo, Dio mi indica la vera felicità e mi libera dal timore di perderlo. Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. Non riesco a capacitarmi come il Signore guardi alla mia piccola e breve fatica e mi premi con il riposo eterno e dal cielo mi inviti a quella felicità che io fino ad ora ho cercato con negligenza e offra a me, che assai poche lacrime ho sparso per esso, quel tesoro che è il coronamento di grandi fatiche e pianto. O illustrissima signora, guardati dall'offendere l'infinita bontà divina, piangendo come morto chi vive al cospetto di Dio e che con la sua intercessione può venire incontro alle tue necessità molto più che in questa vita. La separazione non sarà lunga. Ci rivedremo in cielo e insieme uniti all'autore della nostra salvezza godremo gioie immortali, lodandolo con tutta la capacità dell'anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo. Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E tu continua ad assistermi con la tua materna benedizione, mentre sono in mare verso il porto di tutte le mie speranze. Ho preferito scriverti perché niente mi è rimasto con cui manifestarti in modo più chiaro l'amore ed il rispetto che, come figlio, devo alla mia madre. |
OREMUS
O Dio, principio e fonte di ogni bene, che in san Luigi Gonzaga hai unito in modo mirabile l'austerità e la purezza, fa' che per i suoi meriti e le sue preghiere, se non lo abbiamo imitato nell'innocenza, lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica. Per il nostro Signore...
Deus, cæléstium auctor
donórum, qui in beáto Aloísio miram vitæ innocéntiam cum pæniténtia sociásti,
eius méritis et intercessióne concéde, ut, innocéntem non secúti, pæniténtem
imitémur. Per Dóminum.
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
giovedì 21 giugno 2012
...innocéntem non secúti, pæniténtem imitémur.
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