mercoledì 30 gennaio 2013

Piccola regola di vita spirituale ispirata dal Beato Giuseppe Allamano




Alzata


Bisogna essere pronti alla levata, balzar su al primo tocco della sveglia. Non voltare il capo dall'altra parte, neppure per un istante, Sembra una cosa da niente, ma credo che, se uno fosse fedelissimo, avrebbe buon spirito e il Signore gli darebbe molte grazie. E’ così brutto dare il primo atto della giornata alla pigrizia. No, diamolo subito in ringraziamento al Signore, una benedizione su tutta la giornata. Pensate in quell'istante di essere chiamati dalla tromba dei giudizio. O anche a Gesù sacramento che chiama: 'Festinans descende! Scendi in fretta: oggi voglio rimanere a casa tua" (Vita Spirituale 4480).

Un modo di svegliarsi con prontezza è accendere la luce della Parola di Dio. Samuele si svegliò così e rispose: Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta" (1 Samuele 3,10). La Parola è la luce per i miei passi" (Salmo 118,105).

Preghiera


Il nostro primo dovere - ricordatelo poi sempre! - non è lo sbracciarsi, ma il pregare (VS 530). Prima di tutto noi dobbiamo diventare santi. Prima di tutto bisogna fare santi noi, prima pregare, poi fare del bene agli altri. Non credere perduto il tempo che s'impegna a pregare. Più avrete da lavorare e più dovete pregare (VS 532). Afferma S. Agostino che chi impara a pregare bene impara a vivere bene. Di S. Martino, il breviario dice che la sua vita era una preghiera incessante: teneva occhi e mani sempre verso il cielo. Dico a voi: non si prega mai abbastanza. Il molto pregare nulla detrae allo studio e al lavoro, anzi l'aiuta. Se c'è la pietà, c'è l'unione con Dio e tutto il resto viene da sé.

Certamente la prima, la più eccellente e potente preghiera è la Messa (VS 527-530). La Messa è il tempo più bello della nostra vita. La Messa sostiene il mondo in mezzo a tanti pericoli e peccati: senza di essa non si potrebbe andare avanti. La Messa sia veramente la prima delle devozioni (VS 498-503).

Gesù sacramentato deve essere il centro attorno al quale continuamente ci aggiriamo e al quale come tanti raggi tendiamo (VS 673).

Presenza di Dio

Vivere e operare alla presenza di Dio! Bisogna che giungiamo a vivere continuamente alla presenza di Dio: è uno dei mezzi efficaci di santificazione. Chi vive alla presenza di Dio sta attentissimo a tutto. Quando si cammina alla presenza di Dio, si fanno le cose bene, con perfezione (VS 553).

Tutto dipende dalla maggiore o minore purità d'intenzione, dal fare tutto con più o meno amor di Dio. E’ vero che noi riferiamo a Dio ogni mattina tutti i nostri pensieri, affetti ed azioni, ma per la perfezione ciò non basta: è necessario rinnovare sovente questa intenzione durante il giorno. Nel fare la volontà di Dio, si trova la santità più perfetta (VS 256-259).

Se vogliamo far piacere al Signore in tutte le azioni, dobbiamo farle in modo che piacciano alla Madonna e farle per piacere alla Madonna. Fare tutto con la Madonna, tutto per la Madonna e tutto ricevere da lei. Fare tutto in unione con Maria (VS 685).

Che cos'è la vita se non solo un'ora? Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo della tua vita (VS 122).

Con gli altri


Il fiore della carità non consiste solo nel dire “sì”, ma nel dirlo con gentilezza, da una volontà interiore di piacere. Che cosa è una comunità senza carità fraterna? Un purgatorio, o, peggio, un inferno. La mancanza di carità rende penosa la vita al corpo e all'anima ed espone le persone a tante tentazioni (VS 395).


Voi dovete amarvi vicendevolmente, sopportarvi nei vostri difetti: abbiamo lo stesso fine, l'unione spirituale e siamo tanti fratelli. Se per la miseria umana accade qualche cosa, "sol non occidat super iracundiam vestram" [torni l'armonia prima del tramonto]. Non un giorno, non un'ora, cinque minuti... Sì che la gente possa dire di voi quello che i pagani dicevano dei primi cristiani: "Come si amano!», e questo amore lo infonderete negli altri. (VS 399).


