DONNA NOBILE, GIOVANE BELLISSIMA
ma di mala vita
« Una donna in Roma nobile ma di mala vita, benché non fosse publica mentre stava in casa del suo
concubinario morendo vi furono tanto all'ultimo chiamati i nostri che la trovarono quasi passata non potendo né volendo dir altro se non Io brugio, Io brugio. Facendo segni col volto e con gli occhi di vedere tante
horribili visioni di demonio che i suoi capelli che stavano disciolti se gli drizzarono così fattamente in testa
che parevano fusa o serpenti. Del che atterrendosi anco i Padri non mancavano con salutiferi ricordi sollevar
l'animo della dolente donna alla speranza della divina pietà. Ma quella non facendo altro che gettar urli
spaventosissimi, e dire io brugio, io brugio, passò di questa vita. Uscendogli nell'istesso punto ch'ella spirò
un pezzo di carne dalla natura tanto grosso e cosi infocato che pareva un ballone di fuoco.
Un'altra bellissima
giovane spagnuola donna di mala vita in Roma ritrovandosi nell'agonia con haver persa la favella vi furono
mandati a chiamare de nostri. Quale al detto passo condotta, la ritrovarono senza essersi voluta confessare.
Onde ingenocchiati per raccomandarla almeno al Signore con l'orationi viddero subitamente uscire da
un'altra stanza un bruttissimo porco nero. Il quale havendo ficcato il grugno sotto le coperte de piedi lo
cacciò nella natura della moriente, e tirando il fiato a se come se succhiasse l'anima sparì essendo in quel
punto istesso spirata la misera donna con buttar fuori un grandissimo e dolentissimo sospiro » (Vms., p. 215).
*
Lo zelo d'un Santo,
ossia di un Vero Figlio di Dio
pag. 25 -
Si riportano infine le due versioni, di questa vita e di quella stampata, sul comportamento di Camillo con
un Ebreo, con il quale aveva dovuto fare in carrozza un po' di strada insieme:
1. «Una volta andando egli per la Lombardia si pose
nella sua carrozza un certo Giudeo che non portava
segno. Per strada (portando sempre Camillo il suo
Crocifisso legato al collo) s’avvide che quel perfido
torceva il viso e non voleva guardarlo. Onde entrato
in sospetto della verità, et essendogli finalmente
stato detto che quello era un Giudeo, s'alterò tanto
di questo che saltato in fervore di spirito gli pose
detto Crocifisso davanti gli occhi, volendo che lo
mirasse per forza. Ma non volendo quello in nessun
conto mirarlo esso saltando in maggior furia lo
voleva alhora alhora sbalzar dalla Carroza. Ma
essendo pregato e trattenuto da gli altri à non far
questo esso con occhi torti e quasi insanguinati
disse al Giudeo: Huomo perfido et ostinato e
tizzone dell'Inferno tu adunque hai tanto animo di
non voler mirare questo santissimo Crocifisso? se
non fusse il gran timor di Iddio che mi trattiene
adesso ti vorrei cacciare e buttare dentro uno di
questi fossi di strada. Et poco dopo fù costretto il
Giudeo mal suo grado à saltar fuori della carrozza».
(Vms., p. 358).
2. «Una volta andando per la Lombardia co’l P.
Cesare Bonino, si pose nella sua carrozza un
Giudeo, che non portava segno; per strada si accorse
Camillo, che quello torceva il viso, non volendo
mirare il Crocifisso, che egli portava al collo: onde
essendosi certificato che quello era un Giudeo, si
commosse tanto di questo, c'havendogli porto il
Crocifisso avanti gli occhi, voleva che lo mirasse
per forza. Ma non volendo quello mirarlo, Camillo
s'alzò da sedere e voleva che saltasse alhora, alhora
fuori della carrozza: nel che essendo pregato e
trattenuto da gli altri, s'acchetò, dicendo al Giudeo:
Huomo perfido et ostinato, tu hai tanto ardire di non
voler mirare il santissimo Crocifisso? se non fosse il
timor d'Iddio che mi trattiene, adesso adesso ti farei
sbalzare in mezo di questa strada. In fine fu tanto lo
spavento del povero ebreo, che non potendo
sopportar la faccia zelante di Camillo, fu costretto
indi a saltar fuori della carrozza » (ed. 1615, p. 248).
Ave Maria!
Sis mecum
semper
et omnia
quae faciam
protege et
sanctifica. Amen
AMDG et BVM
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