Alzata
Bisogna essere pronti alla levata, balzar su al primo tocco
della sveglia. Non voltare il capo dall'altra parte, neppure per un istante,
Sembra una cosa da niente, ma credo che, se uno fosse fedelissimo, avrebbe buon
spirito e il Signore gli darebbe molte grazie. E’ così brutto dare il primo
atto della giornata alla pigrizia. No, diamolo subito in ringraziamento al
Signore, una benedizione su tutta la giornata. Pensate in quell'istante di
essere chiamati dalla tromba dei giudizio. O anche a Gesù sacramento che
chiama: 'Festinans descende! Scendi in fretta: oggi voglio rimanere a casa
tua" (Vita Spirituale 4480).
Un modo di svegliarsi con prontezza è accendere la luce della
Parola di Dio. Samuele si svegliò così e rispose: Parla, Signore, il tuo servo
ti ascolta" (1 Samuele 3,10). La Parola è la luce per i miei passi"
(Salmo 118,105).
Preghiera
Il nostro primo dovere - ricordatelo
poi sempre! - non è lo sbracciarsi, ma il pregare (VS 530). Prima di tutto noi
dobbiamo diventare santi. Prima di tutto bisogna fare santi noi, prima pregare,
poi fare del bene agli altri. Non credere perduto il tempo che s'impegna a
pregare. Più avrete da lavorare e più dovete pregare (VS 532). Afferma S.
Agostino che chi impara a pregare bene impara a vivere bene. Di S. Martino, il
breviario dice che la sua vita era una preghiera incessante: teneva occhi e
mani sempre verso il cielo. Dico a voi: non si prega mai abbastanza. Il molto
pregare nulla detrae allo studio e al lavoro, anzi l'aiuta. Se c'è la pietà,
c'è l'unione con Dio e tutto il resto viene da sé.
Certamente la prima, la più eccellente
e potente preghiera è la Messa (VS 527-530). La Messa è il tempo più bello
della nostra vita. La Messa sostiene il mondo in mezzo a tanti pericoli e
peccati: senza di essa non si potrebbe andare avanti. La Messa sia veramente la
prima delle devozioni (VS 498-503).
Gesù sacramentato deve essere il
centro attorno al quale continuamente ci aggiriamo e al quale come tanti raggi
tendiamo (VS 673).
Presenza
di Dio
Vivere e operare alla presenza di Dio! Bisogna che giungiamo a
vivere continuamente alla presenza di Dio: è uno dei mezzi efficaci di
santificazione. Chi vive alla presenza di Dio sta attentissimo a tutto. Quando
si cammina alla presenza di Dio, si fanno le cose bene, con perfezione (VS
553).
Tutto dipende dalla maggiore o minore purità d'intenzione, dal
fare tutto con più o meno amor di Dio. E’ vero che noi riferiamo a Dio ogni
mattina tutti i nostri pensieri, affetti ed azioni, ma per la perfezione ciò
non basta: è necessario rinnovare sovente questa intenzione durante il giorno.
Nel fare la volontà di Dio, si trova la santità più perfetta (VS 256-259).
Se vogliamo far piacere al Signore in tutte le azioni, dobbiamo
farle in modo che piacciano alla Madonna e farle per piacere alla Madonna. Fare
tutto con la Madonna, tutto per la Madonna e tutto ricevere da lei. Fare tutto
in unione con Maria (VS 685).
Che cos'è la vita se non solo un'ora? Vivi ogni giorno come se
fosse l'ultimo della tua vita (VS 122).
Con
gli altri
Il fiore della carità non consiste
solo nel dire “sì”, ma nel dirlo con gentilezza, da una volontà interiore di
piacere. Che cosa è una comunità senza carità fraterna? Un purgatorio, o,
peggio, un inferno. La mancanza di carità rende penosa la vita al corpo e
all'anima ed espone le persone a tante tentazioni (VS 395).
Voi dovete amarvi vicendevolmente,
sopportarvi nei vostri difetti: abbiamo lo stesso fine, l'unione spirituale e
siamo tanti fratelli. Se per la miseria umana accade qualche cosa, "sol non occidat super iracundiam vestram"
[torni l'armonia prima del tramonto]. Non un giorno, non un'ora, cinque
minuti... Sì che la gente possa dire di voi quello che i pagani dicevano dei
primi cristiani: "Come si amano!», e questo amore lo infonderete negli
altri. (VS 399).
