mercoledì 25 aprile 2018

INCONTRARE MARIA SS.ma

 IMITAZIONE DI MARIA

Libro Primo
 INCONTRARE MARIA
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Capitolo I
COME SALUTARE LA GLORIOSA VERGINE

 1) Benché io non abbia alcun merito, e sia anzi consapevole dei miei numerosi
peccati, tuttavia ho grandissima fiducia nella tua passione, Signore Gesù, e nei meriti
della gloriosa santa Vergine Maria, Madre tua. Su di lei vorrei soffermarmi un poco,
pregando di esserne fatto degno, poiché non posso osare di accostarmi a lei senza
averne ottenuto prima il permesso. So bene che la rnia indegnità non dovrebbe
presentarsi davanti alla eccelsa dignità di Colei, che gli stessi angeli venerano con
ammirazione, esclamando: «Chi è Costei, che si innalza sul deserto del mondo e
trabocca per le delizie del paradiso?». 

2) Perciò, dolcissima Maria, è sconveniente che io, 
terra e cenere, anzi più vile della terra in quanto peccatore e molto incline a ogni
perversità, osi soffermarmi a considerare la tua bellezza e la tua magnificenza. Tu,
invece, resa più alta dal cielo, hai il mondo sotto i piedi e sei degna di onore e riverenza
per l'onore del Figlio tuo. La tua ineffabile bontà, che supera ogni immaginazione,
spesso mi incanta e attira il mio affetto, perché sei il conforto degli afflitti e sempre
pronta a soccorrere i miseri peccatori. 

3) Sono assai bisognoso di grande consolazione,
soprattutto della grazia del Figlio tuo, perché non sono assolutamente in grado di
aiutare me stesso. Ma tu, Madre misericordiosissima, se ti degnerai di considerare la
mia pochezza, in molti modi potrai soccorrermi e confortarmi con abbondanti
consolazioni. Perciò, non appena mi sentirò oppresso dalle difficoltà o dalle tentazioni,
farò subito ricorso a te, poiché dove sovrabbonda la grazia più sollecita è la
misericordia. 

4) Se poi voglio tentare di comprendere la tua gloria eccelsa e salutarti
degnamente dal profondo del cuore, devo procedere con spirito molto più puro, poiché
quanti presumono di avvicinarsi irriverentemente alla tua porta, ottengono non gloria
ma giusta vergogna. Perciò chi si avvicina a te deve procedere con grandissima
riverenza e umiltà; e tuttavia con grande speranza di essere ammesso in virtù della tua
misericordiosa clemenza. 

5) Quindi vengo a te con umiltà e riverenza, con devozione e
confidenza, portando sulle labbra il saluto di Gabriele, che ti rivolgo supplichevole: saluto
che, a capo chino per rispetto e a mani aperte con grande devozione, ripeto con
gioia, pregando che venga ripetuto per me cento, mille e più volte ancora da tutti gli
spiriti celesti. Non so, infatti, che cosa ci possa essere di più dolce e di più degno da
offrirti. 

6) E ora ascolta anche il pio innamorato del tuo nome: «Il cielo esulta e la terra
stupisce, quando dico: Ave Maria. Satana fugge, l'inferno trema, quando dico: Ave
Maria. Il mondo si fa spregevole, la carne ammorbante, quando dico: Ave Maria.
Sparisce la tristezza e ritorna la gioia, quando dico: Ave Maria. Scompare la tiepidezza
e il cuore si infiamma d'amore, quando dico: Ave Maria. Aumenta la devozione, nasce
la compunzione, cresce la speranza, aumenta la consolazione, quando dico: Ave
Maria. L'animo si rinnova e si rafforza l'impegno nel bene, quando dico: Ave Maria».

7) È così grande la dolcezza di questo saluto benedetto, da non potersi spiegare con
parole umane. Rimane infatti sempre più alto e profondo di quanto possa comprendere
ogni creatura. Perciò piego ancora le ginocchia davanti a te, Santissima Vergine 
Maria, e dico: «Ave Maria, piena di grazia». Clementissima mia Signora,
Santa Maria, accetta questo devotissimo saluto e con esso accetta anche me, perché io
possa avere qualcosa che piaccia a te, che rafforzi la mia fiducia in te, che accenda in
me un amore sempre più grande e mi conservi devoto per sempre al tuo santo nome. 