E’ bene che ogni comunità abbia un proprio modo di pensare? Certamente, perché ogni comunità ha uno scopo speciale che non può conseguirsi che con la collaborazione di tutti. L’unità è il primo bene di una comunità: guai a chi la disturba. Dobbiamo essere decisi a tutto per conservarla (VS 406).

Noi, qui, formiamo un solo corpo: le grazie che Dio dà ad un membro sono date a tutti. Dobbiamo amare questo corpo e avere la coscienza chiara di appartenervi (VS 404).

Spirito ecclesiale e missionario


Nostro Signore fondò la Chiesa e poi la rimise alla cura dello Spirito santo che l'assiste, la vivifica, la conserva. Il Papa è illuminato dallo Spirito santo. La stessa propagazione della fede è l'effetto dell'azione dello Spirito santo nelle anime. Quindi è allo Spirito santo che va attribuito tutto il bene che si fa nelle missioni (VS 739).

Prestiamo allo Spirito santo, come al Padre e al Figlio, il tributo dei nostri doverosi ossequi? t difficile che una persona che vive sotto l'influenza dello Spirito santo non diventi santa (VS 740).

Preghiamo che lo Spirito santo ci conceda un vero cuore cattolico unito con il Papa. Quando andai a Roma, ho incontrato il Papa: ho pensato dentro di me che ero di fronte a nostro Signore Gesù Cristo... Professiamo piena sottomissione alla Chiesa e al Papa: non a questo o a quel Papa, ma al Papa come tale (VS 222).

Potremmo domandarci se non sia da attribuirsi in parte alla deficienza della santità, se dopo tanti secoli una cosi gran parte del mondo è ancora avvolta dalle tenebre del paganesimo e se, mentre nei secoli la Parola di Dio operò strepitose conversioni in tutto il mondo allora conosciuto, nei secoli posteriori i risultati futuro, no invece inferiori" (VS 115).

"Ci vuol fuoco per essere apostoli. Se c'è amore, c'è zelo e lo zelo farà sì che non poniamo riserve e indugi nella dedizione di noi stessi. Amare il prossimo più di noi stessi dev'essere il programma di vita del missionario" (VS 460, 461).
Mangiare


Anche nel cibo vi voglio semplici. Non voglio che abbiate soggezione. Se avete bisogno di mangiare, mangiate: né fate gli smorfiosi perché vi spingono a mangiare. Neppure lasciate di mangiare per farvi vedere mortificati (VS 477).

Non dobbiamo parlare sempre del mangiare e non farne motivo di ansietà. Dobbiamo essere soddisfatti del necessario. Sembra impossibile, ma è vero: se manca qualcosa in tavola, anche soltanto il sale, C è immediata protesta. Oh, via, mangiamo senza sale! Dimentichiamo spesso che nel mondo non tutti hanno quello che noi abbiamo (VS 446).

Lavoro


Il tempo è prezioso. La perdita di tempo è un peccato (VS 471). Un carattere energico è necessario in ogni cosa, fin dall'inizio: non dobbiamo trattare noi stessi con troppe comodità: dobbiamo dare coraggio a noi stessi. Io sorrido quando sento la gente che si lamenta di aver troppo da fare. Più c'è da fare e più si fa. Quelli che sono energici risparmiano sempre del tempo (VS 203). Essere uomini di studio, il più possibile: la conoscenza è come un ottavo comandamento. Io voglio che voi studiate con impegno ed energia: con calma e per amore di Dio. Un missionario senza scienza è una lampada spenta (VS 183). Il lavoro manuale pure è importante. Noi dobbiamo lavorare e non aspettare oziosamente la Provvidenza (VS 297). Un povero che può lavorare e non lo fa, noi diciamo giustamente: è una persona oziosa. Così, ciò che si fa per capriccio non può avere successo. Dio non dà la sua benedizione. Ammetto difetti, purché ci sia il proposito di emendarsi. Non è tanto il non cadere che importa, ma il sollevarsi: bisogna sempre ricominciare, senza stancarsi mai. Noi non possiamo cambiare il nostro carattere, ma possiamo e dobbiamo correggerlo e potare, non facendo pace con ciò che è male (VS 158-161).

