lunedì 28 agosto 2017

“Fratelli carissimi, si ami anzitutto Dio e quindi il prossimo, perché sono questi i precetti che ci vennero dati come fondamentali.” S. Agostino - Regola, 1

SANT'AGOSTINO
Lettura 
Agostino, nato a Tagaste nell'Africa da ragguardevole famiglia, fin da fanciullo sorpassò di molto i compagni per svegliatezza d'ingegno, e ben presto li superò tutti col suo sapere. Adolescente, mentre era a Cartagine, cadde nell' eresia dei Manichei. Quindi partì per Roma, donde lo si mandò ad insegnar retorica a Milano, ove divenne assiduo uditore del vescovo S. Ambrogio, per opera del quale si dedicò allo studio della fede cattolica, e fu da lui battezzato a trentadue anni. 


Ritornato in patria, unendo alle pratiche religiose una gran purezza di vita, Valerio, vescovo d'Ippona d'eminente santità, lo ordinò prete. Fu allora che egli costituì una famiglia religiosa, colla quale divideva la vita comune e le occupazioni, e che istruiva colla massima cura nella dottrina e nel genere di vita apostolica. Ma divenendo possente l'eresia dei Manichei, cominciò ad attaccarla energicamente, e ridusse al silenzio l'eresiarca Fortunato.

Valerio commosso da questa pietà di Agostino, se lo prese per coadiutore nell'ufficio episcopale. Nessuno fu più umile e più regolato di lui. Semplice il suo letto e il vestito; la sua tavola, comune, e condita sempre o da santa lettura, o da pio trattenimento. Fu tanta la sua liberalità verso i poveri, che non avendo altro a disposizione, fece spezzare i vasi sacri per sovvenire alla loro miseria. 

Evitò rapporti e famigliarità con donne, senza eccettuare neppure le sorelle e la figlia del fratello; solendo dire, che, sebbene le donne parenti non diano a sospettare, tuttavia potrebbero far sospettare di quelle che andrebbero a visitarle. 

Non smise mai di predicare la parola di Dio, se non costretto da grave malattia. Combatté senza quartiere gli eretici e colla parola e cogli scritti, non lasciandoli stabilire in nessun luogo, e liberò pure in gran parte l'Africa dagli errori dei Manichei, Donatisti, Pelagiani e altri eretici.

Scrisse tanto e con tale pietà, profondità ed eloquenza, da far risplendere grandissimamente la dottrina cristiana. E lui seguirono principalmente quelli che poi applicarono all'insegnamento teologico il metodo e il ragionamento. Mentre i Vandali devastavano l'Africa e assediavano Ippona da tre mesi, egli fu colto da febbre. 

Comprendendo allora che era prossimo ad abbandonare questa vita, fattisi mettere davanti i Salmi di David riguardanti la penitenza, li andava leggendo con abbondanti lacrime. E ripeteva sovente, che nessuno, ancorché non avesse coscienza di colpa alcuna, doveva esporsi a lasciar questa vita. Pertanto in pieni sentimenti, assorto nella preghiera, circondato dai confratelli, che esortava alla carità, pietà e a tutte le virtù, se ne andò in cielo. Era vissuto sessantasei anni, di cui trentasei nell'episcopato. Il suo corpo fu prima portato in Sardegna, poi riscattato a gran prezzo da Luitpràndo re dei Longobardi e trasportato a Pavia dove fu sepolto con onore.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
V. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te. 
Preghiamo
Sii favorevole, Dio onnipotente, alle nostre suppliche: e poiché ci dai la fiducia di ottenere pietà, concedici benigno, per intercessione del tuo beato Confessore e Vescovo Agostino, l'effetto della consueta misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

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