lunedì 4 giugno 2012

IL CANTO DELLA TRINITÀ: Tacere… Pregare… Amare!

A. Scarlatti  

La Santissima Trinita' (1/6)  






Non c'è cosa più bella che vivere nella luce nello splendore e nella grazia della SS. Trinità: meditiamo e impariamo con l'arte...


qui la musica 


Buona preghiera!

In più:
IL CANTO DELLA TRINITÀ
Tacere… Pregare… Amare!
Nel mistero beatificante della Santissima Trinità, c’è un “canto” che risuona da tutta l’Eternità: un canto che rende feconda la




“Comunione d’Amore” delle Tre Persone Divine, ed è un profondissimo arcano, incessante silenzio.
San Giovanni della Croce, in un celebre testo, dice:
“Il Padre ha detto una sola Parola, cioè il Suo Figlio e, in un silenzio eterno, continua a pronunciarla”.
Anche il Mistero dell’Incarnazione del Verbo si realizza nel silenzio:
“Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la Tua Parola Onnipotente discese dal Cielo sulla Terra” (Sapienza 18,14-15).

Penetrata da questo pensiero, la Beata Elisabetta della Trinità poteva esclamare:
“Che nell’Anima si faccia un profondo silenzio, eco di quello che si canta nella Trinità”.

Tutte le Anime che desiderano sinceramente entrare nell’intimità con Dio, sull’esempio del Maestro Divino Gesù, amano “appartarsi” dalla folla e cercano tempi di silenzio e momenti di solitudine per “stare soli con il Solo”.

Tutti i Santi hanno amato il silenzio e la solitudine, che poi rendono più attenti e sensibili alla Carità fraterna (basti l’esempio dei saggi Padri del Deserto).
Non si può aspirare all’unione con Dio e alla pienezza dell’amore senza la forza del silenzio esteriore e interiore.

Beata Madre Teresa di Calcutta diceva: “Abbiamo bisogno di silenzio per stare soli con Dio, per parlarGli, per ascoltarLo, per meditare profondamente nel nostro cuore le Sue parole.
Abbiamo bisogno di stare soli con Dio, nel silenzio, per essere rinnovati e trasformati.
Il silenzio ci permette di guardare alla vita con occhi nuovi.
Nel silenzio siamo colmati dell’energia di Dio stesso: energia che ci fa fare ogni cosa con gioia”.
E alle sue Suore raccomandava di praticare...
  • il silenzio degli occhi
  • il silenzio delle orecchie,
  • il silenzio della lingua,
  • il silenzio della mente,
  • il silenzio del cuore”.
Santa Teresa d’Avila, dopo anni di lotta, parla della sua totale Conversione quando, lasciando la dissipazione e la conversazione facile, s’immerse in un grande silenzio.
“Ormai non voglio più – le fece intendere Gesù – che tu conversi con gli uomini, ma solo con Me e con i miei Angeli”.

Quanto bisogno abbiamo di “riscoprire” la preziosità del silenzio!
In un Mondo, in cui siamo letteralmente bombardati da tanto chiasso, anche le Anime Consacrate si lasciano spesso travolgere dalla dissipazione (dispersione), dall’attivismo, dalla superficialità.
Facciamo davvero un po’ di “deserto” attorno a noi e colmiamolo di quel silenzio che ascolta, che crede, che adora.

Papa Paolo VI:
“Il silenzio non è mutismo, semplice assenza di voci o, peggio ancora, ripiegamento su noi stessi, bensì è “il cuore in ascolto”: “l’attività profonda dell’amore che ascolta”.
Il silenzio interiore e quello esteriore non ci isola mai dagli altri, anzi, ci rende più capaci ad ascoltare gli altri e dire, a suo tempo, la parola giusta.

A Suor Consolata Betrone, Clarissa Cappuccina, morta in Concetto di Santità (1903-1946), Gesù chiedeva una “triplice verginità”:
  • quella della mente… per combattere e allontanare ogni pensiero inutile;
  • quella della lingua… per parlare solo quando lo richiede la Carità o la necessità;
  • quella del cuore… per evitare ogni attaccamento, ogni preoccupazione e la mania di occuparsi degli affari altrui. (cfr. “Il Cuore di Gesù” – Edizione Vaticana – pag. 142 ss.).

A questa Suora è legata la giaculatoria:
“Gesù, Maria, Vi amo! Salvate Anime!”.
Gesù le chiedeva una mistica (spirituale) crocifissione di tutti i sensi, affinché vivesse in un atto d’amore incessante.
Nella vita comunitaria non mancano mai prove, difficoltà e incomprensioni.
La vita comune, infatti, è la massima mortificazione.
Vorrei illuminare queste riflessioni con una mia esperienza personale.
In una situazione che mi faceva soffrire, avevo tutta la voglia di risentirmi e giustificarmi, ma sentivo dentro di me una “voce” che mi diceva:

“Tacere… pregare… amare”.

Ho avuto la forza di assecondare la voce dello Spirito… ottenendo tanta pace e anche la soluzione di ogni problema.
Chiediamo alla Madonna, “Madre della fede” e “Donna del dolore e del silenzio”, che “custodiva tutto nel suo Cuore e lo andava meditando” (Lc. 2,19), la preziosa Grazia di un sommo raccoglimento…

San Giovanni della Croce:
“Il linguaggio che Dio ascolta è l’amore silenzioso”.

Solo così raggiungeremo la Santità, la pienezza dell’Amore.

Padre Reginaldo MARANESICappuccino
Convento di San Serafino
Ascoli Piceno
Deo gratias!


AVE MARIA! 
AMDG



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