E’ bene che ogni comunità abbia un
proprio modo di pensare? Certamente, perché ogni comunità ha uno scopo speciale
che non può conseguirsi che con la collaborazione di tutti. L’unità è il primo
bene di una comunità: guai a chi la disturba. Dobbiamo essere decisi a tutto
per conservarla (VS 406).
Noi, qui, formiamo un solo corpo: le
grazie che Dio dà ad un membro sono date a tutti. Dobbiamo amare questo corpo e
avere la coscienza chiara di appartenervi (VS 404).
Spirito
ecclesiale e missionario
Nostro Signore fondò la Chiesa e poi
la rimise alla cura dello Spirito santo che l'assiste, la vivifica, la
conserva. Il Papa è illuminato dallo Spirito santo. La stessa propagazione
della fede è l'effetto dell'azione dello Spirito santo nelle anime. Quindi è
allo Spirito santo che va attribuito tutto il bene che si fa nelle missioni (VS
739).
Prestiamo allo Spirito santo, come al
Padre e al Figlio, il tributo dei nostri doverosi ossequi? t difficile che una
persona che vive sotto l'influenza dello Spirito santo non diventi santa (VS
740).
Preghiamo che lo Spirito santo ci
conceda un vero cuore cattolico unito con il Papa. Quando andai a Roma, ho
incontrato il Papa: ho pensato dentro di me che ero di fronte a nostro Signore
Gesù Cristo... Professiamo piena sottomissione alla Chiesa e al Papa: non a
questo o a quel Papa, ma al Papa come tale (VS 222).
Potremmo domandarci se non sia da
attribuirsi in parte alla deficienza della santità, se dopo tanti secoli una
cosi gran parte del mondo è ancora avvolta dalle tenebre del paganesimo e se,
mentre nei secoli la Parola di Dio operò strepitose conversioni in tutto il
mondo allora conosciuto, nei secoli posteriori i risultati futuro, no invece
inferiori" (VS 115).
"Ci vuol fuoco per essere
apostoli. Se c'è amore, c'è zelo e lo zelo farà sì che non poniamo riserve e
indugi nella dedizione di noi stessi. Amare il prossimo più di noi stessi
dev'essere il programma di vita del missionario" (VS 460, 461).
Mangiare
Anche nel cibo vi voglio semplici. Non
voglio che abbiate soggezione. Se avete bisogno di mangiare, mangiate: né fate
gli smorfiosi perché vi spingono a mangiare. Neppure lasciate di mangiare per
farvi vedere mortificati (VS 477).
Non dobbiamo parlare sempre del
mangiare e non farne motivo di ansietà. Dobbiamo essere soddisfatti del
necessario. Sembra impossibile, ma è vero: se manca qualcosa in tavola, anche
soltanto il sale, C è immediata protesta. Oh, via, mangiamo senza sale!
Dimentichiamo spesso che nel mondo non tutti hanno quello che noi abbiamo (VS
446).
Lavoro
Il tempo è prezioso. La perdita di
tempo è un peccato (VS 471). Un carattere energico è necessario in ogni cosa,
fin dall'inizio: non dobbiamo trattare noi stessi con troppe comodità: dobbiamo
dare coraggio a noi stessi. Io sorrido quando sento la gente che si lamenta di
aver troppo da fare. Più c'è da fare e più si fa. Quelli che sono energici
risparmiano sempre del tempo (VS 203). Essere uomini di studio, il più
possibile: la conoscenza è come un ottavo comandamento. Io voglio che voi
studiate con impegno ed energia: con calma e per amore di Dio. Un missionario
senza scienza è una lampada spenta (VS 183). Il lavoro manuale pure è importante.
Noi dobbiamo lavorare e non aspettare oziosamente la Provvidenza (VS 297). Un
povero che può lavorare e non lo fa, noi diciamo giustamente: è una persona
oziosa. Così, ciò che si fa per capriccio non può avere successo. Dio non dà la
sua benedizione. Ammetto difetti, purché ci sia il proposito di emendarsi. Non
è tanto il non cadere che importa, ma il sollevarsi: bisogna sempre
ricominciare, senza stancarsi mai. Noi non possiamo cambiare il nostro
carattere, ma possiamo e dobbiamo correggerlo e potare, non facendo pace con
ciò che è male (VS 158-161).
