(Malacca, 23 giugno 1549)
Il novizio portoghese Giovanni Bravo era stato ammesso nella Compagnia dallo stesso Saverio quando questi era giunto a Malacca nel 1549. Il Santo aveva deciso che il Bravo dovesse tornare in India e proseguire gli studi prima di essere ordinato sacerdote, cosa che avverrà solo nel 1558. Il Saverio però si preoccupa che il Bravo segua una regola di vita conforme allo spirito degli Esercizi ignaziani ed è a tale scopo che gli scrive la presente Istruzione.
(Traduzione dal portoghese secondo una copia del 1746. Edizione Schurhammer n. 89).
1. Per prima cosa, svegliandovi al mattino, manterrete subito il seguente ordine: per lo spazio di almeno mezz'ora mediterete alcuni punti della vita di Cristo, cominciando dalla Sua santa nascita fino alla Sua gloriosa assunzione in questo modo: che, iniziando al mattino, il lunedì mediterete e contemplerete la nascita di Gesù Cristo, e il martedì la meditazione che segue e il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato le meditazioni degli Esercizi [1] facendo ogni giorno, al mattino, una meditazione nel medesimo ordine e modo che seguivate quando facevate gli Esercizi [2].
2. Nella settimana che segue farete gli Esercizi della terza settimana: cominciando il lunedì con una meditazione, il martedì con un'altra, il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato con le altre meditazioni della seconda settimana, secondo l'ordine in cui stanno negli Esercizi della terza settimana. Nell'altra settimana che segue farete gli Esercizi della quarta settimana meditando al mattino, per mezz'ora o un'ora, ciascuna contemplazione della quarta settimana, secondo l'ordine in cui stanno negli Esercizi. In tal modo ogni mese mediterete tutta la vita di Cristo Nostro Signore, e una volta finito di meditare per un mese, tornerete a meditarla un'altra volta, nel medesimo ordine che seguivate nel mese precedente.
3. Alla fine di uno qualsiasi di questi Esercizi, tornerete a rinnovare e a fare nuovamente i voti che avete fatto, principalmente il voto di castità, obbedienza e povertà; in modo che tutti i giorni voi rinnoverete e farete di nuovo i voti che avete fatto; poiché, facendoli ogni giorno, non sarete tanto assalito dal nemico e dalla carne nell'andare contro di loro, come lo sareste se non li rinnovaste e non li faceste di nuovo. Per questo avrete una particolare cura nel rinnovare e fare di nuovo i detti voti di castità, di obbedienza ecc.
4. Dopo aver mangiato e riposato, tornerete, per lo spazio di mezz'ora o di un'ora, a meditare e a ripetere la medesima contemplazione che avevate fatto al mattino, facendo i voti di castità, obbedienza e povertà come li faceste al mattino; in tal modo tutti i giorni mediterete per un'ora sulla vita di Cristo Nostro Signore: mezz'ora al mattino alzandovi, e mezz'ora dopo aver riposato, mentre il Padre Francesco Pérez spiega il catechismo.
5. La notte, prima di andare a dormire, dopo aver cenato, raccogliendovi da qualche parte, esaminerete la vostra coscienza sulle cose che durante quel giorno vi sono successe riguardo ai pensieri, parole e opere e in cui nel presente giorno avete mancato contro A nostro Dio e Signore, esaminando la vostra coscienza con molta diligenza, come se voi doveste confessare le colpe che in quel giorno avete commesso, e di tutte quante chiedere perdono a Nostro Signor Gesù Cristo, promettendo di emendare la vostra vita; e alla fine direte un Pater Noster e un'Ave Maria; e dopo aver finito ciò, vi coricherete, occupando il pensiero sul come dovrete correggervi nel giorno seguente.
6. Quando al mattino vi sveglierete, nel tempo che vi vestirete e laverete, richiamerete alla memoria le colpe, le mancanze e i peccati in cui siete caduto nel giorno precedente, chiedendo a Nostro Signor Gesù Cristo la grazia per non cadere, nel giorno presente, in quelle colpe e peccati in cui cadeste nel giorno precedente e, dopo aver fatto ciò, comincerete a fare le meditazioni nel modo e nell'ordine che ho detto. Farete questo tutti i giorni; quando lascerete di farlo, avendo la salute e stando senza impedimento, farete l'esame di coscienza e confesserete la vostra colpa, per non aver fatto quello che vi è stato ordinato e raccomandato tanto dal Padre.
7. Adoperatevi per vincere voi stesso in ogni cosa, rinnegando sempre i propri desideri o le cose verso cui essi si dirigono, e soffrendo e abbracciando ciò che più si aborrisce e si sfugge. E in tutte le cose procurate di essere avvilito e umiliato, perché senza la vera umiltà voi non potete crescere nello spirito né giovare in questo al prossimo; non sarete accetto ai santi né gradito a Dio, né infine potrete perseverare in questa minima Compagnia la quale non sopporta uomini superbi, arroganti e amici delle loro opinioni e del proprio onore, perché questa è gente che non si è mai trovata bene con alcuno.
8. Vi impegnerete molto nell'obbedire al Padre con cui starete in tutto ciò che vi comanderà, senza contraddirlo in alcuna cosa, di qualunque genere sia: anzi obbedendogli in tutto, come se ve lo comandasse il Padre Ignazio.
9. Tutte le tentazioni, di qualunque natura siano, le paleserete al Padre con cui state, affinché in esse egli vi aiuti e vi dia un rimedio per liberarvi da tali tentazioni. E nello scoprire le tentazioni del diavolo alle persone che vi possono dare aiuto, l'uomo è molto meritevole e il diavolo rimane sconfitto: questi perde le forze per tentarvi quando vede che le sue tentazioni si vanno scoprendo e che non si attua la sua dannata intenzione e nemmeno quello che egli desidera.
Il vostro amico dell'anima
Francisco
NOTE
[1] E da supporre che il Bravo avesse una copia o almeno un sommario degli Esercizi di sant'Ignazio. La prima edizione latina del libro degli Esercizi era uscita a Roma nel settembre 1548, ma ancora non era arrivata in India.
[2] Prima dell'arrivo del Saverio a Malacca, il Bravo aveva fatto gli Escrein sotto la guida del padre Pérez.
[2] Prima dell'arrivo del Saverio a Malacca, il Bravo aveva fatto gli Escrein sotto la guida del padre Pérez.
Testo tratto da: Francesco Saverio, Dalle terre dove sorge il sole. Lettere e documenti dall'oriente.
Introduzione, traduzione e note di Adriana Carboni. Roma: Città Nuova 2002 (rpr. 1991), pp 313-315.
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