Gioia


Di S. Giuseppe Cafasso sta scritto che la sola sua presenza e poche sue parole bastavano a ridonare alle anime la gioia dello spirito (VS 116).

Di gioia vera, allegrezza di cuore e di spirito, non ce n'è mai troppa. Dobbiamo essere allegri sempre, tutti i giorni e tutto Panno. Non si serve il Signore come lo schiavo il padrone! Il Signore vuole che stiamo allegri sempre, anche... dormendo: come i bambini che quando dormono, hanno un'aria così bella e sorridente! Non addormentatevi mai con il broncio, ma con pensieri di santa letizia (VS 588).


... Essere gioiosi anche per amore del prossimo, sì che gli altri possano dire: "Questi missionari hanno lasciato casa, parenti, tutto, eppure sono sempre allegri" (VS 589).

Spirito di sacrificio


La porta del paradiso è stretta: per entrarvi dobbiamo abbassare la testa

(VS 363).

La mortificazione è il principio della perfezione: dobbiamo cominciare da qui (VS 325). Pregare e aggiungere lo spirito di mortificazione: da questo dipende ogni crescita della grazia. Il Signore ama sacrifici piccoli e da poco conto, ma costanti.

Oggi giorno, la gente non è più abituata a considerare la mortificazione. Si dice che è lo spirito e non il corpo che ha bisogno di essere mortificato; che le mortificazioni sono proprie degli eremiti; che la moderna costituzione comporta di essere più concilianti... Ma voi, figli miei, non penserete in questo modo, non è vero? (VS 424).

E’ attraverso la croce che diventiamo santi. Portare la croce con costanza e gioia: questo è quello che conta.

Stile di vita


Il bene fa poco rumore: il molto rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore (VS 127).

Non dobbiamo semplicemente fare il bene: dobbiamo farlo con diligenza e nel miglior modo possibile. La pazienza va seminata dappertutto (VS 434).

Il Signore è in lotta con la mediocrità. Il mediocre non farà mai niente di buono; soprattutto non arriverà mai alla santità. Anche umanamente parlando, uno è più felice dando tutto se stesso a Dio. Spesso noi desideriamo darci a Dio, ma tratteniamo la cosa più importante che egli si aspetta. Forse diamo 9110, ma tratteniamo 1/10. Con il Signore, non si mercanteggia: o tutto o niente (VS 138,154).

La carità e la vita spirituale nella sua totalità richiedono che sappiamo anche osservare le regole della vita sociale. Gentilezza e buone maniere sono pure necessarie. Non tollero nessuna grossolanità in mezzo a voi. La nostra Consolata è fine e gentile: essa vuole che i suoi figli siano anche così (VS 171).

Al chiudere del giorno



Quando andiamo a letto, e di nuovo quando ci svegliamo durante la notte, volgiamo un pensiero a Gesù che ci aspetta perché veniamo a riceverlo.

Imitiamo Aman che, invitato a pranzo con il re Assuero, andava ripetendo pieno di gioia: ta regina Ester ha invitato soltanto me al banchetto; cras cum rege pransurus sum! " (VS 664).


Il Beato Giuseppe Allamano


Le date più importanti della sua vita:

21 gennaio 185 1: nascita a Castelnuovo (AT)
29 gennaio 1900: fondazione dell'Istituto missionario
16 febbraio 1916: morte presso il santuario della Consolata
11 ottobre 1938: traslazione della salma in Casamadre
7 ottobre 1990: beatificazione
Nipote di San Giuseppe Cafasso e postulatore delle sua causa di canonizzazione.
Formatore del clero, come direttore spirituale nel seminario di Torino, rettore del convitto ecclesiastico, confessore e consigliere.
Padre dei missionari e delle missionarie della Consolata e dei fedeli appassionati della missione.
Attento al cammino della Chiesa e alle situazioni della società.

http://www.missionariconsolata.it


Domine Iesu,
Persequar me, sequar te,
Semperque optem sequi te.

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