8) Volesse il cielo che, per soddisfare il desiderio di onorarti e di salutarti in eterno dal
profondo del cuore, tutte le mie membra si trasformassero in lingue e le lingue in voci
di fuoco. Madre di Dio, vorrei poterti rivolgere questo saluto come pura e santa offerta
di preghiera, espiatrice di tutte le mie colpe, per le quali ho meritato l'ira divina,
contristato gravemente il tuo Figlio, disonorato e offeso molto spesso te e tutta la
Corte celeste. 

9) Poiché la mia vita è fragile e labile a causa di tutti i miei eccessi, di
tutte le mie negligenze, di tutti i pensieri vani, immondi e perversi, volesse il cielo che
tutti i beati spiriti e le anime dei giusti, con purissima devozione e ardentissima
preghiera, ti rivolgessero, o Beatissima Vergine Maria, e ripetessero cento volte in tuo
onore l'altissimo saluto, con cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vollero per primi
salutarti per mezzo dell' angelo. In qualche maniera troverei così un incenso degno di
odore soave, poiché in me non c'è nulla di buono e nulla che meriti ricompensa. 

10)Ma ora mi prostro davanti a te, spinto da sincera devozione; e, tutto acceso da venerazione
per il tuo nome soave, ti ripeto la gioia di quel saluto nuovo, mai udito fino allora,
quando l'arcangelo Gabriele, mandato da Dio, entrò nei penetrali della tua stanza e,
piegando con riverenza le ginocchia, ti rese onore dicendo: «Ave, piena di grazia, il
Signore è con te». Questo saluto, secondo il prezioso costume dei fedeli e per quanto
possa con labbra pure, desidero rivolgerti io; come desidero dal profondo del cuore,
che te lo rivolgano allo stesso modo tutte le creature: «Ave, Maria, piena di grazia. Il
Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù
Cristo. Amen». 

11) Questo è il saluto angelico, composto su ispirazione dello Spirito
Santo, del tutto congruo con la tua dignità e la tua santità. È una preghiera povera di
parole, ma ricca di misteri. Breve come discorso, ma profonda come contenuto; dolce
più del miele e preziosa più dell' oro, da ripetersi frequentissimamente con tutto il
cuore, devotamente e con labbra pure, perché, risultando di pochissime parole, si
diffonde in un torrente amplissimo di celeste soavità. 

12) Ma guai a coloro che se ne
infastidiscono, che pregano senza devozione, che non riflettono sulle parole preziose
più dell'oro, che non ne gustano le coppe di miele, che tante volte recitano l'Ave Maria
senza attenzione e riverenza. O dolcissima Vergine Maria, preservami da una così
grave negligenza e disattenzione, perdona il mio passato disimpegno. Sarò più devoto,
più fervoroso e più attento nel dire l'Ave Maria, in qualunque luogo possa io trovarmi.

13) Ora, dopo queste considerazioni, che cosa ti domanderò, mia carissima Signora?
Che cosa vi è di meglio per me, peccatore indegno, di più utile, di più necessario che
trovare grazia davanti a te e al tuo dilettissimo Figlio? Domando perciò la grazia di
Dio per tua intercessione, poiché, come afferma l'angelo, tu hai trovato la pienezza
della grazia davanti a Dio. 

14) Nessuna richiesta è più preziosa e di nessun'altra cosa
necessito, se non della grazia e della misericordia di Dio. Mi basta la sua grazia e non
ho bisogno d'altro: poiché, senza la grazia, a che approderebbe ogni mio sforzo? Cbe
cosa può essermi impossibile, invece, se mi assiste e mi aiuta la grazia? Ho tante e
diverse deficienze spirituali, ma la grazia di Dio è una medicina efficace contro tutte le
passioni. E se si degnerà di soccorrermi, le mitigherà tutte. 

15) Ho anche una povertà
di sapienza e di scienza spirituale, ma la grazia di Dio è somma maestra e 
dispensatrice della disciplina celeste. Quindi mi basta a istruirmi in tutte le cose
necessarie; e mi dissuade dal chiedere qualunque cosa oltre il necessario e dal voler
conoscere cose al di là del lecito. Ma ammonisce e insegna a umiliarsi e ad accontentarsi
soltanto di lei. 16) O clemente Vergine Maria, impetrami dunque questa
grazia, che è così nobile e preziosa: che io non desideri e non chieda nient' altro che la
grazia per la grazia. 
AMDG et DVM

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