Gioia
Di S. Giuseppe Cafasso sta scritto che
la sola sua presenza e poche sue parole bastavano a ridonare alle anime la
gioia dello spirito (VS 116).
Di gioia vera, allegrezza di cuore e
di spirito, non ce n'è mai troppa. Dobbiamo essere allegri sempre, tutti i
giorni e tutto Panno. Non si serve il Signore come lo schiavo il padrone! Il
Signore vuole che stiamo allegri sempre, anche... dormendo: come i bambini che
quando dormono, hanno un'aria così bella e sorridente! Non addormentatevi mai
con il broncio, ma con pensieri di santa letizia (VS 588).
... Essere gioiosi anche per amore del
prossimo, sì che gli altri possano dire: "Questi missionari hanno lasciato
casa, parenti, tutto, eppure sono sempre allegri" (VS 589).
Spirito
di sacrificio
La porta del paradiso è stretta: per
entrarvi dobbiamo abbassare la testa
(VS 363).
La mortificazione è il principio della
perfezione: dobbiamo cominciare da qui (VS 325). Pregare e aggiungere lo
spirito di mortificazione: da questo dipende ogni crescita della grazia. Il
Signore ama sacrifici piccoli e da poco conto, ma costanti.
Oggi giorno, la gente non è più
abituata a considerare la mortificazione. Si dice che è lo spirito e non il
corpo che ha bisogno di essere mortificato; che le mortificazioni sono proprie
degli eremiti; che la moderna costituzione comporta di essere più
concilianti... Ma voi, figli miei, non penserete in questo modo, non è vero?
(VS 424).
E’ attraverso la croce che diventiamo
santi. Portare la croce con costanza e gioia: questo è quello che conta.
Stile
di vita
Il bene fa poco rumore: il molto
rumore fa poco bene. Il bene va fatto bene e senza rumore (VS 127).
Non dobbiamo semplicemente fare il
bene: dobbiamo farlo con diligenza e nel miglior modo possibile. La pazienza va
seminata dappertutto (VS 434).
Il Signore è in lotta con la
mediocrità. Il mediocre non farà mai niente di buono; soprattutto non arriverà
mai alla santità. Anche umanamente parlando, uno è più felice dando tutto se
stesso a Dio. Spesso noi desideriamo darci a Dio, ma tratteniamo la cosa più
importante che egli si aspetta. Forse diamo 9110, ma tratteniamo 1/10. Con il
Signore, non si mercanteggia: o tutto o niente (VS 138,154).
La carità e la vita spirituale nella
sua totalità richiedono che sappiamo anche osservare le regole della vita
sociale. Gentilezza e buone maniere sono pure necessarie. Non tollero nessuna
grossolanità in mezzo a voi. La nostra Consolata è fine e gentile: essa vuole
che i suoi figli siano anche così (VS 171).
Al
chiudere del giorno
Quando andiamo a letto, e di nuovo
quando ci svegliamo durante la notte, volgiamo un pensiero a Gesù che ci
aspetta perché veniamo a riceverlo.
Imitiamo Aman che, invitato a pranzo
con il re Assuero, andava ripetendo pieno di gioia: ta regina Ester ha invitato
soltanto me al banchetto; cras cum rege pransurus sum! " (VS 664).
Il
Beato Giuseppe Allamano
Le date più importanti della sua vita:
21 gennaio 185 1: nascita a
Castelnuovo (AT)
29 gennaio 1900: fondazione
dell'Istituto missionario
16 febbraio 1916: morte presso il
santuario della Consolata
11 ottobre 1938: traslazione della
salma in Casamadre
7 ottobre 1990: beatificazione
Nipote di San Giuseppe Cafasso e
postulatore delle sua causa di canonizzazione.
Formatore del clero, come direttore
spirituale nel seminario di Torino, rettore del convitto ecclesiastico,
confessore e consigliere.
Padre dei missionari e delle
missionarie della Consolata e dei fedeli appassionati della missione.
Attento al cammino della Chiesa e alle
situazioni della società.
http://www.missionariconsolata.it
Domine Iesu,
Persequar me, sequar te,
Semperque optem sequi te.
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